Una
piccola magia
Serie: Sleepy Hollow
Personaggi: Ichabod Crane, Katrina
Crane
Note: I personaggi non mi
appartengono, scrivo questa fanfiction solo per puro diletto e non a
scopo di
lucro.
Katrina
Crane camminava fianco a fianco, a braccetto, con il neo marito
Ichabod, in una
giornata in cui il sole, pallido, tentava di irradiare con i suoi
deboli raggi.
La coppia aveva deciso di passeggiare in quell’attimo di
tranquillità, e quale
momento migliore di quello, quando c’era solo un filo di
vento a far loro
compagnia, ma non troppo freddo da tenerli reclusi in casa?
I lunghi capelli rosso fuoco erano raccolti in
un’acconciatura elaborata e
ornata da nastri e piccoli gioielli, il lungo vestito verde bottiglia
le
risaltava il busto e le scarpette le permettevano di camminare senza
inciampare
o doversi fermare per il dolore.
Ichabod, dal canto suo, era ben vestito come sempre, la camicia bianca
candida
sotto un gilet nero e giacca dello stesso colore molto pesante;
l’uomo portava
anche un cappello tipico dell’epoca, scuro, mentre i capelli
castani erano
raccolti in un’ordinata coda tenuta ferma da un elegante
nastro nero.
Quella coppia era l’invidia di tutti, quelle due persone che
si erano sposate
per amore, cosa rarissima e che sapeva quasi di fiaba.
Ma Katrina era più che certa della sua decisione, certa di
aver fatto la scelta
giusta e di aver spostato l’uomo adatto a lei.
Ichabod era un uomo ligio al dovere, gentile, intelligente, non rozzo e
nemmeno
irrispettoso, tutt’altro, e questo l’aveva
conquistata al primo sguardo.
Lo amava da morire, avrebbe fatto qualunque cosa per lui.
E sapeva che per il marito era lo stesso, complice lo sguardo adorante
che
questi gli riservava, con un piccolo sorriso ad adornare quel volto
così
perfetto e roseo.
Mentre camminavano, parlavano del più e del meno,
discorrendo di ogni possibile
argomento, senza remora e senza intoppi, e tutto questo era un piacere
che
rendeva il loro rapporto solo che completo.
Mai avrebbe potuto scegliere uomo migliore.
Ad un certo punto, però, vide lo sguardo dell’uomo
vagare di sottecchi cercando
di non farsi notare, come se stesse cercando qualcosa senza
però trovarlo.
“Ichabod, cosa vi preoccupa?” domandò la
donna, accarezzandogli il braccio con
dolcezza, chiedendo cosa stesse turbando il marito.
“Volevo… regalarvi un fiore, Katrina. Avrei voluto
vedere il vostro viso illuminarsi
ancora una volta di meraviglia.” ammise, sinceramente
dispiaciuto. “Perché
quella è la vostra espressione più bella, mio
amore.” Sussurrò, accarezzandole
una guancia con i polpastrelli delle dita, un tocco leggero e accurato,
come se
avesse temuto di romperla.
La donna trattenne un attimo il fiato, colpita da quella frase che era
quanto
più cara possibile.
Lui era la meraviglia, ne era più che certa.
Sorrise, riprendendo l’uomo a braccetto per poter continuare
la loro
passeggiata in quel pomeriggio così calmo.
“Non disperatevi, amore mio. Forse, camminando, potreste
trovare qualcosa…” lo
incoraggiò, mentre con la mente, già pensava a
cosa poter fare per ricambiare
quella gentilezza.
“Ichabod, laggiù, non è forse un vostro
conoscente?” domandò, fissando un punto
alla loro destra, seguita dal marito che allungò appena il
collo per capire
cosa avesse visto la moglie.
In quell’istante, Katrina sussurrò una formula
sottovoce, e poco più avanti,
apparvero dei garofani bianchi, dei fiori con un significato ben
preciso…
“Katrina, io non vedo nessuno…”
“Potrei essermi sbagliata, forse era solo un’ombra
di qualcosa. Riprendiamo?”
domandò, prima di continuare la passeggiata.
Una decina di passi, e fu Ichabod stavolta a fermarsi, sorridendo come
se
avesse trovato un tesoro.
“Aspettami qui.” Sussurrò alla consorte,
lasciandola solo per prendere un
mazzolino dei fiori candidi, per poi tornare e porgerli
all’amata.
“Ecco a te, Katrina. Garofani bianchi.”
Sussurrò, mentre la rossa li prendeva,
con delicatezza, e un sorriso felice sul volto.
“Essi significano…fedeltà, amore
reciproco e unicità. Perché tu sei unica,
Katrina, TU sei l’unica, per me.”
Un attimo, e lo loro labbra s’incontrarono in un dolce tocco,
mentre quelle
sensazioni rimanevano impresse per
l’eternità…
Katrina
sospirò pesantemente, accendendo l’ennesima
candela nella chiesa, mentre quel
ricordo, complice dei mazzi di garofani bianchi proprio fuori da
quell’edificio, le attanagliava la mente.
Era così preoccupata per lui, per la sua sorte…
Moloch avrebbe sicuramente fatto di tutto per intralciare la strada dei
due
testimoni, solo, si chiedeva come, se poteva aiutarli.
Strinse le labbra e chiuse gli occhi, lasciando che le lacrime le
rigassero le
guance, fredde come il suo animo solitario, imprigionato in quel luogo
che era
il purgatorio.
“Ichabod…” sussurrò,
soffocando un singhiozzo e stringendo la stoffa del
vestito nero all’altezza del petto tra le dita rigide.
Sperava di rivederlo presto, ma allo stesso tempo, voleva saperlo al
sicuro, e felice.
Era certa che Abigal si sarebbe presa cura di lui come già
faceva, ma era una
magra consolazione, perché era lei sua moglie, ed era lei
che avrebbe dovuto
assisterlo come doveva.
Ma purtroppo, era relegata lì.
Parla
Tomocchi: Una nuova fanfiction di Sleepy Hollow, una nuova fanfiction
sulla
Ichabod x Katrina, ma IO LI AMO! Non odiatemi per questo. Ho voluto
inventarmi
quell’episodio del fiori, sarebbe stato bello se Katrina
avesse davvero usato
la magia per qualcosa di carino…xD
Spero di scriverne
altre più avanti, vedrem vedrem cosa mi dice
l’ispirazione…
Spero vi sia piaciuta…e alla prossima!
Se vi sentiti ispirati
su questa serie, scrivete! xD Abbiamo bisogno delle
vostre idee e delle fanfiction su Sleepy Hollow! *O*