A chi ha il
coraggio di voltare pagina.
Giro
per casa con i tuoi
calzini a righe preferiti, quelli che mi hai regalato quando sono
venuta ad
abitare insieme a te.
Sono
passata esattamente
tre anni, ma quel giorno me lo ricordo benissimo: appena ho messo piede
nel tuo
appartamento ho notato subito il quadro appeso in salotto, quello che
raffigura
la Tour Eiffel. Ho ammirato la libreria accanto al divano, piena di
libri. Ho
preso in braccio il tuo gatto che dorme sempre nel letto con noi e ho
visto la
bacheca delle foto in cucina, quella che adesso è mezza
vuota perché ho appena
finito di togliere le mie…
Le
ho tolte perché me ne
vado, Harry. Non ne posso più: dovremmo smetterla di
fingere, il nostro amore è
perso.
Ti
amo.
Ci
siamo lasciati domenica
scorsa, ti ricordi? Piangevamo tutti e due in camera da letto, tu non
volevi
dirmi per quale motivo ogni notte sparivi per delle ore. Sai, ti ho
aspettato
molte volte sveglia, ma tu non te ne sei mai accorto: ti limitavi a
baciarmi la
guancia e a sospirare prima di sdraiarti accanto a me.
Ora
ho la testa appoggiata
al muro e tu mi stai guardando dalla cucina, ti stai torturando le
mani.
Capisco che sei nervoso perché stai
allargando il maglione che ti ho regalato lo scorso Natale, continui a
tirarne
l’orlo. Le lacrime ti scendono sulle guance rosse ma non fai
nulla per
fermarle.
Penso
a te che mi prepari
il tè inglese dopo una faticosa giornata al lavoro, alle tue
chiacchiere, ai
tuoi occhiali in bilico sul tuo naso dritto quando leggi, alle tue mani
grandi,
ai tuoi baci dietro l’orecchio che amo tanto e penso a quanto
mi mancherai.
Ho
bisogno di te.
Mi
alzo dal divano marrone
che abbiamo comprato insieme, quello in pelle l’abbiamo
buttato perché hai
detto che non ti sapeva da me. Ti ricordi?
Chiudo
gli occhi per un
momento e inspiro profondamente l’odore di foglie
d’albicocca che circonda casa
nostra, il tuo preferito anche se non lo ammetteresti mai.
Non
lasciarmi andare.
È
ora, mi sistemo il
vestito a fiori che mi hanno regalato i tuoi amici per il compleanno e
mi avvio
verso la porta di casa dove mi aspettano le valigie. Sono lì
già da un po’ e la
mia chiave rosa è già sulla serratura, basta
girarla e ripartiremo da capo. Da
soli.
Ti
prego.
Mi
giro verso di te per
l’ultima volta e ti guardo come solo una persona innamorata
può fare, tu
abbassi lo sguardo. Non ti è mai piaciuto piangere davanti a
me, ma ultimamente
è l’unica cosa che fai. Vorrei stingerti tra le
mie braccia e dirti che andrà
tutto bene, ma sappiamo entrambi che non sarà
così. Né ora né mai, ma sono
sicura che starai meglio senza la mia presenza: sappiamo tutti e due
che stiamo
male.
Possiamo
tornare alla partenza?
Giro
la chiave e stringo la
maniglia. Mi viene da piangere ma non posso: tu non avresti il coraggio
di
andartene.
Apro
la porta senza ripensamenti
e mi porto dietro tutte le valigie, tu mi guardi dal pianerottolo
mentre scendo
le scale e mi chiami.
Sei
la parte migliore di me.
«Cora,
non te ne andare.»
mormori passandoti la manica del maglione sugli occhi, poi mi guardi
con quello
sguardo che non sopporto, e lo sai. Ma tu lo fai apposta: vuoi che
rimanga perché
te l’ho promesso, qualsiasi cosa accada.
Io
mi rigiro per andarmene
ma tu sei accanto a me e mi stingi la vita.
Come
faccio a lasciarti?
«Per
favore» continui a
dire mentre mi stringi sempre di più con le tue braccia
muscolose e tatuate.
E
poi mi baci con le tue
labbra carnose, morbide e rosee e mi dimentico di cosa significa vivere
nelle
tue bugie.
Mi
baci e mi sorprendi.
Mi
baci e mi fai mancare il
respiro.
Mi
baci e mi ricordo di
quando la notte mi stringi perché hai freddo, della tua
schiena piena di nei, delle
nostre tazze personalizzate che hai fatto fare, di quando suoni la
chitarra, di
quando mi ripeti che ti piacciono le mie lentiggini e le baci, della
tua risata
e di come mi guardi quando arrossisco: mi ricordo che mi ami tanto
quanto io
amo te.
E
allora penso che forse
siamo in grado di farlo funzionare, anche se tu scappi la notte e io voglio sapere
perché lo fai. Anche se a
mia madre non piaci e tua cugina mi guarda di sbieco. Anche se per te
salto
qualche lezione all’università e tu alle volte non
vai al lavoro perché vuoi
starmi vicino quando sto male.
Anche
se sono lontana dalla
perfezione, anche
se non posso darti le
stelle, anche se non
alzo il volume
della radio cantando “tesoro, tu sei
l’unico”, anche se non ti accompagno alle
feste, posso sforzarmi un po’ di più
perché ti amo.
Anche
se tu non ti ricordi
il nostro anniversario, anche se le battute dei tuoi amici fanno pena,
anche se
tua sorella mi squadra ogni volta che mi vede, anche se hai le mani
fredde,
anche se bruci la cena, facciamolo funzionare perché tu sei
la mia aria.
«È
vero che il nostro amore
è perso, ma io non voglio
rinunciare a
quello che abbiamo. » mi dici sfiorandomi le labbra con le
tue.
Io
mi allontano un attimo,
guardo i tuoi occhi verdi, guardo le tue labbra e sento che mi sei
mancato
davvero in questi giorni e allora, prima di accarezzare la tua bocca
con la mia
rispondo: «Forse potrei restare un po’
più a lungo.»
Tu
sorridi e io vorrei solo
dirti che ti bacerei quando incurvi le labbra per sentire il sapore del
tuo
sorriso in bocca, sempre.
E sono sicura che tutti stiano sperando che il nostro amore ritrovi la strada.
Bonjour
tout
le monde,
Eccomi
con la mia prima one-shot su Harry
ispirata alle canzoni di Emeli Sandé.
Devo
dire che queste mini vacanze mi hanno fatto
benissimo (un po’ meno riguardo la scuola perché
sono tutto il giorno in
pigiama e non ho combinato nulla haha).
Eeeh,
nulla. Se fate un salto anche nelle altre
storie che ho in corso mi farebbe davvero piacere.
Se
volete recensire ben venga, altrimenti pace.
Bisous,
♥
voxes