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Autore: Hanji Phi    03/03/2014    1 recensioni
E', credo, quello che succede alle lettrici -o alle persone che stanno passando un brutto momento- quando qualcuno entra in camera tua e ti chiede "perché stai piangendo?" e c'è quell'istante di incredulità e poi di rabbia in cui vorresti spaccargli qualcosa in testa. Avete presente? Insomma, quella situazione lì. Per chi non ha presente, ma vive con soggetti del genere, state alla larga: davvero, specie se si tratta di un esemplare femmina -sono 760 parole.
Genere: Introspettivo, Satirico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se c'hai un'anima, allora ti manca il cervello.
Decicata a tutte le lettrici e i lettori che convivono con genitori/amici/esseri umani
che non comprendono i pianti di mezzanotte e di mezzogiorno, così come quelli
delle due, delle tre, delle quattro... e tutti i numeri dell'orologio. Che v'importa
se non capiscono? Voi state vivendo un numero infinito di volte:
dovreste provare pena per loro.

 
Precisiamo questo: io non riesco a piangere come i personaggi dei libri, o gli attori nei film. Quando piango, il viso mi si contrae in una smorfia di dolore che lo fa sembrare deforme, gli occhi mi diventano così rossi da apparire indemoniati, la bocca mi si riempie di saliva e, se mi ricordo preventivamente di disporre i fazzoletti in file ordinate di 70x70, forse riesco a non allagare casa. Le lacrime mi si asciugano sul viso, formando quelle scie umidicce e fastidiose che fanno prudere la pelle, ma il viso non rimane mai asciutto -ci sono sempre nuove lacrime pronte a lavarlo di nuovo. Inzuppo le maniche della maglietta, della giacca, del golfino, pur sapendo che è inutile passarle sotto gli occhi per cancellare quello che provo.
E' che quando le emozioni sono davvero tante, tante da bloccarti il respiro e farti sentire il bisogno di singhiozzare o urlare, di fare rumore, quella roba lì insomma, puoi solo contorcere la faccia ancora di più e piangere in silenzio sperando che nessun idiota si affacci nella tua camera e ti chieda "perché stai piangendo?".
Perché?
Mio caro idiota, come posso spiegartelo? Sono emozioni senza nome né definizione, e pur andando alla fonte non so se puoi capirle, bisogna avere un certo tipo di anima -bisogna AVERCELA, un'anima. Di questi tempi, trovare una persona con un cervello è già difficile, ma che abbia anche un'anima? Un'anima sulla quale le emozioni lasciano la loro traccia, tanto che alla fine sembrerà la sala con le impronte del Mann's Chinese Theater, a Hollywood Boulevard. Se tu ce l'hai, buon per te. Eh, credevi che ti facessi da giudice? Sono giudice di me stessa, ma se vuoi che ti dia un consiglio, o un ordine, probabilmente ti direi "ti consiglio di uscire dalla mia stanza prima di farti male" nel primo caso, o "esci dalla mia stanza se non vuoi restarci secco" nel secondo. Sento già insulti e imprecazioni prendere forma nella tua mente. Non capisci, sei perplesso, ti spunta un punto interrogativo sulla testa, come nei cartoni animati, hai presente? Ma che ci puoi fare, vivi con una povera pazza lunatica e instabile, e pensi di sapere esattamente come si sente, perché si sente. Eppure chiedi perché.
Se c'hai un'anima, allora ti manca il cervello.
Vedi, non è solo perché ha appena finito quel libro. No, non è mai SOLO perché ha finito QUEL libro. Ha finito quel libro, quella storia, quei personaggi, quel mondo, quella situazione, quell'amore, quell'odio, quel dolore, l'ha vissuto, provato, sentito, avvertito, incanalato, rifiutato, assorbito, tirato fuori, rinchiuso in sé, l'ha stirato e lavato e appeso e ci hanno giocato a palla con quell'emozione, lo sai?
No, certo che no. Puoi fare esperienza, nella vita, non è questo che prevedono gli adulti dopo la fatidica frase "non puoi capire"? 
Ma l'esperienza non può prepararti a quello, vero? Non può prepararti a quell'annullamento totale di te stessa quando ti immergi in un libro e non esistono confini -non sai dove finisci tu e inizia la storia. 
Quando ti immergi in una nuova vita e muori con lei non appena finisci di leggere, anche se sai che è immortale. Vuoi che la tua vita reale sia bella, bella allo stesso modo, non come i personaggi di quel libro, ma come TE mentre stai leggendo QUEL libro.
Perciò io leggo quel libro, arrivo alla fine, e sono così scossa da non esserlo mai stata in vita mia e penso "buon Dio, mai più, è troppo intenso", ma questa non è fare esperienza, è scapparsene a gambe levate.
Perciò prendo quell'altro libro e leggo anche quello.
E non smetto. Non smetto mai, perché mentre vivo la mia vita e mi sforzo di renderla migliore, bella, come piace a me, come la vorrei, al massimo dei miei sforzi, io ne vivo altre centomila. E mi commuovo. E piango finché non mi si deforma il viso e gli occhi diventano rossi come quelli del diavolo e la bocca mi si riempie di saliva e le guance di lacrime asciutte e fastidiose, umide e bagnate.
Ma stavolta, quando mi chiederai "perché stai piangendo?", io ti risponderò "perché ho cervello quanto basta, ma un'anima così grande e piena che se non mi sfogo piangendo esplodo".
E allora spero che non imprecherai, che non insulterai, ma prenderai una copia del libro che ho appena finito e inizierai a leggerlo. Ti prometto che stavolta i fazzolettini saranno di più, in fila 140x140, così saranno abbastanza per entrambi. O forse no, e allora ci serviranno maglietta, giacca e golfino anche per te.
   
 
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