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Autore: Ginny_theQueen    02/03/2014    2 recensioni
"Clary," disse Jocelyn. "Ti presento Tessa Gray." — City of Heavenly Fire teaser.
Questa è la mia versione della scena che sarà presente nel prossimo libro. [spoilers di COLS, CPss e riferimenti ad una Bane Chronicle]
“Jace – Jace, fermati,” disse con riluttanza.
“Cosa? Non vuoi che ti baci?” la sua espressione era un misto tra dolore e incredulità.
“Certo che sì, solo che… c’è una persona fuori la porta.”
Jace le mandò un’occhiata interrogativa. Lei sospirò.
“Vestiti. Ora te la presento.”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jocelyn Fray, Theresa Gray
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Clary odiava le giornate piovose.

Si era vista con Simon da Taki per pranzare quando non stava ancora piovendo. Quando avevano finito il cielo si era fatto grigio. Simon aveva offerto a Clary la sua giacca, tanto la pioggia non gli dava fastidio. Non poteva certo prendersi un raffreddore.

Clary aprì la porta dell’appartamento di Luke – il suo appartamento – e sentì la voce di sua madre in cucina.

“Sono a casa!” disse Clary.

Andò in camera sua e si tolse la giacca bagnata di Simon: anche la maglia che aveva sotto era inzuppata e i suoi capelli gocciolavano.

Avrebbe chiamato Jace dopo: ora aveva bisogno di una doccia calda.

 

“Clary,” sentì sua madre chiamare appena ebbe finito. “Clary vieni qui.”

Clary posò il telefono: Jace avrebbe dovuto aspettare ancora un po’. Andò a vedere cosa voleva sua madre.

Jocelyn stava in piedi vicino al bancone e con lei c’era una donna sulla ventina. Era alta, con la schiena dritta e lunghi capelli marroni.

“Clary,” sua madre ripetè “ti presento Tessa Gray.”

“Salve,” disse semplicemente Clary, offrendo a Tessa un timido sorriso.

“Herondale, in verità. Tessa Herondale.”

“Cosa? Sei una Herondale? Ma credevo… sei imparentata con Jace? Sei una cugina o qualcosa?”

“In realtà sono la sua trisavola.”

“Scusa, sembra che tu abbia vent’anni…”

“Sono immortale.”

“Ma gli Herondale sono Shadowhunters. Come…?”

“Io non sono nata Herondale, ne ho sposato uno.”

“Allora scusa se te lo chiedo, ma cosa sei?”

“E’ complicato. La maggior parte della gente mi reputa una strega. Diciamo solo che mio padre era un demone e mia madre una Shadowhunter. Senza marchi.”

“Chi era?”

“Mio padre? Un demone eidolon.”

“No, chi hai sposato?”

Tessa prese un respiro veloce prima di rispondere, “William Herondale.”

“Lo conosco! Il suo nome era scritto in quel libro – A Tale of Two Cities di Dickens!”

Gli occhi grigi di Tessa si illuminarono. “Jace ha ancora quel libro?”

Clary provò dispiacere per quella ragazza che conosceva appena. “Sfortunatamente no. E’ andato distrutto assieme all’appartamento di Sebastian la settimana scorsa… mi dispiace. Quel libro era importante per te?”

“Sì,” disse Tessa “lo era.”

“Mi dispiace molto,” ripeté Clary.

Dopo un minuto Tessa si ricompose e parlò nuovamente. “Non importa. Quel libro aveva più di cento anni. Mi chiedo come mai Stephen… lasciamo perdere.” Scosse la testa e guardò Clary, poi Jocelyn.

“Non posso crederci che sono passati solo… quanti anni?”

“Sedici,” disse Jocelyn a bassa voce.

“Da cosa?” chiese Clary.

“Dall’ultima volta che ti ho vista,” rispose Tessa. “Eri solo una neonata all’epoca. Abbiamo… giocato insieme. Mi ricordo che ridevi e tiravi la coda al gatto di Magnus.”

“Tessa è stata la prima persona – senza contare l’infermiera mondana all’ospedale e Luke – a tenerti in braccio, Clary. La prima persona a cui ti ho volontariamente affidato.”

“E per l’Angelo – il mondo in cui mi sorridevi! Non tenevo un bambino tra le braccia da decenni, sembravano di nuovo i miei figli. Tua madre mi disse che non eri molto a tuo agio con gli estranei, ma tu sei venuta tra le mie braccia. Sei venuta da me! Per anni ero stata disdegnata dagli Shadowhunters –“

“Ma hai sposato un Nephilim,” commentò Clary.

“Will diventò il capo dell’Istituto di Londra e quindi leader dell’intero Enclave, finché ero al suo fianco nessuna persona nel Regno Unito avrebbe potuto dire una parola contro di me. Ma quando Will morì… dovevo andarmene. Il mio posto non era con loro. Non sono una Shadowhunter, non del tutto. Quindi li lasciai – lasciai i miei bambini, ma a quel punto anche loro avevano già figli –  perché non potevo semplicemente starmene lì, a guardare tutti i miei amati morire senza invecchiare mai.”

“Dove andasti?” chiese Clary.

“Magnus mi aiutò. Mi riportò a New York, la città in cui ero nata, ma non riuscivo a rimanere ferma in un solo posto a lungo, quindi per lo più ho viaggiato. Credevo che la stirpe mia e di Will fosse finita quando Stephen venne ucciso e suo padre morì dal dolore… ho tenuto d’occhio i Blackthorn dell’Istituto di Los Angeles, i discendenti di mia figlia.”

“Ho incontrato Helen,” disse Clary “sembra simpatica.”

“Lo è. Ma puoi immaginare quanto felice sono stata quando Magnus mi ha detto che la stirpe degli Herondale non era terminata, dopo tutto.”

“Parli di Jace?”

“Sì. Erano mesi che desideravo vederlo. Ma non era mai il momento giusto. Ma ora gli eventi mi hanno riportata qui. A New York, ancora una volta. Jocelyn mi ha detto che vi conoscete… puoi portarmi da lui?”

Clary sorrise. Altro che chiamarlo, stava proprio andando da lui. Le cose erano state un po’ imbarazzanti tra di loro in quegli ultimi giorni, con Jace che non sapeva bene come gestire il fuoco del paradiso e tutto.

“Certo, possiamo andare subito se vuoi. Ti porto direttamente da lui, non devi incontrare gli altri membri dell’Istituto, tanto so dov’è la sua stanza. E’ il mio –“ ragazzo, stava per dire, ma poi ci ripensò. Sua madre era lì e non voleva cominciare una discussione al momento. Quindi si accontentò di “Siamo molto uniti.”

 

 

Era tutto nero. Jace non riusciva a vedere niente che non fosse l’oscurità. Poi Clary comparve dal nulla. Stava ridendo. Jace voleva correre da lei, ma non ci riusciva. Le sue gambe non si muovevano, era bloccato lì. La chiamò, ma lei non sembrò udirlo. Stava ancora ridendo. All’improvviso, accanto a lei comparve un’altra figura. Si avvicinò a Clary sempre di più, finché stavano ridendo insieme e le mani di Clary erano impigliate tra i capelli biondo-bianchi di Sebastian e lui la baciò con così tanta veemenza da farle perdere l’equilibrio e avvinghiarsi a lui. Jace urlò, urlò finché non gli fecero male i polmoni. Quando Clary e Sebastian si voltarono verso di Jace stavano ancora ridendo. Jace si accorse di un’altra cosa, a parte le mani di Clary e Sebastian, congiunte nella loro regale camminata. Gli occhi di Clary erano diversi. Non erano di quel verde acceso che aveva imparato ad amare, in cui poteva vedere il riflesso della sua anima. Erano neri come la pece.

 

“Dev’essere nella sua stanza. Vado a chiamarlo,” Clary disse a Tessa prima di entrare nella sempre ordinatissima camera di Jace.

Era disteso sul suo letto – senza maglia – e tremava.

“Jace!”

Clary si sedette sul letto e prese ad accarezzargli i capelli. “Jace,” gli sussurrò all’orecchio. “Va tutto bene, stai sognando. Svegliati.”

Aprì gli occhi. Erano oro scuro. “Clary,” sussurrò e si lanciò verso di lei. “Sei reale?” le chiese.

Lei lo avvolse tra le sue braccia. “Sono reale. Stavi facendo un incubo? Tremavi.”

Lo sentì annuire.

“Ora ci sono io qui.”

All’improvviso, non seppe bene come, la stava baciando. La bocca di Jace era dura sulla sua, sollecitandola ad aprire le labbra così che la sua lingua potesse scivolarvi dentro. Clary si sarebbe persa in lui, ma poi si ricordò…

“Jace – Jace, fermati,” disse con riluttanza.

“Cosa? Non vuoi che ti baci?” la sua espressione era un misto tra dolore e incredulità.

“Certo che sì, solo che… c’è una persona fuori la porta.”

Jace le mandò un’occhiata interrogativa. Lei sospirò.

“Vestiti. Ora te la presento.”

La? Chi è lei, Clary?”

“Vedrai,” sorrise.

Clary aspettò che Jace si mettesse una camicia bianca – non si sarebbe persa un’occasione di guardargli gli addominali per niente al mondo – e riaggiustò la propria maglia prima di andare a prendere Tessa.

Tessa era esattamente dove Clary l’aveva lasciata cinque minuti prima, sembrava non essersi mossa affatto, se non per un piccolo sorrisetto di intesa sulle labbra. Clary si rese conto che Tessa aveva probabilmente ascoltato il loro breve dialogo, e arrossì.

“Adesso puoi entrare,” disse timidamente.

Tessa annuì e la seguì nella stanza di Jace.

Jace si voltò e si chiese chi diamine potesse essere questa ventenne che Clary gli aveva portato e che cosa avesse a che fare con loro.

“Jace,” cominciò Clary. “Lei è –“

“Ciao, Jace. Il mio nome è Tessa Herondale. Forse è meglio se ti siedi.”

 

Tessa raccontò la sua storia. Jace ascoltò pazientemente. Clary aveva chiesto a Tessa se preferiva che li lasciasse soli, ma Jace le aveva detto di restare e le aveva indicato di sedersi accanto a lui sul letto. Ad un certo punto – Clary non ricordava se mentre Tessa parlava di Will e Jem che erano parabatai, o di Henry e Charlotte che guidavano l’Istituto di Londra – Jace aveva preso la sua mano e l’aveva stretta forte. Non l’aveva ancora lasciata.

“Ed eccoti qui. Capirò se non senti alcun legame con gli Herondale, ma adesso almeno conosci la storia della tua famiglia.”

Jace non aveva ancora parlato, il che era strano visto che lui aveva sempre una risposta pronta per tutto.

Tessa mostrò loro una vecchia fotografia in bianco e nero. “Assomigli agli Herondale così tanto. Hai perso la combinazione di occhi blu e capelli neri che aveva Will, ma hai la sua stessa identica espressione,” indicò Will nella foto e poi guardò Jace. “E i tuoi occhi… sono gli occhi di James. Mio figlio.” Indicò un ragazzo più giovane sulla foto, ma ovviamente loro non potevano vedere il colore dei suoi occhi. “Non vedevo quegli occhi da un secolo.”

Clary vedeva che Tessa si stava sforzando di non piangere.

“Jace,“ Clary sussurrò gentilmente. “Dovresti dire qualcosa.”

Lui la guardò come se si nutrisse del fatto che lei fosse lì accanto a lui, e deglutì.

“Mi hai dato… molto a cui pensare,” disse rivolto a Tessa.

“Non pensarci adesso. Parlami di te. Dimmi chi sei.”

Non sapendo da dove cominciare, Jace prese gentilmente la vecchia foto dalle mani di Tessa e disse: “Credo che Alec somigli a Will più di me. Ha i capelli neri e occhi di un blu profondo.”

Clary annuì.

“Chi è Alec?” chiese Tessa.

“Alexander Lightwood, il mio parabatai.”

“Ah, sì. Magnus me ne ha parlato. Deve essere un discendente della sorella di Will. Cecily sposò Gabriel Lightwood.”

“Non posso dirti molto di me. Non so nemmeno chi sono. Per anni ho creduto di essere un’altra persona, ho creduto che mio padre fosse morto… poi ho scoperto che era vivo, ma dopo tutto non era mio padre,” disse Jace, guardando Tessa attentamente.

Clary ricordò che una volta le aveva detto la stessa cosa: Non so chi sono, aveva detto. Mi guardo allo specchio e vedo Stephen Herondale, ma mi comporto come un Lightwood e parlo come mio padre – come Valentine.  Allora guardo chi sono nei tuoi occhi, e cerco di essere quella persona, perché tu hai fiducia in quella persona, e credo che la fiducia possa essere abbastanza da farmi diventare quello che vuoi.

“Dimmi chi vuoi essere, allora. Parlami di Alec, parlami di Clary, raccontami tutto quello che è successo da quando vi siete incontrati. Conosco spezzoni della tua storia, Jace. Ma mi piacerebbe sentirla da te.”

“Beh,” cominciò Jace. “La prima cosa che devi sapere è che non sono la stessa persona che ero prima di incontrare lei.” Guardò Clary. “Lei mi ha reso migliore.”

Tessa sorrise.

 

Jace parlò e parlò, Clary rimase perlopiù in silenzio, perché adorava il suono della sua voce. Tessa fece domande e commenti e ascoltò, affascinata dalle storie che Jace raccontava. Quando ebbe finito, Tessa guardò le mani intrecciate dei due e disse semplicemente:

“Voi due avete la mia benedizione, se significa qualcosa.”

Clary e Jace risposero in contemporanea. “Grazie,” disse lei.

“La apprezziamo molto,” rispose Jace. “Vorrei solo che Jocelyn ci desse la sua.”

“Pardon? Jocelyn non… approva la vostra relazione?”

“Lei non vuole che – che noi stiamo insieme, ecco.”

“Ma come? Nessuno potrebbe dubitare del vostro amore, guardandovi.”

 

 

Angolo autrice: sono tornata! Questa storia è piaciuta molto al pubblico di ff.net, spero che abbiate gradito anche voi :) C’erano molti riferimenti ad una delle Bane Chronicles, The Last Stand of the New York Institute, in cui tra le altre cose c’è il primo incontro di Magnus e Tessa con Jocelyn e la piccola Clary.

Fatemi piacere se la storia vi è piaciuta, e ditemi voi come immaginate il fatidico incontro di Tessa con Clary e Jace in City of Heavenly Fire.

 

Ginny_theQueen

 

 

   
 
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