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Autore: Lunastorta7    04/03/2014    3 recensioni
***dal testo***
Aveva già perso Ron, non voleva rischiare di perdere anche Harry.
Era questo che la ragazza pensava nel momento in cui aveva pronunciato quella frase. Harry dal canto suo voleva che la ragazza fosse felice, perché negli ultimi tempi lo era stato ben poco, perché se lo meritava.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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ANGOLO DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! Sono tornata con un'altra one-shot questa volta su Harry e Hermione. Questa storia è nata un po' di tempo fa, poco dopo la rivelazione della Rowling sul fatto che avrebbe voluto che Hermione finisse con Harry, ma che nonostante tutto sarebbe stata felice con Ron. Così, subito dopo quella rivelazione mi è venuta l'idea. All'inizio era nata come una What if? ma poi si è diventata un piccolo momento che sarebbe potuto accadere tra Harry ed Hermione. Non è diventata una What if? perchè per me Hermione deve stare con Ron. Spero che l'idea vi piaccia e che mi facciate sapere la vostra opinione. 
N.d.R.: se ci fate caso, nella storia ripeto molte volte "la sua migliore amica" o "il suo migliore amico, questo per rafforzare il fatto che, per me, Harry e Hermione potranno sempre e solo essere amici.
-Lunastorta7

Con o senza di me.
-Harry, forse dovremmo rimanere qui. Invecchiare.-  propose la giovane strega dai capelli cespugliosi, con lo sguardo di chi spera in una risposta affermativa ma sa che anche quella volta le sue speranze sono vane.
Harry aveva lo sguardo confuso, non sapeva cosa dire.
Era inutile negarlo, le parole di Hermione lo avevano spiazzato, come poche volte erano riuscite a fare; ma era anche vero che lui ci aveva pensato, a quelle parole. 
Il giovane Harry James Potter, il bambino-che-è-sopravvissuto, aveva desiderato di scappare, di rifugiarsi e di scegliere Hermione come rifugio sicuro.
A spiazzare Harry era stato il fatto che quella frase, su cui aveva rimuginato più e più volte, era uscita dalla bocca di Hermione, la ragazza più coraggiosa che avesse mai conosciuto. 
Hermione non si tirava mai indietro e pure ora lo stava facendo, la strega più brillante della sua età aveva paura di non riuscire ad arrivare al giorno dopo; perché diciamo le cose come stanno, anche Harry e Ron avevano paura, insomma tutti avrebbero voluto vivere una vita spensierata da diciassettenni, ma la guerra non glielo aveva permesso, e ora la ragazza cercava di recuperare quel po’ che gli rimaneva, cercando di evitare che quei giorni le scivolassero via come sabbia tra le mani.
Aveva già perso Ron, non voleva rischiare di perdere anche Harry. 
Era questo che la ragazza pensava nel momento in cui aveva pronunciato quella frase. Harry dal canto suo voleva che la ragazza fosse felice, perché negli ultimi tempi lo era stato ben poco, perché se lo meritava.
Ron che se ne va, la guerra che continua, la ricerca degli Horcrux, Voldemort e i mangiamorte che mietono vittime. La ragazza non era stata per niente felice. E Harry odiava quest’aspetto; avrebbe voluto che la sua Hermione fosse felice, avrebbe voluto renderla felice. Ma non poteva, ed Harry si odiava per questo. Anche lei si odiava. Hermione Jean Granger odiava tutto della sua vita, odiava ciò che era diventata a causa della guerra. Ed ora, per la prima volta nella sua vita, la sua fame di giustizia non la saziava; era stanca, non voleva più andare avanti, ormai lì erano al sicuro, sarebbero invecchiati. Insieme.
Harry aveva ancora lo sguardo vuoto, così la giovane strega gli andò incontro, stringendolo forte a sé. Il ragazzo si lasciò avvolgere dalle braccia calde della sua migliore amica, sentendo un torpore diffondersi prima nello stomaco, per poi raggiungere il cuore; Hermione lasciò un delicato bacio sulla guancia di Harry e poi poggiò il mento sulla sua spalla.
Il fresco profumo di cocco, che Hermione indossava da che Harry ne aveva memoria, gli riempiva le narici ogni qual volta il vento spostava la sua chioma di ricci castani.

-Harry, io sono stanca della guerra, sono stanca delle persone che vanno e vengono. Voglio una certezza.- si staccò leggermente dal ragazzo, fino a poterlo guardare in quelle schegge di smeraldo che aveva al posto degli occhi. -Harry, io voglio vivere.- disse, sorridendo tristemente.

Harry si sorprese a pensare le stesse cose, ma al contrario di Hermione, lui non sapeva cosa fare. Nessuno dei due aveva più una famiglia, ma avevano delle persone a cui volevano molto bene, c’era Ron, c’era Ginny. Hermione si strinse più forte al ragazzo, facendogli capire di aver compreso i suoi pensieri.

-Harry, voglio essere felice.- disse in un sussurro, che arrivò ben distinto all’orecchio di Harry.

Il ragazzo si staccò lentamente dall’abbraccio della sua migliore amica e immerse i suoi occhi verdi in quelli color ambra della ragazza; una mano del giovane mago le sfiorò appena la guancia, prima di andarsi a posare sotto il mento in modo da alzarle il viso.
Harry abbassò la faccia con una lentezza esasperante prima di far unire le sue labbra a quelle della Grifondoro, in un casto bacio.
Un bacio che sapeva di guerra, di delusioni, di speranze; un bacio che sapeva di loro, e di loro soltanto. 
Ron e Ginny non esistevano. In quel momento, al sicuro all’interno della cupola protetta, che era nata grazie alla bravura di Hermione, esistevano solo loro due. Le loro labbra iniziarono a cercarsi, ma Harry si staccò bruscamente e fissò il viso di Hermione, in cerca di un qualsiasi segno di ripensamento. 
Ma non ne vide. 
Vide solo il sorriso felice della ragazza, un sorriso che non vedeva da tempo e che faceva sorridere anche lui. Il ragazzo, così, si avvicinò di nuovo alle labbra della sua migliore amica e continuò a baciarla, questa volta con più dolcezza e passione. Le mani della ragazza si erano aggrappate disperate alle spalle di Harry, come un bambino si aggrappa alla madre dopo un incubo. Il giovane mago, in uno slancio, fece saltare Hermione, riuscendo a prenderla in braccio e, cingendo il corpo alla ragazza, iniziò a lasciarle baci umidi lungo il collo. Intanto Hermione aveva intrecciato le gambe intorno al bacino di Harry, annullando la distanza tra i loro addomi.
Erano al sicuro. Per la prima volta dopo tanto tempo, l’una tra le braccia dell’altro, si sentivano al sicuro. E in quel momento era certo per entrambi: sarebbero rimasti, sarebbero invecchiati insieme.
Hermione intrecciò le mani nella chioma corvina del ragazzo, che continuava ad avere fame di lei, senza mai riuscire a saziarsi. Si staccarono l’uno dall’altra, più per riprendere fiato che per la voglia di smettere di baciarsi; entrambi scrutavano gli occhi dell’altro, cercando di capirne i pensieri. 
Il rumore di un piccolo ramoscello spezzato li fece tornare alla realtà, facendo loro notare che ormai del giorno restava ben poco, e che di lì a qualche minuto si sarebbero ritrovati immersi nel buio della foresta. Hermione scese dalla stretta di Harry e lo prese per mano, indicandogli la tenda. Il ragazzo capì subito le intenzioni della Grifondoro e la seguì.
All’interno della tenda c’erano tre stanze e un bagno, si diressero verso una delle due camere da letto, mentre nel resto dell’abitacolo si diffondeva un profumo, come di violette.
Harry non poté non notarlo: le violette erano il fiore preferito di Ginny, indossava sempre il profumo alle violette, era ciò che la distingueva. Iniziò ad avere dei ripensamenti, aveva capito che forse quella non era la cosa giusta da fare. Hermione notò il turbamento del ragazzo e si girò a guardarlo negli occhi, con un sorriso che affiorava sulle sue labbra. 
Alla vista di quel sorriso, Harry dimenticò ogni cosa e e raggiunse Hermione che nel frattempo si era stesa sul letto, in attesa che il suo migliore amico la riprendesse a baciare.
Harry iniziò a spogliare Hermione della felpa, lasciando baci umidi sul basso ventre e l’addome, fino a raggiungere il seno, cinto da un casto reggiseno nero. Hermione continuava ad aggrapparsi ai capelli del ragazzo, inebriandosi del profumo dolce che diffondevano.
In un attimo volò via anche la camicia del giovane mago ed Hermione, in un gesto di audacia iniziò a percorrere con le mani la colonna vertebrale del ragazzo arrivando fino alla base della schiena, timorosa di scendere di più. Harry nel frattempo stava ancora baciando dolcemente l’incavo fra il collo e la spalla della ragazza.
Non appena il ragazzo sfiorò delicatamente, con una mano e da sopra i jeans, l’inguine della strega questa emise un gemito. Il mago allora sfilò i pantaloni della ragazza e iniziò a baciarle dolcemente l’interno coscia.

Un altro gemito.

 I baci si avvicinavano sempre più agli slip, mentre Hermione si faceva invadere dal desiderio che aveva. Ormai i gemiti erano fuori dal suo controllo per cui la strega decise di lasciarsi andare in tutto e per tutto. Harry continuava a baciarla e ad accarezzarla dappertutto, la ragazza aprì la bocca per dire qualcosa, poi si fermò presa dai brividi di eccitazione che il ragazzo le procurava.

-R... Ron.- biascicò, alla fine, senza rendersene conto, tra un gemito e l’altro, non appena il suo migliore amico ebbe baciato la sua femminilità da sopra gli slip.

Hermione si mise a sedere di colpo, sgranando gli occhi, senza riuscire a credere a quello che aveva appena detto; si coprì il viso con le mani e iniziò a singhiozzare, sentendo calde lacrime rigarle il volto. Harry, che nel frattempo aveva afferrato la camicia e se la stava rimettendo, sorrideva tristemente.
Appena si fu rivestito, prese i jeans e la felpa di Hermione e glieli porse, sorridendole. Hermione alzò appena gli occhi, notando i vestiti che venivano depositati sulle sue gambe; continuò ad alzare il viso, finché non incontrò gli occhi smeraldo del suo migliore amico, dove vi si perse. Dopo pochi minuti che sembravano un’eternità, Harry riordinò le idee e decise di parlare.


-Hermione, io...- la ragazza lo baciò. Quello non era un bacio da Hermione; non aveva nulla di quello che erano stati i baci di prima. Era un bacio disperato.
Sì, disperato.

La ragazza voleva rimediare a quello che aveva detto. Voleva cancellare quel maledetto nome che aveva sussurrato, quel nome che gli aveva procurato felicità e tristezza.
Harry si staccò lentamente, lasciando Hermione con il suo sapore caldo ancora sulle labbra.

-Herm, io ti voglio un bene dell’anima, okay? Voglio che tu sia felice. Con o senza di me.- sorrise il ragazzo. -Ron tornerà.- concluse.
Hermione aveva ancora qualche lacrima che scendeva lungo le guance, quando afferrò Harry per le spalle e lo strinse a sé.

-Grazie, Harry.- sussurrò da sopra la spalla dell’amico. Harry le sorrise anche se lei non poteva vederlo. Tutti e due si stesero sul letto e si addormentarono abbracciati, con il sapore dell’altro ancora sulle labbra. 

***

Hermione stava singhiozzando nella loro tenda. Aveva lasciato Harry imbambolato, quando lui le aveva parlato di Ron. La strega non era riuscita a trattenersi, ma non voleva piangere davanti ad Harry. Non dopo tutto quello che era successo. Non per Ron.
Ora aveva afferrato il primo libro che aveva trovato nella sua borsa, e si era immersa in una lettura di incantesimi difensivi, più per scacciare via i pensieri che per voglia di leggere.
Ma i suoi pensieri erano più forti, si ritrovò a pensare ai baci che lei ed Harry si erano dati quella sera, per sentirsi più vicini. Pensò alle sue mani lungo la sua schiena e l’unico pensiero decente che riuscì a formulare fu che quelle mani le sentiva incredibilmente bene addosso. E le sue labbra, sembravano essere fatte per unirsi alle sue. E i suoi occhi. Quegli occhi la facevano perdere; amava i suoi occhi, erano capaci di renderti felice con un solo sguardo.
Hermione si sentiva incredibilmente confusa. Con un lieve scossone del capo, riportò la sua attenzione al libro, riuscendoci fino a quando non sentì dei passi arrivare e non vide un Harry Potter sconvolto dalla corsa ma con un sorriso stampato in faccia.

-Hermione, abbiamo distrutto il medaglione.- le disse prima di abbracciarla. Hermione ricambiò l’abbraccio, ma ad un tratto Harry si staccò, lasciando la ragazza tra altre braccia.

-Ron.- urlò la strega, non appena ebbe notato il capelli rosso fiamma dell’amico.
Hermione si staccò malamente e iniziò ad urlare contro il nuovo arrivato. Era furiosa. Se ne era andato senza motivo e ora credeva di poter tornare come se nulla fosse? Beh, se era così, si sbagliava di grosso.

-Hermione mi dispiace. Davvero. Non sarei dovuto andare.- si scusò il rosso. Hermione continuava ad imprecare contro di lui, ma Harry se ne andò, lasciandoli da soli.
L’ultima cosa che vide, prima di andarsene, furono gli occhi di Hermione che brillavano dalla felicità, ed ora sapeva che sarebbe stata felice.
Senza di lui. 
  
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