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Autore: Narsyl    26/06/2008    0 recensioni
Non vita, quella. Solo rosso sangue pompato da un cuore intirizzito, solo movimenti dettati da una massa di poltiglia grigiastra, solo azioni, solo pensieri, solo doveri. Dov’è la gioia? Dov’è l’amore? Dov’è la passione?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sua vita era un perpetuo susseguirsi di istanti vuoti e inutili. Il suo volto smorto era rigato da profonde rughe attorno alle labbra sottili e screpolate; gli occhi perennemente semichiusi, di un verde spento, non ostentavano nulla, nessuna emozione, se non noia e stanchezza, e i segni di una profonda solitudine interiore abbruttivano e infiacchivano ancor di più la sua figura trascurata. Se ne stava lì, su quella panchina umida, tutto il giorno, ingobbita nel suo dolore; guardava il tempo passare, attendendo un futuro immaginario.
Sciocca donna senza vita, le ore non ti hanno ancora stancato con il loro ticchettio? Perchè ti alzi al mattino, perché vai a dormire la sera? Perché il tuo cuore batte, te lo sei mai chiesto?
Lui non tornerà.
Il profumo dolce dei ricordi tempesta la tua mente tumefatta senza tregua, sfiancandoti, mozzandoti il respiro in gola; il passato ti strozza, il presente non esiste, il presente non è.
Guardati intorno, vecchia: gli alberi nudi si piegano, cadaveri, nella loro vergogna, mentre le foglie ingiallite gridano rauche sotto i pesanti scarponi dei passanti, e vengono trascinate via dal vortice del vento.
Tutti si trascinano avanti, un passo dopo l’altro, buttando a poco a poco via la loro anima in qualcun altro, mischiandosi, mangiandosi, e quando non hanno più nulla da dare, vagano inquieti come gusci vuoti, con visi cupi, ottenebrati da preoccupazioni effimere: il lavoro, i figli, la famiglia, i soldi, la cena, la televisione, il viaggio, la scuola, il divorzio, l’amante, le corna, la macchina, le bollette, il vestito nuovo, il matrimonio, la denuncia, il prestito. Cos’è questa? Vita? Oh, no, no, giovane innamorata.
Non vita, quella. Solo rosso sangue pompato da un cuore intirizzito, solo movimenti dettati da una massa di poltiglia grigiastra, solo azioni, solo pensieri, solo doveri. Dov’è la gioia? Dov’è l’amore? Dov’è la passione?
Tu la ricordi la passione, donna? Si che la ricordi. La passione ha strappato il tuo petto a morsi famelici, ti ha consumato, con un bacio profondo ed eterno ha rubato ogni piccola molecola d’aria dai tuoi polmoni, prosciugandoti di tutto. E ti è piaciuto, donna immonda. E’ stato il momento della tua vita, ti ha mostrato il vero mondo, il vero Amore.
Tu lo sai che la vita non è ciò che pensano loro, lo sai che sono solo anime erranti, gusci vuoti, lo sai.
E seduta sulla tua panchina lurida, ridi di loro con gusto crudele. Guarda che patetiche che sono le loro sciocche esistenze! Guarda che squallore popola il mondo, che triste grigiume, che pozzo di vergogna! Ridi della loro disperazione, ridi del loro vagare senza fine, ridi della loro condanna!
Tu hai vissuto donna, e niente potrà mai competere; tu che da 10 anni vivi su una panchina, hai amato e hai assaporato la Gioia più di quella madre indaffarata che con un sorrisetto stanco cammina con i bimbi al seguito; più di quel drogato che ogni giorno tira la sua dose nell’angolo; più dell’uomo d’affari e della sua velina che camminano avanti e indietro per mostrarsi alla città in tutto il loro falso splendore.
Ridi tesoro, ridi, mentre la morte ti coglie piano piano. Sono dieci anni che lo aspetti, ed eccolo che finalmente arriva, il treno nero e argento, che ti riporterà da lui. Non aver paura, Sali a bordo; ficcati due dita in gola e vomita tutto il male e il dolore che giorno dopo giorno si appiccica al nostro stomaco senza farsi notare, infiltrandosi in noi attraverso l’aria impura che respiriamo. Vomitalo sopra questa terra sporca e sali a bordo, donna intrepida.
E Sorridi, finalmente; il tuo guscio è rimasto sulla sua panchina, e tu finalmente potrai lasciarti cogliere dalla tua passione.
Non aver paura della brezza gelida: chiudi gli occhi. Ecco. Sei a casa.
  
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