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Autore: sara_dory    05/03/2014    0 recensioni
Chloe, un puntino grigio che prova a sopravvivere in mezzo a una miriade di colori, ha la fortuna di conoscere l'amore che ha sempre sognato, vivendolo con Luca.
Purtroppo il loro amore non puo continuare, ma questo lo scoprirete solo leggendo...
Una storia avvincente, romantica e triste allo stesso tempo.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*leggete lo spazio autrice alla fine per favore* Seduta sul bus come ogni mattina in cui c’era scuola, c’era lei, Chloe. Si sentiva come un puntino opaco, dal colore tendente al grigio, circondato da una svariata moltitudine di colori: dal nero al bianco, dal rosa carne al rosso porpora. Ricorreva a un paio di auricolari per sfuggire alla realtà: li collegava al suo cellulare, sceglieva la sua canzone preferita, premeva il tasto play e lasciava che la musica, lentamente, le ricordasse che era forte, che lei poteva farcela. In quel freddo mattino del 27 novembre le maniche del suo maglione di lana, ormai allentate, erano di nuovo lì, tirate fin sopra le mani per, ancora una volta, proteggerla. Era un venerdì, il che significava soltanto una cosa: greco alle prime due ore; aveva anche il compito in classe e nonostante avesse avuto nove alla fine del primo anno di liceo, temeva che questa versione sarebbe andata male, a causa della sua insicurezza. Il pullman si fermò –capolinea- e fu costretta a scendere e dirigersi verso scuola. Le piaceva arrivare prima di tutti per restare un po’ da sola prima di dover affrontare la giornata; appoggiò il dizionario di greco sul davanzale della finestra del V B, la sua classe, e si sedette sulla scalinata davanti all’entrata principale vedendo come, pian piano, il cortile si riempiva di persone, alcune affrante, altre felici di rivedere i propri amici. Il cortile rappresentava, per Chloe, un post-it che le ricordava costantemente che non c’era nessuno che l’aspettasse al mattino. Quando la seconda campanella, quella che determina o no la tua entrata a seconda ora, era abbondantemente suonata, entrarono cinque ragazzi, come, d’altronde, avevano fatto ogni mattina precedente a quella. Chloe li fissò, dal primo banco era possibile osservare bene le persone che passavano vicino la finestra, e riconobbe Luca, un ragazzo del quarto anno, che le aveva chiesto scusa per averle dato uno spintone tra la folla lo scorso anno. Per un attimo si dimenticò del compito e si soffermò a pensare quale fosse il motivo per il quale, Luca, portava gli occhiali da sole a fine novembre. Era passata un’ora e mezza dall’inizio dello svolgimento del compito e lei aveva consegnato prima di tutti il foglio protocollo, scrivendo sulla parte posteriore “Chloe Di Nardo V B” dimenticando la data. Passò la terza ora e ci fu l’intervallo, l’intervallo che avrebbe le avrebbe cambiato la vita, ma ancora non ne era al corrente: quei dieci minuti sarebbero stati significativi. Quella mattina, per la fretta, aveva dimenticato il pacco di crackers a casa e decise di prendere il coraggio a due mani, si diresse alla machinetta, quando non c’era nessuno, per comprare un pacco di Oreo; un attimo prima che potesse raggiungerla, il gruppo di cinque ragazzi la precedette, piazzandosi li davanti e tirando un paio di calci e scuotendola fortemente fecero cadere due buste di patatine. Fu la seconda volta che Luca e Chloe parlarono… Chloe non dormì tutta la notte per le troppe lacrime, si sentiva delusa da se stessa, lanciò il sasso, preso da piccola in riva al mare, contro lo specchio appeso dietro la sua porta, nel quale aveva sempre avuto paura di specchiarsi. Vide per la prima volta il sole sorgere, vivendo nel peggiore dei modi la sua prima alba. Le prime luci dell'alba, la sua luminosità di un colore biancastro che sfuma in una tonalità arancio-giallo oro, divennero uno dei suoi peggiori ricordi. Non fece colazione, si cambiò e scese. Dimenticò le cuffie a casa, ma poco importava: aveva lo sguardo perso nel vuoto, si sentiva come avvolta da una bolla, era più fredda di quanto lo fosse mai stata prima di quel giorno. Il 28 novembre fu il giorno più brutto della sua vita, non aveva più quel briciolo di forza, lui, Luca, l’aveva distrutta. Arrivò a scuola, non si sedette dove era solita farlo, ma restò impiedi vicino il cancello principale, sentendosi sola, ogni minuto di più. Perse la cognizione del tempo, non sentì il suono della prima campanella ed entrò per ultima in classe. Fortunatamente non vide passare il solito gruppo, potè concentrarsi durante le ore di lezione, grazie anche ai Promessi Sposi che tanto le piacevano: aveva sempre sognato un amore come il loro. Chloe era una sognatrice, credeva nell’amore, ma non si sentiva all’altezza di viverlo. Si rifugiava nei libri, sperava di poter incidere sulle cuffiette le sue iniziali e del suo futuro fidanzato al posto delle solite lettere L e R, amava il mare d’inverno e la letteratura. Non aveva molti amici, iniziò a pensare che fosse per le lentiggini che aveva sul viso, per i suoi occhi cerulei, perché in fondo il ceruleo non era né celeste, né verde; pensava che nessuno si accorgesse di lei a causa dei suoi capelli mediamente lunghi e mossi, credeva di essere brutta perché non era bionda, a differenza delle altre ragazze, lei aveva i capelli castani, più scuri alla radice e più chiari alle punte; nonostante ci fossero ragazze più basse di lei, non passava un giorno in cui non desiderasse d’essere più alta. L’unica cosa che accettava di se stessa era la pelle chiara, pareva riflettere il suo carattere alla perfezione. Non appena la campanella delle 13:15 suonò corse a casa, si chiuse in camera sua e ripensò alla conversazione con Luca. Pensò solo una cosa: “Luca Mascaro, che stronzo”. *spazio autrice* spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto perchè in realtà questa storia non è nostra, ma di un nostro amico che scrive storie di tutti i tipi ma le tiene per se ewe quindi abbiamo pensato di pubblicarne una delle tante qui su efp. Vorremmo pubblicarla interamente, poi vediamo se continuare con altre! Lasciate una recenzione per farci sapere cosa ne pensate. -Sara e Dora
  
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