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Autore: xNewYorker__    05/03/2014    2 recensioni
A Nara si parlava di una giovane e spietata dea dagli occhi di fuoco, che calpestava e incendiava ciò che aveva davanti, che possedeva una risata incantatrice, una pelle di diamante e parole di vento.
Si parlava di una giovane e spietata dea e di una schiava bambina, di fiamme, sevizie e malvagità.
Si parlava di una giovane e spietata dea condotta a morire dal suo stesso animo, dal suo stesso amore.
Era una giovane dea distrutta. E nella sua distruzione era mortale. Era mortale come coloro di cui aveva abbattuto le case e dato in pasto le carni alle sue bestie
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Non è mai conveniente sottovalutare il potere di una donna di fuoco.
Genere: Drammatico, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Talvolta passavano intere giornate prima che l’imperatore Alessandro lasciasse le sue stanze.
Delegava ai suoi più fidati collaboratori le riunioni con gli strateghi, lasciando solo con un curvarsi di labbra pranzi che avrebbe sempre voluto evitare, grandi banchetti a cui avrebbe dovuto assolutamente presenziare.
Una delle sue ultime campagne era durata più del previsto: l’imperatore si era trattenuto in terra nemica per più di un anno. Ma c’era qualcuno che conosceva molto più di ciò che lui aveva deciso di far trasparire dai suoi ambasciatori.
Gli ambasciatori non avrebbero sempre potuto proteggerlo da se stesso.
Ettore, il più fidato amico del giovane Glorioso, aveva preso parte ad una delle sue ultime riunioni, prendendo nota delle decisioni degli irrequieti comandanti militari, restii ad ascoltarlo, ancora una volta.
Il soldato lasciò l’assemblea mentre si stava ancora svolgendo, irritato dal comportamento egoista dei capi, permettendosi di allontanarsi verso i corridoi del palazzo, seppure timoroso della reazione di Alessandro.
Incrociò per errore lo sguardo della moglie di quello, rivolgendole, quasi audacemente, un sorriso, mentre lei fermava il suo passo con l’intenzione di parlargli. «Ettore», lo richiamò, facendolo voltare con sorpresa, «hai notizie di Alessandro?».
Quella volta, il soldato non sapeva cosa risponderle. Scosse mestamente il capo, guardandola negli occhi. «Purtroppo no. Ma non temere, sarà presto di ritorno».
Le fiamme negli occhi di Astrea si accesero come non succedeva ormai da molto tempo, a quella rassicurazione. Aveva la certezza che il marito sarebbe tornato, ma non quella di volere davvero il suo ritorno.
«Ho bisogno del tuo aiuto, Ettore». Abbassò d’istinto il tono della voce. In ogni caso era consapevole del fatto che gli dei, in un modo o nell’altro, vegliassero su di lei e sulla sua casa da sempre. «Alessandro ha una figlia».
«Una figlia? Ne sei sicura?».
«Una bambina di un anno, dai capelli neri e gli occhi chiari. In Asia. Anche io ho le mie fonti».
Ettore si concesse qualche secondo di riflessione. «Di cosa hai bisogno?».
Astrea dagli occhi di fuoco non nascose un sottile sorriso di trionfo, alla sua domanda così disponibile. Era sicura che per lei avrebbe navigato mari in tempesta, e solo per vedere quel sorriso. E aveva ragione.
«Voglio quella bambina», disse, secca, come un pugnale dritto al cuore, lasciando Ettore immobile di fronte a sé.
«Cosa hai intenzione di fare?».
«E’ figlia di mio marito. E’ di una classe sociale bassa. Non sopravvivrebbe un mese di più».
Il guerriero aveva sempre tentato di vedere del buono dentro a quella donna che aveva sempre guardato in maniera diversa dalle altre, eppure non sarebbe mai riuscito a spiegarsi certi volontari atti di pura generosità che millantava di voler portare avanti. In quelle sue parole avvertì la menzogna a distanza.
«Ti conosco molto poco, ma abbastanza da sapere che queste non sono le tue reali intenzioni».
Astrea dagli occhi di fuoco non gli diede nient’altro che un sorriso, in risposta alle sue veritiere insinuazioni.
«Credi di riuscire a portarmela prima del rientro di Alessandro?».
«Alessandro non deve saperlo?».
«Non deve assolutamente saperlo», confermò.
Ettore indugiò sulla sua figura ancora per qualche istante, riflettendo sul da farsi.
Fu in quel momento che la dea tese una mano avanti, carezzandogli docilmente una spalla con la punta delle dita, e seguendo quegli occhi sfuggenti perché si incatenassero finalmente ai suoi.
«Ettore...», soffiò, «non tutto ciò che viene perpetuato all’interno di questo palazzo, sai, è per opera e volontà di Alessandro... immagino che un valoroso guerriero, quale sei tu, apprezzerebbe essere causa di orgoglio, da parte della sua signora...». Gli sorrise appena, tracciando con le dita i contorni dei muscoli forti. «Non saresti felice, dimmi, di farmi un favore?». Sostenendosi alle spalle di lui, dopo avere osservato i corridoi con circospezione, accostò le labbra al suo orecchio. «In seguito, magari... io potrei fare un favore a te».
Per la prima volta, le parole lo abbandonarono prima ancora di cavalcare per le lande oscure ed interminabili della sua mente.
Strinse le labbra, tentando di tenere a freno ancora un po’ l’impulso, e, totalmente dimentico delle fedeli promesse all’amico, respirò piano, per trovarsi in grado di pronunciare una risposta degna di Astrea.
Prima ancora che lei si scostasse dal suo corpo, un giuramento era stato portato a termine, con una solennità degna della dedizione e del coraggio del giovane soldato. «Avrai quella bambina».


Angolo autrice:

Avete, lettori.
Sto aggiornando questa storia vergognosamente in ritardo. Mi rendo conto che il primo capitolo risalga a Maggio, eppure non ho avuto assolutamente ispirazione per continuare. Fino ad ora, almeno. 
Ho ripreso in mano questo primo interludio solo poco fa, e l'ho riletto e riletto per rendermi conto se valesse davvero la pena di pubblicarlo. Io credo che sia valsa, ma attendo, naturalmente, le vostre conferme.
Intendo spiegarvi un po' la funzione della struttura di questa storia: verranno inseriti, di tanto in tanto, diversi interludi - questo è, come specificato, il primo di una serie -, nei quali verranno esplicate le ragioni di comportamenti attuali, le motivazioni di situazioni frequenti, e compariranno scene del passato che non mi sento di inserire in flashback all'interno dei capitoli ordinari. 
"La schiava bambina" è, per l'appunto, un interludio che fa luce sulla presenza di Aura a palazzo: Aura è - ma lo sapevate già -, infatti, figlia dell'imperatore Alessandro, da lui non riconosciuta, in quanto avuta da una donna in Asia, durante una campagna di conquista. [Preciserei qui che le strutture, quanto a possedimenti e regole, sono liberamente modificate da me - non consideratemi un'eretica, ho specificato anche il genere fantasy per non incappare in accuse di quel genere, ha!] 
In questo interludio incontriamo anche Ettore, già conosciuto in circostanze ben più spiacevoli, quali quelle del prologo, nel quale si trova ad uccidere, con le sue stesse mani, la donna che - come potete vedere da queste poche righe - ha desiderato a lungo. 
Incontriamo un Ettore di certo diverso da quello del prologo - per fortuna -, un Ettore la cui integrità morale è cantata per tutta la corte: ma si manterrà intatta? Beh, avete ampio spazio di speranza, su questo punto. E' sicuramente molto suscettibile al comportamento di Astrea, moglie del suo fidato compagno di avventure, l'imperatore Alessandro; e si fa infatti convincere con molto poco. 
Mi auguro che, seppur breve, questo interludio vi sia piaciuto. 
Spero che chi ha iniziato a seguirmi quando pubblicai il prologo continuerà a farlo - e scusatemi per l'attesa, chiedo venia! -, e che qualcuno di nuovo, magari, venga qui a farmi visita. Sarebbe un piacere.
A presto, 
- xNewYorker__/Chris

 
   
 
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