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Autore: clairvoyant_disease    02/03/2014    1 recensioni
“Ti amo ma non possiamo andare avanti. E’ troppo difficile. E’ troppo dura.”
Quella frase spezzò quei minuti interminabili di silenzio.
“Ormai sono sposato. Vorrebbe un figlio da me… O prendiamo una decisione o così non può andare” disse lui di botto. Senza quasi respirare. Ne conseguì un altro silenzio duro, pesante.
Il silenzio che precede la fine di quella che per loro era stata la vera storia d’amore della loro vita.
Qualcosa che però non riescono a mandare avanti senza farsi del male.
Helena perse un battito del cuore. Sapeva che sarebbe successo ma sentire quelle parole, sentirle davvero e non solo nella sua fantasia fu come ricevere una stilettata dritta nel cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“So go on, live your life.
So go on and say goodbye.
So many questions but I don't ask why…
Maybe someday, but not tonight
Hush Hush now.”

 
Matt lo aveva capito dal primo istante in cui lei, la sua Helena, era entrata in quella sua lussuosa stanza di albergo. Aveva capito che sarebbe stato l’ultimo momento insieme che avrebbero passato da.. come definirli? Amanti? Fidanzati? Erano mai stati davvero una coppia?
E se la risposta era no, perché era così difficile porre la parola fine a tutto quello che ormai andava avanti da anni, con la stessa intensità e gli stessi sentimenti?
“Visto che la decisione non riesci a prenderla tu, credo spetti a me. Non possiamo andare avanti così. Non posso essere la seconda per tutta la vita. Non ho mai capito perché nonostante le tue belle parole, tutti i sentimenti di cui blateravi, non abbia mai valso la pena di troncare quello che non ti rende felice per ricominciare da capo. La tua felicità probabilmente non ti sta a cuore. Oppure sono semplicemente una stupida che ti ha creduto per troppo tempo. Le cose non sono così forti come le descrivi.” Disse lei fredda e calcolatrice. Era andata la con la volontà di chiuderla. Per sempre.
Lo stava istigando, stava dicendo anche cose a cui non credeva minimamente solo per arrivare al suo scopo ed uscire di li finalmente libera. E rendere anche lui, libero, di essere lo schiavo di qualcosa che lui stesso aveva scelto e si era imposto.
Le parole di Helena riecheggiarono più volte nelle orecchie di Matt prima che fosse in grado di risponderle:
“Ti amo ma non possiamo andare avanti. E’ troppo difficile. E’ troppo dura.”
Quella frase spezzò quei minuti interminabili di silenzio.
“Ormai sono sposato. Vorrebbe un figlio da me… O prendiamo una decisione o così non può andare” disse lui di botto. Senza quasi respirare.  Ne conseguì un altro silenzio duro, pesante.
Il silenzio che precede la fine di quella che per loro era stata la vera storia d’amore della loro vita.
Qualcosa che però non riescono a mandare avanti senza farsi del male.
Helena perse un battito del cuore. Sapeva che sarebbe successo ma sentire quelle parole, sentirle davvero e non solo nella sua fantasia fu come ricevere una stilettata dritta nel cuore.
Aveva cercato di prepararsi a quel momento per tutto il giorno. E anche nei sette mesi precedenti.
Era entrata in quella stanza sicura di se stessa. Certa che ne sarebbe uscita intatta emotivamente.
Non era così. I capelli le coprivano il viso e con un gesto istantaneo, quanto nascosto, si asciugò le lacrime che le rigavano il volto.  Non voleva farsi vedere piangere.
Sapeva che avrebbe solo creato ulteriori problemi, avrebbe soltanto fatto crollare anche lui e non è quello che voleva.  Doveva essere un addio condiviso anche se avrebbe preferito strapparsi il cuore dal petto piuttosto che lasciarlo andare, per sempre.
“Non siamo fatti per funzionare insieme. Te l’ho sempre detto” disse fredda, con una forza che non sapeva di avere. Era sempre stata una brava attrice per non far soffrire lui.
“Sappiamo entrambi che il tuo posto è con lei. Lo è sempre stato. Lo sarà sempre.” Concluse.
Lui sembrò reagire arrabbiato a quella frase. Fin troppo.
“Sai bene che non volevo crederci ogni volta che me lo ripetevi. Sai bene che non ho mai creduto in una storia quanto ho creduto in noi” disse lui ferito
“l’amore a volte non basta” disse lei, semplicemente. “in realtà non credo si possa neanche parlare di amore in questa situazione specifica. Quindi va bene così.
Alzò gli occhi al cielo per scacciare le lacrime e si avvicinò a lui.
“ma.. io non capisco. Come siamo arrivati a tutto questo?”
La sua mano delicata si posò sul collo di lui, posò un ultimo bacio sulle sue labbra, quelle labbra a cuore a cui non riusciva a smettere di pensare per giorni dopo esser stati insieme.  Mai neanche durante la notte, neanche mentre dormiva, neanche mentre lavorava.  Prima di andare sfiorò con un dito la piccola cicatrice ormai unico ricordo di quel piercing sotto al suo labbro inferiore di molti anni prima e trattenne un sorriso.
“va bene così. Finiamola qui”
Afferrò in fretta la sua giacca di finta pelle e la sua borsa prima di uscire da quella stanza. Definitivamente.
 
 
“When I tried to forget you,
I just keep on remembering
what we had was so true
and somehow we lost everything”
 
 
“Helena, vieni!” la voce di Val fece sobbalzare la ragazza troppo impegnata a capire come trovare i giochi sul suo nuovo telefono
“mh?” rispose lei alzando gli occhi fra le nuvole
“volevo presentarti Matt. Te ne ho parlato così tanto che mi sembra il minimo presentarvi!” sorrise avvicinandosi con questo ragazzo a seguirla “amore, questa è la mia nuova compagna di corso Helena”  fu in una frazione di secondo che successe tutto.
Alcune persone lo chiamano colpo di fulmine, altri amore a prima vista, altri ancora attrazione fatale.
I due si presentarono tranquillamente stringendosi la mano e sorridendosi educatamente, facendo finta di niente vista la presenza di Valary ma le occhiate che si scambiavano, curiose e profonde, lasciavano trasparire un interesse reciproco molto forte.
Da quel giorno iniziò un’abitudine che sarebbe costata cara ad entrambi. Ogni qual volta che Matthew andava a prendere la sua fidanzata all’uscita dall’università si offriva di riportare a casa anche Helena che abitava solo poco oltre Huntington Harbor.
In quei dieci minuti scarsi che passavano insieme in macchina parlavano di qualunque cosa: musica, film, arte, libri. Personaggi famosi, attori, fumetti. Qualunque cosa.
C’era un feeling forte fra i due, inizialmente pensavano che sarebbero potuti essere buoni amici.
 
Le intenzioni erano delle migliori visto che Val considerava Helena l’amica più cara che avesse da tanti anni a quella parte. Aveva perso la sua amica di infanzia proprio a causa di quel fidanzato tanto bello quanto intrigante che aveva fatto perdere la testa a molte delle sue amiche senza risparmiare Katherine, l’amica più stretta della fidanzata.
Valary si accorse di questa bella amicizia che stava nascendo anche fra il suo fidanzato e questa sua nuova meravigliosa amica e pensava fosse una cosa stupenda: finalmente un’amica che apprezza Matthew per la sua personalità e non spreca tempo a morirgli dietro o a sparlarne per quei tatuaggi, quel look dark e quel piercing al lato sinistro del suo labbro inferiore.
Helena era per loro l’amica perfetta:  non solo era la confidente di Val e talvolta di sua sorella Michelle… era anche diventata una buona amica di Matt e di alcuni dei suoi compagni della band.
Quella band in cui speravano potesse trovare un fidanzato a sua volta.
Per un anno fu una situazione piacevole, erano un grande gruppo di amici affiatato e leale. L’uno c’era sempre per l’altro ed Helena si trovò in più occasione a dare una mano ai concerti della band, più per supporto a Valary che altro.
Poi ci fu quella data a San Diego. Era un venerdì sera.
Valary e Michelle non erano potute scendere con i ragazzi per un problema di salute della nonna materna a cui erano legatissime. Erano salite in macchina con i genitori e si erano messe immediatamente in viaggio verso Santa Clarita. Fu tutto sulle spalle di Helena che non ci pensò due volte ad accettare alla disperata richiesta di Val di andare in aiuto alla band e partire con loro.
Non immaginava che sarebbe stata quella sera a rovinare tutto quanto.
 
 
“I didn't mean to kiss you,
you didn't mean to fall in love.
I've never meant to hurt you,
we never mean for it to mean this much.”
 
 
L’area del concerto era una piccola zona cementata vicino alla spiaggia, una sorta di skate park molto ampio improvvisato per questa sorta di festival di band emergenti.
Ogni band poteva mettere su un banchetto con il proprio merchandise ed Helena si sarebbe dovuta occupare di quello da sola, durante il concerto.
In realtà il festival fu piuttosto scarno in quanto a presenze e fu più una giornata a prendere il sole tutti insieme che non altro. Una volta iniziati i concerti Jimmy e Brian si dileguarono sotto palco ad ascoltare le band, Johnny andò a farsi un giro con alcuni roadies di altre band e Zacky schiacciò un pisolino.
Il destino sembrava voler causare il disastro.
Dopo un’intera giornata insieme fianco a fianco, parola dopo parola, risata dopo risata e dopo un’abbondante bottiglia di vodka scolata a metà, Helena fissò gli occhi di Matt in modo ravvicinato.
Mai, si era trovata così vicina a lui. I loro sguardi si incrociarono senza più riuscire a staccarsi l’uno dall’altro. A distanza di anni nessuno di loro sarebbe stato in grado di spiegare come successe, ma Helena si avvicinò ulteriormente a quel viso perfetto, quelle fossette adorabili marcate come non mai durante quel sorriso infinito solo e soltanto per lei. E arrivò quel bacio che entrambi bramavano e sognavano da tempo.
Fu un bacio inizialmente dolce, lento. Diventò poi infinito, passionale, un bisogno che veniva soddisfatto.
“wow” fu il commento del ragazzo. Le sorrise, felice, prima che un’ombra malinconica su posasse su quel viso. Quel viso bellissimo che si illuminava ogni qualvolta sorridesse.
“forse non dovevo” disse subito dopo lei, rompendo quel momento di gelo e confusione che li stava circondando e atterrando allo stesso tempo. Quei secondi successivi al bacio li passarono in silenzio, fissandosi in uno stato emotivo misto fra felicità e sconcerto, rendendosi conto che quel che era successo era totalmente sbagliato e fuori luogo. Il primo pensiero che raggiunse entrambi, subito dopo, fu quello su Val che in quel preciso momento sarebbe dovuta stare li con loro e non a chissà quanti chilometri di distanza a curarsi della saluta della nonna.
Era stato solo un bacio, ma era pur sempre un piccolo tradimento verso la fidanzata e amica di entrambi.
Come per intervento divino nel giro di pochi minuti tutti gli altri componenti della band li raggiunsero: il momento di salire sul palco era ormai prossimo e dovevano prepararsi. Si salutarono con un cenno del capo piuttosto imbarazzato e neutro.  Ebbero entrambi tempo di riflettere e ne parlarono dopo quando Matt scivolò via silenziosamente dal backstage con la scusa di aiutare la povera ragazza a smontare il banchetto.
“io..” iniziò confuso il ragazzo
“so che dovrei scusarmi e promettere che non succederà più. Per il bene di Val.”
“ma..” la interruppe lui
“ma nonostante tutto lo rifarei ancora” disse lei prima di tapparsi la bocca sconvolta.
Sorrise di nuovo Matt, quelle fossette catturarono involontariamente tutta la sua attenzione. Le servì uno sforzo immenso per distrarsi da lui e tornare a inscatolare maglie e cd.
Ripartirono verso casa senza rivolgersi più parola. Quella notte fu insonne per Helena: sapeva quante volte Val aveva vissuto situazioni del genere. Sapeva quante volte Matt si era lasciato andare all’errore di una notte supplicando poi il perdono della sua ragazza. Una cosa era certa: lei non sarebbe stata la prossima.
Decise in quel momento che avrebbe messo avanti la sua amicizia con lei all’attrazione per lui.
Per alcune settimane cercò di evitare i passaggi di Matt inventando ogni scusa possibile, cercava di evitare di passare le serate con lui e gli altri. Cercava di evitare, semplicemente, lui.
Passate cinque settimane da quell’episodio pensava che le cose si fossero ristabilite.
Addirittura riusciva a tollerare la presenza di Matt senza dover distogliere lo sguardo o aver l’istinto di scappare via. Era certa che fosse stato soltanto un momento di confusione, una sbandata appena accennata ma interrotta immediatamente. Era certa che fossero entrambi rientrati in carreggiata e che quindi quell’episodio non contasse niente. Come se non fosse mai accaduto.
Fu Matt a chiarirle che non stavano così le cose.  Non era neanche rientrata in casa dalla sua corsa del venerdì pomeriggio che si era trovata di fronte Matt
“sono salito sull’albero e sono entrato in camera tua. La finestra era aperta” spiegò lui
“che ci fai qui?” chiese lei, tesa come non mai
“voglio capire che è successo”
“non è successo niente” chiarì lei decisa e sicura
“sei sparita dopo quella sera”
“non ha significato niente”
“non è vero”
“ti sbagli”
“sei una pessima bugiarda Helena”
“senti è stato un momento di confusione, non ha significato niente. Sei il fidanzato della mia migliore amica. Niente più e niente meno. Credo sia anche inadeguata la tua presenza qui, in questo momento”
“vuoi davvero che me ne vada?”
“si, per favore”
“Helena, dobbiamo mettere le carte in ta..”
“vattene. Ora.” Disse lei secca. Lui la fissò arrabbiato e abbattuto ma non esitò oltre raggiungendo la finestra e tornando sull’albero di fianco prima di scendere fino al giardino
“Hey” urlò lui una volta sceso, lei si affacciò esasperata e combattuta “mi sono innamorato di te” continuò lui rimanendo a fissarla per qualche secondo prima di andarsene lasciandola la, a quella finestra, senza parole. Quel preciso istante cambiò tutto.
Helena per quanto forte e combattiva fosse, si sentì la persona più fragile e vulnerabile del mondo.
Sapeva che si stava creando una situazione talmente sbagliata e grande che non avrebbe potuto gestire.
Fece quello che tanti ragazzi fanno senza pensarci troppo:  decise di andarsene.
Per un paio di giorni si diede per malata con Valary mentre dai vari uffici del campus invece organizzava la sua partenza. L’università di Phoenix non era male, non aveva nulla da invidiare a quella californiana e sicuramente sua nonna avrebbe apprezzato la sua compagnia più quanto non facessero sua madre e il suo ultimo marito.  Neanche lei si capacitò di quanto facile fu prendere e andarsene.
Ma si concesse un ultimo errore prima di partire.
Si vide con Matt e quella sera andarono ben oltre i baci. Andarono ben oltre due amici dovrebbero andare.
Quella sera fu chiaro ad entrambi che erano innamorati l’uno dell’altra ma sapevano anche che Matt aveva questo strano rapporto morboso con Valary. In realtà l’amava.
L’amava più di quanto non volesse ammettere e la paura di perdere tutto, perdere quella stabilità dopo 10 anni insieme lo spaventava troppo per osare un cambiamento.
Lei non disse niente, si limitò a rivestirsi, fumarsi un’ultima sigaretta con lui e riflettere su quello che aveva capito in quel periodo di lui e Valary. Non ci fu un vero addio.
Non sul momento. Sapeva che sarebbe stato troppo difficile per entrambi e che avrebbe dovuto dare troppe spiegazioni che non era certa di essere in grado di spiegare a dovere.
Lasciò solo una lettera all’amica. Non le raccontava niente di quel che era successo con Matt, spiegava solo che in quel determinato periodo aveva bisogno di andarsene e gli augurava tutto il meglio: di laurearsi presto e magari convolare davvero a nozze con il suo eterno fidanzato.
Il suo posto era con lui. Lo sapeva Val, lo sapeva Matt e lo sapeva anche Helena.
Sapeva anche che forse, con un po’ di coraggio in più, in quel posto sarebbe stata meglio lei. Forse.
 
 
“I wanted to keep you
forever next to me.
You know that I still do
and all I wanted was to believe.
Hush hush now.”

 
 
Incredibile come può volare il tempo, pensò quella mattina Helena svegliandosi nella soleggiata Phoenix.
L’odore di pancakes appena cucinati da sua nonna inondarono anche la sua stanza da letto.
La vita sembrava essere meno difficile e insopportabile per lei adesso che era fuggita da una situazione in cui lei si era ritrovata a fare la terza incomoda.
Voleva davvero bene a Matthew. Ne era innamorata. Probabilmente lo era dalla prima volta che i loro occhi si erano incrociati studiandosi curiosi a vicenda.
Aveva perso la testa per lui sin dal suo primo sorriso, quelle fossette, quelle labbra, quel piercing sul lato del labbro. Tutto di lui le piaceva. Difetti inclusi.
Ma voleva davvero bene anche a Valary. O almeno, le aveva voluto davvero bene visto che la bionda amica californiana decise di non degnarla mai di una risposta. Ne’ alla sua lettera di addio, ne’ alle varie email che provò ad inviarle in seguito.
Se ne era fatta una ragione in quei quattro anni e mezzo che erano passati.
Aveva anche pensato che forse, lui, avesse raccontato qualcosa. Qualcosa che avesse definitivamente compromesso quell’amicizia. Lei d’altronde non aveva mai chiesto nulla del genere a Matt.
Lo stesso Matt che adesso poteva vedere in tv, il loro video in rotazione su mtv a tutte le ore del giorno, i suoi vecchi amici ormai divi famosi coperti di tatuaggi dalla testa ai piedi e di fama.
Era contenta per loro, soddisfatta come non mai.
Li aveva rivisti durante gli anni.  Ogni volta che loro passavano in Arizona si facevano vivi, non aveva mancato un loro show durante gli anni e casualità, non aveva mai incontrato Val.
Sembrava che evitasse di mettere piede in quello stato proprio come per evitarla.
Forse fu per questo che ogni qual volta Helena e Matt si rivedessero scattavano scintille fra i due, a volte si concludeva tutto con un abbraccio, a volte con una litigata per qualche stupidaggine proprio per darle un buon motivo per scappare. Altre finiva nella camera di albergo di lui, abbracciati e avvinghiati fra calde lenzuola bianche, lontani da sguardi indiscreti, da quell’anello di fidanzamento che ormai campeggiava da tempo al dito della sua eterna fidanzata.
Proprio come aveva immaginato, lui l’amava davvero nonostante tutto e sapeva che il suo posto ormai, sarebbe stato di fianco a lei.
Certamente la fuga della sua alternativa, di Helena, non lo aiutò a cambiare il suo fato ormai scritto da tempo immemore. Ormai sapevano che tutto sarebbe andato come era stato pianificato.
Helena non aveva notizie di Matt da tempo, sette mesi, una settimana e quattro giorni per l’esattezza e sapeva anche il motivo.
Facebook, come diceva sempre, può essere un’arma a doppio taglio: ti fa vedere anche quello che non vorresti vedere e sapere delle persone.
Fu così che scoprì che nell’ottobre dell’anno precedente si erano sposati.
Sorrise ripensandoci perché proprio tre settimane prima di quel sabato pomeriggio in cui la coppia meravigliosa si era giurata amore eterno davanti a Dio e tutti i loro amici e parenti, lui era stato da lei per una settimana intera.
Una intera settimana passata da soli in una sontuosa e lussuosa camera d’albergo di un albergo di Jacksonville raggiunta da entrambi con disparate scuse.
I momenti insieme erano sempre fantastici. I classici momenti di due ragazzi innamorati che si scambiano mille promesse, che non riescono a lasciarsi ma che sanno che per mille diversi motivi, non potranno mai stare insieme. Non potranno mai avere altro che non momenti rubati e coperti da bugie e sotterfugi.
Lui non fece parola del matrimonio con lei. Fece finta di niente, come se non fosse il suo il matrimonio in questione ma solo quello di chissà chi altro. Come se non lo toccasse minimamente.
Sparì totalmente. Per sette mesi. Una settimana. quattro giorni.
Lei nel frattempo era andata avanti, aveva un fidanzato, un buon lavoro e continuava a vivere con sua nonna che era letteralmente rinata da quando aveva la sua piccola in casa e qualcuno di cui prendersi cura. Quel trasferimento improvviso era stato una manna dal cielo per tutti quanti, in fin dei conti.
Se fosse rimasta la non sarebbe mai e poi mai potuta essere l’amica usa e getta di Matt, l’amica dei weekend o dei post concerti. 
Voleva di più per se stessa che non un ruolo così marginale e basso nella vita di un uomo ma aveva imparato ad accontentarsi. Aveva imparato che in certe situazioni l’amore non basta, specialmente quando la persona che si ama è troppo impegnata a tentare una storia monogama quando ama due donne contemporaneamente. Aveva convenuto che la maggior parte dei problemi era di Matt e che solo lui avrebbe potuto risolverli arrivando un giorno ad una decisione.
Sapeva che sposarsi era stata una decisione di Val. Sognava quel giorno da anni e dopo tutta quell’attesa, dopo quasi 15 anni insieme, lui non avrebbe mai e poi mai potuto trovare una scusa abbastanza plausibile che potesse salvarlo o fargli acquisire ulteriore tempo.
Se lo aspetta, in fondo.  Sapeva anche che quella situazione fra loro non sarebbe durata in eterno.
Addirittura pensò che fosse già finita perché sette mesi erano troppi, da troppo tempo lui era sparito.
Non era da lui. E non da una persona che ti ama e ha bisogno di te come dice.
Quella mattina sentiva una strana elettricità nell’aria ma cercò di far finta di niente e scese giù per far colazione con la nonna. Appena finiti i pancakes nel suo piatto si incamminò verso il salotto per leggere il giornale come ogni mattina e guardare un po’ di tv.
Fu allora che suonò il campanello della casa. La nonna andò ad aprire e si trovò davanti “l’energumeno tatuato” come lo chiamava affettuosamente da tempo.
Helena voltò lo sguardo per caso, solo per controllare la nonna e rimase impalata quando vide Matt con un mazzo di rose.
“ho avuto un po’ di.. impegni. Ho pensato che queste potessero servire a farmi scusare da te” disse semplicemente sorridendole.
Aveva immaginato per settimane un suo ritorno e anche il modo peggiore per mandarlo via. Di certo non aveva messo in conto un sorriso e delle rose quindi, colta alla sprovvista, fu costretta ad accettare fiori e scuse ed accoglierlo.
L’amore è incoscienza, si sa. E nonostante tutta l’arrabbiatura e la frustrazione per esser stata accantonata senza neanche un messaggio di spiegazione, cinque minuti dopo già lo aveva trascinato in camera sua.
“mi sei mancata” sorrise lui sulle labbra di lei prima di baciarle decine di volte senza sosta.
“congratulazioni” disse lei secca afferrandogli la mano sinistra.
Un enorme anello nuziale campeggiava su quell’anulare. Ci stonava, pensò.
Stonava in tutta quella situazione, in quel momento. Non era uguale.
“ho avuto dei mesi piuttosto irrequieti… ho firmato un po’ la mia condanna a morte sposandola ma alla fine non riuscivo più a temporeggiare”
“immagino” disse lei fredda “in realtà lo sapevo. Ho visto le foto, ero a conoscenza del matrimonio. Avevo addirittura inviato un regalo, non firmato chiaramente. Non credo sia stato così difficile capire fosse da parte mia, chi diavolo dovrebbe inviarvi pacchi da Phoenix, Arizona?”
“Val mi ha detto che c’era un pacco non firmato ma non  da dove arrivava… oh piccola mi dispiace così tanto di non averti parlato prima, non sapevo come dirtelo. Non sapevo come avrebbe influito su di noi la cosa, io..”
“non scusarti. E’ lei la tua scelta.”
“se così fosse non sarei qui, non credi?” sorrise accarezzandole il collo
“sai che vorrei tu avessi ragione. Ma non ti credo più.” Iniziò lei alzandosi e lasciandolo solo, seduto su quel letto che si promise in quell’istante, non sarebbe stato utilizzato.
“sai, per anni ho sperato che tu tirassi fuori il coraggio che rinchiudi nel profondo e decidessi di fare un tentativo diverso. Speravo tu provassi a vedere un futuro diverso per te. So che la ami. Ma so anche che ne hai amate molte altre oltre a lei. Hai amato addirittura me”
“io ti amo ancora” la interruppe lui
“Non sono sicura di poterlo credere. Non dopo sette mesi, una settimana e quattro giorni di silenzio Matt”
“Oh andiamo, sai bene che io credo al nostro amore. Devo solo capire come far funzionare tutto quanto”
“io non posso vivere la mia vita in funzione dei tuoi buchi emotivi. Non posso aspettarti per il resto della vita mentre tu a casa hai una moglie e magari una famiglia tua. Merito di più”
“meriti molto di più” disse lui abbassando lo sguardo.
“Sei qua per quale motivo, Matt?”
“Perché sapevo di essere in torto nei tuoi confronti e che ti dovevo delle scuse. E dovevo rivederti. Toccarti. Baciarti.”
“Bene, lo hai fatto. Sai bene che il tuo posto non è qui”
“lo dici da sempre che il mio posto non è qui. Ma sai perfettamente che noi due siamo completi solo quando siamo insieme”
“appunto Matt, io lo so. Sei tu che lo dimentichi con facilità. O forse lo ignori. O forse non lo pensi.” Disse forse troppo arrabbiata lei. Lui si alzò e sospirò
“non c’è niente da fare. È impossibile anche solo parlarti quando sei così ostile. Sono all’Hyde Park hotel. Camera 316. Quando ti passa sai dove trovarmi.  Se tu mi vuoi, mi fermo per altri quattro giorni.” La fissò qualche secondo e senza ricevere alcuna risposta da parte sua, decise quindi di andarsene.
Lo sentì salutare la nonna di lei e poi uscire.
Si vestì con calma Helena e decise di farsi un lungo giro prima di andare a lavoro.
Passò al parco, vide intere famigliole felici fare una camminata, vide coppiette mangiarsi un gelato insieme.
Si rese conto in quel preciso istante che credere in quella storia d’amore extra, nonostante fosse probabilmente più vera e forte di quella principale di Matt, non l’avrebbe portata mai da nessuna parte.
Non ci sarebbe stato un finale diverso, non per loro.
Contro ogni logica morale e mentale chiamò Valary.  La ormai ex amica fece finta di cadere dalle nuvole e si offrì ad una sterile chiacchierata di circostanza lasciandosi andare solo verso la fine. Parlò del loro matrimonio, parlo dei loro progetti, parlò di quanto avrebbe voluto adesso allargare la famiglia.
Helena negli anni aveva imparato a recitare il ruolo della piccola dolce, tenera amica felice per gli altri in qualunque circostanza e fece lo stesso. In realtà, per Val, ancora era felice genuinamente.
Non lo era per lui, perché lei conosceva i suoi più profondi pensieri e sentimenti.
Una volta riattaccato da quella chiamata le fu chiaro quello che c’era da fare.
Si rese conto di quanto fosse sempre stata una persona che alla fine, per quanti errori potesse fare, preferisse la felicità delle persone a cui teneva piuttosto che la sua.
Matt probabilmente era li, a Phoenix, dopo aver raccontato chissà quale altra improbabile scusa a sua moglie solo ed esclusivamente perché si sentiva obbligato a prendere una posizione, sperava forse di trovare il coraggio mai avuto prima? Lei ormai aveva imparato a conoscerlo. Non sarebbe successo.
Sapeva che Matt era li perché alla fine per anni aveva sofferto di quel suo bipolarismo amoroso e adesso era diventato insostenibile. Non reggeva più. Aveva preso una decisione mesi prima, forse senza neanche rendersene conto, e adesso doveva portarla a compimento. Definitivamente.
Ma non ci riusciva. Sarebbe stata lei a sistemare nuovamente le cose ma stavolta in modo definitivo.
Finita la giornata di lavoro chiuse la porta del suo ufficio e salutati i suoi colleghi con un finto sorriso che nascondeva quell’enorme tormento emotivo che la stava spezzando dentro, tornò a casa per una breve doccia e un cambio di vestiti. Niente di sexy o provocante.
Un semplice jeans ed una camicia nera. La sua giacca di pelle e la sua borsa.
E un paio di frasi pensate e ripetute tutto il giorno che avrebbero dovuto sorbire l’effetto desiderato e chiudere un capitolo destinato a chiudersi della sua vita.
 
 
Per giorni avuto in testa quella dannata canzone della Lavigne. Una canzone che mi piace piuttosto tanto anche se è di una tristezza disarmante.
Mi ha accerchiato il cervello al punto da farmi passare per la testa questa storia. Una storiella che però ha avuto il solito finale amaro della canzone.
Insomma, le fan fictions mica possono essere tutte belle, carine, unicorni e arcobaleni no?
Alla fine è la vita stessa che spesso è amara e non fa finire bene le storie.
Non è nulla di che questa storia. Anzi, come quasi tutto quello che scrivo non mi piace neanche un po'. Ma come si suol dire: whatever.
  
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