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Autore: fra_eater    05/03/2014    8 recensioni
durante la festa di di Tanabata Matsuri, la piccola Levy fa una nuova conoscenza che potrebbe rivelarsi pericolosa se non fosse per l'intervento di Gajeel che, come un cavaliere nero, difende la fata con il kimono arancione.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Levy era in piedi, d’avanti allo specchio, ad ammirare il proprio kimono arancione con i fiori rossi. La fascia rossa le cingeva stretta la vita e il grande fiocco sulla schiena le davano un aspetto veramente delizioso.
“Ti sta veramente bene” le disse Lucy , entrando nella stanza.
Le due amiche erano a casa della maga degli spiriti stellari e si stavano preparando per partecipare alla festa di Tanabata Matsuri, la festa più importante dell’estate.
Come l’amica, anche Lucy indossava un kimono, ma il suo era rosa con delicati fiorellini gialli e la cinta sulla vita era viola.
“Ho chiamato Cancer” la informò “Vieni, così facciamo i capelli”
“Arrivo”  rispose Levy guardandosi un’ultima volta nello specchio e pensando tristemente che Gajeel non l’avrebbe vista.
 
“Non ti piacciano, Levy?” chiese Lucy preoccupata dallo sguardo perso nel vuoto dell’amica.
Levy si guardò nello specchio, era talmente assorta nei suoi pensieri che non si era minimamente accorta che Cancer aveva finito di acconciare i capelli sia a lei che a Lucy.
Lo spirito stellare aveva fatto veramente un ottimo lavoro, era riuscito a domare la chioma scalata e ribelle della ragazza tirandogliela indietro con solo due ciuffi azzurri a incorniciarle il viso e alcuni fiori rossi così simili a quelli dell’abito che tenevano ben ferma la coda “Oh, no” rispose subito lei “Mi piace tantissimo! Grazie, Cancer! Hai fatto proprio un ottimo lavoro!”
Lo spirito diede un’ultima aggiustata al fiocco della crocchia che teneva in alto i capelli di Lucy e ritornò nel suo mondo soddisfatto.
“Tutto bene?” chiese Lucy all’amica “Si, certo” rispose Levy sorridendo nel tentativo di rassicurarla, ma Lucy la conosceva troppo bene per cascarci “Stai pensando a Gajeel, vero?” e il rossore sulle guance dell’amica le fece capire che aveva fatto centro.
Il dragon Slayer era partito tre giorni prima per una missione che l’avrebbe tenuto lontano per cinque giorni.
 Quando l’aveva saputo, Levy aveva fatto subito notare al mago che si sarebbe perso la festa del 7 luglio, ma Gajeel era stato irremovibile tant’è che aveva commentato “Non mi importa niente di una stupida festa delle stelle, il lavoro è più importante” e lei non seppe replicare.
“Mi dispiace che si salti la festa” rispose a Lucy. La ragazza le sorrise dolcemente “Sta tranquilla” disse “Vedrai che starà bene. Ora andiamo, gli altri ci aspettano”
E Levy la seguì, anche se dentro di sé non aveva alcuna voglia di andare alla festa senza di lui.
 
Quando giunsero nelle strade della periferia di Magnolia il sole era ormai tramontato da un pezzo e le lanterne di carta colorata illuminavano le strade piene di gente che curiosava tra le bancarelle o che si recava al tempio per appendere ai rami degli alberi i fogli con sopra i desideri così come voleva la tradizione.
“Era ora!” sbottò Natsu quando le vide arrivare: il suo yukata era blu notte con delle fiamme rosse ricamate sul fondo.
“Vi stavamo aspettando” aggiunse Juvia che indossava un kimono blu con dei fiorellini bianchi sparsi qua e là che davano l’effetto della brezza sulle onde.
“Si, scusateci” disse Lucy agli amici “Abbiamo fatto tardi”
“Be, dato che ci siamo tutti” disse Gray “Possiamo andare”
“Gray” fece Levy per richiamare la sua attenzione “Che fine hanno fatto i tuoi vestiti?” .
Il mago del ghiaccio si guardò ed arrossì violentemente quando si accorse di avere addosso solo i boxer grigi, quindi corse verso una bancarella di yukata seguito da Juvia.
“È proprio senza speranza” commentò Natsu facendo ridere le due ragazze.
I tre decisero di andare verso il tempio dato che i loro due amici sembravano avercele per le lunghe con Juvia che insisteva per far comprare a Gray un abito coordinato al suo.
 
Gajeel aprì la porta della sua casa e si stese sul divano; era distrutto.
“Che ci fai qui?” il mago alzò lo sguardo per vedere a chi appartenesse la voce. Lily era planato sul bracciolo del divino e lo guardava interrogativo.
“Ho finito prima” borbottò il ragazzo. L’exceed corrugò la fronte “La tua missione doveva durare cinque giorni e ne sono passati tre”
“Uno per andare, uno per fare la missione e uno per tornare” rispose il ragazzo sistemandosi meglio sul divano. Alzò lo sguardo per vedere meglio il suo compagno, il piccolo gatto indossava un kimono verde bottiglia.
“Dove stai andando combinato così?” gli chiese il Dragon Slayer.
“Vado allo festa” gli rispose il gatto “Tu non vieni?”
Il ragazzo si mise a sedere :la festa, era per quello che si era sbrigato a portare al termine la missione.
 Il giorno prima di partire la nanerottola si era opposta “Se parti ora perderai la festa”, lui le aveva risposto che non gli importava assolutamente di una stupida festa estiva ma quando aveva visto quello sguardo di triste rassegnazione che si era dipinto su quel volto si era deciso a finire al più presto la missione perché sapeva che quegli occhi tristi lo avrebbero perseguitato per tutto il viaggio.
“Vengo più tardi” rispose “Ho bisogno di una doccia.”
Poi guardò il suo compagno “Devo per forza mettermi quella roba?” chiese.
“No, se non vuoi” rispose l’exceed, prima che Gajeel entrasse nel bagno, gli disse “Scommetto che sei tornato per vedere il kimono di Levy”
E Gajeel sghignazzò immaginando la faccia sorpresa del gamberetto quando l’avrebbe visto arrivare.
 
Levy appese il suo desiderio all’albero più vicino per poi tornare dai suoi amici e ritrovare Natsu e Gray darsele di santa ragione guadagnandosi l’attenzione di tutti i passanti mentre Lucy e Juvia cercava invano di far smettere i due ragazzi.
Levy sospirò. Quella rissa le fece venire in mente Gajeel; se fosse stato lì anche lei avrebbe provato a fermarlo così come stavano facendo le sue amiche, ma ciò che lei voleva davvero era vedere i fuochi a mezzanotte insieme a lui, nel momento in cui la via lattea era più nitida e Orihime  e Hikoboshi  potevano finalmente ricongiunsi.
“Sono amici tuoi?” Levy  sobbalzò e si voltò a vedere a chi appartenesse quella voce.
D’avanti a lei c’era un ragazzo con gli occhi grigi e i capelli neri che le sorrideva affabile. Indossava un paio di jeans scuri e una maglia a righe che metteva in risalto i muscoli addominali. “Scusami”disse subito lui dopo aver visto la reazione della ragazza “Non volevo spaventarti”
“No, sta tranquillo” gli rispose la ragazza sorridendo di rimando “mi hai solo colta di sorpresa. Comunque sì, sono miei amici”.
“Piacere, Cedric” disse lui allungando la mano versa la ragazza “Levy” rispose lei stringendola.
“Levy” ripeté lui “è davvero un bel nome, come del resto lo è la proprietaria”
Levy arrossì e si limitò a farfugliare un grazie di risposta.
Il ragazzo le sorrise cordiale “Scusami se ti disturbo” le disse “ma vorrei chiederti se conosci qualche esperto di libri”
Alla parola libri, Levy si fece subito attenta “A che ti serve?” chiese curiosa, Cedric le indicò con una mano la strada piena di bancarelle “Ho incontrato un commerciante che ha una copia della storia di Orihime  e Hikoboshi  che sembra molto antica” le spiegò “Lui mi ha assicurato che lo è, ma io non mi fido, non sono molto esperto”
Levy si animò, era sempre felice di poter rendersi utile alle persone, specialmente se si trattava di libri “Se vuoi posso aiutarti io” disse “I libri sono la mia passione”
Lui le sorrise “Te ne sarei veramente grato”
“Vado ad avvisare i miei amici e torno” e corse in direzione di Lucy per avvisarla che sarebbe andata con quel ragazzo che sul volto aveva un sorriso fin troppo finto.
 
Gajeel camminava per le strade piene di gente sbadigliando. Avrebbe volentieri preferito dormire 13 ore di fila invece di trovarsi lì a rispondere alle domande idiote dei suoi compagni di gilda che incontrava e che chiedevano tutti “Che ci fai qui?” come se uno non potesse finire prima un lavoro e poi farsi una camminata approfittando della festa.
La verità era che lui non era fatto per quelle feste popolari. Lo mettevano a disagio.
Quando era con i Phantom il loro divertimento principale era rovinare quelle feste distruggendo bancarelle, strappando kimoni e leggere ad alta voce i biglietti appesi agli alberi per poi ridurli in coriandoli.
Ma da quando stava con Fairy Tail tutto era cambiato. Lui era cambiato. E il merito era solo di quella piccola fata con i capelli azzurri e gli occhi grandi che gli aveva dato una seconda possibilità quando nessuno sembrava disposto a darla.
Anche quella festa gli sembrava diversa da quelle che aveva visto precedentemente: non gli sembrava più un’accozzaglia di gente vestita da idioti che spendeva soldi in cose assurde, appariva tutto come una fonte di colori, luci e risate; si fermava a guardare la gente che sorrideva mentre faceva gli origami, che si dirigeva frettolosa al tempio per appendere i propri desideri, che camminava felice nonostante lo sgargiante abbigliamento che lui si era rifiutato di mettere preferendo di gran lunga jeans e maglietta grigia. Si ritrovò a sorridere nel vedere quelle scene pensando a dove potesse essere la ragazza artefice del suo cambiamento.
Dopo aver lasciato Lily in compagnia degli altri gatti e di Wendy e Romeo si era subito buttato alla ricerca della piccoletta. Era sicuro di trovarlo in compagnia della coniglietta oppure dei due idioti, ma escluse questi ultimi quando vide Droy ingozzarsi ad una bancarella di dolciumi mentre Jet ci provava spudoratamente con la ragazza dietro il bancone.
“Ehi, ammasso di ferraglia! Ce l’hai fatta a venire!” Gajeel si voltò e si diresse verso Salamander con un ghigno stampato sul volto “Io finisco le missioni prima di te, fiammella”
In realtà per finire presto aveva praticamente distrutto mezza città e costretto il committente a pagarlo lo stesso per poi filarsela prima di ritrovarsi una folla armata di torce e forconi alle calcagna.
Natsu rise alla battuta dell’altro Dragon Slayer. Si trovavano nel bel mezzo della strada e sia lui che Gray avevano promesso a Lucy e Juvia di non litigare quando c’era molta gente in giro minacciandogli di raccontare ad Erza che erano stati loro a mangiare la sua torta.
Gajeel si rivolse a Lucy “Ehi, coniglietta, dove hai lasciato lo scricciolo?”
Lucy sbuffò “Levy sta facendo un giro per la festa con un ragazzo e non chiamarmi coniglietta!” Ma Gajeel non la stava ascoltando, la sua mente si era bloccata al pensiero del SUO gamberetto con un altro ragazzo. Cercò di comporsi sperando di  non aver tenuto a lungo la faccia sbigottita “E chi sarebbe l’idiota che esce con il gamberetto?”
“Juvia non lo conosce” rispose la maga dell’acqua, Lucy annuì “Le ha chiesto di accompagnarla a vedere un libro e lei ha acconsentito, tutto qui”
Gajeel borbottò qualcosa prima di ritornare alla ricerca della ragazza lasciando i quattro amici in mezzo alla strada senza neppure salutare.
 
Non ci impiegò molto a trovarla. Sapeva che dove c’era odore di libri ci sarebbe stata lei ed infatti aveva ragione.
Rimase lontano ad ammirarla con quel kimono arancione e quella fascia rossa che metteva in risalto la sua vita sottile e la facevano sembrare più graziosa di quanto già non fosse, i fiori tra i capelli le illuminavano il viso. Era veramente una fata. Le vide gli occhi brillare mentre si piegava a scegliere un libro dalla bancarella, mentre sfogliava attenta le pagine per poi portare la scelta ad uno solo di quei tomi anche se sapeva che le gli avrebbe volentieri acquistati tutti. L’unica nota stonata in quell’immagine era il bell’imbusto al fianco della piccoletta che la fissava fin troppo attentamente . Gajeel non lo conosceva, ma il suo intuito di Drago gli diceva che non era il caso di fidarsi. Non gli piaceva come guardava la ragazza e quando lo vide poggiarle una mano sulla schiena sarebbe andato volentieri a rompergli le ossa.
Gli seguì per un po’ a debita distanza finché Levy non entrò in un negozio lasciando il ragazzo fuori ad aspettarla. Gajeel si avvicinò a lui “Bella ragazza” disse  “Proprio un bel bocconcino”
Il ragazzo lo guardò dapprima stranito, poi sorrise compiaciuto “Già, è stata una preda facile”
Gajeel inarcò un sopracciglio “Preda?” il ragazzo annuì “Sì, l’ho vista appena arrivata alla festa e ho capito come fare a conquistarla non appena si è avvicinata a una bancarella di libri. Non vedo l’ora di toglierle quel bel kimono per vedere cosa tiene sotto”
Il mago strinse i pugni, non poteva ancora rompere i denti a quell’idiota anche se l’avrebbe fatto volentieri “E come credi di fare?” chiese. Il tipo era un chiacchierone e gli piaceva vantarsi delle sue conquiste “Mi ha detto che è giù per colpa di un beone che non ha voluto partecipare alla festa, povero stolto che lascia sola e fragile una tipa così appetibile.” Gajeel corrucciò le labbra ma aspettò che il ragazzo continuasse “Fra poco la porterò in una locanda e le farò bere tanto di quel sakè da farle dimenticare anche il suo nome, poi la porterò a casa mia, mi divertirò un po’ e domani mattina le farò credere che sia stata lei a volerlo” e a quel punto Gajeel non ci vide più, lo afferrò per la maglia e lo sollevò da terra, portando il viso del ragazzo a pochi centimetri dal suo.
 
“Che diavolo fai?” sbraitò Cedric sgambettando come un ossesso nel tentativo di liberarsi dalla presa di quello sconosciuto dagli occhi rossi. Il ragazzo ghignò “Parli con le persone senza sapere neanche chi siano? Perché non mi chiedi chi sono?”.
Cedric provò un brivido lungo la schiena, quel tipo gli metteva paura “C-chi sei?” balbettò.
Il ragazzo rise “Sono il beone che è venuto a rimediare all’errore di averla lasciata sola”
Cedric spalancò gli occhi quando vide uno scintillio di follia omicida comparire in quelli dell’uomo che lo stava letteralmente soffocando, che diamine gli era venuto in mente di parlare con quel tipo? L’avrebbe certamente ucciso.
Ma Gajeel lo mise a terra, non valeva la pena sporcarsi le mani con il sangue di una feccia del genere ma non lasciò la presa sulla sua maglietta “Ora vai subito da lei e dici che hai avuto un impegno improvviso o quello che ti pare e te ne vai!” il suo sguardo non ammetteva repliche “Se dovessi vedere ancora la tua stupida faccia a Magnolia o sentire il tuo fetido odore in giro ti conviene numerare le ossa prima che te le mischi” detto questo lo lanciò a terra e sparì tra le ombre.
 
Levy uscì dal negozio con un sacchetto di dolciumi in mano e rimase sorpresa nel vedere il suo nuovo amico seduto a terra con un’espressione di puro terrore tinta sul volto “Cedric”corse verso di lui “Tutto bene?”.
Il ragazzo sobbalzò non appena la vide accanto a lui, memore dell’uomo che poco prima l’aveva spaventato a morte “Si-si” disse subito, poco convincente. Si alzò in piedi “Ora devo andare, mi sono ricordato di un impegno urgente. Addio”  disse tutto d’un fiato e lasciò Levy  ancora china con uno sguardo interrogativo e stupito sul volto.
 
Levy andò sul prato dietro il tempio, quello era il posto migliore per poter veder i fuochi, e, dato che era rimasta sola, aveva deciso di andare a cercare un posto anche per i suoi amici.
Alcune lacrime creavano una luce soffusa che  illuminava la stradina buia e la ragazza camminava in silenzio sollevando leggermente la gonna del kimono per evitare di inciamparvi. Si sedette sotto un’enorme quercia; il buio le impediva di leggere il suo ultimo acquisto ma non le importava, perché lo spettacolo della via lattea sopra di lei la lasciava senza fiato.  Il leggero venticello fece oscillare le ciocche che le incorniciavano il viso e l’odore dell’erba la rilassava.
“Che faccia stupida”. Levy si voltò sorpresa. Non poteva essere, se l’era sicuramente immaginato, doveva essere un’allucinazione o un sogno, Gajeel non poteva essere veramente lì, ma il ghigno che le regalò le fece capire che non era un sogno. “Che ci fa qui?” chiese sorpresa dalla sua presenza “Ti credevo in missione”.
Gajeel si sedette accanto a lei “Ho finito prima e sono tornato. Ti dispiace?”
“No, no assolutamente” rispose subito lei aggiustandosi i capelli imbarazzata.
Gajeel poggiò i gomiti sulle ginocchia e si fermò a guardare il cielo “Mi dici cos’ha di bello questa festa?” , la vide con la coda dell’occhio animarsi, sapeva quanto le piacesse rendersi utile con le sue conoscenze “È una leggenda molto romantica” disse sorridendo e guardando il cielo “Racconta la storia di due ragazzi: Orihime, la tessitrice di abiti degli dei, e Hikoboshi, un mandriano.
I due erano promessi sposi e quando si incontrarono si innamorarono subito l’uno dell’altra e il loro amore era talmente grande che dimenticavano le loro occupazioni e questo fece arrabbiare il re che ordinò che i due amanti  fossero messi ai lati opposti di un fiume, la Via Lattea, senza ponti né punti di attraversamento.
 Ma questo non portò altro che sconforto. I due innamorati continuavano lo stesso a trascurare i loro lavori troppo presi a struggersi per la perdita del loro amore. Il re degli dei, commosso nel vedere tutto questo amore, gli fece una proposta, i due avrebbero ricominciato a occuparsi delle loro mansioni e una volta all’anno avrebbero potuto attraversare il fiume e rivedersi, e questo accade il settimo giorno del settimo mese, cioè oggi!” concluse guardando il suo interlocutore che fissava il vuoto d’avanti a sé, Levy sbuffò rassegnata, Gajeel non era il tipo per quelle storie “È una storia così romantica”
“È una storia così stupida” sbottò lui.
Levy lo guardò interrogativa. Come poteva definire stupida una storia così bella?
Il Dragon Slayer di ferro sbuffò “Se lui era veramente innamorato avrebbe fatto di tutto per vederla. Se fossi stato al suo posto non sarei riuscito a stare lontano da lei più di tre giorni, figuriamoci un anno” poi la guardò arrossendo di colpo quando capì quello che aveva appena detto:lui non era riuscito a stare tre giorni senza di lei.
Levy lo fissava, chiedendosi il motivo di quello sguardo che le aveva lanciato.
“Ecco, io” farfugliava Gajeel “io non ci riuscirei a lasciarla sola tanto a lungo”
“Saresti un  fidanzato perfetto” disse lei, sorridendo mesta. Voleva aggiungere e vorrei essere io la fortunata, ma tacque per l’imbarazzo.
Gajeel la fissò “E ti piacerebbe che fossi il tuo?”
Levy strabuzzò gli occhi, certa di non aver capito bene “Cosaaaaa?” gridò sconvolta.
Gajeel mise il broncio “Era un’idea. Se ti scandalizza tanto non c’è bisogno che rispondi”
Ma Levy gli si era lanciata letteralmente addosso, stringendolo forte “Che diamine fai, gamberetto?” chiese stupito dal cambiamento repertino della ragazza.
La piccola maga sollevò lo sguardo, le guance rosse come i fiori tra i suoi capelli “Il mio desiderio si è già avverato” disse solamente con le lacrime che le salivano agli occhi.
Gajeel si allarmò subito vedendola così “Ma che ti piglia?” e in risposta la ragazza lo prese per la maglietta e lo baciò dolcemente.
Dopo la prima sorpresa Gajeel strinse forte la ragazza a sé per prolungare il bacio.
Quando si staccarono per riprendere fiato, il mago di ferro accarezzò dolcemente la guancia della ragazza con il dorso guantato della mano “Ho fatto proprio bene a tornare prima” e ricominciò a baciare la ragazza che tanto le era mancata in quei tre giorni che senza di lei erano sembrati anni.
Gajeel e Levy continuavano a baciarsi dolcemente sotto la vecchia quercia mentre nel cielo i fuochi d’artificio festeggiavano la riunione di Orihime  e Hikoboshi e la nascita di questo nuovo amore.
 
Angolo dell’autrice:
Questa storia è dedicata a ele_u come promesso per aver indovinato il personaggio misterioso di Summer Festival.
Lo so che mi avevi chiesto una storia romantica, ma per me non c’è niente di più romantico di un ragazzo che difende la propria amata come fa Gajeel, fammi sapere che ne pensi.
Tornando a noi.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e di poter leggere i vostri pareri a riguardo.
Un bacione a tutti e vi ringrazio per  esservi fermati a leggerla.
Alla prossima
Fra

 
  
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