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Autore: turnbaektime    04/03/2014    1 recensioni
Come nuovo scrittore, Kyungsoo si trova in un periodo della sua vita dove l'ispirazione è difficile da trovare.
Ma forse Baekhyun può aiutarlo.
Dal testo
Kyungsoo non ha mai amato la pioggia. [...]
Non gli era mai stata d’ispirazione, anzi, lo rendeva ancora più deconcentrato e finiva col rimanere lì, con lo sguardo fisso sul documento bianco.
C’è stato un solo giorno in cui Kyungsoo ha preso in considerazione l’idea di rivalutare i suoi pensieri sulla pioggia, ed è stato il giorno in cui ha incontrato Byun Baekhyun.

[Writers!AU • Baeksoo • Menzione di contenuti sessuali]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, D.O., D.O.
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: A pen needs a page

Pairing: Baeksoo

Rating: Arancione

Autrice: turnbaektime

Traduttrice: padwes

 

Note: Hello everyone! Sì, lo so che sto anche traducendo Stranger e no, non vi preoccupate perché quella continuerà ad essere aggiornata normalmente il martedì e il venerdì, ma mi era venuta la voglia di tradurre una ff baeksoo - che io amo più di ogni altra cosa - so here I am. Come potete vedere, A pen needs a page è una traduzione. Questo vuol dire che tutto ciò che c’è scritto in questo capitolo e in quelli che verranno è scritto da turnbaektime. La storia originale, invece, potrete trovarla qui .

La ff nasce come twoshot, ma per questioni di lunghezza di capitoli, ho deciso di dividerla in 4 capitoli (probabilmente anche 3)

E' un pairing non molto gettonato su EFP, forse proprio per questo ho voluto cimentarmi in una storia del genere. Non siate scettici e arrivate fino alla fine, vi dico che ne varrà davvero la pena u.u

Fatemi sapere se avevo ragione o no lol

Va bien, non ho altro da dire, godetevi la lettura^^

xoxo

- padwes

 

Apenneedsapage

- parte prima –

 

 

 image

 

 

 Kyungsoo non ha mai amato la pioggia.

 La maggior parte degli scrittori non aspetta altro che la pioggia, con la speranza di evocare le loro brillanti idee dal ticchettio delle gocce sulle finestre o dalla vista dell’acqua che cola sui vetri.

 Qualcuno una volta gli disse che la pioggia era rilassante in un modo tutto suo; è vulnerabile e sporadica, non permette ai meteorologi di prevedere il momento esatto in cui arriverà.

 La pioggia mostra anche le diverse tipologie di persone. Ci sono persone che si agitano e corrono per le strade con l’ombrello attaccato alla testa, ignari delle persone che li circondano e perennemente incollati al cellulare. Ci sono persone che appaiono notevolmente impreparate alla pioggia, che corrono per le vie cercando di coprirsi la testa con una misera borsa. Ci sono persone che si fermano sotto i tendoni e restano lì, immobili, a guardare la pioggia battente che picchia l’asfalto quasi a ripulirlo del tutto.

 E poi ci sono persone come Do Kyungsoo, a cui semplicemente la pioggia non piace.

 Persino chiuso in casa, Kyungsoo odiava sentire il suono della pioggia gorgogliare nelle strade e il traffico accumularsi e la gente che si cura solo di se stessa. La pioggia è così incoerente da lasciarlo sempre esausto ed impreparato.

 Non ci trovava niente di così meraviglioso. La pioggia non gli portava altro che vestiti bagnati e giorni in cui gli era ancora più stressante alzarsi dal letto e viversi la sua giornata. Non gli era mai stata d’ispirazione, anzi, lo rendeva ancora più deconcentrato e finiva col rimanere lì, con lo sguardo fisso sul documento bianco.

 C’è stato un solo giorno in cui Kyungsoo ha preso in considerazione l’idea di rivalutare i suoi pensieri sulla pioggia, ed è stato il giorno in cui ha incontrato Byun Baekhyun.

 

~•~

 

A discapito del fatto che Kyungsoo sia un perfetto maniaco dell’ordine, in realtà è molto smemorato. Ha dimenticato di nuovo di guardare le previsioni del tempo ed ora è bloccato sotto la pioggia senza l’ombrello. Ha le mani occupate per le buste cariche di spesa, riempite fino all’orlo e quasi traboccanti perché quel giorno aveva deciso che ci sarebbe entrato tutto in solo quattro buste. Il suo appartamento si trova a pochi isolati di distanza, ma sa che non riuscirà ad arrivare con l’intera spesa sana e salva.

 Prese a strattonarsi la giacca ai lati, poggiandola come poté sulle buste, con la speranza che le sue amate mele non soffrissero sotto il diluvio. Dopo aver preso un respiro profondo, uscì coraggiosamente dal tendone del supermercato e si gettò nella pioggia con la testa abbassata, avviandosi verso casa.

 Alzò solo per un secondo lo sguardo alla ricerca di una nuvola, e per poco non si scontrò con qualcuno che, sbadato, vagava per la strada con l’intento di raggiungere il proprio posto di lavoro. Farfugliò delle scuse, ma quello andò avanti per la propria strada, come se non ci fosse nessun altro, come se non avesse un solo secondo da perdere.

Il vento cominciò a dare il meglio di se’ e le stringhe della felpa lo colpirono in un occhio. Sussultò. Riusciva a sentire il bruciore fin dentro la pupilla, mentre si muoveva di lato, cercando rifugio sotto il gazebo di un cafè. Da lontano riuscì a sentire un tuono terribile, un brivido gli salì su per la schiena e l’intera città era succube di un vero e proprio acquazzone.

Il peso delle buste cominciava davvero a tartassargli le braccia e forse non avrebbe dovuto comprare gli ingredienti per il patbingsu¹, per quanto l’idea di prepararlo fosse allettante. Si scrollò le borse di dosso, le buttò sull’asfalto e si lasciò cadere con loro. Finì seduto dritto in una pozzanghera e, ancora una volta, si ricordò perché odiava la pioggia. Le maniglie delle buste cariche di spesa cominciarono a tremare per il vento e Kyungsoo le tirò più vicino a se’, accucciandosi su di loro mentre la pioggia batteva incessante.

La maledisse in ogni modo possibile, davvero. Dopo alcuni giorni di stress dati dallo blocco dello scrittore, finalmente era riuscito a buttare giù alcune idee elaborate durante la notte, ed ora era bloccato sotto il capannone di un cafè, accucciato sulle buste della spesa mentre il ghiaccio per il patbingsu si stava sciogliendo e-

“Hai bisogno di aiuto?”

Kyungsoo alzò la testa verso l’alto e ad accoglierlo c’era uno sconosciuto con gli occhi vivaci, forse troppo vivaci considerando il tempo. Dire che stava semplicemente sorridendo era un eufemismo, il ragazzo era a dir poco raggiante e per Kyungsoo era addirittura difficile guardarlo dritto in faccia senza dover strizzare gli occhi.

Alla fine, quando Kyungsoo si rese conto di non essere stato davvero accecato, lanciò un’occhiata al ragazzo. Era bellissimo, con i capelli quasi dorati e gli occhi luminosi e quel sorriso così abbagliante- Kyungsoo ne fu incuriosito, attratto.

“Come?” rispose, intontito. Il ragazzo si accovacciò accanto a lui, reggendo l’ombrello sopra la sua testa. Kyungsoo non se n’era nemmeno accorto, l’ombrello era rosa.

Rosa shocking.

Una risata venne fuori dalle labbra del ragazzo, mentre gesticolava indicando le buste della spesa.

“Ti serve una mano con quelle borse?” disse. Un lato della sua bocca si inclinò, lasciando spazio ad un piccolo sorriso. Kyungsoo notò che quando sorrideva, i suoi occhi quasi sparivano.

Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere al ragazzo che quello prese a raccogliere da terra le buste della spesa, e quando anche Kyungsoo provò a fare lo stesso, per poco non cadde fuori il marciapiede inciampando sui suoi stessi cornetti.

“Fammi strada” disse l’altro, ridacchiando per la sbadataggine di Kyungsoo. Lo spinse a forza sotto l’ombrello, facendolo quasi inciampare di nuovo e facendo sì che finisse così vicino al ragazzo che i due erano praticamente schiacciati sotto quell’unico riparo.

Kyungsoo guardò in alto, anche da lì riusciva a vedere il suo appartamento e, dopo tutta questa pioggia, sperava solo di non aver lasciato le finestre aperte.

“E’ da questa parte” rispose, indicando l’edificio in lontananza.

Il ragazzo annuì, sporgendo di poco la testa fuori l’ombrello per dare un’occhiata al palazzo indicato.

“Sembra che la pioggia non abbia intenzione di smettere tanto presto, ci conviene sbrigarci” sorrise “Ok?”.

Kyungsoo borbottò un “sì” prima che entrambi si spingessero contro la pioggia, muovendosi tra le altre persone e vagando per le vie della città.

A mano a mano che andavano avanti, diventava sempre più evidente il fatto che quella persona accanto a Kyungsoo fosse diversa da qualsiasi altra persona che avesse mai incontrato: nessuno per strada aveva un ombrello come il suo. Camminavano in un mare di grigio, nero e blu scuro, anche il cielo mancava di quel meraviglioso azzurro in cui lo stesso Kyungsoo amava crogiolarsi. Ogni singola persona che vedevano passare era frustrata o depressa o furente; ogni singola persona, tranne quella accanto a Kyungsoo.

“Hai comprato tutta questa roba” commentò quello, curiosando tra le buste “Vivi con qualcuno?”

Stava sorridendo, ancora. Stavolta Kyungsoo notò che le sue ciglia erano davvero lunghe, quasi più lunghe di quelle di alcune ragazze.

“Ah, no, vivo da solo”

“Fidanzata?” domandò, e Kyungsoo fu sconcertato da quanto sociale fosse il ragazzo. Tuttavia, scosse la testa, lasciando che lo sguardo cadesse fisso sull’asfalto: le sue sneakers preferite erano bagnate fradicie e i buchi nelle suole delle scarpe avevano fatto entrare una grande quantità di acqua, bagnando i calzini.

“Capisco” rispose l’altro, facendo spazio a Kyungsoo per farlo camminare sul marciapiede.

Restarono in silenzio per un po’, ma questo non impedì a Kyungsoo di lanciare sguardi curiosi al ragazzo: non era vestito con abiti troppo costosi o con un abbigliamento tipico da domenica pomeriggio passata a casa, indossava vestiti normali, casual, adatti ad un giorno come quello. Kyungsoo si chiese cosa facesse per vivere.

Perso nei suoi pensieri, Kyungsoo quasi oltrepassò il proprio appartamento senza rendersene nemmeno conto e frenò di colpo, quasi scivolava sull’asfalto bagnato. Per fortuna l’altro ragazzo sembrava avere un equilibrio molto più stabile del suo.

“Vivi qui?” chiese lo sconosciuto, soffermandosi a guardare l’edificio e a lanciare un fischio di apprezzamento. “È bello. Molto bello”

Kyungsoo non rispose.

“Non mi hai ancora detto come ti chiami” chiese invece.

L’altro ragazzo spostò lo sguardo verso il basso, confuso “Ha davvero qualche importanza?”

“Certo che ne ha!” esclamò Kyungsoo, e poté vedere l’altro spaventato dal modo in cui i suoi occhi si allargarono. “Scusami, non intendevo in senso negativo o chissà cosa. Ho solo pensato che sarebbe stato carino se avessi avuto la possibilità di ringraziare come si deve la persona che mi ha aiutato”.

Il ragazzo continuava a tenere lo sguardo basso, senza dire una sola parola.

“Ma va bene. Voglio dire, capisco se non vuoi dirlo, nessuno ti sta costringendo”.

E poi, il ragazzo semplicemente scoppiò a ridere, piegandosi in due nel petto. Scompigliò addirittura i capelli di Kyungsoo come se stesse avendo a che fare con un ragazzino. Quel ragazzo non poteva avere più di due anni di differenza con lui, pensò Kyungsoo. Ah, il nervoso!

“Sei carino” disse, e rise ancora di quella risata che stava rendendo Kyungsoo a dir poco frustrato.

“Ti stai impegnando così tanto per sapere il mio nome, ma spero tu sappia che anche tu non mi hai detto il tuo”

Oh. Kyungsoo mormorò, imbarazzato. “Kyungsoo. Do Kyungsoo”

Una mano arrivò di nuovo a scompigliargli i capelli. A Kyungsoo sarebbe piaciuto se avesse smesso di farlo, ma non aveva il coraggio di dirglielo. Non quando gli sorrideva con quel sorriso.

“Byun Baekhyun. Al tuo servizio”.

Quel nome gli era familiare, ma era sicuro di non aver mai incontrato Baekhyun prima d’ora, una faccia come la sua era difficile da dimenticare. “Magari la prossima volta mi inviti ad entrare nel tuo appartamento” sorrise.

Kyungsoo annuì, non del tutto sicuro di potersi fidare della sua voce. Il sorriso sul volto di Baekhyun si allargò ancora di più “Allora aspetto tue notizie” disse, e poggiò delicatamente le buste a terra e lasciò Kyungsoo con un ultimo sorriso prima di andar via nell’acquazzone.

Kyungsoo continuò a guardare fino a quando la schiena di Baekhyun e il suo ombrello rosa non sparirono del tutto, e ancora una volta tutto divenne monocolore. La promessa di incontrare di nuovo Baekhyun gli ronzava nelle orecchie e rimase di stucco quando si rese conto che non aveva alcun modo di contattarlo.

Lo aveva lasciato solo con un nome: Byun Baekhyun.
 

 ~•~
 

Non importava quanto ardentemente Kyungsoo provasse a cancellare il nome di Byun Baekhyun dalla sua mente, la sua testa sembrava trovare sempre un nuovo sentiero. Pochi giorni dopo l’incontro, Kyungsoo si ritrovò seduto sul divano a fissare il soffitto, con la speranza di capire dove avesse già sentito quel nome. L’unica soluzione a cui era arrivato era che il suo soffitto era troppo logoro e che aveva bisogno di un riverniciata il prima possibile.

Con la coda dell’occhio, vide il suo computer portatile sepolto sotto pile di fogli sparsi e una serie di romanzi che lo avevano incuriosito. Sospirò, raggiungendo il pc con ancora più dubbi di prima. Il nome poteva anche suonare familiare, ma era improbabile poter trovare la risposta alle sue domande su internet. Baekhyun era probabilmente l’amico di un amico che qualcuno aveva menzionato una volta in sua presenza. Ma una volta che Kyungsoo si mette in testa una cosa, non si arrende fino a quando non ottiene quello che vuole.

Digitò il nome nel motore di ricerca.

Il nome Byun Baekhyun gli diede trecentomila risultati.

Scorrendo giù, Kyungsoo vide il sito di uno scrittore che si chiamava Byun Baekhyun. Incuriosito, ci cliccò su, bloccandosi quando l’immagine del Byun Baekhyun che aveva incontrato qualche giorno prima gli apparve sullo schermo.

Kyungsoo scoprì infatti che Byun Baekhyun era uno scrittore, uno anche abbastanza noto, e che uno dei suoi romanzi era diventato un vero e proprio best-seller, un risultato che Kyungsoo aveva sempre solo sognato. La sua bibliografia consisteva in soli due romanzi, ma moltissime poesie. Tra quelli, Kyungsoo riconobbe il titolo di un libro che raggruppava poesie di diversi autori – lui stesso aveva comprato quel libro ed era rimasto colpito da alcuni pezzi, lui che non avrebbe mai scritto poesie.

La poesia, pensava Kyungsoo, è elegante. La poesia è bella. Tutte le parole sono accuratamente selezionate, cattura le emozioni e riesce a raccontare i personaggi non solo attraverso le loro parole, ma anche attraverso le azioni o emozioni sottostanti, senza mai bisogno del dialogo.

Kyungsoo scriveva solo romanzi, aveva bisogno dei dialoghi e delle interazioni tra i personaggi, non era mai stato bravo a scoprire significati nascosti nelle cose o nei simboli, preferiva creare mondi fantastici o raccontare storie di giovani amori.

Chiuse il pc senza nemmeno preoccuparsi di spegnerlo per bene, e si diresse a grandi passi verso la libreria, prendendo l’unico libro che aveva tra quelli elencati. Sfogliò una pagina dopo l’altra, cercando il nome di Baekhyun tra le poesie di altri autori.

Posò tutta la sua attenzione sul poemetto firmato col nome di Baekhyun. La maggior parte delle poesie, in quel libro, avevano un titolo, ma non quella, era solo una semplice poesia composta da tre strofe, quattro o cinque righi per stanza.

Prese posto, quasi cascando, sul divano. Coperto da un plaid, sprofondante in morbidi cuscini e con il libro sul grembo, cominciò a leggere.

 

~•~

 

La volta successiva in cui vide Baekhyun il tempo era nuvoloso, senza nessun accenno di pioggia nella profondità del cielo.

 Quando Kyungsoo decise di prendersi una pausa, si avviò verso il ristorante cinese accanto alla caffetteria, dove avrebbe potuto marcire su una sedia a sfogliare pagine di stupide riviste o magari buttare giù qualche idea sul suo quaderno giallo. La cosa migliore era che, a differenza degli altri negozietti e ristorantini lì intorno, non c’era quel terribile trambusto che odiava e le persone non erano mai di fretta, piuttosto preferivano perdersi del tutto in quelle poltroncine super soffici.

Il suo posto preferito era giusto in un angolino sperduto della caffetteria, gli dava una visione chiara di tutte le persone che affollavano il ristorante cinese. Come sempre, sedeva con un cappuccino in mano e una sciarpa morbida intorno al collo. Abbassò lo sguardo al blocco degli appunti che aveva portato con se’, fissandosi in mente i pochi elementi di cui aveva bisogno per cogliere l’ispirazione, abbandonandosi completamente ad essi prima di sentire un respiro caldo all’orecchio. “Boo”

Kyungsoo si spaventò, abbastanza da saltare completamente dalla sedia, imprecando quando qualche goccia di caffè traboccò dal tazzone. Quasi piagnucolò per il caffè ormai perduto per sempre e per le macchie che sicuro sarebbero rimaste sui suoi jeans. Girò la testa di lato e vide Baekhyun sorridergli raggiante e guardarlo freneticamente così come la prima volta che si erano incontrati. Lo sguardo minaccioso di Kyungsoo probabilmente non lo intimidì neanche un po’ perché, come se niente fosse, prese posto di fronte a lui, allungando tranquillamente le gambe e togliendosi di dosso il cappotto.

“Che coincidenza incontrarti qui” lo schernì Baekhyun. Kyungsoo annuì, muovendosi a disagio per il caffè ormai appiccicoso che aveva sui pantaloni. Raggiunse con le dita il bicchiere colmo d’acqua e ne estrasse un pezzetto di ghiaccio, cominciando a tamponare i jeans per rimediare al danno.

Kyungsoo si accigliò, “Non mi avevi detto di essere uno scrittore”.

Baekhyun si lasciò andare ad una risata, battendo innocentemente le ciglia, piegandosi in avanti. C’era un luccichio nei suoi occhi. “Ti preoccupi troppo dei dettagli” disse, concludendo con un sonoro ‘tsk’, schioccando la lingua scherzosamente. La curiosità colpì Baekhyun in pieno petto, tanto da spingerlo a buttare un’occhiata sul quaderno di Kyungsoo. “Sono idee per una storia, quelle?”

Kyungsoo sobbalzò e subito ripose il foglio lontano dalla sua portata. “Non sono affari tuoi” disse, prima di prendersi una pausa. “E poi…come fai a sapere che stavo scrivendo?”

Con un sopracciglio alzato quasi a sfiorare il cielo, Baekhyun rispose “Uno scrittore che non conosce nemmeno i nomi degli scrittori che appartengono alla sua stessa casa editrice. Sono alquanto deluso, Soo”. L’occhio di Kyungsoo si espresse con uno strano ticchettio al suono di quel nomignolo, “Eppure sembri proprio quel tipo di persona che vuole sapere i nomi di tutti, uhm”.

Ed era così. Solo che Kyungsoo aveva firmato un contratto con quella casa editrice solo un mese prima, era stato troppo impegnato a scrivere qualcosa che fosse considerato abbastanza buono da essere pubblicato per preoccuparsi anche di imparare i nomi degli altri scrittori. “Ah” sospirò Baekhyun, continuando, “Se avessi fatto qualche indagine immagino che avresti notato questo tipo di informazione. E se avessi cercato bene, avresti anche saputo che se non fossi stato uno scrittore, di certo avrei fatto il detective. Quindi…ho fatto io qualche piccola ricerca su di te”

“Davvero?” Kyungsoo era scettico al riguardo, ma Baekhyun ridacchiò, altezzoso.

“Davvero”.

Kyungsoo non sapeva cosa rispondere, così preferì starsene completamente in silenzio a fissare i suoi miseri appunti: la pagina era interamente bianca se non per poche, pochissime parole.

“Su cosa hai intenzione di scrivere?” chiese Baekhyun, il suo sguardo fisso sui fogli bianchi.

“Non lo so” rispose, gli occhi ancora bassi.

Qualcosa cambiò nello sguardo di Baekhyun, qualcosa che Kyungsoo non riuscì a catturare. Scetticismo, probabilmente. “Cosa ti piace scrivere?” provò ancora, tirando su col naso mentre incrociava le braccia al petto, nascondendo il mento nel maglione.

Kyungsoo sorrise, “Mi piace scrivere su qualcosa di…relazionabile. Voglio che le persone possano rivedersi nei miei personaggi, potersi mettere nei loro panni. Ma voglio anche personaggi forti, audaci, che dicano cose che solitamente non vengono dette per paura delle conseguenze. Voglio scrivere di un personaggio che possa essere considerato un eroe, ma non per i superpoteri, solo per le sue azioni e il suo alone di mistero. Voglio che le persone si immergano completamente nelle mie storie, anche se solo per un secondo. Voglio qualcuno a cui piacciano le cose che a me piace scrivere, non voglio essere l’unico a ricavarne piacere”.

I suoi occhi incontrarono quelli di Baekhyun, che annuiva in silenzio, un piccolo sorriso stampato sul volto. “Capisco” disse.

Poi improvvisamente si alzò, sistemandosi il maglione. “Andiamo” riprese, lanciando un occhiolino a Kyungsoo e ridendo quando questi quasi si soffocò col caffè. Riuscì comunque a biascicare un ‘ok’.

“Dov’è che andiamo?” chiese poi, recuperando il cappotto e seguendo Baekhyun verso la porta. Questi si spinse verso l’uscita e il campanello posto sulla soglia tintinnò al loro passaggio, subito prima che Baekhyun si voltasse e regalasse a Kyungsoo uno dei suoi sorrisi. “Fidati di me”.

Kyungsoo non riuscì a trovare il coraggio di rifiutare, quindi finì semplicemente per seguire l’altro. Baekhyun lo guidò fino alla sua macchina per poi portarlo in un ristorante giapponese. Ovviamente, la confusione di Kyungsoo a quel punto era palese – riuscì anche a vedere Baekhyun alzare gli occhi al cielo – ma l’altro si limitò semplicemente a condurlo su per le scale: sembravano sul punto di crollare da un momento all’altro, tanto che Kyungsoo si aggrappò di slancio alla ringhiera, quasi incollato alla schiena di Baekhyun. L’altro giorno, sotto la pioggia, Baekhyun non sembrava affatto il tipo di persona che camminava lentamente, ma a quanto pare qualcosa era cambiato.

Il piano di sopra non aveva niente a che fare col ristorante giapponese, era semplicemente una stanza piena di libri accatastati alle pareti e Kyungsoo credette di aver trovato il suo angolo di Paradiso.

Baekhyun si diresse subito verso un angolo della camera, raccolse un libro e cominciò a sfogliare le pagine senza riuscire a trovare una meta. I due rimasero in silenzio per quelle che sembrarono ore, leggendo ogni sorta di libro, ognuno diverso dall’altro. Kyungsoo amava leggere quello che gli altri scrivevano, ma amava ancora di più leggere quelle piccole note che Baekhyun aveva lasciato ai margini di ogni pagina. C’erano domande, parole evidenziate o parole sottolineate più e più volte, come ad indicare una parte importante della storia.

Sorridendo, Kyungsoo riuscì a vedere Baekhyun accovacciato in un angolo, un libro aperto vagava sul suo grembo e un rivolo di bava usciva dalla sua bocca.

Ed improvvisamente, Kyungsoo ebbe l’ispirazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

¹patbingsu: dessert made in Korea che potete vedere qui

  
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