Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    05/03/2014    19 recensioni
Dopo lunghi secondi di insolito silenzio, Elsa ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo per posarlo sul volto della sua sorellina.
« Anna, va tut- ».
« Tu dormi nuda! ». Esclamò con un grido la più piccola, additandola come se fosse uno strano animale.
La più anziana fece per aprire bocca e ribattere, ma la rossa la interruppe, gridando ancora.
« E stavi sbavando! »
La bionda si portò istintivamente una mano alle labbra incriminate, le gote tinte di un rosa acceso.
« E russi! » Insisté Anna, sempre strillando.
« Questo non è vero! »Ebbe la forza di esclamare in risposta la regina, il viso che le andava ormai in fiamme. L’espressione scioccata di Anna si trasformò presto in un ghigno divertito.
« Oh, è alquanto vero. Sei persino peggio di Sven ». La schernì, provocando un sospiro esasperato dell’altra.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti amici di Arendelle! Da quanto tempo che non mi facevo sentire, eh? 
Dio solo Calime sa quanti secoli erano che volevo pubblicare questa storia e il mio quaderno di latino sa da altrettanto tempo quanto è stata a marcire tra le sue pagine. Mi sarebbe tanto piaciuto postarla domenica notte o lunedì mattina, per festeggiare le doppia vittoria riportata agli Oscar *saltella in giro per la stanza al pensiero e le tornano i brividi al ricordo*, ma alla fine ho riscritto parte della trama ed è venuta fuori una cosa parecchio più lunga di quanto originariamente mi aspettassi.
For the first time in forever (se l'avete letto cantando vi meritate un abbraccio virtuale) eccomi con una fan fiction su Anna e -soprattutto- Elsa totalmente priva di Angst e, anzi, vi dirò di più: ha anche con una vena comica!
Roba da non crederci, eh?
L'idea è nata parlando con Calime di Elsa, del suo essere apparentemente perfetta e del fatto che, secondo me, in realtà sotto sotto è "un'altra Anna". 
Quindi, qui per voi *si sentono i grilli* "COME SPUTTANARE UNA REGINA" "Il Lato Anna"!
*Si assicura di aver segnalato l'OOC* bene, ora vi lascio in pace. Perdonate gli errori e/o le sviste, spero sia di vostro gradimento! ^-^
Buona lettura

Besos 

 

Il Lato Anna

Da quando le porte erano state aperte di nuovo, non era insolito il continuo via vai dal castello ai porti di Arendelle, dove arrivavano ogni giorno principi, funzionari e consiglieri da tutti i regni vicini. Erano in molti a richiedere il paese come alleato commerciale… anche se in realtà si sperava più in alleanze di tipo bellico, visto che i poteri della regina avrebbero potuto facilmente stabilire l’esito di un eventuali guerre.
Da regno sperduto, silenzioso e dimenticato tra i ghiacci dei fiordi, Arendelle era divenuto una vera e propria reliquia.

Anche quel giorno sarebbero giunti degli ospiti. L’incontro era previsto per il tardo pomeriggio e la principessa Anna aveva deciso di ammazzare il tempo facendo una piacevole passeggiata lungo il porto con Kristoff, che aveva insistito affinché vedesse l’alba con lui.
Il cielo era terso e ancora dipinto di leggere sfumature violacee, quando i primi galeoni apparvero all’orizzonte. Avendo avuto giornate molto intense per quanto riguardava burocrazia e amministrazione, Elsa aveva fatto la gentile richiesta di una mattinata libera.
A quanto pareva, i venti e le maree le erano stati avversi e la piccola flotta, che navigava sotto la bandiera delle Isole Orientali, era giunta con quasi dieci ore di anticipo.
Anna vide i vascelli avvicinarsi rapidamente e, dopo essersi scusata una mezza dozzina di volte col mastro del ghiaccio per l’imprevisto, montò in sella al suo cavallo e galoppò verso il castello, sperando di riuscire a far guadagnare un po’ di tempo alla sorella maggiore. Non si concesse neppure il tempo di dissellare il suo stallone: dopo aver lanciato le redini al giardiniere, saltò giù dalla sella e, senza la benché minima esitazione, volò su per le scale e fece irruzione nella stanza della regina, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle.
« Elsa, sbrigati! Sono in anticipo! » Esclamò correndo ad aprire le tende e spalancando le finestre ancora chiuse, lasciando che il tiepido sole mattutino inondasse di luce la stanza.
Lanciò un’occhiata alla figura addormentata nel grande letto a baldacchino, immobile sin dalla sua irruzione. Dormiva con la testa scompostamente appoggiata su un gomito e la bocca leggermente aperta. Le spalle nude e i piedi scalzi erano le uniche cose che sporgevano da sotto le lenzuola. Un ammasso di cespugliosi capelli biondi e una frangia disordinata coprivano parzialmente il volto profondamente rilassato, gli occhi chiusi cerchiati da profonde borse scure.
Dove diavolo era Elsa?
Anna rimase a guardare ancora poco convinta la sconosciuta che dormiva profondamente nel letto della sua bellissima sorella maggiore. Intimorita e presa alla sprovvista afferrò un cuscino ed un candelabro da usare come eventuali armi di difesa. Con un gesto secco e deciso colpì la testa della ragazza col cuscino e allungò il candelabro nella sua direzione, pronta a colpirla anche con quello, nel caso in cui fosse stato necessario. L’estranea sussultò e scattò seduta, gli occhi cerulei sgranati e una mano sulla tempia appena colpita.
« Anna! C-Che cosa stai facendo? » Sbottò.
« E-Elsa?! » Balbettò la rossa sconvolta, riconoscendo la bionda solo dalla voce.
« Sì, tua sorella maggiore, la regina di Arendelle, quella che ha congelato tutto quanto ». Confermò la più grande, guardandola leggermente accigliata mentre continuava a massaggiarsi la testa.
Quando Anna non smise di fissarla con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, la regina si rese improvvisamente conto di essere senza vestiti e così afferrò maldestramente le lenzuola, affrettandosi a coprire il petto nudo.
« Capisco le porte aperte, ma almeno si potrebbe bussare… » Biascicò, guardando l’ammasso di coperte che teneva in grembo, le guance paonazze.
Dopo lunghi secondi di insolito silenzio, Elsa ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo per posarlo sul volto della sua sorellina. « Anna, va tut- ».
« Tu dormi nuda! ». Esclamò con un grido la più piccola, additandola come se fosse uno strano animale.
La più anziana fece per aprire bocca e ribattere, ma la rossa la interruppe, gridando ancora.
« E stavi sbavando! »
La bionda si portò istintivamente una mano alle labbra incriminate, le gote tinte di un rosa acceso.
« E russi! » Insisté Anna, sempre strillando.
« Questo non è vero! »Ebbe la forza di esclamare in risposta la regina, il viso che le andava ormai in fiamme. L’espressione scioccata di Anna si trasformò presto in un ghigno divertito.
« Oh, è alquanto vero. Sei persino peggio di Sven ». La schernì, provocando un sospiro esasperato dell’altra.
« Ne hai ancora per molto? No, perché se mi hai svegliato nel mio primo giorno di riposo dopo settimane solamente per- ».
La principessa si ricordò improvvisamente della ragione per cui si trovava lì in quel momento e interruppe per l’ennesima volta la sorella maggiore.
« Accidenti! No, assolutamente! Gli ospiti sono arrivati, Elsa, sono in anticipo! Ho visto la nave avvicinarsi al porto circa mezz’ora fa ».
« Cosa?! » Elsa balzò in piedi, gli occhi sgranati. « Li aspettavo per questa sera! Sono impresentabile! ».
Anna spostò educatamente lo sguardo e pose una mano davanti gli occhi, un sorrisetto imbarazzato le dipinse il volto mentre faceva notare alla sorella di essere ancora senza vestiti.
La regina si precipitò nella sala da bagno borbottando qualcosa sulla privacy e, solo dopo che la porta fu sbattuta, Anna abbassò la mano dal suo volto. Osservò con un dolce sorriso la stanza di sua sorella, la sua sorella perfetta, avvolta nel caos più totale.
« Elsa? » Chiamò, spostandosi davanti la porta del bagno. « Vuoi che vada ad intrattenerli? » Propose, riferendosi agli ospiti.
Lo scroscio dell’acqua s’interruppe bruscamente. « No. Gerda li farà aspettare nel mio studio, sa come agire in queste circostanze. Tu devi darmi una mano a prepararmi ».
La rossa ebbe un piccolo sussulto e per qualche istante giurò di sentire il cuore esploderle nel petto: Elsa le stava chiedendo aiuto. Elsa necessitava del suo aiuto. Il suo.
Certo, doveva essere parecchio disperata… o forse solo troppo imbarazzata per chiamare qualche domestico. Ad ogni modo, ad Anna questo non interessava. Tutto ciò che era importante sapere in quel momento era che Elsa aveva bisogno di lei.
« Va bene, qui ci penso io! È tutto sotto controllo. Ispeziono la stanza- » Iniziò, correndo ad aprire i cassetti.
« Anna… »
« Ti difendo dagli impostori! » Esclamò, controllando che nessuno si fosse appostato sotto il sontuoso letto a baldacchino.
« Anna ».
« Userò il candelabro! » Aggiunse con un sorriso e gli occhi brillanti, afferrando la fedelissima arma.
« Anna! »
L’urlo della sorella la spaventò e, nel panico, lanciò l’oggetto che finì per schiantarsi contro un  vaso, mandandolo in frantumi. Sentì il sospiro rassegnato di Elsa nonostante la porta chiusa.
« Scusa… » Biascicò in imbarazzo.
« Non importa. Potresti, adesso, cortesemente, preparare il mio abito da ricevimento? ».
La rossa rinsavì quasi immediatamente « Sì, Vostra Altezza! ». Esclamò con orgoglio, mentre correva verso il grande armadio della sorella. Una volta aperto, rimase a fissare in estasi l’interno per dei lunghissimi secondi.
« Elsa? » Chiamò -per l’ennesima volta-, la voce che le usciva a malapena, tanta era la meraviglia di trovarsi dinnanzi a quelle decine di bellissimi abiti.
« Qualcosa non va? » Si preoccupò la più grande.
« Sì. No. Cioè… ugh! Accidenti Elsa, il tuo guardaroba è meraviglioso! »
La risata cristallina della regina risuonò tra le pareti della stanza « Ti ringrazio. Allora, qual è il problema? »
« I tuoi vestiti. Ne hai così tanti, quale devo prendere? Insomma, c’è quello di ghiaccio che è davvero meraviglioso ma non credo sia poi così adatto all’occasione. Sai, lo spacco, le spalle scoperte. O forse mi sto sbagliando. Insomma è davvero perfetto, non pensare che non lo sia! Cioè, tutto quello che fai o che tocchi è perfetto. Tu sei perfetta. Aspetta, che? »
Elsa rise nuovamente e, nonostante la porta a chiusa, era sicura che la sua adorabile sorellina fosse arrossita.
« Anna, calmati ». La riprese dolcemente « Quello che mi serve è l’ultimo a sinistra ».
La principessa fece scorrere dolcemente la mano su tutti i capi, arrivando finalmente a quello che le aveva indicato sua sorella. Lo estrasse lentamente e lo posò sul letto, prendendosi finalmente qualche istante per guardarlo.
Era un abito lilla col davanzale blu scuro, che andava indossato assieme ad un lungo gilet nero con dei dorati ricami floreali. Elsa non l’aveva mai messo, di questo ne era certa, eppure lo aveva già visto da qualche parte.
Sfiorò dolcemente la stoffa morbida, leggermente usurata in un paio di punti e il respiro le morì in gola quando si rese conto di avere tra le mani il vecchio abito di sua madre.

Era passata quasi mezz’ora da quando l’acqua era stata chiusa, eppure Elsa non aveva ancora abbandonato la stanza da bagno. Da diversi minuti Anna la sentiva borbottare tra sé e sé parole incomprensibili, spesso sbuffava, ma ancora non si decideva ad uscire.
« Tutto bene? » Ebbe il coraggio di chiedere la rossa, dopo l’ennesima imprecazione della sorella.
« Sì ». Rispose prontamente la regina e il silenzio avvolse le due sorelle per dei lunghi istanti. Elsa sospirò pesantemente « No ». Ammise.
« Vuoi una mano? ». Era stata una proposta semplice, abbastanza spontanea da convincere facilmente la regina, che aprì lentamente la porta del bagno. Quando Anna entrò dentro vide sua sorella, avvolta in un asciugamano, che con una mano teneva una spazzola per capelli completamente ricoperta di ghiaccio. Sul volto un’espressione afflitta e seccata.
Alla rossa sfuggì un risolino e immediatamente la platinata l’ammonì con un’occhiataccia.
« Se sei qui per prendermi in giro credo di potermela cavare anche da sola ». Ringhiò, le guance arrossate per l’ira e –ancor di più- per l’imbarazzo.
 « Scusa, non volevo ». Ridacchiò ancora Anna, mentre prendeva la spazzola gelida dalle mani della sorella. Si diresse verso il lavandino e, dopo aver aperto l’acqua calda, pose l’oggetto sotto il flusso, in attesa che il ghiaccio si sciogliesse.
Ci vollero alcuni minuti, ma finalmente tornò ad occuparsi della sorella: per prima cosa fece accomodare Elsa sullo sgabello posto davanti l’immensa specchiera, poi iniziò dolcemente ad addomesticare la selvaggia chioma argentea, allisciandola fino ad ottenere dei morbidi boccoli.
La stanza era gelida nonostante il vapore ed Anna capì che era suo dovere distrarre la sorella, in balia del suo nervosismo.
« E così dormi nuda ». Esordì, un sorrisetto furbo sul viso lentigginoso.
« Accidenti, Anna! Vogliamo farne il problema del giorno?! » Esclamò la più grande, ormai al limite dell’esasperazione.
La rossa scoppiò in una fragorosa risata, che non poté che aumentare quando vide le guance della sorella andare a fuoco.
« A mia discolpa posso dire di non essermi mai dovuta preoccupare di come dormissi, visto che non ero solita ricevere ospiti all’alba. O a riceverne proprio ». Sbuffò la bionda, sperando di mettere una pietra sulla faccenda.
« Oh beh, sarà un problema in meno per l’uomo che sposerai ». Constatò la principessa.
« Anna! »
E questa volta, le risate di Anna si sentirono probabilmente lungo tutti i corridoi del castello.
« Dovresti vergognarti a fare certe allusioni ». La riprese la maggiore, borbottando.
« Perdonatemi, Vostra Altezza, preferite forse che parli dell’orchestra che mettete su mentre dormite? » La provocò ancora una volta la più piccola.
« Ti ho già detto che non russo ». Si difese la regina a denti stretti.
« L’importante è crederci, sorellina ».

Erano le dieci quando le due ragazze lasciarono le stanze della regina, finalmente pronta ad accogliere dignitosamente gli ospiti delle Isole Orientali. Stavano camminando lungo il corridoio, ancora punzecchiandosi a vicenda, quando udirono distintamente delle voci provenire dalla hall principale. Elsa si arrestò improvvisamente, sul volto un’espressione mista di sorpresa e preoccupazione.
« Credevo che Gerda li avesse fatti accomodare nel mio studio ». Disse a bassa voce, impreparata a riceverli appena svoltato l’angolo.
« Lo studio, la hall, la sala del trono, che vuoi che sia. Per me sono tutte uguali ». Constatò Anna con leggera ironia, sperando di sdrammatizzare la situazione.
Quando Elsa andava nel panico tendeva a complicare anche le più piccole cose.
« Non è uguale, Anna ». La riprese la bionda « Hanno aspettato qui, in piedi, per quasi tre ore. Riesco già ad immaginare i loro commenti sulla pessima accoglienza riservata! Commenti che porteranno a delle discussioni, discussioni che creeranno dibattiti, dibattiti al termine dei quali verrà stabilita la rottura dell’alleanza tra Arendelle e le Isole Orientali! »
La rossa roteò gli occhi e si affrettò a posare con fare confortante entrambe le mani sulle spalle della sorella maggiore, cercando di rivolgersi a lei con il tono più dolce che era in grado fare.
« Calmati. Respira ».
La regina ubbidì con riluttanza, guardando negli occhi della sorellina alla ricerca di un’ancora a cui aggrapparsi.
« Nessuno ti giudicherà per un ritardo. Quindi adesso va’ giù, accogli i tuoi ospiti così come avresti fatto tra qualche ora e mostrati per la meravigliosa sovrana che sei ». Concluse Anna, rivolgendole un piccolo sorriso, presto ricambiato dalla più grande. La platinata prese un profondo respiro e con un gesto spontaneo si lisciò la treccia drappeggiata sulla spalla.
« Sono pronta ». Sospirò.
« Allora vai ». Disse Anna, incoraggiandola con una piccola spinta.
Non appena la regina svoltò l’angolo, la principessa poté udire distintamente i commenti ricchi di apprezzamento da parte degli ospiti e sorrise a sé stessa, con la consapevolezza che parte della bellezza di Elsa era merito suo.
Con soddisfazione prese a camminare per il corridoio, con l’intenzione di tornare nella sua stanza, quando sentì un tonfo inaspettato provenire dalle sue spalle. Allarmata, si precipitò a controllare cosa fosse accaduto, solamente per trovare Elsa scompostamente aggrappata ad uno degli uomini che l’attendeva alla base delle scale. La rossa si portò una mano al volto mentre la sorella continuava a chiedere perdono per la sua sbadataggine e lentamente si rimetteva in piedi.
« Vi ho già detto che non dovete scusarvi, Vostra Maestà, sono ben consapevole del fatto che gli abiti femminili siano alquanto difficili da portare e che anche la più aggraziata delle dame a volte finisca con l’inciampare tra i suoi stessi passi ». Le sorrise benevolmente l’uomo, anzi no, il ragazzo, che l’aveva presa al volo.
« Non dovrebbe, tuttavia, accadere ad una regina ». Sorrise Elsa, le guance rosse per l’imbarazzo « Vi ringrazio per l’aiuto, ser… ».
« Principe Kurt delle Isole Orientali, terzo nella linea di successione. Al Vostro servizio, Regina Elsa ». Si presentò il ragazzo, inchinandosi elegantemente.
La temperatura calò improvvisamente, chiaro segno delle difficoltà che la bionda stava riscontrando.
« Oh, b-bene. Il p-principe… » Balbettò, cercando di guardare ovunque tranne che in direzione dell’avvenente giovane dai morbidi capelli castani e i penetranti occhi azzurri.
« Vi sentite poco bene, Altezza? » Chiese premurosamente un altro uomo. Era sulla sessantina, attraente nonostante l’età piuttosto avanzata, ordinatissimo nella sua uniforme bianca.
Anna lo riconobbe facilmente, era un volto piuttosto noto da trovare nelle ultime enciclopedie che tenevano nella biblioteca. Ser Handerson, Consigliere delle Isole Orientali da più di trent’anni.
« N-no. V-va tu-tut- ». Elsa s’interruppe, consapevole del suo imbarazzante balbettio. Prese un profondo respiro e tentò di rilassarsi il più possibile prima di ricominciare a parlare.
« Perdonatemi. Come dicevo, va tutto benissimo. Vi prego di seguirmi nel mio studio, dove avremo modo di discutere con più calma e tranquillità ». Asserì, riacquistata finalmente la compostezza che l’aveva da sempre distinta.
Anna decise che non si sarebbe persa quella piccola riunione per nessun motivo e, silenziosamente, seguì il gruppetto fino allo studio di Elsa. Dopo aver udito lo scatto della serratura, si avvicinò trascinando con sé una sedia, sulla quale non perse tempo ad arrampicarsi al fine di arrivare alla piccola finestrella di vetro posta appena sopra la porta, sperando di riuscire a cogliere stralci di conversazione.
 « Vi chiedo ancora di perdonarmi per l’inammissibile ritardo, come ho già accennato poco prima, non vi aspettavo prima di questa sera al tramonto ». Esordì Elsa.
« Il dispiacere è nostro, Vostra Maestà, non volevamo rovinarvi una piacevole giornata di risposo ». Si scusò a sua volta il principe Kurt, un sorriso dolce sul volto, che venne presto ricambiato dalla regina.
« Avremmo comunque aspettato altrettanto tempo, se non di più, pur di ritrovarci al vostro cospetto ». Disse Ser Handerson, i baffi grigi curvi in un leggero sorriso « Abbiamo sentito grandi cose sul vostro conto, Maestà. Immagino sappiate che le Isole Orientali erano in ottimi rapporti con Arendelle quando vostro padre era il regnante. Un’alleanza che dava i suoi frutti, non c’è che dire ».
« Sì, ne sono a conoscenza Ser Handerson ». Annuì Elsa, capendo che l’uomo non avrebbe perso tempo ad illustrarle il motivo della loro visita.
« Dopo la morte di Re Walt, riposi in pace, il legame tra i nostri regni si è lentamente affievolito. Comprensibile, visto che Arendelle è stato per tre anni senza alcun sovrano. Tuttavia, adesso che gode della vostra incantevole presenza, credo sia giunto il momento di rinnovare vecchi contratti e far sì che l’antica alleanza torni solida come lo era un tempo ». Espose il Consigliere.
« Non potrei essere più d’accordo ». In un gesto automatico, Elsa aprì uno dei cassetti alla sua sinistra ed afferrò un foglio di carta bianco. Intinse accuratamente una piuma nell’inchiostro ed iniziò a scrivere un nuovo trattato, il tutto con massima cura e compostezza. Per diversi minuti, la regina godette di un religioso silenzio, che venne rotto solamente quando era in procinto di applicare il suo sigillo sulla lettera.
« C’è solo un piccolo problema, Vostra Grazia ». Disse Handerson con un tono più basso ed incerto di quello fino a quel momento utilizzato.
Elsa alzò lo sguardo e alzò leggermente un sopracciglio, incuriosita. « Sarebbe? »
« Beh, dopo tutto questo tempo in cui non è avvenuto un solo scambio –di qualsiasi tipo- tra Arendelle e le Isole Orientali e visti gli avvenimenti più recenti, le persone… ecco, come dire… ». L’uomo si grattò la nuca in imbarazzo e distolse lo sguardo, alla ricerca delle parole giuste da utilizzare.
« Non si fidano di me ». Concluse Elsa, un amaro sorriso sul volto perfetto. Era ormai abituata al timore che le persone nutrivano nei suoi confronti, o meglio, nei confronti dei suoi terribili ed affascinanti poteri. Ma l’abitudine non le avrebbe mai risparmiato il dolore di tale consapevolezza.
« Sono solo un po’ diffidenti! » Si affrettò a correggerla il principe Kurt, notando probabilmente il suo stato d’animo.
« Nulla che non si possa risolvere con un paio di ottime mosse ». Aggiunse immediatamente dopo il Ser, sicuro delle sue parole.
« Sentitevi libero di espormi le vostre idee ». Biascicò Elsa.
« Oh, è in realtà molto semplice ». Sorrise il Consigliere, lanciando un’occhiata sospetta al principe al suo fianco, il quale non perse tempo ad alzarsi in piedi e ad inginocchiarsi al cospetto di Elsa, la testa china e la voce solenne.
« Regina Elsa, mi concedereste l’onore di prendervi come moglie? »
« Aspetta, che?! »
Anna ed Elsa –ognuna dalla propria postazione- avevano urlato praticamente all’unisono, sconvolte dalla proposta del tutto inattesa.
La regina fu la prima a ricomporsi e a correggersi « Intendevo… insomma, credo di essere confusa ». La voce le uscì a malapena, tanto era scossa.
« Le Isole Orientali sono una delle potenze commerciali più importanti di tutta l’Europa Settentrionale, annettendola ad Arendelle il dominio sarà talmente vasto che ci permetterà di dominare su una buona parte del Nord ». Illustrò Ser Handerson, parole sicuramente già misurate da giorni.
« Ca-capisco ». Sussurrò Elsa, lo sguardo fisso in direzione del giovane ancora inginocchiato dinnanzi a lei.
« Allora, cosa ne dite? »
« Dico che è una proposta davvero inaspettata. Un buon inaspettato, non fraintendete. Arendelle e le Isole Orientali che dominano i fiordi, che figata! No. Cioè, q-quello che voglio dire è che sarebbe un’alleanza molto proficua. Le navi di qua, gli scambi di là, le ostriche che vanno e vengono dalla cucina. Amo le vostre ostriche, sono le migliori tra tutti i regni vicini! Non che gli altri regni siano meno importanti dei nostri, sia chiaro. Ogni regno è importante ed ha un ruolo specifico nella nostra piccola rete commerciale. Certo, forse Arendelle adesso è leggermente avvantaggiato col suo commercio del ghiaccio, magari questo suona presuntuoso… ma non mi sto vantando! Insomma, non credo di essere brava nemmeno la metà di quanto lo era mio padre, però ora che i miei poteri sono venuti allo scoperto non mi sorprende troppo il fatto che tutti stiano venendo a propormi alleanze o matrimoni. Quando si è in guerra si cerca di stare alla larga dai nemici più potenti. Un’ottima mossa è averli come alleati. Non che voglia dichiarare guerra a nessuno, ovviamente, però sapete tutti che in caso di scontro Arendelle avrebbe la meglio e che potreste ritrovarvi con i sederi congelati se foste accidentalmente dalla parte sbagliata. ». Era stata un fiume in piena, uno sfogo che racchiudeva anni di rabbia repressa e di consapevolezze duramente respinte. Quando si rese conto di aver dato, per la prima volta in tutta la sua vita, voce ai suoi pensieri, Elsa sgranò gli occhi « N-non ho pa-parlato ad a-alta voce, v-vero? ».
 Le facce perplesse e leggermente intimorite degli ospiti, tuttavia, erano una chiara risposta e presto la regina andò nel panico. La temperatura all’interno della stanza precipitò in pochissimi secondi e iniziò a nevicare dal soffitto.
« I-io c-credo d-di aver bi-bisogno di un p-po’ d’a-aria. Sc-scusatemi ». La bionda si precipitò come un fulmine fuori dalla stanza, sbattendo violentemente la porta alle sue spalle.
Inconsapevole della presenza di sua sorella appena fuori il suo studio, Elsa finì per sbatterle contro con forza, causando ad entrambe una rovinosissima caduta durante la quale, la sedia che Anna aveva usato fino a quel momento come scala, andò in frantumi.
« A-Anna! Ma c-che di-diavolo sta-avi f-facendo?! »
La rossa si limitò a grugnire in risposta.
Le due si ricomposero lentamente ed Anna si stava ancora sistemando le gonne quando Elsa cominciò a camminare avanti e dietro furiosamente, balbettando fuori controllo frasi del tutto prive di senso. La più piccola la guardava, gli occhi sgranati e lo sguardo perso, come se fosse davanti ad un fantasma.
« A-ALMENO DI’ QUALCOSA! » Sbottò Elsa, rivolta alla sorella, che ormai la stava fissando come un’ebete da diversi minuti.
Anna, riscossa dall’urlo, trovò la forza di additarla con mano tremante, lo sguardo ancora stralunato.
« Sei più logorroica di me! » Esclamò, ancora scossa da quella inaspettata rivelazione. « E balbetti, anche! Un sacco! » Aggiunse poco dopo.
Elsa rimase a fissarla per degli interminabili secondi, prima di sbottare « Q-Questo sareb-be il t-tuo modo d-di aiutare? ». Poi arrossì e distolse lo sguardo quasi di riflesso, immediatamente conscia del suo balbettio anche in quella frase.
« E’ finita. N-Niente più ostriche ». Riprese a mormorare tra sé e sé, la testa stretta tra le mani.
Anna la vide passare rapidamente dalla disperazione al ridicolo.
« Ma che accidenti stai dicendo? ».
« Amavo le ostriche, Anna. Q-Quando romperanno l’alleanza non ne avremo più! Niente più ostriche, ca-capisci?! NIENTE PIU’ OSTRICHE! » Urlò la bionda, scuotendo violentemente la sorellina per le spalle.
« Okaaay. Sei diventata matta ». Sentenziò la rossa, provocando un ringhio esasperato da parte della regina, pronta a riprendere il suo estenuante via vai per la hall, il cui pavimento era già coperto da una sottile lastra di ghiaccio.
« Oh no, no no no no no. Adesso la pianti! » La riprese Anna, costringendola a fermarsi. « Respira ». Ordinò poi, guardandola severamente negli occhi.
Elsa ubbidì con riluttanza.
« Ancora. Un altro centinaio di volte ». Ringhiò la più piccola.

Circa dieci minuti più tardi, Elsa era di nuovo in grado di mettere insieme delle parole di senso compiuto senza dare di matto o balbettare ogni singola sillaba.
« Basta andare dentro e dire che rifiuti la loro gentile offerta perché… sei interessata alle donne? ». Disse la rossa, proponendo l’ennesima “indolore” via di fuga al matrimonio.
« Anna! » La riprese la sorella, arrossendo.
« Sto solo cercando di aiutarti. Puoi sempre riconsiderare il consiglio di Giovanna: l’esercito non è poi così male! ».
Elsa scosse la testa con decisione, costringendo Anna ad abbandonare totalmente quell’idea.
« Oh, oh! Ci sono! Dì che non puoi sposarti perché soffri di mal di mare e non potresti viaggiare fino alle Isole Orientali senza vomitare stalattiti di ghiaccio durante tutto il viaggio ».
Gli occhi della bionda si ridussero a due minuscole fessure « Io non vomito stalattiti di ghiaccio ».
« Ma questo loro non lo sanno! » Esclamò la rossa, facendo alla sorella un occhiolino.
Elsa emise sbuffò ed intrecciò le dita tra i capelli, tenendosi la testa con le mani.
« Aspetta! Questa è perfetta! » Anna saltò in piedi, il volto illuminato da una nuova idea. « Dirai qualcosa del tipo “non posso sposare un uomo appena conosciuto!” » La voce in una pessima imitazione di quella di Elsa.
« Stai scherzando? »
« Assolutamente no. È la stessa cosa che dicesti a me quando ti chiesi di poter sposare Hans ».
« Ma qui stiamo parlando di politica! » Sbottò la regina.
« Ah, quindi tu puoi sposare un uomo appena conosciuto?! Bene ». La voce della principessa appariva delusa e vagamente irritata.
« Per favore, non mettiamo su questo teatrino. Per come sono finite le cose con Hans dovresti solo ringraziarmi ».
La più piccola aprì bocca per ribattere ma la richiuse quasi immediatamente, incapace di trovare qualcosa da rispondere alla sorella.“Perché deve avere sempre ragione?”
Con un sospiro rassegnato, Anna si sedette al suo fianco e le avvolse le spalle con un braccio, tirandola più vicina a sé per lasciarle un leggero bacio su una tempia.
« Dì semplicemente che non sei ancora pronta. Se non capiranno vorrà dire che è un’alleanza di cui possiamo anche fare a meno ».
Elsa tirò su col naso e si voltò a guardare la sorellina che la fissava con un sorriso dolce dipinto sul volto pieno di lentiggini.
« Da quando quest’improvvisa saggezza? ». Chiese poi, ridacchiando appena.
« Sto avendo modo di imparare da una grande regina ». Si vantò la rossa, facendole una linguaccia.
La porta dello studio si spalancò rumorosamente e tutti i funzionari delle Isole Orientali vennero fuori a passo sostenuto, i primi già in direzione delle porte di uscite del castello.
« Aspettate! Dove state andando? » Chiamò Elsa, alzandosi dalla scalinata assieme a sua sorella ed inseguendo gli ospiti correndo lungo la hall. La compostezza e l’eleganza erano ormai andate a farsi benedire da un bel pezzo. Ser Handerson fu il primo a fermarsi e si voltò per rivolgere alla regina un freddo sorriso di circostanza.
« Vostra Altezza, vi ringrazio per averci ricevuto con così largo anticipo e mi scuso per la partenza improvvisa, ma tra poco ci sarà l’alta marea e sarebbe meglio per noi essere già sulla via di ritorno per quell’ora. Con permesso ». Il Consigliere si congedò con un piccolo inchino e seguì i suoi compagni prima che Elsa avesse il tempo di ribattere.
« Niente più ostriche ». Biascicò la bionda, afflitta.
« Mi hanno bellamente ignorata! » Esclamò Anna, indignata.
« Cosa dirò ai cuochi?! » La disperazione già pronta a riaffacciarsi sul volto della regina.
« Vostra Altezza, Vostra Altezza ». Scimmiottava in contemporanea la rossa « Ma dico, sì che sei la regina ma almeno un saluto. VENGO SUBITO DOPO DI LEI, BRUTTI MALEDUCATI! » Strillò fuori di sé, facendo voltare sia il Principe Kurt che Ser Handerson, in procinto di abbandonare il cortile.
« Signorina Anna! » La rimproverò Gerda, che stava passando proprio in quell’istante alle spalle delle due sorelle « Maestà, vi prego, ditele di controllarsi ».
Ma la risposta di Elsa fu ben diversa da quella che sia la domestica che la principessa stessa si sarebbero aspettate. Con ira e frustrazione creò un enorme golem di ghiaccio, molto simile a Marshmallow, che aizzò senza alcuna incertezza contro i funzionari delle Isole Orientali, costringendoli a fuggire a gambe levate verso i loro vascelli.
« E QUESTO E’ PER LE MIE OSTRICHE, PLEBEI! ». Urlò, ancora più forte di sua sorella.
« Elsa! Ma siete impazzita?! » La vecchia balia trascinò dentro le ragazze e si affrettò a chiudere le porte alle loro spalle, lanciando un’ultima occhiata agli ospiti in fuga prima di voltarsi in direzione delle due alle sue spalle.
« Tks, zotici arroganti ». Borbottò ancora la regina.
« Lingua! » La riprese ancora una volta Gerda.
« Ma ha ragione! Sono dei villani! » Insisté Anna.
« Basta così. Un’altra parola e vi sculaccerò come quando eravate bambine ». Minacciò la donna, prima giungere le mani, alzare gli occhi al cielo e sospirare stancamente « Vostra Maestà, perdonatele ».
Ed entrambe le ragazze sapevano che non stava parlando con Elsa.
« Su, adesso andate. Penserò io a rimettere a posto il disastro che avete fatto. Mi chiedo ancora come sia possibile rompere una sedia! ». Mugugnò la donna. Anna fece per spiegarle ma venne prontamente zittita « No! Non lo voglio sapere ».
« Scusaci, Gerda » Mormorò Elsa abbassando il capo dispiaciuta, prima di abbandonare la stanza assieme alla sorella minore.

Le due percorsero silenziosamente i corridoio e, solo dopo qualche minuto di tentennamenti, Anna si decise a parlare. « Sai, non credevo che avessi quest’altro lato ».
Elsa inarcò leggermente un sopracciglio e guardò con la coda dell’occhio la rossa al suo fianco.
« Altro lato? A cosa ti riferisci? »
« Ma del “Lato Anna”, naturalmente! » Esclamò l’altra con un sorriso.
« Lato Anna? » La confusione non lasciava il volto pallido della regina.
« Sì, insomma: i raptus, la balbuzie, lo straparlare, le figuracce… e lascia che te lo dica, la mattina sei davvero uno spettacolo orribile ». Si accinse a illustrarle la principessa.
« Ah, ma grazie ». Sbuffò Elsa, roteando gli occhi ed accelerando il passo, lasciando la sorella minore leggermente indietro.
« N-no, Elsa, aspetta! Non ti sto prendendo in giro. V-voglio dire… queste cose sono un bene! ». Si giustificò correndole davanti, obbligandola a fermarsi.
La regina alzò gli occhi e guardò al volto lentigginoso di Anna con disagio e frustrazione « Queste cose sono imbarazzanti! Perché mai dovrebbero essere un bene? » Sbottò.
« Perché almeno adesso ho la certezza di non essere stata adottata ».
   
 
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