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Autore: Flower_    06/03/2014    4 recensioni
"vieni via con me... Noi due potremmo vivere in pace senza piu combattere"
In mente mi risuonavano quelle parole che Kisshu mi disse in quel vicolo ceco di cui ero rimasta intrappolata per poter scappare da lui
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Ciao ragazze questa è la mia prima FF su un manga che personalmente amo da morire! Spero possa piacere! L'ho completamente modificata perché beh... Era inguardabile ahahah quindi spero che questa nuova versione, piena di nuovi dettagli possa piacervi! Grazie mille per chi leggerà
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Bondage
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Tutti sapevano che io amavo Mark, sin dal primo momento che lo vidi al primo anno del liceo, quei capelli lisci neri, la sua carnagione scura, i suoi occhi profondi, il suo modo di allenarsi, ma non era affatto così da quando sono riuscita a sconfiggere una volta per tutte Profondo Blu ho scelto di stare con lui, ma tutto non è andato come io mi sono sempre immaginata, la mia vita era in rovina dopo 4 anni di convivenza con Mark che mi tradiva in continuazione con una ragazza che un tempo era mia amica.
 
Ma io ingenua lo perdonavo sempre perché l'amore mi provocava a resistere, ma ora non ci riesco più sono stanca e rendermi conto che l'errore piu grande della mia vita lo avevo accanto e io soffrivo per questo, durante Ghish fosse ancora qui sulla terra io ero felice. Cominciai a provare qualcosa per lui dopo due anni che stavo con Mark, una sera dopo una brusca litigata uscì dalla mia casa e feci la mia solita via per il Parco Inohara e Ghish era lì, seduto a fissare le stelle, i suoi capelli verdi non erano minimamente cambiati, i suoi due ciuffi cadevano all'indietro e il suo profilo in vista era perfetto, quelle labbra fine che mi rubarono quei baci non permessi, i miei primi baci lui se li prese, era seduto sulla panchina rossa, con i gomidi poggiati sul poggia schiena, il gilet verde aderisce al suo corpo in mostra, le sue gambe stese sul terreno con qualche ciuffo d'erba. 
 
Una folata di vento improvvisa fece alzare la polvere e i miei capelli rossi cresciuti non più in due buffi codini si scompigliarono, e in quel momento Ghish sospirò ma d'improvviso guardò dalla mia parte come avesse sentito il mio odore, guardò me, e i suoi occhi d'oro erano fissi e profondi nei miei castani.
 
Non avevo più controllo di me stessa, le mie guance rosse per la timidezza, le mie mani intrecciate, e le mie gambe non comandate si avviarono verso di lui e feci un sorriso triste, la voglia di piangere, la voglia di essere amata.
 
-ciao...- soffiai dalle mie labbra
 
-ciao ... Micetta- disse lui sorridendomi dolcemente.
 
Il mio cuore ha cominciato a battere, a farmi sentire un calore che da tempo non provai più.
 
E con solo quel piccolo "ciao" io non smisi più di pensare, passarono giorni, notti insonni, settimane, mesi, e i suoi occhi d'oro, le sue labbra, la sua voce, erano vivi in me.
 
Ogni litigata che facevo con quel pezzente di Mark, ogni colpo accusato ingiustamente, io correvo via, e sapevo dove potermi rifugiare, non ne approfittavo, lui era sempre lì ad accogliermi, a darmi le sue possenti braccia a sostenermi, ad asciugarmi le lacrime con una leggera carezza con i suoi pollici affusolate.
 
Ogni giorno m'innamoravo ma non me ne rendevo conto, convinta che ciò che sentivo fosse per Mark.
 
 
 
"vieni via con me... Noi due potremmo vivere in pace senza piu combattere"
 
 
 
In mente mi risuonavano quelle parole che Ghish mi disse in quel vicolo cieco di cui ero rimasta intrappolata, per poter scappare da lui e sentivo piu freddo dentro che il freddo che sentivo fuori per questo inverno che non sembrava terminare mai. ed io che potevo essere felice con lui...
 
perchè non lo ascoltai, perchè non mi abbandonai a lui...
 
-hei strawberry dove sei?- urlò nell'altra stanza Mark arrabbiato ridestandomi dai miei pensieri, dai miei ricordi, dai miei sentimenti.
 
-eccomi- dissi correndo per arrivare da lui anche se di controvoglia
 
-finalmente! Quando ti chiamo devi venire subito!- mi disse lui alzando una mano per minacciarmi che potrebbe picchiarmi da un momento all'altro
 
-scusami- rispondo guardando verso il basso, adesso non avrei avuto la forza di sopportare altro
 
-sta sera non ci sono hai capito?- mi disse con tono brusco, era da un anno e mezzo che lui non era più dolce, i suoi sentimenti svanirono quel giorno in cui dopo tanto tempo riuscì a rivedermi con Mimì, dopo la guerra lei si trasferì in Canada e non la rividi più per molto tempo, e quel giorno Mark si offrì di accompagnarmi al Cafè Mew Mew per salutare anche lui.
 
Ma da quando si viderò lui dopo poco tempo cambiò, mi baciava poco, mi toccava poco, non era più fare l'amore, era così veloce da lasciarmi insoddisfatta, e cominciò ad essere freddo, distaccato, usciva spesso e tornava tardi, fino a che dopo un paio di mesi lo seguì, il mio passo felino era rimasto, e lo vidi fermo davanti ad un bar, era un posto squallido dove sarebbe stato l'ultimo a controllare se ci fosse qualcosa che non và, e vidi Mimì camminare allegramente in quel posto, pensando che fosse una coincidenza, ma così tanto non era quando lui la prese dal collo e la porto a se baciandola, sembrava quasi bramarla.
 
Crollai, il mio mondo crollava, i miei progetti crollarono, il mio cuore crollò, e me ne tornai a casa piangendo, quanto stupida puó essere una innamorata da pensare
 
"Sarà passeggero, eppure... Eppure li ho fatti rivedere io, non... Non può essere lei è la mia migliore amica" e perdonarlo, perdonarlo migliaia di volte, perchè anche lei era la mia migliore amica.
 
E mi lasciai andare, non mi curavo più di me stessa, non mangiai più, ubbidì ai suoi comandamenti, e lo aspettavo, ma ora basta.
 
-certo, certo vai di nuovo dalla tua sgualdrina eh!-  gli urlai finalmente in faccia il mio nervosismo
 
-come osi?- mi rispose urlandomi contro avvicinandosi minaccioso
 
-Sei un idiota Mark!- dissi mentre presi il giaccone e me ne andai da quella casa che non sentivo neanche piu mia. 
 
Corsi via da lì e andai al parco Inohara, mi avviai alle giostre dove giocavano i bambini per avere un poco di serenità regalatomi dai sorrisi innocenti, mi sedetti su una panchina guardandoli che correvano da una parte all'altra rincorrendo una palla di plastica
 
-ciao micetta- sentì la voce accanto a me tanto attesa, perchè sapevo che lui era lì e mi rincuorai a sentirla 
 
-ciao Ghish, non ti stanchi mai a chiamarmi così eh?- dissi con un sorriso sincero e felice di vederlo accanto a me, la gente del parco si abituarono a vederlo, oramai gli alieni e gli esseri umani strinsero amicizia per i due mondi vicini e uguali del loro essere.
 
-come mai qui?- mi chiese lui guardando la mia stessa direzione e sorridere nel vedere i bambini giocare, sà che non sarei qui senza un motivo apparente non esisteva, ma altre volte ci venivo solo per lui in questo posto, dove ha vissuto tanti incontri e scontri, dal nascere di un amore.
 
-ho... Di... Nuovo litigato con Mark- rispondo con un tono triste e distogliere lo sguardo dai bambini 
 
-tu sei ancora qui sulla terra, non hai mai niente da fare? Dove sono i tuoi fratelli?- Chiesi poi guardandolo e incrociare il suo sguardo e rimanere abbagliata ancora  da quei occhi color oro
 
-Pai è con Lory.. E Tart è con Paddy... Eh si, io sono rimasto qui, sto bene in questa città... Ed io non è che non ho nulla da fare, resto qui e ti aspetto- mi rispose sorridendo dolce guardando sempre davanti a se.
 
-Sai, ripenso alle volte in cui mi chiedesti tante volte di fuggire, anche in quel vicolo cieco... avrei dovuto seguirti quel giorno- dissi con un filo di voce, di cui non ricevo risposta, ma sò che mi ha sentita.
 
Dopo essermi calmata mi alzai da quella panchina rimettendomi il giaccone che mi tolsi appena arrivata in questo posto, mi copriva fino a metà coscia nascondendo quel corpo non più da bambina, quei vestiti di taglia più grande per nascondersi, i capelli lunghi mostrando un viso da ragazza matura.
 
-se ti va ti riaccompagno a casa- si offrì gentilmente alzandosi poco dopo di me, il suo corpo da uomo era cambiato, era più muscoloso, e più sexy
 
-se non ti crea disturbo- risposi sorridendo e sentirmi felice per questa richiesta
 
-non mi disturbi mai piccola- mi disse e sento che per lui non è mai passato dopo tutti questi anni, il suo è un proprio e vero sentimento puro nei miei confronti.
 
 
 
Ci avviamo con lentezza nessuno dei due voleva sbrigarsi a tornare a casa solo per poter stare insieme, il mio cuore batteva forte e sentivo i brividi ad ogni minimo sfioro della sua mano contro la mia
 
-Strawberry...- mi chiamò fermandosi improvvisamente, era abbastanza perplesso, come se volesse trovare tanto coraggio per affrontare qualcosa di particolare, mi fermai anch'io
 
-senti...- incominciò degludendo aria bloccandosi un attimo
 
-Dimmi- lo intimai a parlare sorridendo rassicurante, ma il mio cuore ha preso a battere molto più forte quando lui mi viene incontro mettendomi la sua mano calda sul viso e avvicinarsi di piu guardandomi negli occhi, sorridermi, sistemarmi i capelli dietro un orecchio, per poi baciarmi, permettersi di baciarmi di nuovo senza alcun mio permesso, ma questa volta tutto cambia, non faccio nulla rimango ferma, sorpresa, fino a poi ricambiare questo bacio, dolce, gentile, intimo, caloroso e morbido, voluto.
 
Mi dimenticai di Mark, la mia mente si annebbiò e come molle le mie gambe stavano per cedere, e intuendolo Ghish mi tenne stretta a se lasciandomi la sensazioni di non volermi mai lasciare, le sue labbra che carezzano le mia, e la sua lingua che ci faceva l'amore assieme la mia.
 
la tristezza di questi anni, la rabbia che avevo, e capì da quel semplice bacio che sì, io mi sono innamorata di Ghish Ikitakashi, quel guerriero venuto quattro anni fà con intezioni maligne, ora era qui a sorreggermi e mostrarmi che mi amava.
 
-vieni via con me- mi propose ancora, tenendo sempre la sua mano sul mio viso e la sua fronte poggiata alla mia 
 
-certo che voglio venire via con te- dissi questa volta senza pensarci, senza riflettere alle conseguenze, era tutto ciò che volevo da quel giorno che lo rividi al parco, era finalmente ciò che desideravo veramente, volevo solo essere felice e Ghish voleva e poteva rendermici.
 
 
 
Dopo alcuni mesi che mi misi definitivamente con Ghish organizzai tutto insieme a lui, sopportando ogni volta la voce e la presenza del ragazzo che capì di non amare più.
 
Tornai in quella che era casa mia e faccio entrare Ghish perchè volevo assistesse a tutto, e sapendo che Mark non c'era  così corsi nella camera che condividevo con lui, avevo in mente di raccattare quella poca roba rimasta di Mark, visto che per questo stava fuori da Mimì, piano piano la sua roba spariva, e aprì ogni singolo armadio e cassetto dove vi erano i suoi vestiti, intimo e presi enormi sacconi di immondizia e ce li buttai dentro senza curarmi di piegarli, dovevano essere sgualciti come lui, li chiusi e lanciai davanti alla porta, Ghish non parlava ma si godeva quello spettacolo, mai io mi sentì così viva.
 
Presi due valigie che riempì dei suoi oggetti delicati e non, ma non m'importava glieli raccattai malamente e finalmente piene anche quelle lanciai causando un botto forte piene di cose e propriò in quella frangente di secondo la porta si aprì
 
-sono tornato!- urlò Mark sbattendo la porta 
 
-questi che significano?- disse lui colpendo i sacconi pieni della sua roba con accanto le valigie mentre io uscì dalla stanza 
 
-Significa che fra di noi è finita Mark, io amo un altro uomo e che fra di noi non può continuare- dissi indicandolo con tono amaro e guardandolo con odio e disprezzo 
 
-ma cosa stai dicendo stai delirando idiota, tu non puoi lasciarmi, mi ami, hai sacrificato la tua vita per quanto mi ami per me- mi disse venendomi incontro e dandomi un ceffone abbastanza forte da farmi cadere a terra come se potesse farmi cambiare idea 
 
-come ti sei permesso!- urlò Ghish apparendo alle sue spalle dandogli un calcio e farlo volare circa due metri da me e farlo sbattere al muro
 
-sei un insulso patetico se credi che ti ami ora per come mi tratti- dissi alzandomi da terra massaggiandomi la guancia
 
-e sai? Forse avrei dovuto lasciarti morire- continuai fredda postandomi accanto a Ghish
 
-e quindi tu mi lasci per questo... Questo.. Alieno!- disse Mark alzandosi dolorante e guardarci con rabbia
 
-Perchè a differenza di te, lui è più umano- dissi come sputargli addosso
 
-Lui più umano di me? Tsk... Ma l'hai visto? È un alieno! Viene da un'altro pianeta! E lui cosa ha fatto per te? Nulla! Io ti ho amata! Io ti ho trattato come una regina! Io ti ho dato un tetto su cui vivere!- disse Mark gesticolando
 
-Questa casa l'hanno comprata i miei genitori, e tu? Tu parli di avermi trattata bene? Forse al primo anno e poi? Quando hai incontrato quella sgauldrina di Mimì mi hai cominciato a picchiare! Ma io stupida che ti perdonavo!- dissi urlandogli tutto il mio rancore nei suoi confronti
 
-meglio che te ne vai da qui!- disse Ghish a tono alto indicandogli la porta
 
-me ne vado! Mi sono stufato di te Strawberry! Eri una nullafacente in questa odiosa casa regalata dai tuoi insulsi genitori! Addio!- disse Mark e conoscendolo so di aver copito nel suo ego, e non avrebbe continuato a reggere questa discussione, mentre prendendo la sua roba e avviandosi alla porta aperta da Ghish 
 
-aspetta devo darti un ultima cosa- dissi avvicinandomi a lui, guardarlo due secondi provando odio e restituirgli il ceffone che mi diede prima ma con maggiore forza
 
-addio pezzente!- gli dico con denti stretti Ghish gli chiuse la porta alle spalle
 
-è finita!- dissi scoppiando a piangere abbracciandolo e dargli un bacio a fior di labbra. 
 
 
 
Passarono due anni da quando lasciai Mark e mi misi con Ghish, si sistemò in casa mia, e da quel giorno tutto era più luminoso nella mia vita, ogni tanto venivano come ospiti i suoi fratelli e le mie vere migliori amiche nonchè loro compagne,
 
e dopo un anno di fidanzamento mi chiese di sposarlo ed accettai, informai i miei genitori che io e Mark ci eravamo lasciati e che da un pò di tempo mi ero fidanzata senza dirgli che Ghish era un alieno e mio padre il solito sergente gli fece il terzo grado, ha gia visto la sua bambina soffrire e non prendersi più cura di se stessa, lo accettarono quando mi videro più radiosa, i miei lunghi capelli color Fragola erano curati, mangiavo di nuovo con gusto, e i miei indumenti erano più consoni alla mia figura, e a volte per Ghish erano più intimi, in famiglia si è inserito molto bene andando d'accordo con mio padre che scoprirono molte cose in comune sia in sport che in altre cose. 
Ed ora che siamo felicemente sposati, di Mark non seppi molto che si fosse ufficialmente fidanzato con Mimì e che lei lo teneva sotto controllo visti i precedenti.
 
La casa in cui mi ritrovo l'abbiamo ristrutturata e resa più nuova e luminosa di prima aggiungendo due nuove stanze , visto che sono incita di un secondo bambino, il primo è un bellissimo maschietto concepito durante la luna di miele nel suo pianeta, da loro significherebbe portare fortuna e felicità, solo che per un figlio avremmo voluto aspettare, ma una piccola distrazione dell'alieno ha fatto accadere ciò, ma lo amiamo immensamente somiglia moltissimo al padre, ma non per questo lui non abbia smesso di amarmi e di avere sempre la nostra intimità.
-chissà come sarà questa bellissima bambina- disse Ghish rivolto alla mia pancia grossa e massaggiamdola dopo aver giocato con il figlio
 
-secondo me mi somiglierà ma prenderà i tuoi occhi e le tue orecchie come il fratellino, oppure somiglierà a te e avrà qualcosa di mio - dissi accarezzando il bambino fra le mie gambe e con Ghish accanto a me
 
-Potresti pure venire nel mio pianeta, li possiamo sapere come è fatta- mi ripropose di nuovo
 
-No! Uffa! Ma non è bello quando si è curiosi?- chiesi sorridendo
 
-Sì, ma... Io sono curioso!- mi disse incrociando le braccia come un bambino
 
-Io ho sposato un bambino non è possibile- dissi schiaffeggiandomi la fronte con la mano
 
-Scherzavo, non vedo solo l'ora che nasca- disse con voce calda che mi fà impazzire, lo baciai e lui tornó a giocare col bambino che gli tirò il codino sinistro per attirare la sua attenzione.
  
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