Cosa
diavolo gli era
saltato in mente? Come diavolo gli erano uscite quelle parole? Assurdo,
totalmente assurdo. Con quale coraggio aveva detto quelle cose? Non che
gli
pesasse l’idea di dover aiutare Harry ma, andiamo,
‘sei Harry Styles e hai gli
occhi più belli che io abbia mai visto ’ ? Ma da
dove gli era uscito? Come
avrebbe fatto a tornare alla caffetteria? Insomma, sottoporsi di nuovo
a quegli
occhi? Sbuffò, attraversando la strada e trovandosi,
sfortunatamente, davanti
la stessa porta di vetro che aveva aperto poco più di
un’ora prima.
-Boo
Bear!- gridò
Daisy, non appena mise piede nella caffetteria. Louis sorrise,
scuotendo la
testa alla figura della sorellina tutta felice avvolta in quel
grembiule da
lavoro.
-Dov’è
Phoebe?-
chiese, dopo che la sorella ebbe finito di stritolarlo.
-Lì!-
e Louis seguì
la direzione indicata dal piccolo dito bianco della sorella. E si,
Phoebe era
proprio lì, lì tra le braccia di Harry.
Ed
era la cosa più
bella che Louis avesse mai visto.
-Perché
non la chiami
e andiamo via?- chiese, chinandosi all’altezza di Daisy e
cercando di
ricordarsi i passaggi da compiere per respirare correttamente.
-Chi
si rivede.-
sorrise Harry, alzandosi e tenendo Phoebe tra le braccia.
L’immagine di qualche
giorno prima tornò a farsi spazio nella mente di Louis. Le
braccia macchiate di
sangue, gli occhi spenti, la pelle bianca: eccolo, Harry Styles.
-Boo,
lo sai che
Harry porta sempre le maglie a maniche lunghe?- bisbigliò
Phoebe, con una mano
a stringere i ricci di Harry e una sul collo del fratello.
-Davvero?
E come
mai?- chiese, come se non sapesse già la risposta.
Phoebe
sorrise.
–Harry dice che non lo sa, ma io lo so: lui è un
super eroe, come Super Man! E
Super Man portava sempre le magliette a maniche lunghe.-
parlò velocemente,
come se fosse tutto normale, come se la sua teoria fosse giusta.
–Super Harry.-
sorrise poi, toccando le guance del riccio.
-Davvero,
piccola?-
ridacchiò questo, con la voce più roca del
solito, facendo sfiorare il suo naso
con quello della bambina.
-Davvero
davvero!-
sorrise Phoebe, abbracciandolo.
***
-Quindi,
correggimi
se sbaglio, sei tornato alla caffetteria perché tua sorella
aveva dimenticato
li un elastico e hai poi lasciato entrambe le gemelle con la sorella di
Harry
per andare a cercarlo e fargli quel discorso senza sapere neanche come,
giusto?-
Louis
annuì. –Esatto,
Zayn,-
-E
mi hai svegliato
per dirmi questo, razza di checca isterica senza cervello?!-
sbraitò il
ragazzo, fingendosi arrabbiato.
-E
poi sarebbe lui la
checca isterica?- scherzò Liam, causando le risate di tutti.
-Ma
vedi un po’ se
io, Zayn Malik, che per 15 anni ho fatto boxe, non devo finire a
parlare di
ragazzi su una stupida panchina di uno stupido parco in stile ragazzina
tredicenne.- sbuffò il moro, facendo ridere gli amici.
-Non
è che io mi sia
fatto tanti problemi quando, al primo appuntamento con Liam, avesti la
splendida idea di chiamarmi alle tre di notte perché, e cito
testualmente, ‘non
so se sia meglio una maglia bianco chiaro o bianco sporco ’,
caro Zayn Malik.
Non sapevo nemmeno che fossero colori! – E Zayn rise
perché si, era tutto vero,
ma a chi importava realmente?
-Quindi,
cosa farai?-
domandò Liam, curioso.
-Mia
madre ha detto
alle gemelle che possono invitarlo a cena, ma stiamo scherzando?!-
sbuffò
Louis, esasperato. –Non è neanche una settimana
che lo conosciamo. Mia madre è
impazzita o cosa?-
Zayn
scosse la testa,
ridendo. –Perché, tu lo conosci da più
tempo? No, e non mi sembra che ti sia fatto
tanti problemi a seguirlo e promettergli aiuto.-
Louis
arrossì,
capendo dove volesse arrivare l’amico. –Ma cosa
centra? Insomma, sto cercando
di diventare dottore e lui perdeva sangue! Non potevo lasciarlo
così! Metti che
i tagli prendevano infezione.- parlò velocemente, facendo
vagare lo sguardo
sull’immenso prato verde.
-Ma
davvero, Dottore? Voglio dire,
l’altro giorno
sembravi molto interessato al suo viso.-
Louis
sbuffò, alzando
gli occhi al cielo. –Ti odio, Zayn Malik, ti odio
tantissimo.- e portò le mani
al petto, facendo ridere Liam.
-Secondo
me è gay.-
affermò Liam, sicuro.
-E
come fai a dirlo?-
chiese Louis, curioso.
-Felice
che le mie
ipotesi ti attraggano, Louis.- ridacchiò Liam.
–Comunque, si vede che è gay,
insomma, dovresti guardarlo!-
Louis
alzò gli occhi
al cielo. –Liam, solo perché ha delle belle gambe
non significa che sia gay.-
E
Liam rise,
spingendo l’amico. –Louis, dicevo che se tu ti
fermassi ad osservarlo
attentamente, lo troveresti con lo sguardo costantemente fisso su di te
e
attento ad ogni tuo movimento.-
E
Louis,
automaticamente, sorrise.
***
-Io
non voglio che
vada via.- singhiozzò Daisy, stringendo la mano di Louis e
camminando a fatica
a causa del tutù rosa.
-Credevo
ci volesse
bene.- aggiunse Phoebe, asciugandosi l’occhio destro con la
mano sinistra.
Louis
respirò a
fondo. Quanto poteva essere difficile vedere le sorelline piangere?
-Non
vogliamo andare
a danza, Boo.- concluse Daisy, mentre Phoebe annuiva. E se le gemelle
non
volevano andare a danza, la situazione era davvero critica.
-Allora
andiamo a
prendere un muffin gigante e cerchiamo di sorridere, va bene?-
parlò
dolcemente, con uno di quei toni che si usano solo con i bambini,
mentre si
lasciava abbracciare dalle gemelle.
-Possiamo
andare da
Harry?- bisbigliò Phoebe, con la faccia premuta contro il
collo di Louis e una
delle voci più buffe che il maggiore le avesse mai sentito.
-Alla
fragola, Gemma,
per favore.- sorrise Daisy, qualche minuto dopo, con le manine piantate
sulla
vetrina dei dolci.
-A
me al mirtillo.-
aggiunse Phoebe, facendo vagare lo sguardo per la caffetteria.
-Phoebe.-
la richiamò
Louis, attirando la sua attenzione.
-Oh,
per favore.- aggiunse poi,
sorridendo
timida. –Dov’è Harry?-
domandò quindi, piantando gli occhioni azzurri in quelli
verdi di Gemma.
-Lui
è … uhm a casa.
Da nostro padre.- e Daisy sorrise, come se stesse aspettando da tempo
l’affermazione di Gemma.
-Mamma
ha detto che,
se volete, potete venire a cena da noi.- parlò velocemente,
senza guardare
neanche Louis.
-Davvero?-
chiese
Gemma, più a Louis che alla bambina.
-Certo!-
urlò Phoebe,
sorridendo, con la bocca tutta sporca di sciroppo al mirtillo.
-Uhm
va bene?-
insistette la ragazza, fissando Louis.
-Certamente,
Gemma,
mamma ci teneva a conoscervi, le bambine parlano sempre di voi.-
sorrise il
ragazzo, cercando di controllare la voce.
Gemma
sorrise. –Chi
lo dice ad Harry?- chiese, mostrando il telefono alle gemelle e
digitando
velocemente il numero del fratello. –Harry?- sorrise poi, non
appena questo
rispose. –Ehi, testa riccia, c’è
qualcuno che vuole parlarti.- e passò il
cellulare alla bambine, impostando il vivavoce e lasciando che le
gemelle
parlassero con Harry.
-Harry!-
gridò
Phoebe, stringendo il muffin tra le manine paffute. –Questa
sera sei a cena a
casa nostra!- aggiunse, mentre Daisy urlava felice e Gemma rideva.
-Phoebe!-
la richiamò
Louis, ridacchiando.
-Questa
sera sei a
cena a casa nostra, per favore?-
ritentò la piccola, facendo ridere il riccio.
-Allora?-
bisbigliò
Daisy, chiaramente in ansia.
-Vostro
fratello è
d’accordo?- si accertò il riccio, mentre Louis,
semplicemente, si accertava dei
suoi battiti cardiaci, sia mai che gli si fosse fermato il cuore e
ancora non
se ne fosse accorto.
-Certo!-
rispose
Daisy, stringendosi alla sorella.
-Allora
va bene.- e
le gemelle urlarono, felici.
-Gemma,
puoi togliere
il vivavoce?- chiese Phoebe, allungando il telefono alla ragazza.
-Vuoi
parlare con
Harry?- chiese lei, mentre la bambina annuiva.
-Harry,
puoi venire
qui? Mi fa male il cuore.- bisbigliò, allontanandosi da
tutti.
-Arrivo,
piccola.-
rispose il riccio, ma questo Louis non lo sentì, questo
Louis neanche lo
immaginava, troppo preso a seguire Gemma, dopo che questa lo
richiamò.
-Louis,
io non so
cosa tu abbia fatto ad Harry, ma credo di doverti ringraziare.-
Il
ragazzo aggrottò
le sopracciglia. –Come?- chiese, confuso, con il cuore che
cominciava a
battergli velocemente.
-Le
ho notate, le
bende sulle braccia di Harry, lo sai? E non è stato facile
farmi dire chi lo
avesse curato. A dirla tutta, mi sei costato 15 dollari di birre,
amico, ma non
importa.- ridacchiò, scuotendo la testa.
-Hai
fatto ubriacare
tuo fratello per farti dire da chi si era fatto curare?-
Gemma
fece spallucce,
tornando subito seria. –Harry ha sofferto per anni in totale
silenzio e da
pochi anni sia io che mamma abbiamo scoperto tutto e beh, è
difficile, sai? Io
sono la sorella maggiore, dovrei aiutarlo, ma so che se è in
questa situazione,
è anche per colpa mia. Sarei dovuta stare più
attenta ma, naturalmente, l’ho
capito dopo. Louis, io non so cosa tu gli abbia fatto, ma sta
sorridendo, e
credo che se continuerà così, mi
scoppierà il cuore.- e si asciugò una lacrima,
prima di continuare. –Tu, le bambine, lo state aiutando. E
non so come e neanche
mi interessa, voglio solo che mio fratello stia bene, perché
mi alzo tutte le
mattine con la paura di trovarlo morto, ricoperto dal suo stesso
sangue, e ti
auguro di non trovarti mai in una situazione del genere
perché ti distrugge in
una maniera assurda. Ti ripeto, non so cosa stiate facendo tu e quelle
bambine
a mio fratello ma, vi prego, continuate.- e Louis
l’abbracciò, mentre scoppiava
a piangere, mentre si liberava di un grande peso, mentre realizzava che
forse
per il fratello c’era una speranza.
E
Louis, in quel
momento, decise che si, Harry si sarebbe salvato. E si, sarebbe stato
lui a
salvarlo.
***
-E
lei ha detto che
vuole andare via, vuole andare a vivere da nostra zia.-
singhiozzò Phoebe,
lasciandosi stringere dalle braccia di Harry. –Daisy ha detto
che non ci vuole
bene, per questo vuole andare via.- pianse ancora, osservando la
sorella che,
probabilmente, si era addormentata.
-Tu
sei sicura che
lei voglia andare via? E’ vostra sorella, piccola.-
tentò Harry, asciugandole
le lacrime con i pollici.
-Si,
ha detto che non
vuole più stare con noi. A lei non va bene che Louis sia
felice. E neanche a
Fizzy.- bisbigliò la bambina, lasciando che le lacrime
continuassero a rigarle
il viso.
-A
loro non va bene
che Louis sia felice?-
-Loro
non sono le
nostre vere sorelle, sono le nostre sorellastre. E a loro non va bene
che Louis
non stia con una ragazza. Loro non vogliono vederlo con un ragazzo.-
Harry
sorrise,
triste. –E tu? Tu e Daisy?-
Phoebe
tirò su col
naso, lasciando che Harry la stringesse ancora più forte.
–Io voglio bene a
Lottie e Fizzy, e così anche Daisy, ma noi vogliamo che
Louis sia felice. Non
importa con chi.-
-Sai
Phoebe, a volta
i bambini sono più adulti di molte persone che conosco.
Magari Lottie non
accetta il fatto che tuo fratello stia con un ragazzo perché
magari lei è
innamorata di una sua amica e si vergogna. Ha 15 anni, lo sai che i
quindicenni
sono particolari.-
-Lou
non ha il
ragazzo.- sorrise la piccola. –Puoi essere tu il suo
ragazzo?- aggiunse poi,
poggiando le manine sulle guance del riccio.
Ed
Harry rise,
leggermente in imbarazzo. –Non lo so piccola, siamo diversi,
io e tuo
fratello.-
-Ma
Louis mi fa
sorridere e mi fa passare il dolore al cuore quando sono triste e anche
tu lo
fai.- gli fece notare, triste. –Io e Daisy vogliamo che Boo
sia felice, come
lui vuole che noi lo siamo.- aggiunse poi. –E voglio che
anche tu sia felice, è
brutto quando fissi il muro e diventi triste.- concluse, abbracciandolo
forte.
E
Harry strinse il
corpicino della bambina tra le sue braccia, chiudendo gli occhi e
lasciandosi
avvolgere da quelle parole. –Lo voglio anche io.-
bisbigliò, non sapendo se si
stesse riferendo alla felicità di Louis o alla sua.
-Piccole
ehi, è ora.-
urlò Louis, sbucando dalla cucina e salutando Gemma con un
segno della testa.
Harry aggrottò le sopracciglia, chiedendosi come il ragazzo
fosse finito in
cucina con la sorella ma fu poi distratto dalle gemelle che, tristi, lo
abbracciavano, prima di correre tra le braccia del fratello.
–Ciao Harry.- lo
salutò Louis, regalandogli uno dei sorrisi più
belli di sempre.
–Anche
io voglio che
sia felice.- si disse poi, rendendosi conto che no, della sua
felicità non gli
importava molto, ma vivere sarebbe stato ancora più
difficile senza il sorriso
di Louis Tomlinson, soprattutto ora che lo aveva conosciuto.
***
-Io
direi di
attaccare con questo pezzo qui.- annuì Zayn, osservando i
diversi fogli.
-E
continuare con
questo?- propose Louis, afferrando l’ennesima ricerca e
mostrandola a Zayn.
-Si,
perfetto. E
quindi continui con questa.-
-Dannatissimo
esame.-
sbuffò il maggiore, numerando i fogli e disponendoli in
ordine.
-Puoi
sempre
recuperarlo … -
-Non
credo, sai? Un
anno di vita, ti dice nulla?-
-Louis,
non è detto che
tu debba morire per forza. Non ne avete ancora parlato, sei ai primi
stadi, le
chemio possono fare miracoli.-
Louis
scosse la
testa, sorridendo. Lui era medico, aveva l’essere negativo
iniettato nel
sangue. –Quanta gente muore, Zayn? Nessuno si salva, il
cancro è cattivo.-
-Ma
nessuno di loro
aveva promesso ad Harry Styles di salvarlo.- tentò il moro,
riuscendo a
strappare un sorriso vero a Louis.
-Mi
sento un
bugiardo.-
-Non
essere stupido, dottore, e lascia
che ti interroghi. Sai
che mi diverto a farlo?-
Louis
sbuffò,
nascondendo un sorriso. –Non posso neanche farti causa,
dannatissimo studente di
diritto!- e risero, come se il cancro fosse passato in secondo piano,
come se
non ne avessero mai parlato.
Come
se Louis non potesse morire nel giro di un anno.
-Boo!-
gridò Daisy,
circa trenta minuti dopo, mentre Louis era intento a spiegare
accuratamente
come il cuore pompasse sangue.
-Cosa
c’è?- sbuffò,
chiudendo gli occhi e ignorando la risatina di Zayn.
-E’
arrivato Harry.-
E
Louis saltò,
letteralmente, dalla sedia, spalancando gli occhi e catapultandosi
verso
l’armadio, lanciandosi alla disperata ricerca di una
maglietta presentabile.
-Mi
abbandoni così?
Io volevo sapere come finiva!- lo prese in giro Zayn, riferendosi alla
precisione con cui Louis gli stesse spiegando i passaggi che doveva
compiere il
sangue prima di fare il giro del corpo umano.
-Chiudi
quella fogna
e metti a posto i libri, Zayn.- sbuffò il maggiore, con le
mani tra i capelli.
-Sei
in modalità
checca isterica, Louis? Di nuovo?-
-Posso
tagliarti i
capelli, Zayn? Mi servono per fare un esperimento.- sbuffò
ancora, incenerendo
il moro con lo sguardo.
E
Zayn rise, alzando
le mani. –Ti aspetto in cucina, amichetta,
dirò a tutti che stai ripetendo per l’esame ed
eviterò di farti fare una
figuraccia davanti al tuo ragazzo,
va
bene? Amami.-
-Esci
da camera mia!-
gridò Louis, lanciandogli contro la prima maglietta che si
trovò tra le mani,
ignorando la risata di Zayn.
-Vuoi
che ti chiami
Liam? Ti fai consigliare in videochiamata.- propose l’altro,
schivando il
cuscino che Louis gli aveva appena lanciato. –Me ne vado, me
ne vado.- rise
poi, chiudendosi la porta alle spalle.
***
-Buona
sera!- quasi
urlò Louis, scendendo velocemente le scale.
-Lou!-
gridò Daisy,
correndogli incontro e saltandogli in braccio.
-Cucini?-
chiese,
curioso, notando il grembiule rosso che la sorella indossava.
-Si,
io aiuto la
mamma e Phoebe aiuta Gemma a fare i biscotti. Per Harry.- e il cuore di
Louis
perse un battito.
Avanzò
in cucina, con
la sorella tra le braccia e il cuore che, capriccioso, non riusciva a
battere
regolarmente.
-Boo!-
urlò Phoebe,
non appena Louis varcò la soglia della cucina.
-Ciao
principessa.-
rise il maggiore, notando le macchie d’impasto che la
sorellina aveva un po’
ovunque.
-Stiamo
facendo i
biscotti.- annunciò la ragazza, sorridendo ad Harry.
-Davvero?
Li stai
facendo tu?- chiese il maggiore, cercando di controllare la voce.
-Io
e Gemma! E’
l’impasto preferito di Harry.-
-Ha
insistito tanto
per farli che non ho potuto dirle di no. - sorrise Gemma, visibilmente
imbarazzata.
-Non
è mica un
problema, Gemma. In casa nostra i dolci si comprano, o si finge di
apprezzare
quelli bruciati.- ridacchiò Louis mentre Jay, indignata, si
girò a guardarlo.
-Ripeti
quanto la mia
cucina faccia schifo appena avrai un esame e dovrai restare
all’università
tutto il giorno. ‘Puoi prepararmi qualcosa, mamma? Il cibo,
all’università, fa
pena. ’- lo canzonò Jay, mentre Louis alzava le
mani in segno di scuse, ridendo
appena.
-Dov’è
quell’idiota
di Zayn?- chiese poi, guardandosi intorno.
-Sono
qui, razza di
checca senza cervello.- sbuffò il moro, colpendo poco
gentilmente il collo di
Louis e facendo ridere Jay.
-Non
hai davvero
riso, mamma.- bisbigliò il maggiore, indignato, portandosi
teatralmente una
mano alla bocca.
-Perché
non preparate
la tavola, voi due? Phoebe ha detto che possiamo far fare il giro della
casa ad
Harry e Gemma solo dopo mangiato perché deve assolutamente
farlo lei e ora beh, è impegnata.- ridacchiò la
donna, osservando divertita la piccola alle prese con
l’impasto. –Tu ti fermi a
cena, Zayn?-
-Per
quanto io sia
tentato di passare ancora più tempo con questo meraviglioso
Louis isterico
pre-esame, sono costretto a rifiutare perché ho
un’altra amichetta isterica che
domani deve dare un esame e mi tocca ascoltare anche lei.- si
scusò Zayn,
controllando il cellulare.
-Liam
ha un esame?-
chiese Daisy, facendo ridere il moro che, annuendo, si
affrettò a digitare
un’ennesima risposta al fidanzato.
***
-Andiamo
Harry,
prendila.- sorrise Phoebe, indicando Doris, di appena 3 mesi, che
giaceva beata
sui cuscini del divano.
-Cosa?
Come?- bisbigliò
il riccio, guardando terrorizzato la bambina..
-Fai
sul serio?-
ridacchiò Louis, sedendosi sul divano e afferrando la
sorellina tra le braccia.
-Vuoi andare da Harry, Doris?- chiese alla bimba, con una delle voci
più dolci
che Harry avesse mai sentito. –Dov’è
finita Phoebe?- chiese poi, notando di
essere rimasto solo con il riccio. –Ma, per Dio, è
un fantasma?!- parlò
sottovoce, come se Harry non fosse lì. –Prendila,
forza. So che vuoi farlo.-
ridacchiò poi, allungando la bambina verso il ragazzo.
-Io?
Cosa? No Louis,
davvero. Non so dove mettere le mani. -
-Andiamo
Harry, è
come prendere un cocomero. Forza.-
-I
cocomeri non hanno
le braccia, Louis, sta’ fermo!- lo avvertì,
indietreggiando sul divano del
salotto.
-Harry,
non puoi
indietreggiare per sempre, prima o poi il divano finirà.
Prendi, prendila.
Credevo ti piacessero i bambini!-
-Si,
quelli
autosufficienti. Tipo Phoebe, lei sa stare in piedi da sola, sa
mangiare e
tutte quelle cose. -
E
Louis rise, sia per
l’assurdità di quella frase sia per la faccia
terrorizzata di Harry. –E allora
quando ti sposerai e tua moglie vorrà un bambino, cosa farai? Ti trasferirai in Messico
e tornerai non
appena vostro figlio avrà compiuto 5 anni e sarà
capace di camminare
perfettamente?-
-Cosa?
Io sono
gay! Adotteremo un
bambino!- bisbigliò,
indietreggiando ancora.
Ma
Louis era furbo, e
questo Harry non lo sapeva. – Devo andare un secondo in
cucina, okay? Lascio
qui la bambina.- e, detto questo, poggiò Doris tra i cuscini
del divano, prima
di correre in cucina.
Tempo
un secondo e la
piccola era in lacrime.
-Bambina?
Smettila.-
bisbigliò Harry, osservandola da lontano.
–Smettila, ehi!- continuò. –Dai,
Doris.- sbuffò, impaurito, afferrando la cannuccia che
Phoebe aveva gentilmente
messo nel bicchiere di thè che gli aveva portato.
–Dai, Doris.- continuò,
toccando la bambina con la cannuccia. –Forza, piccola,
smettila.- affermò poi,
prendendo finalmente la bambina tra le braccia e cullandola.
-Visto
che sai farlo?
Anche se la cannuccia era un tocco di classe.- ridacchiò
Louis, tornando a
sedersi sul divano, avendo osservato tutta la scena dalla cucina.
–Ciao Doris.-
ridacchiò, avvicinando il viso alla sorellina, ignorando la
vicinanza al petto
di Harry.
-La
userò per
ricattarti, Mr. Odio I Bambini Piccoli.-
ridacchiò Gemma, entrando in salotto e osservando lo schermo
del cellulare.
–Dobbiamo andare, testa riccia.- aggiunse poi, osservando
Harry che,
sorridendo, poggiò delicatamente la bambina tra le braccia
di Louis. –Vai a
salutare le bambine.- aggiunse poi, e il fratello non se lo
lasciò ripetere due
volte.
-Andiamo
a dormire,
Doris.- bisbigliò Louis, avvicinando il viso a quello della
bambina e
camminando al fianco di Harry, dirigendosi verso la stanza della
sorellina. –Lunedì,
alle 10 di mattina, ho il primo incontro con i medici.-
parlò veloce, senza neanche
osservare Harry. –Nel mio stesso ospedale fanno dei corsi per
chi soffre di
autolesionismo. Voglio che tu li segua, Harry.- aggiunse poi,
afferrando
delicatamente il ragazzo per il polso e portandolo con se nella stanza
dei
gemelli.
-Louis,
non funzionerà.-
sorrise il riccio, tetro.
-Harry,
per favore.-
bisbigliò Louis, poggiando la sorellina nella culla.
–Provaci, ti prego.
Conosco chi tiene i corsi, okay?-
Il
riccio scosse la
testa, su di giri. –Come può uno stupido
spocchioso con un pezzo di carta
incorniciato, aiutarmi?- quasi urlò, afferrandosi poi la
testa tra le mani,
cercando di mantenere il controllo.
E
Louis, di slancio,
lo abbracciò. –Bipolarismo, non è
vero?- e più che una domanda suonò come
un’affermazione. –Non è un dottore,
Harry. E’ un ragazzo che vi racconterà la
sua storia e vi darà dei piccoli compiti da svolgere a casa.
E verrò anche io,
perché ti ho promesso che ne uscirai.-
-Louis,
smettiamola
di prenderci in giro, va bene? Non posso uscirne perché non
voglio.- sbuffò
Harry, scontroso, staccandosi dalle braccia di Louis e pentendosene
subito
dopo.
-Non
puoi dirlo
perché non sei tu a parlare.- bisbigliò il
maggiore, osservandolo. –Il vero
Harry è quello che consola Phoebe perché le fa
male il cuore e pulisce le
labbra a Daisy quando si sporca tutta mangiando i muffin.- ed Harry non
riuscì
a trattenere un sorriso. Quanto poteva essere vero? –Lascia
che io ti aiuti,
Harry.-
-Stamattina
tua
sorella mi ha detto che vuole vederti felice.- sussurrò
Harry, avvicinandosi
pericolosamente al corpo di Louis. –Io voglio vederti
vivere.- bisbigliò
ancora, poggiando i grandi palmi sulle guance del maggiore,
costringendolo ad
alzare il viso a causa della differenza d’altezza, facendo
scontrare le loro
fronti. –Perché credo di non riuscire a vivere se
non ho la certezza che tu
stia bene.- e Louis tremò, mentre Harry si allontanava,
mentre Harry
bisbigliava ‘ci vediamo lunedì’, mentre
Harry spariva da quella camera, urlando
alla sorella che si, stava arrivando.
-Che cosa mi stai facendo.- sussurrò il maggiore, sentendo la risata di Harry mista a quella delle sorelle. –Che diavolo mi stai facendo.- bisbigliò ancora, sentendosi le guance rosse e osservandosi le mani tremanti. –Cosa diavolo mi stai facendo.- ripetette, sperando per la prima volta che le chemio potessero salvarlo.
_____________________________________________________________________My space, yo!
Ehi girlssss, come promesso, questo è il secondo capitolo. E nulla, vorrei ringraziare le circa 110 persone che hanno letto il primo capitolo, le due ragazze che hanno lasciato una recensione, le due ragazze che hanno già messo la storia tra le seguite e la ragazza che l'ha gentilmente messa tra le preferite. Nulla, non ho molto da dire, spero solo che la storia vi piaccia, visto le delicate tematiche che tratta. Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, anche perchè sto davvero facendo di tutto per aggiornare il prima possibile.
Lots of love.
Iole xx