Change your Destiny

Inginocchiato di fronte a te c'era un vecchio. Sembrava stanco e provato. Di fronte a lui stavi tu, alto, imponente, giovane e pieno di nuove aspettative. Eppure quella guerra era costata cara anche a te. Sembravi più stanco anche tu.

Ma non potevi mollare ora, ad un passo dalla gloria. Si, perchè quella gloria l'avresti ottenuta. Assaporavi già l'odore della vittoria. Tutto ciò in cui credevi stava per realizzarsi. Immaginavi già la faccia di Fey, entusiasta per il suo nuovo mondo, Gills e Meia che festeggiavano insieme a te. Gustavi già la tua fetta di storia che ti è stata assegnata.

Ma ora c'eri solo tu davanti a quella persona. Tu e la tua paura sciocca. Come se fosse la prima volta che ti mettessi ad uccidere qualcuno. E tu eri lì, fermo, con la fronte imperlata dal sudore, a guardare quella figura inginocchiata davanti a te. Ti sentivi potente, come non lo eri mai stato, ma qualcosa dentro di te ti diceva di non farlo. Ti diceva di non premere il grilletto. Sembravi paralizzato. 

Il vecchio balbettava, ti chiedeva pietà, ma a bassa voce, come per non farsi sentire da nessun altro. Tu, però, eccome se li sentivi, quei lamenti. Entravano nella tua testa come lame e ti trafiggevano tutta l’anima. Cercavi di non ascoltarli, ma era impossibile. E in quel momento ti sei reso conto che la tua abilità, ora, non era per niente utile. Leggevi i suoi pensieri, li mescolavi ai tuoi, e alla fine non sentivi più niente, neanche te stesso.

Che importa ormai? Ora o mai più.

Stavolta eri deciso. Eri pronto a cambiare per sempre il tuo destino. Sollevi la pistola lentamente, quasi fosse un rituale.

Uno.

“Saryuu…” Il lamento del vecchio era insopportabile.

Due.

“Perdonami…”

Tre.

La pallottola si era conficcata nella sua testa.

E quella parola, quell’unica parola, aveva smosso completamente il tuo animo.

Ti sentivi uno schifo. Avevi le lacrime agli occhi. Non era per questa ragione che avresti voluto piangere. Eppure ora era inevitabile.

Lì vicino era spuntato un fiore. Un dente di leone.

Il tuo corpo si muoveva da solo. Andavi verso quel fiore. Preso. 

E ora barcollavi verso il cadavere del vecchio.

Quel sussurro riecheggiava ancora nella tua testa.

Sistemi il corpo del vecchio e gli metti nel petto quel fiore, scampato all’orrore della guerra.

Guardi il corpo un’ultima volta. -Mi perdoni. Addio, presidente Toudou.-

Ti alzi e inizi a camminare verso il tramonto, tra le macerie del vecchio mondo.

Quella parola rimbombava in te e fosti capace di formulare un solo pensiero.