La magia di un amore
Quando a te si
apriranno tante strade e non saprai quale scegliere,
non imboccarne
una a caso, ma siediti e aspetta.
Respira con la
profondità fiduciosa con cui hai respirato
il giorno in cui
sei venuto al
mondo, non farti distrarre da nulla,
aspetta e
aspetta ancora, resta in silenzio ed ascolta il tuo cuore.
E quando ti
parla, alzati e vai dove lui ti porta.
(Susanna
Tamaro)
QUESTA
SONO IO….
La
sveglia suonò alle 7:00 in punto dando inizio a una vera
apocalisse
di cui le mie compagne di dormitorio erano protagoniste e come oggetti
di
sfondo c’erano spazzole, trucchi, vestiti e borse di tutti i
tipi.
Questa
era la solita routine che accompagnava il dormitorio femminile
di Hogwarts da quando questa diede inizio al mio quinto anno,
cioè due
settimane fa.
Mugugnai
stizzita infilando immediatamente la testa sotto il cuscino
mentre la mia puffola Arnold mi saltellava intorno emettendo il suo
tipico
verso strozzato che tanto mi dava sui nervi di prima mattina,
specialmente
quando cercava (inutilmente) di svegliarmi.
Ginevra
Weasley non era il tipo che si svegliava così presto.
Feci
un vago gesto della mano in direzione del suo squittio.
-Arnold
vattene, lasciami dormire-
Proclamai
in un sussurro per via della voce ancora impastata di sonno,
mentre il suo squittio cessava.
Probabilmente
si
è offeso…oh-oh! Adesso mi sento in
colpa….ma sopravvivrò!
E
con questo pensiero mi accoccolai meglio tra le lenzuola-ignorando
bellamente il caos che mi
circondava- e sprofondai nuovamente tra le braccia di Morfeo.
Hiiiip,
hiiiiip,
hiiiip
Arnold,
ma che
fai nei miei sogni?!
Mi
domandai mentalmente, ancora leggermente assonnata mentre mi
mettevo a sedere sul letto rendendomi vagamente conto che quello non
era un
sogno: Arnold mi stava chiamando davvero!
-Per
Godric, Arnold! Cosa non hai capito dell’espressione lasciami-dormire?!-
Domandai
acida a quel batuffolo viola che stava saltellando sul mio
comodino.
Sbadigliai,
sfregandomi gli occhi per poi stiracchiarmi. Feci vagare
lo sguardo tutt’intorno notando solo in quel momento la
stanza completamente
vuota.
Sgranai
gli occhi sfregandoli nuovamente per accertarmi che non fosse
un’allucinazione indotta dalla sonnolenza.
Quando
capii che non si trattava di nulla di tutto ciò gemetti
sorpresa saltando fuori dal letto come una molla.
-Oh,
merda merda merda…-
Mi
dissi mentre mi aggiravo per la stanza come una furia gettando uno
sguardo veloce all’orologio affisso alla parete: Le 7:45.
Grandioso,
mi
toccherà affogarmi con la colazione per poi correre da quel
manico di scopa di
Piton per la lezione!!!
Mi
ritrovai inevitabilmente a pensare mentre mi chiudevo in bagno con
i vestiti per poi uscirne cinque minuti dopo con i capelli boccolosi
leggermente gonfi, la cravatta stropicciata per la fretta e
un’espressione
preoccupata stampata in viso.
Presi
la borsa, salutai velocemente Arnold e mi precipitai giù per
le
scale correndo fino ad arrivare alla Sala Grande occupando il posto tra
Harry e
Ron.
Quest’ultimo
alla mia vista mi disse leggermente irritato ma molto
preoccupato:
-Dove
diavolo ti eri cacciata? Ti sei ridotta agli ultimi cinque
minuti per fare colazione Ginny!-.
-Lo
so Ron, lo so…è solo che questa mattina non avevo
proprio voglia
di alzarmi-
Gli
risposi portandomi immediatamente un tost alla marmellata in bocca
per poi versarmi del succo di zucca, cercando di fare il più
velocemente
possibile.
-Ehi
sorellina, non ingozzarti…ce n’è per
tutti…-
-Ma
da che pulpito-
Mi
difese Hermione con un tono a metà tra il severo e il
divertito beccandosi
uno sguardo omicida da mio fratello e un risolino a stento trattenuto
da Harry.
-Sempre
in ritardo eh Ginny?-
Mi
chiese il ragazzo con la cicatrice, ma non c’era derisione
nelle
sue parole, era solo intrigato dalla faccenda.
Mi
sorrise dolcemente facendo ulteriormente scintillare i suoi bei
occhi turchesi. Un tempo avevo avuto una cotta per Harry.
Dal
mio primo anno sino all’anno scorso lui era sempre al centro
dei
miei pensieri.
Amavo
il suo modo di fare, quel suo carattere così sbarazzino e
giocoso ma allo stesso tempo così riservato e un
po’ misterioso, amavo i suoi
occhi color dello smeraldo ed anche i suoi capelli corvini quasi sempre
in
disordine.
Qualcosa
però cambiò quando l’anno scorso Harry
si era preso una cotta
per Cho Chang.
Non
ero gelosa, ma semplicemente amareggiata. Io avevo amato Harry fin
da quando ero solo una bambina, ma lui non mi aveva mai vista sotto un
ottica
che non fosse “la piccola e tenera Ginny, sorella del mio
migliore amico”.
Fu
forse quella consapevolezza che mi portò a non amarlo
più, ed ero
più che felice di questo. Mi sentivo
finalmente….libera.
-Non
lo faccio apposta Harry lo sai….il fatto è che
proprio non riesco
a svegliarmi presto….-
Gli
risposi con la voce leggermente deformata per via del cibo.
Nel
frattempo Hermione si era girata in direzione della sua borsa per
poi cacciarne furi un piccolo taccuino. Lo guardò assorta arricciandosi una ciocca
di capelli intorno
all’indice.
Hermione
era cambiata molto in quegli ultimi tempi: i suoi capelli-quasi
sempre crespi e leggermente ribelli-
erano diventati morbidi e lisci, di una bella tonalità di
marrone, gli occhi
erano diventati due bellissime sfere che sembravano esser fatte di
cioccolata,
le forme avevano iniziato a delinearsi di più dando
così vita a un bellissimo
bocciolo che stava solo aspettando di poter sbocciare.
Mi
riscossi dalle mie riflessioni quando sentii la voce della suddetta
proclamare:
-Oggi
ho cura delle creature magiche alla prima ora!-
Forse
ero io un po’ squilibrata
ma mi parve di aver sentito una nota euforica a stento
trattenuta da
parte della mia amica.
Per
merlino, ma
come ci riesci?! Io al massimo durante una lezione mi faccio un
pisolino….
Pensai
tra me e stavo quasi per dare voce a quel pensiero che mi
ritrovai a dover guardare il professor Piton camminare velocemente tra
i tavoli
per poi dirigersi a passo svelto in direzione del grande portone della
Sala
Grande, probabilmente dirigendosi nei sotterranei dove avrebbe avuto
lezione
tra un po’.
Sbuffai
ricordandomi del motivo per cui stavo facendo colazione
così velocemente.
-Io
invece ho lezione con quell’avvoltoio di Piton…-
Dissi
con un tono di voce più basso del mio normale timbro facendo
anche una smorfia con il labbro inferiore da fuori mentre giocavo
distrattamente con una briciola di pane sul tavolo, puntellandomi il
gomito su
di esso.
-Fai
attenzione con quel succhia-sangue Ginny! Mai una volta che
faccia qualcosa di buono per noi…non ho ancora digerito
quando “per caso” ha
chiamato proprio me nelle ultime 4 interrogazioni-
Sbuffò
spazientito il rosso guardando da me ad Harry, senza osare
guardare Hermione che lo stava letteralmente incenerendo con lo
sguardo.
Ron
non era certo uno studente modello, tutt’altro, non perdeva
l’occasione per fingere un qualsiasi male di modo da saltare
la lezione,
specialmente se questa era con il professor Piton.
Emotivamente
Ronald non era cambiato per niente dall’anno scorso, ma
fisicamente era, al contrario, molto diverso.
Le
spalle erano diventate larghe e anche abbastanza muscolose, era
molto più alto rispetto agli anni precedenti, gli occhi
azzurri erano diventati
molto più profondi e penetranti e le lentiggini molto meno
marcate.
Molte
volte mostrava un po’ d’insicurezza quando si
trattava di temi
“delicati” ed era super geloso e protettivo nei
miei confronti, per questo non
andava molto d’accordo con il mio ragazzo…
-Non
è certo colpa di Piton se tutte le volte ti fai trovare
impreparato Ronald-
Commentò
la riccia con voce leggermente atteggiata e severa. In tutto
quel frangente nessuno si era accorto che lo sguardo di Harry era
rivolto al
tavolo dei Serpeverdi….
-Si,
ma non è neanche colpa mia se le parole non ne vogliono
proprio
sapere di entrarmi in testa!!!! Io non sono come altre persone
so-tutto-io di
mia conoscenza-
Le
rispose Ron con un’allusione ben precisa a
quell’ultimo epiteto.
-Cosa
vorresti dire?-
Rispose
Hermione con una tonalità di voce più alta del
previsto, a
metà tra lo scandalizzato e l’arrabbiato.
E
fu così che iniziò di nuovo uno dei loro tanti e
tanti e tanti e
tanti e tantissimi battibecchi.
Erano
poche le persone-e tra
queste c’eravamo anche io
e Harry
naturalmente!- che sapevano il significato nascosto di queste
sfuriate.
Era
ormai palese a tutti che quei due erano fatti l’uno per
l’altra e
che, non riuscendo a esternare i loro sentimenti, spesso sfociavano
nell’azzuffarsi verbalmente per motivi futili.
Il
reale motivo di queste litigate però non era il voler avere
ragione
sull’altro, bensì il fatto che avevano il
disperato bisogno di parlarsi.
Poiché
l’unico modo per non far esternare i loro sentimenti e poter
allo stesso tempo sentire la voce dell’altro era litigare,
molto spesso
capitava.
Alzai
gli occhi al cielo, emettendo un sospiro esasperato per poi
voltarmi alla mia destra dove era seduto Harry, aspettandomi da lui uno
sguardo
di rassegnazione o cose del genere per il comportamento dei suoi
migliori
amici.
Lo
vidi invece concentrato nell’osservare un punto ben preciso
dall’altra parte della Sala.
Seguii
il suo sguardo e sbiancai quando capii qual’ era
l’oggetto
delle sue riflessioni.
-Harry….mi
spieghi perché stai guardando così intensamente
Malfoy?!-
Gli
chiesi, con un tono di voce leggermente scandalizzato.
Malfoy,
il suo acerrimo nemico, la testa platinata che per tutti
questi anni non ha mai perso un’occasione per umiliarci e
deriderci, il ragazzo
più bello e playboy ma allo stesso tempo stronzo e
opportunista di tutta la
scuola, il giovane che più fra tutti Harry cercava di
evitare….e adesso lo
stava guardando?!
Anche
il giovane rampollo di casa Malfoy era cambiato molto rispetto
all’ultimo anno…..positivamente o negativamente,
questo non avrei saputo dirlo.
Resta
il fatto che da quando è iniziato il nuovo anno scolastico
si
prodigava molto meno-attenzione! Ho detto
molto meno, non ho detto per niente! C’è una
grande differenza!- negli atti di bullismo, probabilmente
perché da quando
suo padre era ad Azkaban, lui era divenuto il capofamiglia e questo
comportava
molte responsabilità.
Per
quanto riguarda il suo carattere da Don Giovanni, continuava ad
avere il primo posto: quasi tutte le ragazze della scuola gli morivano
ai
piedi.
A
mio parere erano tutte delle ochette giulive che avrebbero dato
l’anima per passare una notte tra le lenzuola con lui.
Ma
come fanno a
non capire che per lui sono solo dei mezzi?!
Io
invece ci tenevo molto al mio orgoglio e alla mia dignità e
di
certo non avrei mai permesso a un essere ignobile come Draco Malfoy di
infangare il mio onore.
Sono
o non sono
una Grifondoro per Merlino?!
-Se
te lo dico non ci credi…-
Rispose
il ragazzo corvino dopo un lungo istante di silenzio, senza
mai distogliere lo sguardo da quella testa platinata che adesso
sembrava essere
assorta in chissà quali pensieri.
-Tu
prova a dirmelo…-
Risposi
con un tono leggermente stizzito ma curioso.
Fu
in quel momento che piantò i suoi occhi di smeraldo nei miei
color
ambra, d’oro.
Mi
guardò per qualche istante, come a voler considerare da
tutti i
punti di vista l’idea….poi parlo:
-E’
un mangiamorte-
Lo
sentii dire con voce calma ma ferma mentre continuava a guardarmi
negli occhi per studiare ogni mia reazione.
-C-come?
Harry….ne sei certo?-
Inizialmente
non avevo minimamente preso in considerazione l’idea che
tutto ciò fosse vero, ma la decisione e la fermezza con cui
il ragazzo aveva
proclamato la notizia, mi fecero capire che probabilmente doveva avere
delle
buone ragioni per dire una cosa del genere.
Mi
sbagliavo….
-No,
o meglio sì…io ne sono certo ma non ho prove
sufficienti per
dimostrarlo….-
Rispose
lui, abbassando lo sguardo e arrossendo leggermente.
Cooosa?!
Tu
proclami qualcuno mangiamorte…. SENZA PROVE??!!
Capivo
perfettamente che l’odio di Harry nei confronti di Malfoy non
aveva limiti, ma da qui a proclamarlo mangiamorte ce ne vuole!!!
Dire
una cosa del genere senza delle adeguate prove era a dir poco una
follia!
Senza
contare che-anche se non
sarebbe così difficile da credere una cosa del genere
giacché il padre del
furetto era uno dei più accaniti mangiamorte-
nessuno gli dava il permesso
di infangare con un tale disonore il nome di una persona, Malfoy o non
Malfoy!
Il
moro dovette aver capito il flusso dei miei pensieri perché
un
attimo dopo lo vidi abbassare lo sguardo con un sorriso amaro ad
incurvargli le
labbra sottili.
-Non
mi credi vero?-
-Harry…non
è questione di crederti o non crederti…il fatto
è che non
puoi dire delle cose così serie su una persona, senza
neanche avere un briciolo
di prova….chi potrebbe crederti?!-
Gli
domandai retoricamente cercando di non essere troppo dura sia nel
tono che nelle parole.
Lo
vidi rabbuiarsi sgranando gli occhi e boccheggiando con espressione
scandalizzata come se avessi detto la più grande delle
volgarità.
Gli
occhi celesti erano oscurati da un’ombra di amarezza.
-Suo
padre è un mangiarmorte, sua zia è una
mangiamorte e molto
probabilmente anche sua madre…e tu mi dici che una cosa del
genere non sarebbe
possibile?!-
-Non
sto dicendo che non sarebbe possibile…bensì che
senza prove non
puoi averne la certezza-
Gli
dissi, cercando di rassicurarlo.
Nello
stesso momento Ron e Hermione smisero di azzuffarsi, sentendo
solo la mia ultima frase.
-Cosa
non sarebbe possibile senza prove?-
Domandò
mio fratello curioso, al che mi girai verso il moro per avere
il consenso di riferire ai due “piccioncini” il
motivo di queste riflessioni.
Harry
capì dal mio sguardo ciò che gli stavo chiedendo.
Anche
se non eravamo mai stati fidanzati e adesso la mia cotta per lui
era terminata, avevamo comunque un bel rapporto e riuscivamo a capirci
al volo
con dei semplici gesti.
Il
ragazzo che è sopravvissuto mi fece un vago movimento del
capo in
segno d’assenso.
-Harry
teme che Malfoy sia diventato un mangiamorte-
Proclamai
tutto d’un fiato, guardando attentamente i due che adesso si
stavano scambiando un’occhiata veloce per poi voltarsi verso
me e Harry.
Fu
Hermione a rompere il silenzio:
-Harry….ne
abbiamo già parlato, quante volte dobbiamo ripeterti che ci
sono pochissime possibilità che…-
-Malfoy
sia un mangiamorte….lo so, lo so-
La
precedette il ragazzo con la cicatrice portandosi una mano al viso
con fare consapevole ma incredibilmente stanco, mi fece quasi pena ma
non feci
in tempo a formulare quel pensiero che mi accorsi che la Sala Grande
era quasi
completamente vuota!
Porca
troia! Mi
ero quasi dimenticata della lezione con Piton, se arrivo in ritardo
alla
seconda settimana, come minimo mi mette in punizione per un mese!
Al
solo pensiero sentii lo stomaco aggrovigliarsi e uno strano sapore
amaro sul palato.
Presi
velocemente la borsa a tracolla, salutai i ragazzi con un veloce
“devo andare a lezione o questa
Piton me
la farà pagare cara” e mi precipitai
fuori dalla Sala Grande come una furia
correndo a perdifiato per i corridoi, sperando solo di riuscire ad
arrivare in
tempo nei sotterranei dove avrei trovato senza dubbio anche Neville e
Luna:
anche loro avevano difesa contro le arti oscure.
Per
quanto la voglia di conoscenza facesse parte del carattere di
Neville, non si poteva certo dire che gradisse le lezioni di Piton.
Tutt’altro,
lui DETESTAVA
categoricamente quel professore e- a mio
parere- questo era dovuto perché in passato aveva
avuto molta soggezione
nei suoi confronti.
Quell’estate
era stata molto benevole con il giovane. Quest’ultimo
infatti era cambiato molto, non solo fisicamente ma anche emotivamente.
L’avventura
avuta nell’ufficio misteri l’anno scorso aveva
alimentato
molto il suo coraggio, tanto che all’inizio della scuola non
riuscivo proprio a
riconoscere in quel ragazzo spudorato e coraggioso il bambino insicuro
e timido
che era stato fino a tre mesi prima.
Era
certamente maturato molto e adesso si poteva addirittura dire che
aveva la stoffa del leader.
A
livello fisico invece era diventato molto più alto, i
capelli-quasi sempre lunghi fino a coprirgli
gli
occhi- erano stati tagliati rivelando così due
occhi colore del cielo, le
braccia e le spalle erano diventate molto più forti ed era
diventato molto più
agile nei movimenti.
Luna
invece era rimasta la stessa: schietta, giocosa, saggia e un
po’
stana.
Quell’estate
io Luna e Hermione c’eravamo sentite molto spesso via
gufo e avevamo parlato molto dell’edizione del CAVILLO
gestita dal padre di
Luna.
Il
giornale in questione appoggiava in tutto e per tutto Harry, e
questo stava causando non pochi problemi alla Gazzetta del Profeta.
Fisicamente
Luna era cambiata ben poco: i suoi capelli erano diventati
molto più lunghi di quanto ricordassi e il suo fisico era
diventato più snello
e slanciato ma i suoi occhi erano rimasti come me li ricordavo, azzurri
e
profondi come il mare spesso ammantati da uno scintillio
d’innocenza che la
rendeva semplicemente meravigliosa.
Stavo
correndo da quasi cinque minuti per i corridoi della scuola
quando, svoltando l’angolo, andai a sbattere contro qualcuno.
Se
non ci fosse stato quel “qualcuno” a posare una
mano dietro la mia
schiena, sorreggendomi, sarei caduta violentemente a terra.
Alzai
lo sguardo incontrando quasi subito due intensi occhi marroni
che mi guardavano amorevolmente.
-Dean…-
Pronunciai
in un sussurro il nome del giovane che dalla fine del mio
quarto anno era ufficialmente diventato il mio ragazzo.
-Ciao
tesoro, come stai?-
Mi
domandò lui con un sorriso a 32 denti, facendo ulteriormente
scintillare i suoi occhi di una bella tonalità di nocciola.
-B-bene…grazie
per avermi sorretto, se non fosse stato per te a
quest’ora sarei già da Madama Chips-
Lo
sentii ridere mentre mi aiutava a rimettermi in piedi per poi
stringermi al petto, accarezzandomi il viso con una mano.
-Scherzi?
Per te questo e altro piccola…-
Lo
sentii dire mentre mi sorrideva dolcemente.
Dean
era sempre stato molto dolce e premuroso con me, mi era stato
molto vicino l’anno scorso quando litigavo-per
motivi che più stupidi non si può- con
l’allora mio fidanzato Michael
Corner.
Fu
in quel lasso di tempo che mi accorsi di quanto fosse fondamentale
per me il giovane.
Michael
ed io ci lasciammo agli inizi di Aprile, io ero in lacrime per
l’accaduto e fu in quel momento che arrivò Dean.
Si
prese cura di me cercando di consolarmi in tutti i modi possibili
ma alla fine, quando non riuscì più a trattenere
i suoi impeti, mi baciò prima
piano, poi con più ardore fino a posarmi di fretta sul
tappeto e spogliarmi.
Quella
fu la mia prima volta, e a quella se ne aggiunsero molte altre.
Ron
non aveva certo preso la cosa nel migliore dei modi anzi, non perdeva
occasione per sgridarmi o ricordarmi che ero troppo piccola per avere
un
fidanzato…ma io non ero affatto piccola
così-per ripicca, lo
ammetto!-
ogni volta che mio fratello era nei paraggi, stringevo forte a me Dean
e lo
baciavo appassionatamente.
Merlino,
era
davvero divertente vederlo fumare con le orecchie!
Dean
era un ragazzo dalla carnagione color caffelatte, alto 1.80 m con
i capelli neri ricci e ad incorniciare il tutto c’erano un
paio di profondi
occhi marroni che tanto mi trasmettevano sicurezza.
Ricambiai
il sorriso guardandolo dritto negli occhi. Lo vidi
avvicinare un po’ di più il suo viso al mio,
facendo quasi sfiorare le nostre
labbra salvo poi proclamare in un sussurro:
-Non
hai idea di quanto vorrei baciarti in questo momento amore
mio….-
Non
mi sfuggì la nota d’eccitazione trattenuta nel suo
tono di voce e
la cosa mi riempì di orgoglio.
L’idea
di mandare in subbuglio gli ormoni agli uomini non mi
dispiaceva per niente.
Molte
volte Hermione e Luna mi dicevano che ero la ragazza più
desiderabile
della scuola, ma io non prendevo mai sul serio questa loro bizzarra
idea di me.
Poi
però mi accorsi io stessa che qualcosa in me stava
lentamente
mutando: ero diventata alta almeno 1.75m-1.80m, le forme si erano
ammorbidite
di più diventando anche abbastanza prosperose, il seno era
cresciuto di almeno
2 taglie, i capelli-quasi sempre lisci e
piatti come spaghetti- adesso mi arrivavano fino a
metà schiena e si erano
trasformati in tanti morbidi e vaporosi boccoli color rosso fuoco dai
riflessi
ramati molto somiglianti ad una cascata di lingue di fuoco, gli occhi
ambra
erano molto più profondi e accattivanti oltre ad essere
sempre luminosi e il
mio viso-che era sempre stato rotondo e
pieno di lentiggini- era diventato molto più
piccolo, con zigomi più
pronunciati, lentiggini quasi invisibili e la carnagione era diventata
chiarissima, come se avessi sempre uno strato di cipria ultra coprente.
Il
tutto aveva costruito un bellissimo visetto d’angelo, molto
somigliante a una preziosa bambolina di ceramica.
-Allora
baciami no?-
Gli
dissi con tono accattivante e un sorrisetto malizioso.
Mi
parve di sentirlo sogghignare per poi arpionarmi delicatamente la
nuca attirandomi con urgenza a se, unendo le nostre labbra in un bacio
lento e
profondo, poi più urgente e umido.
-Umpf umpf-
Sentii
qualcuno simulare dei colpi di tosse alle nostre spalle.
Ci
staccammo entrambi con il respiro leggermente ansante per poi
voltarci in direzione del suono.
Un
ragazzo alto 1.85m appoggiato con la schiena alla colonna ci stava
guardando con i suoi occhi di ghiaccio, adesso baluginanti di
divertimento, e
un sorriso sornione.
Draco
Malfoy.
Una
ciocca di capelli ribelli gli era caduta sugli occhi e provai lo
strano ma intenso impulso di avvicinarmi per poi scostargliela.
Scossi
la testa come per riprendermi dai miei stessi pensieri.
Per
la barba di
Merlino, Ginny! Stiamo parlando di Draco
Malfoy…non puoi farti certi trip mentali su di lui!
Mi
sgridai mentalmente per poi concentrarmi sulla conversazione che
stava avendo il mio ragazzo-che ancora mi
teneva stretta tra le sue braccia- con il
“furetto”.
-Che
vuoi Malfoy?!-
-Da
te? Proprio niente mezzosangue…-
Rispose
con un tono annoiato e strascicato per poi posare lo sguardo
su di me con espressione schifata, mentre nella mia mente facevano
capolino un
sacco di epiteti non molto educati, nei suoi confronti.
-10
punti in meno a Grifondoro per aver violato la regola che vieta
ogni tipo di effusioni in pubblico-
Proclamò
vittorioso il biondino al che alzai gli occhi al cielo con un
sospiro rassegnato.
Eh
sì, Malfoy era il prefetto Serpeverde.
Ciò
che non avevo previsto era la reazione di Dean che con voce
scandalizzata aveva chiesto:
-CHE
COOOOSA?!-
Sentii
le sue forti braccia lasciarmi la vita per poi fare qualche
passo in direzione del biondo che dal canto suo non si era minimamente
scomposto, rimanendo immobile vicino la colonna, quasi non ritenesse
neanche
necessario proteggersi da uno come Dean.
Mi
parve di sentirlo sogghignare come se volesse deridere il mio
ragazzo per aver anche solo permesso, al pensiero di battersi con lui,
di
sfiorargli l’anticamera del cervello.
-Andiamo
Dean, non ne vale neanche la pena-
Dissi
in direzione del ragazzo di colore il cui viso stava diventando
di tutte le sfumature di viola per la rabbia.
Non
degnai Malfoy neanche di uno sguardo ma mi limitai a prendere Dean
per un braccio e tirarlo in mia direzione.
Ci
voltammo iniziando a camminare, entrambi con l’intenzione di
allontanarci il più possibile da quella serpe.
-Ascolta
la tua ragazza mezzosangue….siamo a due livelli diversi tu
ed
io….-
Il
biondo aveva detto quelle parole quando eravamo arrivati a quasi
mezzo corridoio.
Dean
si girò in sua direzione guardandolo con uno sguardo
indecifrabile.
Il
biondino fece schioccare la lingua sul palato, squadrando il
ragazzo di colore da capo a piedi, quasi a volerlo deridere del suo
stesso
aspetto.
-Naturalmente
io mi riferivo a ME-
Disse
con un sorriso da far paura.
Non
attese la nostra risposta e alzò i tacchi, imboccando un
altro
corridoio, lasciando Dean confuso e interdetto in mezzo al corridoio.
Io
ero rimasta da semplice spettatrice in quello “scambio di
opinioni”
ma, nonostante tutto, non potevo fare a meno di riconoscere che il
biondo era
molto abile nel campo del sarcasmo e riusciva molto bene a
salvaguardare il suo
orgoglio, per poi fare un’elegante uscita di scena.
Mi
riscossi dalle mie riflessioni quando sentii Dean ringhiare a denti
stretti per poi afferrarmi la mano e percorrere insieme i corridoi che
ci
separavano dall’aula del professor Piton.
Lungo
il tragitto ripensai a tutti gli avvenimenti successi durante
quella giornata.
Io
sono Ginny Weasley, la mia delusione per Harry Potter mi ha aiutata
a diventare più forte, l’esempio della mia
migliore amica Hermione Grenger mi
ha aiutata ad impegnarmi in tutto ciò che faccio, la
goffaggine di mio fratello
Ron Weasley mi ha aiutata a capire che non è importante il
giudizio degli
altri, la stravaganza della mia amica Luna Lovegood mi ha aiutata a
capire che
bisogna essere sempre molto schietti, il coraggio di Neville Paciock mi
ha
aiutata a farmi forza durante le situazioni più disastrose,
l’eleganza di Draco
Malfoy mi ha aiutata a capire che bisogna essere sempre pronti a
qualsiasi
evenienza. Mi chiamo Ginevra Molly Weasley….E QUESTA SONO
IO…
To
be continued…
Salve a tutti! Ecco il primo capitolo
della mia prima
storia...che ansia che ho! Non ho mai pubblicato niente su questo sito,
non vi
chiedo di essere clementi, bensì di aiutare anche voi una
povera scrittrice che
vuole migliorare, magari con una piccola recensione! ^.^ Venendo alla
storia,
tutti i capitoli saranno scritti in prima persona, per una questione di
comodità nei confronti della sottoscritta, la storia
comprenderà il sesto e
settimo libro più l'epilogo, ma a partire dalla fine del
sesto tomo molti
particolari non si atterranno alla trama di Mamma Rowling. Questo non
è un
capitolo vero e proprio...diciamo che è un prologo...un
introduzione in cui
Ginny descrive i personaggi che accompagneranno la storia da tutti i
punti di
vista. Che dire? Spero che questo piccolo assaggino vi sia piaciuto! Al
prossimo capitolo!
Bimbabest99