1° CAPITOLO
Sono all’aeroporto con Gemma seduta sulle mie ginocchia.
“Gemma tesoro che ne diresti di alzarti, vara che tra un’ora devo salire in aereo”le chiesi tranquillo, ma con gli occhi lucidi.
“Ma Harry, finché quelle tipine sexy che a te piacciono tanto non si metteranno a chiamare per tutto l’aeroporto <> io non mi alzerò dalle tue ginocchia. Sono molto comode.” Disse questo con le lacrime che le rigavano le guance, insomma sapevo che le sarebbe dispiaciuto il fatto di non vedermi per tanto, ma stava decisamente esagerando. Rimanemmo tutto il tempo abbracciati a piangere.
Non sono uno di quei tipi molto emotivi, ma quando Gemma si mette a piangere, non faccio altro che piangere con lei; forse perché la fa sentire meglio, o forse perché a sentirsi meglio sono io.
Le ho anche cantato un po’ prima di alzarmi, lei dice che la mia voce la consoli, io invece penso che sia una bellissima merda.
Quando mi sono alzato l’ho abbracciata fortissimo, era l’ultima volta per un anno intero, e lei scoppiò a piangere peggio di un bambino piccolo al quale rubano il chupa chupa. (?) Poi sono andato a salutare mamma e papà.
Mio papà naturalmente non si è mosso di un centimetro e mi ha salutato come se mi avrebbe rivisto la mattina dopo. E’ nella sua natura fare il duro.
Mia mamma invece piangeva, quasi , peggio di me e Gemma messi insieme e quando mi ha preso la faccia tra le manie mi ha guardato negli occhi, sembrava uno zombie, aveva tutti gli occhi rossi la faccia più pallida di un vampiro. “Harry, sei e sarai sempre il mio piccolo bambino, anche se hai diciottanni, per me sei e sarai sempre il piccolo di famiglia. Anche se andrai in Inghilterra, non voglio che ti dimentichi di noi… e chiamaci ogni giorno.”
“Certo mamma lo farò, fidati.”
“Anche oggi, appena arrivi ci chiami, hai capito?” La guardai un po’ male, insomma vado solo per quest’anno e poi in estate sarei tornato, cioè non vado mica per sempre?! Stava esageratamente esagerando.
“Mamma, arriverò a Londra alle due di notte, le tre qua in Italia, insomma devi tener conto del fuso orario!”
Adesso toccò a lei guardarmi male, mi fulminò con gli occhi in una maniera, che presi paura.
“Senti, se non chiami te la sogni Londra, capito? Spero ti sia entrato in quella testolina, anche perché non dormirò finché non riceverò una tua chiamata; niente messaggi, sms, mms che siano e non provare nemmeno a ribattere!” Dovetti lasciarli correndo senza nemmeno risponderle, perché mancavo solo io e l’aereo sarebbe partito. Mi sedetti vicino a un finestrino e mi misi a piangere come dannato, finchè non arrivò un ragazzo e si sedette vicino a me. Gemma’s POV
Certo per lui è tanto facile andarsene e lasciarmi sola, ero stra incazzata con lui, ma allo stesso tempo avevo voglia di correre di nuovo da lui e abbracciarlo per l’ultima volta o anche andare con lui, si questa si che si che è una saggia idea. Ma non che non lo è, non ho il biglietto, non ho i soldi dietro, non ho nemmeno un cazzo di cervello. Mi sento fuori di testa, mi sento una merda, non riesco più a ragionare, forse è per colpa della gravidanza o forse perché Harry se ne sta andando e mi lascia sola proprio quando ne ho più bisogno, come farò ad affrontare tutti sti problemi senza ricorrere all’aborto, io lo voglio questo figlio anche se Mark (suo padre) no.
Appena vedemmo vedemmo Harry sparire io e mia mamma ci abbracciammo e ci mettemmo a piangere, insomma il piccolo di famiglia ci sta abbandonando.