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Autore: Agata W    03/03/2014    3 recensioni
Guardò il suo volto che alla luce dei lampi appariva misterioso e senza pensarci troppo le diede in leggere ma lungo bacio sulle labbra.
Una FF scritta così per il semplice piacere di scrivere un piccolo desiderio che probabilmente non si realizzerà mai.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ziva si alzò perché non riusciva a dormire, scese in cucina e iniziò a prepararsi un tè caldo.<< Notte insonne? >> domandò Tony che avendola sentita alzarsi e non riuscendo anch’egli a dormire aveva deciso di farle compagnia.<< Già, vuoi il tè? >>chiese Ziva senza girarsi e continuando ad armeggiare con i fornelli.                                       La sua casa era stata incendiata e Abby le aveva proposto di stare da lei, ma dopo una settimana aveva avuto ospiti e così era andata da DiNozzo che si era offerto per ospitarla quell’ultima settimana prima che lei trovasse una nuova casa.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Tony la osservò per qualche secondo, era in pantaloncini corti e indossava una lunga maglietta grigia che le arrivava poco sopra la fine dei pantaloncini, le si avvicinò e la prese dolcemente per i fianchi facendo poi scivolare le mani sulla sua pancia<< Si , grazie >> le sussurrò nell’orecchio. Non sapeva perché l’aveva fatto, era stato in impulso irresistibile, e ora che la teneva fra le sue braccia si sentiva felice nonostante Ziva si fosse irrigidita, infatti quello non era uno dei suoi soliti punzecchiamenti o uno dei suoi soliti abbracci per stuzzicarla, Ziva aveva sentito che quello era un abbraccio vero … diverso da quelli di sempre.     
  << Tony … >> sussurrò lei come a chiedergli di lasciarla.<< Scusa … >> disse lui lasciandola e andando a prendere due tazze. Ziva mise lentamente il pentolino con l’acqua sul fuoco sperando che il rossore delle guance le andasse via velocemente. Sentire il corpo di Tony così vicino al suo l’aveva scombussolata, avevano sempre messo le loro emozioni sul piano degli scherzi, e ormai si era abituata così; ma a Tony non bastava più, e quel gesto dolce e vero l’aveva presa alla sprovvista. Ziva sapeva sempre cosa fare, e ora il non saper come reagire la faceva sentire ancora più sperduta.                                                                                                    Avrebbe voluto qualsiasi cosa pur di non dover subire quell’imbarazzante silenzio. Avrebbe voluto che Tony si arrabbiasse per la sua reazione e che le urlasse contro, oppure che tornasse , che la abbracciasse ancora e che  la baciasse … tutto piuttosto di non sentire quel pesante silenzio interrotto solo dal ticchettio della pioggia che continuava imperterrita a cadere dal giorno prima.
Quando il tè fu pronto Ziva lo versò nelle tazze e ne porse una a Tony che la prese ed andò a sedersi sul divano.<< Ti va di vedere un film? >> le chiese gentilmente<< hai una scarsa conoscenza cinematografica e la missione della mia vita è quella di ampliarla >> continuò scherzando.                                                                                            Ziva si rilassò un po’ sentendo il tono calmo di lui ma ancora agitata disse il suo abitudinario” no, grazie”. Tony si rabbuiò<< Ziva perché mi dici sempre no? Non riesco a capire se veramente non ti va o se lo dici solo perché sono io che te lo chiedo, come se dirmi di sì fosse un errore … >> le disse corrucciando la fronte e guardandola fissa negli occhi.                                                                                                                                                                             Ziva fu colpita da questa verità come fosse stato un secchio d’acqua gelida e rimase immobile a pensare a ciò che Tony aveva detto.                                                                                                                                                                             Era vero. Era completamente vero, dannatamente vero.                                                                                                                                   Finì il suo tè, lavò la tazza e tornò in salotto<<  Che film guardiamo? >> chiese un po’ intimorita. Non era la solita Ziva a parlare ma un’altra; una che per il momento si era lasciata andare e che aveva capito cosa desiderava veramente. Sul volto di Tony comparve un bellissimo sorriso che sciolse ancor di più la tensione di Ziva. Si alzò di scatto e si avvicinò ad una vetrina piena di DVD d’ogni tipo. << Vediamo … “Star Wars”, “Come eravamo”, “Pretty Woman”, “ Iron Man 2”, “ Il migliore”… no … eccolo! >> disse prendendo un luccicante DVD dei “Pirati Dei Caraibi”<< Ti piacerà tantissimo>> disse inserendo il disco nel lettore tutto eccitato. Ziva rise e andò a sedersi sul divano vicino a lui.                                                                                                                                                                   Erano le 3.00 di notte e il tempo fuori stava peggiorando.                                                      
Durante la prima metà del film Ziva fu travolta da emozioni contrastanti, talvolta si chiedeva che cosa stava facendo lì, ma poi una nuova vocina le sussurrava che non stava facendo nulla di male, stava solo guardando un film con Tony … ecco appunto, era quello il problema. Tony. “ Ma perché?” le domandava la vocina “ Perché Tony è un problema?” Non lo sapeva. “ Non è che forse è un problema solo perché provi qualcosa per lui, e quel qualcosa ti spaventa perché non lo sai controllare?” Smettila! Pensava Ziva cercando di respingere quei pensieri. Talvolta si girava e i suoi occhi incontravano quelli di Tony, rimaneva così qualche secondo sentendo i loro sguardi intrecciarsi sempre più intensamente finche non sembrava che quello dolce e magnetico di lui l’attirasse verso di sé …                                                                                                                                           Allora lei tornava a vedere il film, anche se, nonostante ci provasse intensamente, non riusciva a concentrarcisi.                                                                                                                                                                                                                             Aveva freddo … guardò fuori dalla finestra e vide un lampo, poco dopo un tuono esplose poco lontano. Istintivamente Ziva si avvicinò a Tony, in un attimo di follia gli si accucciò accanto e appoggiò la testa sulla sua spalla; lui le passò un braccio dietro la schiena  e la avvicinò ancora di più a sé per scaldarla e per proteggerla. Ormai Ziva non si ricordava più neanche che film stessero guardando, sentiva solo il respiro di Tony e il ritmico alzarsi e abbassarsi del suo petto. Si stava lasciando andare.                                                                                                           Finalmente.                                                                                                                                                                                                                                 Si sentì leggera e realizzata come mai, fu come se finalmente dopo tanto tempo potesse riprender fiato, potesse sentirsi libera e allo stesso tempo dipendente da qualcuno sempre pronto a proteggerla. Fu come se finalmente dopo tanto tempo potesse sentirsi una bambina. Appoggiò una mano sul petto di lui  e alzò lo sguardo << Grazie … >> gli sussurrò. Tony si sentì invadere da un senso di piacere che non sentiva da tanto, da troppo. Ma aveva aspettato, l’aveva aspettata, e finalmente lei, la sua Ziva, era arrivata riempiendogli il cuore di gioia. Guardò il suo volto che alla luce dei lampi appariva misterioso e senza pensarci troppo le diede in leggere ma lungo bacio sulle labbra.
Ziva non se l’aspettava ma fu contenta e quando lui si staccò per guardarla negli occhi riprese fiato sorridendo. Finalmente aveva uno di quei magnifici e profondi sguardi di Tony tutto per sé, e capì che l’aveva sempre inconsapevolmente desiderato si da quando era arrivata la prima volta all’NCIS e gli aveva chiesto se stava facendo sesso al telefono. Quel pensiero le strappò una piccola risata e Tony intuendo disse<< guarda che non era vero! >>. Ziva appoggiò un piede a terra e tirandosi su si sedette su Tony, gli passò una mano tra i capelli, gli accarezzò il volto e gli diede un altro bacio più intenso. Tony senza interrompere il bacio la sdraiò sul divano e continuò appassionatamente ad assaporare quelle labbra dolci che finalmente erano sue. Quando alzò leggermente la testa per guardarla begli occhi lei gli mise le braccia attorno al collo e lo tirò ancora più sopra di sé, voleva sentire il corpo di lui sul suo e il suo calore invaderla. Tony sorrise dentro di sé. Finalmente aveva ciò che voleva, aveva la sua Ziva che per anni si era limitato ad osservare sa dietro la scrivania. Le sfilò la maglietta e continuando ad osservarla sorridendo scese a darle un bacio vicino all’ombelico. Ziva ebbe un fremito. Tony tornò a guardarla negli occhi e stava per darle un bacio un altro bacio quando un telefono squillò sgretolando quel magico silenzio pieno d’amore che si era creato. In sottofondo si sentiva la colonna sonora di Pirati dei Caraibi, ma Ziva percepiva solo Tony e nient’altro. Il suo profumo, il suo corpo, il suo profumo e il suo sguardo. Poi riconobbe la sua suoneria  e come se si risvegliasse da un sogno si alzò. Tony la lascio e si sedette sul divano con uno sguardo un po’ deluso. <<  Si? >> disse Ziva. << Ciao piccola >> era suo papà, Eli David. << Papà! Cos’è successo? >> domandò lei un po’ preoccupata. <<  perché non mi hai detto che ti hanno incendiato la casa? >> chiese << sarei potuto venire e ti avrei ospitata con me in albergo … >> .<< Non c’è problema, sono stata ospitata da Abby … >> rispose lei. Era girata verso la finestra e si stava passando una mano tra i capelli. Tony osservò la sua schiena slanciata e attraente, si alzò con sguardo malizioso e avvicinandosi a lei le fece una carezza lungo la spina dorsale.  << Ora dove sei? >> chiese il Direttore del Mossad. Ziva sentì la mano di Tony scivolarle lungo la schiena ed ebbe un leggero sospiro. Esitò un attimo prima di rispondere e il padre chiese se andava tutto bene. << Si, si >> disse lei << sono da Tony >>. << Ah … >> disse il padre << salutalo >>        << ora dorme >> mentì Ziva. Tony sorrise e le scostò i capelli dandole un bacio sul collo mentre fuori dalla finestra un tuono esplose nel cielo invadendo la stanza di luce azzurrina.                                                                                                                                                                                        << Va bene >> disse il padre poco convinto. << Fra due giorni mi trasferisco in una nuova casa, non venire papà, lo sai che è pericoloso >> gli disse lei << Lo so … ma quando avrai bisogno chiamami >> disse lui in tono paterno. << Ve bene, buona notte >> << Buona notte >>.                                                                                                                                                                Ziva appoggiò il cellulare sul tavolo e rimase ferma a guardare il cielo notturno. << Tutto bene? >> chiese Tony tenendola per i fianchi e appoggiando il petto sulla sua schiena. << Si, era mio padre, voleva sapere come stavo, Non gli avevo detto della casa bruciata … >> lo informò velocemente lei cercando di tornare all’atmosfera di prima. Tony capì, le massaggiò i fianchi e fece scivolare le mani sulla pancia di lei fino a toccare il bordo dei pantaloni. Ziva fu travolta dall’emozione, incarcò leggermente la schiena e rivolgendosi al volto di lui gli sussurrò dolcemente << Ti amo … >>
Si svegliò di soprassalto ancora scossa dai brividi; guardò l’ora. Erano le 2.00 di notte e si trovava nel letto di casa sua. Senza pensare a quello che sarebbe stato dopo prese il cellulare e scrisse un breve messaggio a Michael. “Ti amo”. Non pensò alle conseguenze, fece solo quel gesto che in sogno l’aveva fatta sentire felice. Cote voleva, per un solo momento, essere quella che era dentro. Una donna innamorata di un uomo. E quell’uomo era Michael .                                                                                                                                                                                             Dopo non molto tempo sentì bussare alla porta. Andò ad aprire e fece entrare Michael.                                                                                            Erano le 3.00 di notte e il tempo fuori stava peggiorando.                                                                                                                          << Ti va di vedere un film? >> chiese Cote.                                                                                                                                                             Quella notte finalmente poté sentirsi leggera e realizzata come mai, fu come se finalmente dopo tanto tempo potesse riprender fiato, potesse sentirsi libera e allo stesso tempo dipendente da qualcuno sempre pronto a proteggerla. Fu come se finalmente dopo tanto tempo potesse sentirsi una bambina.
 
 
  
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