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Autore: acchiappanuvole    04/03/2014    2 recensioni
“Pensavo a quel che hai detto. Hai ragione, è talmente buio che se anche ci fosse qualcosa nessuno potrebbe vederla. Nessuno.”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Che cosa c’è sul fondo?

Sasuke aveva guardato la crepa che squarciava il terreno roccioso; stretto e profondo era un abisso di ombre, di vuoto. Aveva lasciato che un sasso scivolasse il quel nulla nero e non era stato in grado di udire alcun tonfo.
-Cosa c’è sul fondo?- aveva ripetuto. Itachi alla sue spalle lo osservava in silenzio, il sorriso comprensivo di chi non sa sorprendersi dell’ingenuità dei bambini. Lo era stato anche lui fino a poco tempo fa.
-Tu cosa pensi ci sia?- aveva chiesto il maggiore degli Uchiha avvicinandosi un poco. D’improvviso Sasuke avrebbe voluto rispondere che era una domanda sciocca. Ma poi a ben pensarci tanto sciocca non era.
-Probabilmente non c’è niente- rispose poco convinto – E anche se ci fosse qualcosa è talmente buio che nessuno potrebbe vederlo-. Calciò un’altra pietrina contro la parete rocciosa e la osservò sparire.
– Oppure sarebbe necessario avere una grande torcia, ma nemmeno la più potente riuscirebbe ad illuminarne il fondo- piroettò leggermente su se stesso per poter guardare il viso di Itachi. Itachi che non sorrideva più, ma fissava a sua volta quella crepa nera. Vi cadeva dentro con lo sguardo. E Sasuke non avrebbe mai saputo dire a che cosa stesse pensando. Quando Itachi era così, Sasuke si sentiva nuovamente escluso dal mondo del fratello. Un mondo che sapeva di “oggi non è possibile, un’altra volta Sasuke” e di una schiena che si allontanava sempre diritta verso missioni che il più piccolo del clan Uchiha poteva solo fantasticare. Perché Itachi era forte, Itachi era il migliore, suo padre glielo ripeteva sempre, ed un giorno anche lui avrebbe dovuto aspirare a diventare come suo fratello. Competizione, rivalità, per migliorarsi e raggiungere e superare l’obbiettivo. Questo il cammino di un ninja degno del clan. E Sasuke ne era convinto quando annuiva energicamente alla figura paterna, quando si allenava duramente ritornando a casa pieno di sbucciature e graffi che sua madre pazientemente medicava. Ma quando era con Itachi , Sasuke dimenticava la rivalità, non importava l’emulazione. Tutto ciò che voleva era che suo fratello rimanesse con lui. Anche solo restando in silenzio. Non gli importava lacerarsi la pelle se poi le spalle forti di Itachi lo avessero ricondotto a casa. Erano quelli i momenti che Sasuke aspettava. Un cerchio dove poteva ritagliare lo spazio e il tempo solo per loro due. Se gli avessero chiesto qual’era la cosa che più desiderava la risposta sarebbe stata semplice: “rimanere per sempre vicino a Itachi”.
Ma Itachi era distante anche ora. A Sasuke parve di vedere l’anima di suo fratello cadere nella crepa come poco prima aveva fatto quel sasso bianco. Gli si aggrappò istintivamente al braccio, la pelle calda e diafana di Itachi premuta sotto le sue dita.
-Niisan?-
E Itachi aveva sbattuto un istante le palpebre a quel richiamo e lo sguardo aveva lasciato l’abisso per posarsi su di lui.
– Cosa c’è?-
-Dovresti dirmelo tu- borbotta Sasuke non mollando la presa. –Sei distante- aggiunge e Itachi nota la presa salda del più piccolo –Stavo solo pensando- sorride; titubanti le dita di Sasuke allentano la presa.
-Sei diventato forte, eh- nota il maggiore mostrando il segno rosso lasciato dalla pressione delle dita.
-Non volevo cadessi-.
-Cadere? Come avrei potuto cadere non mi sono mosso-.
Sasuke scuote la testa e qualcosa brucia agli angoli degli occhi – Non lo so ma… non volevo cadessi- ripete.
Itachi è sorpreso –cadere- mormora, e per un attimo i suoi occhi si fanno più scuri.
-A cosa pensavi?-
Itachi alza le spalle – Bè pensavo a quel che hai detto. Hai ragione, è talmente buio che se anche ci fosse qualcosa nessuno lo vedrebbe. Nessuno-. Di nuovo il tono serio e distante, di nuovo l’esigenza del più piccolo di aggrapparsi a qualcosa che sembra predestinato a dover scivolare via.

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Il sangue ha un sapore metallico. Itachi si fissa le mani e pensa a quanto se n’è mischiato sulle sue mani e quanto altro dovrà bagnarle. Non importa, si dice. Quel che fa ha uno scopo. E mentre ricorda lo sguardo pieno d’odio di Sasuke, si ripete che va bene così, che tutto sta andando come si era prospettato.
L’ennesimo guerriero esanime lo fissa, la bocca sanguinante non trattiene un rammarico rabbioso.
– Non c’è nulla, nulla in fondo a quegli occhi- ringhia prima di morire.
E Kisame ride annuendo – Ha tenuto a descriverti bene, vero Itachi!?-
-Già- Itachi da la schiena al compagno e alla sua vittima. “Non c’è niente. E se ci fosse qualcosa è talmente buio che nessuno potrebbe vedere. Nessuno deve vedere”.

Presa male per gli Uchiha avevo scritto (tempo fa) qualcosina su di loro in attesa di essere in grado di formulare qualcosa di più articolato e con una trama più sostanziosa.
Posto questa in attesa che l’ispirazione risorga e con lei qualche regola grammaticale.
Bacini
  
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