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Autore: maythedanceneverend    05/03/2014    1 recensioni
Questa è una versione alternativa della 5x05, presa dal sogno che Giulia ha fatto qualche mese fa. Qui Beckett, per scagionare lo scrittore, deve confessare alla Gates della sua relazione con lui...
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle, Victoria Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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DECISAMENTE INNOCENTE

 

 

Il capitano Gates camminava avanti e indietro per il suo ufficio. Da mezz'ora ormai, continuava incessantemente a pensare al dialogo avuto con la detective Beckett. Come era possibile che la migliore tra i suoi uomini fosse caduta così in basso? L'integerrima e pragmatica detective della omicidi...come poteva frequentare quello scrittore da strapazzo? Aveva sempre notato un affiatamento particolare tra i due, ma aveva sperato che mai potesse esserci dell'altro.

Era particolarmente evidente il muro che lei aveva costruito attorno a sé: erano numerose le volte in cui passava la notte al distretto per risolvere un caso intricato o in cui chiedeva, di sua spontanea volontà, di fare il turno nei giorni di festa, come Natale o il Ringraziamento.

Mai e poi mai il capitano aveva pensato che Richard Castle potesse abbattere quel muro.

Richard Castle! Sin dal principio non aveva mai ben visto quell'uomo: troppo sicuro di sé, troppo egocentrico.

Gates la Tigre teneva il suo scrittore al Dodicesimo solo perchè era amico del sindaco e cacciarlo via non avrebbe certo giovato alla sua reputazione.

Si era sentita quasi sollevata a vedere Castle accusato d'omicidio! Avrebbe potuto mandarlo finalmente fuori dal SUO Distretto! Tutte le accuse erano contro di lui.

O almeno lo erano fino a che qualcuno non aveva timidamente bussato alla porta del suo ufficio...

 

 

*****************************

 

 

Ancora non poteva crederci. Aveva rivelato tutto al Capitano! La detective Beckett continuava a chiedersi da dove aveva tirato fuori il coraggio per dirle una cosa simile. Lei e Castle...lo scrittore e la musa.

Doveva ancora capacitarsene lei stessa di quella relazione, eppure era riuscita a bussare alla porta di quell'ufficio e a svelare tutta la verità.

Cosa l'aveva spinta? Quale inspiegabile forza aveva agito su di lei?

Quella dell'amore per il suo uomo. Castle non era colpevole ed era suo dovere scagionarlo.

Faticava ad ammettere di essere finalmente innamorata, ma non c'erano altre spiegazioni.

Come avrebbe potuto altrimenti tirarsi la zappa sui piedi e decretare lei stessa la possibile fine della sua carriera da detective?

Con la mente, l'affascinante detective ripercorse i momenti della sua “confessione” alla Tigre.

 

 

*******************************

 

-Avanti! -
-Detective Beckett! Mi dica, ha delle novità sul caso? -

 

Il capitano Gates guardò quasi speranzosamente il capo della Squadra Omicidi. Quei segni sul corpo della donna, le impronte... era un caso complesso, un omicidio minuziosamente studiato, per cui era appena stato accusato quella palla al piede di Castle, e personalmente non vedeva l'ora di venirne a capo.

 

- Veramente no, Signore. Ecco io in realtà.. -
- Detective – la interruppe il commissario – se non ha delle novità, per quale ragione è venuta qui? -
​- Signore... Castle è innocente. -

 

Ecco Kate: hai lanciato la bomba.

 

- Come fa ad esserne così sicura? -

 

In quel esatto momento, lo scrittore entrò nella stanza. Stava indiscretamente origliando (come al suo solito) e non poteva più aspettare fuori, così decise di intervenire in soccorso della sua Kate.

 

- Signor Castle! Le sembra il modo? Entrare così prepotentemente nella mia stanza senza bussare? Questa azione sconsiderata ha per caso a che fare con quello che il detective Beckett mi stava per dire? -

 

Castle e Beckett si scambiarono uno sguardo.

 

- Ecco Signore...quella notte lui era con me -

 

La Gates guardò allibita entrambi, passando lo sguardo da uno all'altra, per poi riprendersi. In cuor suo sperava di aver mal interpretato le parole di Beckett

 

- Vuole dire che...voi due... -
- Sì, Signore. -
​- E non è possibile che il signor Castle se ne sia andato mentre lei dormiva? -

 

A quel punto Beckett scambiò un altro sguardo con Castle. Dovevano lasciare scoppiare quela bomba: ormai era troppo tardi per dissinnescarla. Dovevano sputare tutta la verità: Beckett a costo di perdere il lavoro, Castle a costo di non collaborare mai più col Dodicesimo.

Lei arrossì. Poi fece un bel respiro profondo e lo disse.

 

- No Signore, non è possibile perchè...noi due...ehm...non stavamo dormendo -

 

Il Capitano rimase pietrificata per un attimo.

Il cuore batteva furiosamente nel petto di Beckett. Castle percepì le sensazioni della sua fidanzata e la afferrò per mano, d'istinto. Quella visione riportò la Gates alla realtà.

Con voce insolitamente calma mandò fuori i due, increduli, dalla sua stanza e chiuse la porta. Doveva riprendersi dallo shock e rimettere ordine nella sua mente.

 

 

******************************

 

 

- Castle, abbiamo fatto la cosa giusta, fidati di me
​- Lo so. Ma così facendo ho messo a rischio la tua carriera e la nostra partnership. Se dovessi essere mandata via, non me lo potrei mai perdonare.

 

Kate prese le mani dell' uomo, del suo uomo e le racchiuse dolcemente dentro le sue. Scosse la testa sorridendo.

 

- Non dovresti pensarla in questo modo, sai? Ricordi cosa mi disse il capitano Montgomery poco prima della sua morte? Che si deve trovare il proprio posto nel mondo, quello in cui vogliamo stare. E che se siamo veramente fortunati, troveremo qualcuno che vorrà starci insieme a noi. Mi ci è voluto tempo per capirlo, ma quel qualcuno sei proprio tu e sono sicura che lui già lo sapesse. Ho trovato il mio posto come detective della Omicidi. O almeno credevo, finchè non sei arrivato tu.
Se rimanere alla Omicidi significa chiudere con te, finire la nostra collaborazione, non sentire più le tue pazze teorie, non vedere più il tuo sorriso e la luce nei tuoi occhi quando mi porti il caffè al mattino...se devo rinunciare a tutto questo, allora non voglio starci. Mi dimetto e stavolta definitivamente. Il mio posto sei tu, Richard Edgar Alexander Rodgers Castle. Non dimenticartelo.

- È difficile lasciare uno scrittore con solo due parole in bocca, Kate. Tu ci sei riuscita: ti amo. Non dimenticartelo.

La scrutò un attimo in volto. Nessun segno di incertezza, nessun ripensamento su nessuna, singola parola che aveva detto. Lei capì cosa stava facendo e di rimando curvò gli angoli della bocca all'insù.

I loro respiri si infransero per un istante l'uno contro l'altro. Sorrisero di nuovo. Lui le accarezzò il volto e la baciò, lentamente, con dolcezza.

La donna stava per accoccolarsi sul suo petto, quando il suo telefono trillò. Aveva ricevuto un messaggio.

 

- È il capitano Gates, Castle. Vuole che andiamo tutti e due al Distretto, subito.

 

 

**********************

 

Ormai aveva preso la sua decisione. Non sarebbe tornata indietro, era certa che fosse quella giusta e non aveva ripensamenti. Era stata per ore nel suo ufficio. Aveva camminato avanti e indietro, in tondo, si era tolta le scarpe, aveva di nuovo camminato in tondo e infine si era seduta alla scrivania. Si era tolta gli occhiali per massaggiarsi meglio le tempie, come faceva quando doveva pensare a lungo.

Tutti la conoscevano come Gates la Tigre, la ritenevano quasi come una donna senza sentimenti, il cui unico scopo era quello di fare giustizia, sbattendo i criminali dietro le sbarre.

Era giunta l'ora di sfatare questo falso mito

 

 

 

**********************

 

 

Castle e Beckett avevano talmente fretta che non avevano nemmeno preso l'ascensore. Avevano fatto le recondite scale del Dodicesimo così di corsa che erano arrivati di sopra col fiatone.

Castle si fermò un attimo per riprendere fiato. Inspira, espira, inspira, espira,inspira, espira...

 

- Castle muoviti!- lo spronò la sua partner
- Ehi ehi un attimo! Io non sono mica abituato agli inseguimenti, o bisogno di più tempo per riprendermi!
​- Ne avrai più bisogno quando la Gates ci annuncerà la sua decisione, Castle. Ora muoviti!

 

Lo trascinò per mano, facendogli quasi perdere l'equilibrio.

 

- Incredibile come questa donna riesca a trascinarmi senza fatica nonostante il mio dolce peso -

 

 

**********************

 

Bussarono alla porta.

 

- Avanti! -
- Signore... -
​- Detective Beckett, signor Castle. Prego, accomodatevi -

 

La Gates indicò ai due le sedie di pelle nera di fronte alla sua scrivania. Castle scostò la sedia di sinistra e fece accomodare la sua fidanzata, come un vero gentleman. Poi spostò l'altra sedia e si sedette pure lui.

Intrecciò le mani con quelle di Kate: qualunque fosse stata la decisione del Capitano dovevano farsi forza l'un l'altro.

 

- Bene signori. Sapete già la ragione per cui vi ho chiamato qui, quindi andrò dritta al punto senza tanti giri di parole -

 

Castle strinse ancora di più la mano della sua musa, nervosamente.

 

- Signor Castle io penso che possa anche lasciare la mano della detective per un attimo. Non credo che ci sia bisogno che la tenga.
- Sì sì certo Signore, mi scusi.

 

Controvoglia lasciò scivolare via la sua mano da quella di Kate, per portarsela lungo i fianchi. Quell'ordine della Gates lasciava presupporre una decisione non buona.

 

- Detective io penso che lei sia la migliore nel suo campo. È una donna determinata, decisa e risoluta. Non nascondo la mia non approvazione alla sua relazione con lo scrittore qui presente.
- Signore, io veramente...
- Detective, mi lasci finire per favore. Penso che lei sia molto preziosa per la Squadra Omicidi. Non ho intenzione di sollevarla dal suo incarico: l'ho già fatto una volta e si fidi di me, ho fatto un grave errore. Quanto a lei signor Castle..beh, anche se lei non mi piace, non posso nascondere che anche sia davvero preziosa la sua collaborazione. La percentuale degli omicidi risolti da questo distretto è notevolmente aumentata da quando collabora con la detective.

- Capitano intende forse dire che... possiamo continuare la nostra storia e la nostra collaborazione allo stesso tempo?-

 

Castle sapeva che non doveva interromperla mentre finiva di parlare, ma fremeva per l'agitazione e aveva bisogno di una risposta; non era abbastanza lucido per leggere tra le righe.

 

- Signor Castle, intendo dire che se la vostra relazione non condizionerà in alcun modo la vita del Distretto, se non vi scambierete alcun tipo di effusione qui sul luogo di lavoro, allora sì, potete continuare sia la vostra collaborazione che la vostra relazione .

- Grazie Capitano grazie! Non ha idea di quanto siamo felici della sua decisione, le prometto che non la deluderemo, che non infrangeremo in alcun modo le regole e che...

- Signor Castle, la smetta con i ringraziamenti prima che cambi idea. La mia decisione non implica che adesso noi due possiamo essere grandi amici. Ora andatevene dal mio ufficio e andate a risolvere questo caso! Ora che è stato appurato che lei non era l'assassino, le ricordo che la nostra priorità è trovare quello vero, signor Castle...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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