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Autore: Raya_Cap_Fee    04/03/2014    10 recensioni
Erzsébet Báthory, parente dell’ononima e famosa contessa del XVI secolo, discende da una delle famiglie magiche e purosangue più potenti dell’est Europa. E’ iscritta alla Scuola di Magia di Durmstrang ma in seguito alla morte del padre, Erzsébet e sua madre sono costrette a trasferirsi in Inghilterra, dove la ragazza comincia a frequentare il sesto anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Nella nuova scuola, la ragazza un po’ troppo sicura di sé fa nuove conoscenze di cui una molto interessante con un certo Draco Malfoy, tormentato da un compito che non riesce a portare a termine.

«I Báthory considerano un solo modo per mantenere intatta la linea di sangue puro… » disse Erzsébet con calma sfogliando il libro di Storia di Hogwarts «… ed è quello di sposare un altro Báthory» concluse sollevando gli occhi verdi dalle pagine ingiallite per posarli sul gruppo di Serpeverde seduto davanti al camino. Pansy Parkinson si volse a guardarla, il viso da carlino atteggiato in una leggera smorfia. Era evidente che non avesse gradito la sua intromissione nel discorso.

«Permettimi di aiutarti, Draco » disse Erzsébet, i capelli biondi illuminati dalla luce aranciata del tramonto.
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Serpeverde, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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A STONE IN THE HEART



 
CAPITOLO UNO

Erzsébet fissò il treno che l’avrebbe portata a Hogwarts e una smorfia di disappunto si disegnò sul volto giovane e pallido “Un treno” disse scettica volgendosi verso sua madre. Griseldis Báthory guardò a sua volta l’Espresso fumante per Hogwarts e scrollò appena le spalle “Ognuno ha i suoi mezzi, Erzsébet” disse la madre con calma. Entrambe erano ferme sulla banchina, fianco a fianco, e nessuno avrebbe potuto mettere in dubbio il fatto che fossero madre e figlia.

“Preferivo la nave” sospirò la ragazza scostandosi dal volto una ciocca dei capelli biondissimi e tenuti sciolti sulle spalle esili. Si voltò verso la madre e dovette sollevare un po’ il volto per poterla guardare bene in faccia “Vi scriverò non appena messo piede a Hogwarts, anyu*disse Erzsébet, il tono deciso.

Griseldis guardò sua figlia in quegli strani occhi verdi ereditati dal padre e stirò le labbra carnose in un sorriso appena accennato “Certo mia cara” si chinò a stringere tra le braccia l’unica figlia avuta dal matrimonio e inspirò il forte odore di camomilla che emanavano i suoi lunghi capelli “Ricordati sempre chi sei, Erzsébet” si sentì in dovere di sussurrarle all’orecchio prima di lasciarla andare.

“Ci rivedremo per Natale” disse Erzsébet dopo aver annuito, convinta. Prese il suo baule e la gabbia che conteneva Fizkò, un piccolo barbagianni che avrebbe usato per comunicare con sua madre. La ragazza rivolse un’ultima occhiata alla donna. Alta e magra, stretta in un lungo giaccone nero che metteva in risalto la pelle chiara e i capelli biondi raccolti dietro la nuca; Griseldis Báthory era il ritratto della perfezione. Gli zigomi alti e gli occhi leggermente allungati rendevano il suo viso altero, quasi severo, ma non per lei. Accennò un ultimo sorriso verso la madre e poi salì sull’Espresso.
 
Capì subito di non sapere dove mettersi, non faceva parte di nessun gruppo e non conosceva nessuno avendo, fino a giugno, frequentato la scuola di Durmstrang. Decise quindi di prendere posto al primo scompartimento vuoto poi, a scuola avrebbe avuto modo di capire a quale Casa essere affiliata e come conseguenza scegliersi degli amici. Trovò uno scompartimento e vi entrò disponendo i suoi bagagli e la gabbia poi, prese posto sulla morbida poltrona di velluto rosso vicino al finestrino e sentì il treno cominciare a muoversi.

Si passò una mano sul volto ed emise un flebile sospiro guardando la stazione di King’s Cross allontanarsi. Le sarebbero mancati i corridoi stretti e freddi di Durmstang, la sua divisa cremisi foderata di morbida pelliccia, il suo dormitorio diviso con Stéphka ma Hogwarts era stata una scelta necessaria dopo la morte di Istvàn Báthory, suo padre.

Qualcuno spalancò la porta dello scompartimento facendola sobbalzare. Due ragazzine dai capelli scuri la scrutarono con attenzione per qualche attimo prima che una di loro si decidesse a parlare “Possiamo?” chiese la più alta, garbata. Erzsébet avrebbe voluto dire di no, ma si ritrovò a fare un brusco cenno del capo in segno d’assenso a quelle due che sembravano appena del secondo anno. Fortunatamente presero posto alle poltrone più lontane lasciandole quindi il suo spazio.

“Lo hai visto? Non pensi che sia bellissimo?” disse la ragazzina più piccola all’altra, seduta di fronte.

“Chi? Weasley?” domandò l’altra con un sopracciglio inarcato e l’espressione perplessa.

“Ma no, Harry!Harry Potter!” esclamò la più piccola. Erzsébet si volse appena a guardare le due. Anche a Durmstrang il nome di Harry Potter era famoso. Due anni prima, una delegazione era partita dalla Scuola in Norvegia per partecipare al Torneo Tremaghi e molti erano stati curiosi di conoscere il famoso bambino scampato al Signore Oscuro.

“Non è un granché” l’aveva descritto Dimitri, un suo compagno, una volta di ritorno.

“Penelope non essere scema. Harry Potter non ti guarderebbe neanche se fossi l’ultima ragazza a Grifondoro!” esclamò la più grande con un sorriso divertito. Erzsébet nascose un ghigno contro il finestrino e si estraneò nuovamente dal discorso delle due che, comunque, non sembravano essere interessate a nient’altro che a fare nomi di ragazzi più o meno carini.

“Ah, eccovi qui! Ciao Penny, Clarice” salutò un nuovo giunto, qualche ora dopo. Erzsébet era appoggiata con la testa al vetro e osservava le brughiere inglesi con vivo interesse sgranocchiando una Cioccorana. Colse il riflesso del ragazzino, amico delle altre due, appena entrato e quando notò che la stava fissando, Erzsébet si girò di scatto a guardarlo. Ted, come l’avevano salutato le ragazzine, arrossì fino alla punta dei capelli biondicci e si sedette dandole le spalle. Il chiacchericcio divenne più fitto “Mia mamma era indecisa se mandarmi a Hogwarts quest’anno, ma papà l’ha convinta che non c’è posto più sicuro di dove c’è Silente” mormorò Clarice, rivolta a Ted che annuì concorde.

“Da quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato è tornato anche i miei non volevano poi, fortunatamente si sono convinti” aggiunse il ragazzo con un sospiro.

Erszébet fissò lo sguardo sui tre. Non aveva mai sentito discorsi del genere tra gli studenti di Durmstrang, nemmeno tra i più piccoli “Manca ancora molto a Hogwarts?” chiese quindi approfittando di un attimo di silenzio. Penelope e gli altri due la fissarono per un momento cogliendo forse il suo strano accento “Qualche ora, credo”.

Erzsébet fece una leggera smorfia “Tu…Tu sei nuova? Sembri grande…cioè…sei grande…” balbettò Ted fissandole una spalla. Sembrava timido per guardarla in volto. Lei si sistemò meglio contro lo schienale della poltrona e represse una risata “Sì, sono una nuova studentessa” disse semplicemente intrecciando e sciogliendo le dita poggiate in grembo.

“Vieni da un’altra scuola?” chiese Clarice. Erzsébet annuì “Durmstrang” disse con un sorriso a fior di labbra e una punta d’orgoglio. Un gemito soffocato risuonò nello scompartimento.

“D-Durmstrang?” domandò Ted, gli occhi nocciola sgranati.

“Sì, D-Durmstrang” ripetè lei con un sorriso divertito. Ted arrossì di nuovo ma s' intromise Penelope “Quindi tu… tu conosci Viktor Krum!” esclamò in uno strillo entusiasta. Erzsébet sollevò appena le sottili sopracciglia bionde verso l’alto “Beh, sì. L’ho conosciuto” rispose. Durmstrang, d’altronde, era famosa anche per il fatto di aver ospitato Viktor, uno dei giocatori di Quidditch più famosi al mondo.

La discussione di ragazzi carini o meno riprese tra le due ragazzine mentre Ted, mortificato dalla sua presa in giro si era rintanato in un silenzio imbarazzato.

Dopo qualche ora le chiacchere di Penelope, Clarice e Ted si affievolirono. Si alzarono in piedi e presero dai loro bauli una veste nera recante un’ effige rosso- oro.

“Queste sono le divise di Hogwarts” disse Clarice notando lo sguardo della bionda. Erzsébet annuì, aveva anche lei una semplice veste nera nel baule e si disse che forse, doveva indossarla anche lei.

“Il colore rosso-oro indica la Casata dei Grifondoro” disse Ted con coraggio “Immagino che tu sarai smistata insieme a quelli del primo anno…” aggiunse.

“Speriamo di averti con noi…”disse Penelope. Erzsébet non era convinta di voler condividere altro tempo con persone del genere. Troppo chiassose per i suoi gusti.

Si limitò ad annuire ancora una volta poi si alzò e indossò, sopra i suoi vestiti Babbani, la veste scura cucita su misura e nuova di zecca. Il treno si fermò dopo alcuni minuti e parecchi scossoni e nei corridoi il vociare si fece sempre più fitto.

Erzsébet recuperò un Fizkò stranamente silenzioso e il suo baule e uscì in corridoio. Nell’uscire urtò involontariamente una ragazza dai capelli scuri e un viso curiosamente somigliante a un carlino “Ehi, attenta!” strillò stizzita la ragazza guardandola in cagnesco. Erzsébet non fece in tempo a replicare che la ragazza era già avanzata, sparendo alla sua visuale. L’unica cosa che aveva avuto modo di notare era la sua effige verde-argento sulla veste.
 
Scesa dal treno si guardò intorno perplessa. La maggior parte degli studenti si era avviata verso un sentiero che risaliva la collina mentre un gruppo di più piccoli era fermo accanto ad un omone troppo alto, per non essere un mezzogigante. Erzébet inarcò verso l’alto un sopracciglio biondo “Beh, Fizkò….eccoci a Hogwarts…” mormorò.

“Erzasebeta Batthary venga da questa parte! Erzasebeta Batthary venga da questa parte!” gridava l’omone agitando un foglio sopra la testa. La ragazza storse appena le labbra. Si avvicinò all’uomo con capelli e barba lunghi e al gruppo del primo anno. Gli occhi verdi fissi sulla figura del mezzogigante “Erzasebet…” stava per dire quello.

La ragazza sbuffò appena “Sono qui!” esclamò alzando appena una mano “Erzsébet. Non Erzasebeta…” aggiunse in tono seccato. Incrociò gli occhi scuri dell’uomo e quello sorrise, imbarazzato “Nomi strani, nomi strani” si giustificò in fretta prima di rivolgersi al gruppetto del primo anno “Venite tutti con me, forza. Io sono Hagrid!” si presentò battendosi una mano sul petto ampio.

Si unì al gruppo del primo anno verso la riva di un lago e delle barchette. Era così che doveva arrivare a Hogwarts? Rimpianse ancora una volta la grande nave di Durmstrang che li conduceva proprio sui fiordi davanti al castello. Prese posto, ponendosi in grembo Fizkò. Ignorò le chiacchere dei ragazzini che la circondavano. Le capitava molto spesso di estraniarsi da ciò che le accadeva intorno e come in quel caso, la cosa sembrava comunque non turbarla. Gli occhi erano fissi sulla sagoma del castello che si avvicinava. Era molto più grande di Durmstang, questo le era stato detto, ma non immaginava così grande. Esclamazioni di sopresa giungevano anche dai ragazzini tutt’intorno.

Quando finalmente arrivarono a toccare riva, Erzsébet tirò un sospiro di sollievo. Una cosa era viaggiare su una nave di grandi dimensioni e un’altra viaggiare su una barchetta traballante.

“Ora c’avete da essere sottoposti a una piccola perquisizione” disse Hagrid. Infatti, qualcuno mezzo ingobbito e dall’aria acida li stava aspettando “Questo qua è Gazza. C’ha da controllare i bauli” continuò lui.

“Perché?” domandò Erzsébet sospettosa. Qualche testa si voltò a guardarla ma la ragazza alternava lo sguardo da Gazza a Hagrid “Per sicurezza, Erz. A Hogwarts non hanno da entrare oggetti Oscuri” continuò l’uomo. Erzsébet tralasciò il nomignolo affibbiatole e si fece avanti per lasciare il suo baule davanti a Gazza “Stia attento” disse soltanto, preoccupata per i suoi oggetti. Abbandonò, sotto ordine, anche la gabbia con Fizkò.

Tutto il gruppo cominciò ad avanzare dietro Hagrid su per il sentiero e fino a quando non giunsero a delle grandi scalinate Erzsèbet non potè fare a meno di mettere a confronto la sua vecchia scuola con questa. Innanzitutto faceva piuttosto caldo, lì a Hogwarts, e poi tutto era ben curato, sicuro. Sapeva che a proteggere Hogwarts specie dopo il ritorno del Signore Oscuro c’erano incantesimi potentissimi fatti dallo stesso Silente. Erzsébet si sentì confortata da tutta quella sicurezza.

Salirono le scale e i grossi battenti di quercia del portone si spalancarono per lasciarli passare. La Sala d’Ingresso era ben illuminata e lastricata di pietre squadrate e pulite.  C’erano quattro stendardi appesi alla parete di sinistra e, sempre contro quel muro vi erano quattro grandi clessidre contenenti delle gemme colorate. La ragazza si ritrovò a schiudere le labbra per la sorpresa. Non fu la sola perché, intorno a lei, i ragazzini non sapevano più dove guardare “Venite, venite…questo non è niente” disse Hagrid. Un altro grande portone alla loro destra si spalancò rivelando agli occhi dei nuovi giunti la Sala Grande.

Erzsèbet sbattè le palpebre, stupita. Quattro lunghissimi tavoli, affiancati da panche, erano disposti in modo da creare un largo corridoio al centro; di fronte invece, su un gradone vi era un altro tavolo al quale erano seduti gli Insegnanti. Centinaia di candele erano sospese a mezz’aria sulla testa degli studenti a creare luce e il soffitto, appurò con uno sguardo, ricreava un cielo stellato. Tutti gli studenti dal secondo anno in poi erano già seduti. Si guardò brevemente intorno e scorse tra il tavolo rosso-oro, Clarice e Penelope.

La cerimonia di smistamento per lei era una novità. A Durmstrang non esistevano Case, tutti gli studenti erano un solo gruppo. D’altronde i criteri per essere ammessi erano diversi. La frequenza dell’Istituto era riservata ai soli discendenti Purosangue. Hogwarts era diversa, questo lo sapeva.

Avanzò dietro gli altri, spiccando notevolmente in altezza e portamento e si guardò brevemente intorno. Qualcuno la stava guardando con curiosità.
“Benvenuti a Hogwarts miei cari, accogliamoli con un applauso” esordì una voce dal tavolo Insegnanti. Erzsébet aveva avuto modo di vedere Silente sul giornale perciò non ebbe dubbi quando fissò lo sguardo sull’uomo anziano dalla lunga barba candida, gli accesi occhi azzurri e gli occhiali a mezzaluna posti sul naso adunco. Albus Silente era famoso in tutto il Mondo Magico.

Il battito di mani si affievolì quasi subito ed Erzsébet in quel momento notò uno sgabello posto davanti al gradone. Sopra, vi era poggiato un consunto cappello.

“Quello è il Cappello Parlante…” sussurrò un ragazzino all’amico davanti a sé.

“Procediamo con lo Smistamento. Sono sicuro che sarete affamati!” disse Silente gioviale.

Una donna anziana ma ancora evidentemente in forze, con i capelli grigi raccolti elegantemente in uno chignon si schiarì la voce “Anderson Emily” chiamò dalla lista che stringeva tra le mani. Erzsébet osservò con stupore il cappello prendere vita quando fu poggiato sulla testa di una ragazzina bionda e lentigginosa “Tassorosso!” esclamò il Cappello con voce squillante. Erzsébet aggrottò la fronte mentre uno scroscio d’applausi provenne dal tavolo dai colori giallo-nero.

In base a cosa quel Cappello smistava le persone?

Ben presto fu il suo turno “Báthory Erzsébet” esclamò la donna. Erzsébet si staccò dal gruppo e avanzò verso lo sgabello a tre piedi. Prese posto silenziosamente mentre la donna calava il cappello sulla sua testa “Serpeverde!” strillò quello avendole appena sfiorato i capelli biondi. Il tavolo verde-argento esplose in un applauso mentre un coro di protesta si alzò da un tavolo bronzo-blu.

La neo-Serpeverde si avvicinò al tavolo e prese posto al fianco di un ragazzo di colore “Benvenuta nella miglior Casa di Hogwarts!” esclamò quello al suo fianco. Qualcun altro si complimentò con lei ma fu solo alla fine dello Smistamento che Silente spese due parole per spiegare la situazione della non evidente undicenne.

“Tra il tavolo di Serpeverde, questa sera c’è una nuova studentessa del sesto anno…” disse il Preside soffermando lo sguardo sulla sua figura “Erzsébet proviene dalla Scuola di Durmstrang che voi conoscerete sicuramente”. Qualcuno al tavolo di Serpeverde si voltò per guardarla meglio.

“Spero siate gentili con lei e aiutarla a integrarsi. Ora mangiate, parlerò dopo” aggiunse per poi andare a sedersi.

“Durmstrang?” chiese una ragazza seduta di fronte a lei. I ricci castani le incorniciavano un volto dal colorito olivastro.

“Báthory…ma certo!” disse il ragazzo al suo fianco, accennando un sorriso. Erzsébet si voltò a guardarlo curiosa.

“Zabini Blaise” si presentò inchinando appena la testa rasata in segno di rispetto “Enchantèe” disse. Erzsébet sorrise appena “Io non sono francese, Blaise”

“Ovviamente no ma il francese fa elegante. Ungheria, giusto? Ho sentito parlare della tua famiglia”

Erzsébet rimase sopresa poi, lentamente, annuì.

“Ehy, Draco! Non vuoi conoscere la nostra nuova amica?” disse Blaise rivolto ad un ragazzo seduto poco più in là. Erzsébet fissò lo sguardo sui capelli biondissimi e il viso appuntito che si girò nella loro direzione. Sembrava essere stato interrotto nel bel mezzo di un racconto divertente.

Draco guardò la neo-Serpeverde del sesto anno e stirò le labbra sottili in un sorriso che sembrava quasi un ghigno “Allora esistono ancora Purosangue degni di questo nome, Blaise” disse il biondo fissandola.

Blaise ridacchiò “Erzsébet, ti presento Draco Malfoy”.



 
 Note dal testo:
*Anyu dall’ungherese mamma
Hagrid commette volontariamente degli errori nel parlare.


Note d'Autrice: Ecco qua, se siete giunti alla fine di questo capitolo vi ringrazio davvero tanto! :) E' un idea partorita dalla mia mente su di giri e spero che possa piacervi man mano che andrò avanti con i capitoli. E' la prima volta che mi cimento nella di sezione di Harry Potter sebbene la bazzichi spesso. Il personaggio di Erzsébet è ispirato ad un personaggio realmente esistito (e non per buoni motivi) si dicesse fosse una strega per cui...beh..ecco la discendente. Mi scuso per eventuali errori presenti nel capitolo e a proposito...se qualcuna/o di voi volesse farmi da beta mi contatti via messaggio privato o tramite la recensione (che spero vogliate lasciare). Cercherò di essere il più fedele possibile agli avvenimenti narrati nel libro ma con un Nuovo Personaggio ci saranno anche dei cambiamenti (Infatti tra le note c'è What if?). Ora non voglio dilungarmi troppo. Al prossimo capitolo, se vorrete!
Il rating potrebbe cambiare!
Raya_Cap_Fee

 
 
   
 
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