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Autore: _RedRose_    04/03/2014    1 recensioni
- Il vero coraggio è proprio quello di saper affrontare situazioni difficili, la morte, e lei ci riuscì.
Anche nell' ultimo istante della sua esistenza, riuscì a dimostrare a tutti ciò di cui era fatta. -
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Questa storia partecipa al contest "La scelta del Destino: quale sarà la tua casa?" indetto da Sophie97
-Si tiene conto degli avvenimenti accaduti nel libro. Buona lettura.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Mangiamorte
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Sentiva il calore del marmo sotto di sé, il freddo che giungeva sino alle ossa per poi infiltrarsi anche nei tessuti, nei muscoli, rendendo i movimenti sempre più duri, pesanti. Non gridava ormai più, le corde vocali avevano ceduto, lasciando spazio a dei rantoli a malapena udibili. Il collo le doleva enormemente, le tempie pulsavano, sentiva il sangue scorrerle nelle vene, percepiva i suoi battiti cardiaci. Restava immobile a guardare il vuoto, gli occhi puntati sui suoi aggressori, su quelle persone incappucciate che la guardavano con disgusto malcelato. Non aveva più la forza per opporsi, per urlare dal dolore o piangere dalla disperazione, non le rimaneva nient’altro ormai che annegare nei suoi pensieri.
Fu un attimo.
Si ritrovò scagliata dall’altra parte della stanza, mentre intorno a lei incombeva un’altra lotta, l’ennesima. Avevano sentito le sue urla, la sua disperazione, il suo dolore ed erano giunti lì ad aiutarla, a salvarla. Anche Luna era giunta ad aiutarla, con una ferita sulla fronte combatteva come non l’aveva mai vista, combatteva contro quegli esseri che le avevano reso la vita impossibile, distruggendo la sua famiglia, la sua abitazione. Eppure non si arrendeva mai, come nessuno d’altronde. Tutti combattevano con audacia, con temerarietà, con coraggio, mentre lei era impossibilitata nei movimenti, mentre cercava di muoversi, inutilmente. Voleva dare un contributo, voleva dimostrarsi utile, pur sapendo che le sue condizioni non erano delle migliori, voleva combattere a fianco dei suoi amici, tutti insieme come avevano sempre fatto, uniti come lo erano sempre stati.
Sentì a malapena un braccio attirarla lontano, facendola scontrare con un altro corpo. Poco le importava in quel momento di chi aveva dietro, potevano essere anche quegli esseri che tanto temeva, non avrebbe reagito, non ci riusciva.
Proprio nell’istante in cui i suoi occhi si posarono sulla stanza nella quale si trovava, incontrò un paio d’occhi scuri come la notte, come le tenebre. Intravide solamente un luccichio sinistro in quelle iridi prima che un pugnale venisse scagliato contro di loro, contro coloro che l’avevano salvata. Non ci pensò due volte, non pensò alle conseguenze di quell’atto, pensò solo alla salvezza dei suoi amici, dei suoi fratelli.
Si staccò con forza, o almeno con quella che le restava, dalle braccia che in tutto quel tempo non l’avevano abbandonata e si frappose fra il pugnale ed i suoi amici. Li guardò negli occhi, uno ad uno, notando in essi il panico, la paura, la sorpresa, la consapevolezza.
In quel momento fu come se mille aghi le venissero inferti nel corpo, all’altezza del cuore. Per un attimo il respiro le si fece meno e, quando ritornò, lo percepì irregolare, faticando ad inalare quel poco ossigeno che i suoi polmoni potevano ancora contenere.
Chiuse gli occhi, sentendo uno strappo all’altezza dello stomaco e, quando li riaprì, un leggero soffio di vento la riportò alla vera e cruda realtà. Sentiva in lontananza delle onde infrangersi sulla riva, la sabbia che le solleticava il viso, il vento che dava un senso di realtà a quel mondo.
Sentiva ovattato, la vista le stava venendo meno, le lacrime presero il sopravvento e calde scie salate rigarono le sue guancie per poi depositarsi sul soffice strato di sabbia giallognola. Non riusciva più a distinguere i volti dei suoi compagni, dei suoi amici, il bruciore al petto era sempre più incessante, tanto da renderle la respirazione quasi impossibile.
« Ce la devi fare Hermione, non chiudere gli occhi. Guardami » un sussurro che le fece quasi tremare, una richiesta piena di dolore e di angoscia.
In quel momento capì che nulla ormai si poteva fare per lei, che il fato ormai aveva scelto per lei. Stava andando via, sempre più lontano, stava lasciando il suo mondo, la sua vita. Stava andando incontro a qualcosa di sconosciuto, qualcosa che nessuno aveva saputo decifrare o comprendere, qualcosa che nemmeno lei conosceva. E in quel momento si accorse della pura verità, anche lei aveva paura, come tutti in quel mondo. Era umano provare sentimenti come la paura e lei la stava sentendo proprio in quel momento, sulla sua pelle, nelle ossa. La paura ormai faceva parte del suo essere.
Con un ultimo sforzo poggiò la sua mano sulla guancia di colui che l’aveva sorretta per tutti quegli anni, la persona che le era stata più vicino, il suo compagno di avventure, colui che amava come un fratello.
« Scusami. » sussurrò e prima che le parole le venissero meno continuò « Sono state poche le volte che ho avuto paura e questa è una di quelle, sto andando incontro a qualcosa che nessun uomo sulla terra ha mai conosciuto e ho paura. Com’è strana la vita »
Era poco più di un sussurro, eppure la sentì, percepì tutti i suoi sentimenti attraverso quelle semplici parole.
Le posò una mano sul petto, lì dove batteva il cuore e sentì il ritmo farsi sempre meno costante, sempre più irregolare. Percepiva la fatica con cui compieva quel piccolo gesto, eppure non si arrendeva, nemmeno in quegli ultimi istanti perdeva la calma che da sempre l’aveva contraddistinta e per questo la invidiava. Lei era tranquilla, mentre stava andando incontro a qualcosa di sconosciuto, lasciando persone crogiolarsi nel dolore. Sapeva però che la colpa non era sua, il suo buon cuore le aveva impedito di agire diversamente.
Sentì il viso bagnato da lacrime salate, ma non ci fece caso, voleva imprimersi nella mente quegli ultimi atti che passava con lei, voleva ricordarla per come era.
Alla fine, inalò un ultimo respiro e, con un ultimo sorriso, salutò la sua famiglia, coloro che le erano stati vicini per tutti quegli anni.
« Il coraggio è fatto di paura » sussurrò le ultime parole nell’istante in cui i suoi occhi persero tutta la vitalità che li contraddistingueva.
In quel momento non rimaneva più niente di lei, se non un corpo, disteso su una marea di piccoli granelli di sabbia. Il viso rivolto verso l’alto e gli occhi spalancati che guardavano qualcosa di indefinito, quelle iridi che risplendevano di felicità adesso erano vuote, come quel corpo adagiato sulla spiaggia.
Un’ultima lacrima scese da quella guancia di porcellana, disegnando così il profilo perfetto del suo viso e scendendo sempre più giù, sino ad adagiarsi sulla mano di colui che le stava davanti . Un ultimo saluto da colei che aveva amato come una sorella, da colei che rimarrà per sempre nei cuori di tutti.
Il vero coraggio è proprio quello di saper affrontare situazioni difficili, la morte, e lei ci riuscì. Anche nell’ultimo istante della sua esistenza, riuscì a dimostrare a tutti ciò di cui era fatta.
Molte persone non riescono ad affrontare le proprie paure e si rinchiudono in un mondo fatto unicamente di esse, lei invece era riuscita a tramutare le paure in coraggio. Un coraggio che solo pochi capiranno, il coraggio di scegliere la vita altrui anziché la propria, il coraggio di saper affrontare tutto a testa alta.
Il coraggio di vivere e di morire in un mondo in perenne conflitto.
Il coraggio che sino alla fine bruciava nei suoi occhi.







*Angolo Autrice
Una breve one-shot che racconta ciò che potrebbe succedere a una possibile morte di Hermione.
Partecipa al contest "La scelta del Destino: quale sarà la tua casa?".
  
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