Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Eilish    04/03/2014    5 recensioni
"Preside non siete ancora tornato a casa?" dico io, conoscendo già la risposta.
"No, stavo aspettando mia moglie" mi risponde Inuyasha circondandomi la vita con un braccio
"Mmh sua moglie eh? non mi sembra di esserlo ancora" ribadisco stando al gioco
"Tranquilla cara, manca poco e finalmente sarai la Signora No Taisho"
Io sorrisi.
E' vero manca poco e finalmente potrò stare con te.
Per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo tornando a casa dopo una lunga giornata di scuola, tra festival, ballo, concerto  e chi ne ha più ne metta non sono riuscita a vederlo per niente.
Mi dispiace perché non capita mai, da quando ci conosciamo, che passi un giorno senza vederci. Un giorno, e già mi manca.
Arrivo a casa, sto per salire le scale ma sento mia madre che inizia a parlarmi
“Kagome com’è andata oggi?”
 
Ebbene si, la mia identità è stata scoperta. Mi chiamo Kagome Higurashi, vivo in un tempio scintoista insieme a mia madre, mio fratello Sota e mio nonno.
Non sono una brutta ragazza ma non mi considero nemmeno una modella, direi nella norma.  Alta e formosa, capelli lunghi mossi di color castano scuro e occhi grandi color cioccolato al latte.  Studio all’ultimo anno  del liceo musicale a Tokyo e seguo lezioni di canto e pianoforte. Modestamente credo di essere abbastanza brava sia nell’uno che nell’altro.
 
“Si mamma è andato tutto bene ma sono stanchissima, questi preparativi mi stanno uccidendo, e come se non bastasse mi hanno detto che devo anche cantare al concerto, e non so che portare” dico sconsolata e in piena crisi esistenziale.
“Oh bambina mia, sappi che ogni cosa porterai farai un figurone, con la tua voce potresti far piangere tutta la sala”
Mia madre esagera sempre, e poi non mi alletta far piangere centinaia di persone il fatto è che non so proprio cosa fare sono nel panico. Pensando questo mi avvio verso la mia camera e mi scaravento sul letto iniziando a riordinare i miei impegni.
Manca meno di una settimana al concerto e oggi non ho visto il mio uomo neanche per un secondo. Okay, che è impegnato lo posso capire ma..
Sento qualcuno che bussa alla mia porta, faccio un mugolio per far capire che chiunque sia può entrare e quando mi giro per vedere chi fosse, trovo lui.
 
“ Ho sentito le orecchie che mi fischiavano e ho capito che eri tu che mi mandavi le maledizioni. Che c’è ti stavi disperando perché ti mancavo?” dice con quel suo sorriso malizioso che ti viene voglia di prenderlo a schiaffi ma allo stesso tempo pensi sia la cosa più bella vista in tutta la tua vita.
 
“…Inuyasmmmmh” non finisco nemmeno di chiamarlo che inizia a baciarmi con trasporto.
Non ero la sola a sentire la mancanza di qualcuno soprattutto perché questo bacio ci stava spingendo a continuare, non che mi dispiacesse sia chiaro, solo che non era il momento e non avevo neanche le forze per fare altro, cosi lo scosto  e appoggio la mia fronte contro  la sua riprendendo fiato.
Alzo poco lo sguardo e mi soffermo nel guardare il suo viso cosi bello e fiero, ogni volta rimango sempre più ipnotizzata dai suoi occhi color ambra che dal primo giorno in cui lo vidi mi stregarono.
 
Mi viene da ridere al solo pensiero di ricordare come ci siamo conosciuti.
Lui era un ragazzo, a mio parere come tanti con il viso da angelo e il carattere di un completo stronzo. E infatti così era. Quando lo conobbi aveva già 24 anni e rimasi meravigliata di venire a scoprire che si era fatto bocciare, nei tre anni di superiori, ben sei volte. Un tipo del genere era assolutamente da evitare, ma lui non era del mio stesso parere visto che iniziò a perseguitarmi come le api quando le scacci via e non si fermano fino a quando non ti pungono. Perché? Semplicemente perché non li davo corda e lui era troppo abituato a far cadere tutte quelle oche giulive della scuola ai suoi piedi.
“Quest’anno sarà l’inferno” questo è stato il mio pensiero quando Inuyasha iniziò a farmi gli scherzi più idioti del mondo come buttarmi le cose che avevo in mano nel corridoio oppure mangiando il mio bento o anche quando, nell’ora di educazione fisica faceva battutine squallide sul mio corpo.
Io dentro scoppiavo, appena vedevo di star arrivando all’orlo della sopportazione andavo dalla mia migliore amica Sango e piangevo come una bambina.
Le cose cambiarono quando un giorno alla pausa pranzo, mentre Inuyasha era intento a darmi più fastidio del solito disse una cosa che non avrebbe mai dovuto dire
 
“che c’è perché non rispondi? Sai che è maleducazione evitare le persone? Tuo padre non ti ha insegnato le buone maniere? Oppure è uno di quegli uomini che stanno sul divano dalla mattina alla sera comandando tua madre come una schiava?”
Uno schiaffo.
Li diedi uno schiaffo cosi forte che credetti di essermi rotta  la mano per quanto pulsava e doleva. Ma non importava, in quel momento volevo fargli male, tanto quanto ne ave va fatto a me con quelle parole. Non vidi più niente perché i miei occhi erano pieni di lacrime che sgorgavano e scendevano giù sulle  guance.
Come si era permesso? Come? Lui non sapeva niente.
Iniziai ad urlargli contro cose che non aveva mai detto prima a nessuno, cose che erano celate nel mio cuore e nella mia anima.
 
“Chiedimi subito scusa, chiedimelo. Tu non sai niente di me come ti permetti di dire cose del genere su una persona che ormai non c’è neanche più? Hai capito bene stronzo, mio padre è morto quando aveva 8 anni per colpa di una malattia. Ma tu cosa ne puoi sapere? Tu con quella aria da dio che pensi di essere non sai nulla, non sai quante volte ho sognato la scena della sua morte, non sai quante volte ho voluto seguirlo, andare da lui e non lasciarlo più, non sai quanto mi ci è voluto per riniziare a parlare o anche solo a sorridere, tu che sei uno di quei ragazzi che sembra non aver mai sofferto nella vita, non potrai mai capire il mio dolore, la mia disperazione. Mio padre era un uomo meraviglioso, onesto ciò che più amavo al mondo. Tu chi sei per aver detto quelle cose su di lui? Lo conoscevi? NO,TU NON SAI NIENTE QUINDI FA SILENZIO CHE è MOLTO MEGLIO, NON TI AZZARDARE MAI Più ANCHE SOLO A PRONUNCIARE QUALCOSA SU MIO PADRE, perché giuro, ti giuro che non risponderò delle mie azioni” mi guardò basito incapace di proferir parola e io di sicuro non lo avrei spronato a parlare.
Corsi, corsi lontano da quel luogo, dalle persone che si erano fermate a guardare la scena come se avessi inscenato un teatro, e da lui.
Volevo andare lontano da lui, che mi aveva fatto cosi male da non riuscire neanche più a respirare.
Lo odiavo.
Arrivai cosi al cimitero dove era sepolto mio padre e andando verso la sua tomba iniziai a cantare la sua canzone preferita:
Ci sono momenti che passano in fretta 
e il tempo che vola sa di sigaretta. 
Ci sono momenti che pensi alla vita 
ed altri in cui credi che è proprio finita. 

E ti viene da vivere, e ti viene da piangere 
e ti viene da prendere un treno 
andare affanculo, lasciare tutto com'è, 
che qui non è facile, ti senti fragile, 
qui, dove tutto quello che conta è quello che senti... 
è sentire com'è... sentire com'è... 

Com'è straordinaria la vita, 
com'è, coi suoi segreti, i sorrisi, gli inganni. 
Com'è straordinaria la vita, 
che un giorno ti senti come in un sogno 
e poi ti ritrovi all'inferno. 
Com'è straordinaria la vita, 
che non si ferma mai,si, non si ferma mai. 

E ti viene da vivere, e ti viene da piangere, 
e ti viene da provarci ancora, 
provare a lottare e dare il meglio di te, 
che qui non è facile, ti senti fragile, 
qui, dove tutto quello che conta è quello che senti... 
e sentire com'è... 

Com'è straordinaria la vita, 
com'è, che ti fa credere, amare, gridare 
Com'è straordinaria la vita, 
che un giorno ti senti come in un sogno 
e poi ti ritrovi all'inferno. 
Com'è straordinaria la vita, 
che non si ferma mai,si, non si ferma mai. 

Eh! 

Com'è straordinaria la vita 
che un giorno ti senti come in un sogno 
e poi ti ritrovi all'inferno 
Com'è straordinaria la vita 
che non si ferma mai,si, non si ferma mai. 

E mi viene da ridere 
E mi viene da vivere 

E...


Mentre cantai l’ultima strofa iniziai a piangere a dirotto, e non mi resi conto di due braccia grandi che mi circondarono il collo, mi girai e mi persi nei suoi occhi per la prima volta.
Era lui. Inuyasha.
Volevo scostarlo da me, volevo allontanarmi da quel calore che mi piaceva cosi tanto ma di cui non pensavo ci fosse nulla di buono. Lui capendo le mie intenzioni mi strinse di più a se e nel mio orecchio risuonarono le sue parole
“Ti prego… perdonami”
aveva la voce strozzata, si sentiva che gli pesava ciò che aveva detto, spostò la sua fronte sulla mia e con gli occhi ancora chiusi ripeté quelle parole una decina di volte. Fino a quando non aprì gli occhi e con la manica della sua maglia mi pulì le lacrime in modo dolce e attento.
Mi sentì sciogliere, non so per quale assurda ragione ma sentivo come se tutto l’odio che avevo nei suoi confronti fosse volato via, e sentivo un pizzico di felicità che iniziava a mordermi la bocca dello stomaco.
Dopo di questo nei giorni successivi, non mi prese più in giro, non cercò più di farmi i dispetti ne di deridermi.
Un giorno però capitò di essere finita, non so come, nelle vicinanze di una rissa e quando i professori chiamarono i due “lottatori” dal preside dovetti andare con loro.
Di tutto mi sarei aspettato ma non questo.
Inuyasha. Sulla scrivania. Del preside.
Solo dopo Sango mi spiegò che il mio ex-torturatore era il preside della scuola e solo allora capì perché ogni volta che succedeva qualcosa lui non era mai stato sanzionato.
Al seguire dei giorni, dopo una discussione sul “impossibile che sei il preside/ mettitelo in testa, lo sono”, io e Inuyasha avevamo istaurato una sotto specie di amicizia e succedeva che ogni volta che Koga, un nostro amico, mi si avvicinava sembrava volesse eliminarlo dalla faccia della Terra, se fosse stato un cane avrei giurato che avrebbe iniziato a ringhiare e a sbranarlo ma per fortuna non successe niente di tutto ciò.
Io iniziai a vederlo diversamente, mi sentivo sempre a disagio in sua compagnia e quando ci sfioravamo diventavo rossa come il costume di Babbo Natale.
 
Era inutile mentire, da quel giorno al cimitero era iniziato il mio folle amore verso Inuyasha No taisho.
Tutti i nostri amici se ne erano accorti e mi iniziavo a chiedere com’era possibile che l’unico a non essersene accorto fosse proprio lui. Ma quello che non sapevo era che lui stava progettando un piano che attuò il giorno del mio compleanno, il 24 Giugno.
Mi chiese un appuntamento e naturalmente io accettai.
Il giorno più bello di tutta la mia vita.
Il giorno in cui iniziò il nostro amore reciproco. Scoprì con il passare del tempo che era una ragazzo molto attento, premuroso ma anche molto testardo,stronzo quando voleva ed egocentrico, ma lo amavo comunque. Passarono cosi il primo anno di scuola superiori e le vacanze estive. Ero la felicità fatta in persona, Inuyasha non mi faceva mancare nulla e non mi diede mai modo di dubitare del suo amore per me.
Perché i nostri sentimenti erano uguali. Noi due ci sentivamo allo stesso modo.
Ricordo ancora la nostra prima volta, era una fresca sera d’estate, avevo preparato tutto con molta attenzione ma avevo molta paura e lui, anche se aveva avute molte esperienze era tesissimo.
 
“io ho sempre fatto sesso con le altre, tu sei e sarai la prima e l’ultima ragazza con cui farò  sempre l’amore” quasi mi misi a piangere per l’importanza che mi dava. Quella notte si dimostrò un maestro molto affabile e mi trattò con una cura che iniziai a pensare di non meritare.
Lo sentivo, mi amava.
Il secondo anno di superiori iniziò con una tragedia, la ex del mio uomo, Kikyo iniziò a stargli dietro come una zecca e visto che non potevamo far vedere all’intero istituto che io e lui eravamo una coppia, per le varie regole delle relazioni scolastiche tra alunni e dirigenti scolastici, ci armammo di pazienza. Lui nel rifiutarla ogni volta e io per non commettere un omicidio.
Successe di tutto quell’anno, eravamo anche in procinto di finirla ma i nostri sentimenti furono più forti delle cause per cui avevamo pensato di dividerci. Fatto sta che rimanemmo insieme.
 
Oggi siamo al terzo anno di superiore a metà del primo quadrimestre ad organizzare questa maledetta festa.
“ehi macchietta riprenditi,  gli occhi mi servono ancora e se continui cosi penso mi si consumeranno” ride iniziando a farmi il solletico. Che scemo, sa bene qual è il mio punto debole ma questa volta vincerò io, mi misi sopra di lui e con le mani andai a stuzzicare i suoi fianchi, unico punto  in cui soffriva il solletico. Dopo questa guerra che vide vincitrice me, rimanemmo abbracciati fino all’ora i cui lui dovette andare a casa. I giorni seguenti lo vidi sempre di meno, anzi forse per niente, e avevo la strana sensazione che mi stesse nascondendo qualcosa.  Arrivato il giorno del concerto vidi lui salire sul palco insieme ad alcuni amici, che presero posto vicino ai loro strumenti musicali.
Non capivo cosa stesse succedendo poiché era lei quella che doveva cantare in quel momento ma poi la voce di Inuyasha la destò da ogni pensiero
 
“Salve a tutti studenti, mi sono intromesso un attimo in questo concerto perché DEVO cantare una canzone importante perché è dedicata ad una persona a me molto cara e spero vivamente che ne comprenda il significato, dopo aver finito la nostra esibizione, lasceremo il palco per farvi sentire la canzone della signorina Higurashi”
Si girò verso di me e facendomi l’occhiolino mi fece cenno di ascoltare, e cosi feci.
Chiusi gli occhi e iniziai ad ascoltare.
105 è il numero che mi viene in mente
Quando penso agli anni che voglio passare con te
Svegliami ogni mattina con te nel mio letto
E’ precisamente quello che ho intenzione di fare
E sai che uno di questi giorni quando
avrò il denaro giusto
Ti comprerò ogni cosa e ti mostrerò tutte le
cose più belle della vita
Sarà per sempre abbastanza, così non ci sarà fretta
Ma oggi sono capace di chiedertelo
abbastanza forte
Ti dico “sposami”
Ti giuro che lo voglio per davvero
Dirò “mi vuoi sposare”
Quante ragazze nel mondo mi possono
far sentire così?
Tesoro non voglio nemmeno scoprirlo
Più ti guardo, più trovo tante ragioni
Del perchè tu sei l’amore della mia vita
Sai che uno di questi giorni quando
avrò il denaro giusto
Ti comprerò ogni cosa e ti mostrerò tutte le
cose più belle della vita
Sarà per sempre abbastanza, così non ci sarà fretta
Ma oggi sono capace di chiedertelo
abbastanza forte
Ti dico “sposami”
Ti giurò che lo vorrò per davvero
ti dico “sposami”
E se perdessi tutto
In cuor mio non significherà nulla
Perchè ho te, ragazza ho te
Quindi mi metto proprio sulle ginocchia
Nient’altro sarà mai
meglio, meglio
Di oggi in cui
Ti dico “sposami”
Ti giurò che lo vorrò per davvero
Ti dico “sposami”
Ti dico “sposami”
Ti giurò che lo vorrò per davvero
Ti dico “sposami”
Ooh whoa ooh oh
Ooh whoa ooh oh
Ooh whoa ooh oh
105 è il numero che mi viene in mente
Quando penso agli anni che voglio passare con te
Svegliami ogni mattina con te nel mio letto
E’ precisamente quello che ho intenzione di fare…
 
Non ho parole, le mie lacrime sgorgano come un fiume in piena.
Mi ha fatto una proposta e non una qualsiasi.
Mi ha chiesto di sposarlo.
Apro gli occhi e lui è davanti a me, lo trascino poco più in la dove nessuno ci può vedere e lo bacio, lo bacio come non ho mai fatto, voglio che capisca, voglio che comprenda quanto potere ha su di me, quanta voglia ho anch’io di passare la mia vita con lui e con nessun’altro.
Perché in quel bacio c’è il mio “si”.
Lui mi sorrise e sta per abbracciarmi quando iniziano a chiamarmi sul palco per l’esibizione momentaneamente dimenticata a causa dell’emozione.
Inuyasha mi guarda e mi spinge verso il palco con una pacca sul fondoschiena beccandosi una frecciatina.
 
“è il mio –in bocca al lupo-“ dice ridendo mentre io mi avvio sorridendo verso il palco.
 
“ ecco, scusate se faccio una piccola introduzione del testo della canzone, è dedicata ad una persona che mi salvò da un periodo orribile della mia vita, e a cui vorrei far arrivare tutto l’amore che ho sperando di riuscirci. Ehm grazie per avermi ascoltato.”
Mi girai verso Inuyasha che mi sorrise e iniziai a cantare.
 
 
 
Forse so poco ma so che questo poco è vero 
Sono stata graziata perché mi hai amato 
Eri la mia forza quando ero debole 

Eri la mai voce quando non potevo parlare 
Eri i miei occhi quando non potevo vedere 
Hai visto ciò che di meglio c'era in me 
Mi hai sollevata quando 
Non riuscivo a raggiungere niente 
Mi hai dato fiducia perché hai creduto 
Che io sono tutto ciò che sono 
Perché mi hai amato 


C’eri sempre per me 
Eri il vento tenero che mi trasportava 
Una luce che splendeva nell'oscurità 
Il tuo amore nella mia vita 


Sei stato la mia ispirazione 
Sei stato la verità fra le bugie 
Il mio mondo è un posto migliore grazie a te 

Eri la mia forza quando ero debole 
Eri la mai voce quando non potevo parlare 
Eri i miei occhi quando non potevo vedere 
Hai visto ciò che di meglio c'era in me 
Mi hai sollevata quando 
Non riuscivo a raggiungere niente 
Mi hai dato fiducia perché hai creduto 
Che io sono tutto ciò che sono 
Perché mi hai amato 

Eri la mia forza quando ero debole 
Eri la mai voce quando non potevo parlare 
Eri i miei occhi quando non potevo vedere 
Hai visto ciò che di meglio c'era in me 
Mi hai sollevata quando 
Non riuscivo a raggiungere niente 
Mi hai dato fiducia perché hai creduto 
Che io sono tutto ciò che sono 
Perché mi hai amato 

Io sono tutto ciò che sono 
Perché mi hai amato
 
 
Finita.
Ho dato tutta me stessa in questa canzone e ora avevo il terrore di aprire gli occhi poiché non si sentiva volare una mosca. Ad un certo punto sento gli applausi da dietro le quinte, sapevo chi era. Dopo nemmeno tre secondi tutta la sala iniziò a gridare, applaudire,a fischiare, non riuscivo a capire più niente, era come se fossi entrata in apnea vedevo addirittura persone che piangevano.
La mamma aveva ragione, avevo fatto piangere le persone per l’emozione.
Dopo che mi diedero un attestato, iniziai a sbrigarmi per andare a casa di Inu. Lo avevo cercato dappertutto ma non l’avevo trovato da nessuna parte quindi pensai proprio che se ne fosse già andato.
Mentre tutti erano ancora dietro la scuola a festeggiare io mi avvio verso l’uscita ma poi vidi qualcuno di dannatamente familiare.
 
"Preside non siete ancora tornato a casa?" dico io, conoscendo già la risposta.
 
"No, stavo aspettando mia moglie" mi risponde Inuyasha circondandomi la vita con un braccio
 
"Mmh sua moglie eh? non mi sembra di esserlo ancora" ribadisco stando al gioco
 
Tranquilla cara, manca poco e finalmente sarai la Signora No Taisho"
Io sorrisi.
E' vero manca poco e finalmente potrò stare con te.
Per sempre.







Salveee mi è venuta in mente questa storia e la dovevo assolutamente scrivere. Gli ultimi due testi delle canzoni sono originalmente in inglese ma io ho messo la traduzione.  ^-^ questo è quanto. Ciaooo xoxo :D
  
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