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Autore: la luna nera    06/03/2014    5 recensioni
Da quando Julius aveva preso parte ad una seduta spiritica, l'entità di quella misteriosa ragazza che si era manifestata solo a lui era diventata un'ossessione. Chi era? Cosa voleva da lui? E perchè la sua risata cristallina riusciva a scaldargli il cuore?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Svegliatevi.”
 
“Vi prego, aprite gli occhi.”
 
Ancora quella voce…. Mi tirai su e mi misi seduto sul letto. Mi massaggiai gli occhi e guardai l’orologio: erano passate da poco le tre.
Non riuscivo a capire se ciò che avevo udito era frutto della mia immaginazione. Avevo però la fortissima sensazione che in quel momento qualcuno mi stesse davvero chiamando da un’altra dimensione.
Si, perché da quando avevo preso parte a quella seduta spiritica un paio di settimane fa, accadevano strane cose.
 
“Finalmente vi siete svegliato.”
 
Quella voce era reale, la sentivo perfettamente.
Ed ero ben sveglio.
Proveniva dall’angolo della mia camera vicino alla poltrona: c’era qualcuno.
E se nessuno era entrato, non poteva essere che lei.
 
Lei chi?
Ora vi racconto.
 
Avevo deciso di prendere parte ad una seduta spiritica.
Il mondo dell’occulto mi ha sempre affascinato. Da quando un mio caro amico se n’era andato in uno spaventoso incidente d’auto non facevo altro che documentarmi sull’al di là, cosa potevamo saperne, come contattare gli spiriti e comunicare con loro. La sua ragazza, devastata dal dolore, non aveva mai smesso di amarlo. Era sicura che anche lui l’amasse ancora, affermava di incontrarlo in sogno, di parlare, persino di fare l’amore con lui. Stava impazzendo dal dolore, chi poteva biasimarla? Così iniziai a frequentare un gruppo di persone che, guidate da una sensitiva molto famosa, teneva delle sedute volte al contatto con spiriti dell’al di là. Volevo togliermi quel dubbio che da tempo campeggiava in me: gli spiriti sono ancora in grado di amare? Possono veramente entrare in contatto con i vivi mediante il sogno?
Ebbi qualche risposta dopo varie sedute, quando finalmente contattammo il mio amico deceduto: per il fortissimo amore che lo legava alla sua ragazza, era riuscito ad incontrarla veramente in sogno. Aveva seguito la corrente psichica generata dal legame che avevano quando era in vita e grazie ad essa si erano potuti incontrare di nuovo.
Loro si erano amati in vita e continuavano a farlo dopo la morte.
E fra spiriti sconosciuti? Potevano provare sentimenti?
 
Poi giunse quella sera.
Nel momento di massima concentrazione della medium, avevo avvertito un fortissimo calore accendersi dentro di me ed una voce femminile, che percepivo nella mia mente, mi ringraziava per un qualcosa che non riuscivo a capire. Aprii per un istante gli occhi e nella parete di fronte a me scorsi un’ombra evanescente. Chi era quell’entità?! O meglio, cos’era?!
Non fu semplice mantenere nervi saldi e concentrazione, dovetti dar fondo a tutte le mie riserve  per non spezzare la catena energetica che la medium stava controllando.
 
Pochi istanti dopo la seduta si concluse.
La sensitiva era molto provata; si voltò verso di me con occhi fissi.
Aveva percepito un’enorme energia provenire dal mio subconscio tramite la quale uno spirito molto particolare aveva risposto alla sua chiamata pur non manifestandosi visivamente.
 
Io, però, avevo visto.
Ed avevo sentito.
 
Nei giorni successivi la mia mente era rivolta a quella figura femminile che solo io avevo scorto. Sicuramente non si trattava del mio amico, era una donna e di questo non avevo dubbi.
Poteva essere frutto della mia immaginazione?
No, non sono mai stato un tipo facilmente impressionabile e poi la medium aveva avvertito con sicurezza la presenza di uno spirito.
Chi era quella ragazza?
Perché si era manifestata solo a me?
Non riuscivo a togliermi dalla mente quella figura senza nome e senza tempo. Per me stava diventando un’ossessione. La sera, prima di addormentarmi, pensavo a lei sperando di poter venire a capo del mistero, desideravo avere un contatto con lei, solo per scoprire chi fosse e che cosa volesse da me. Era buffo, ma la cosa mi faceva provare strane sensazioni, come quando hai un chiodo fisso, quando il semplice pensiero di una persona ti tocca il cuore e ti rende felice. Attendevo con ansia di percepire la sua risata cristallina propagarsi nella mia testa: la trovavo irresistibile. E continuava a ringraziarmi.
Credevo di impazzire: stavo parlando di uno spirito del quale ignoravo praticamente ogni cosa.  
Avevo provato a cercare da qualsiasi parte un qualcosa che potesse condurmi a lei, ma troppo pochi erano gli indizi che avevo in mano. Poteva appartenere a qualsiasi periodo storico, non avevo visto bene gli abiti che indossava e con quelli avrei potuto farmi un’idea della sua epoca. Avevo solo intravisto la sua esile figura e non era abbastanza.
Poteva pure essere una giovane fanciulla appartenente ad un ceto sociale inferiore e per questo impossibile da trovare negli archivi storici.
L’impresa era quasi impossibile e infatti non ero riuscito a venire a capo della possibile identità di quella ragazza appartenente alla misteriosa sfera invisibile ai più.
Ero ossessionato dal suo pensiero: man mano che passavano i giorni mi pareva di vederla dappertutto: sull’autobus, in ascensore, nei televisori in vendita, fra gli alberi del parco, all’università…
Ogni notte la sua risata risuonava nella mia testa e inspiegabilmente questo mi scaldava il cuore. Era un piccolo contatto con lei ed era tremendamente bello. Il desiderio di conoscerla, se così si può dire, aumentava notte dopo notte.
Fino a che finalmente si presentò a me.
 
“Lieta di vedervi sveglio.”
 
Allungai la mano per accendere l’abat-jour.
“No, vi prego, non accendete quella luce.”
Mi bloccai immediatamente.
“Preferirei usaste questa se non vi spiace.”
Rivolsi lo sguardo verso il tavolo della mia camera, così come lei mi stava indicando e notai materializzarsi una candela accesa.
La cosa mi colse di meraviglia e spavento.
Ma finalmente potevo vederla.
Era giovane, molto giovane, probabilmente non aveva compiuto neanche vent’anni. Si rivolgeva a me dandomi del voi, era appartenuta quindi ad un’epoca non molto vicina alla nostra.
Indossava abiti d’altri tempi, forse di inizio novecento.
I suoi capelli erano lunghi, presumibilmente chiari come gli occhi, difficile a dirsi.
Tutto il suo corpo, se così lo potevo definire, era semi trasparente e variava dal bianco candido al grigio chiaro, quasi come una fotografia in bianco e nero.
Le sue movenze erano regali, evidentemente si trattava di una ragazza appartenente ad una famiglia di alto rango.
 
“Sono felice di essere entrata in contatto con la vostra spiccata sensibilità e la vostra elevata energia psichica. Grazie a voi, signore, ho finalmente avuto la possibilità di tornare in questo mondo.”
Dopo un attimo di smarrimento, accennai un sorriso. Non sapevo cosa dire! Erano talmente numerose le parole che nelle ultime settimane si erano susseguite nella mia mente pensando a lei che in quel frangente trovavo fatica a metterle in senso logico.
“Vi trovo inquieto. Avete forse paura di me?”
“C-come? No-no… Tutt’altro… A dire il vero… sono molto emozionato.”
L’aria notturna risuonò di quella risata a me tanto cara.
“Sapete, sono molto più emozionata io di quanto possiate pensare. Erano anni che desideravo tornare in questa dimensione popolata di anime ancora presenti nei loro corpi mortali.”
“Da quanti anni attendevate questo momento, signora?”
Si incupì. “Sono passati quasi cento anni da quella notte di luglio in cui sono stata costretta ad abbandonare la vita terrena. Anche tutta la mia famiglia ha subìto la stessa sorte.”
“Mio Dio…. Ehm, chiedo umilmente scusa, non volevo rattristarvi.”
“Ciò che è stato, resterà per sempre. E’ il ricordo che ci rende immortali, così come l’amore di chi ci ha conosciuti in vita.”
Seguì un lungo silenzio: evidentemente aveva subìto una morte violenta. Trovai conferma osservando alcune pieghe della sua lunga gonna: presentavano delle macchie, sicuramente di sangue.
“Perché avete scelto proprio me? Mi chiedete forse qualcosa?”
“E’ stata la vostra fortissima sensibilità a condurmi fin qui. Non siamo noi a scegliere, possiamo solo seguire la forza interiore di chi crede in noi come voi, che siete stato guidato nella sfera in cui dimoriamo una volta abbandonato il nostro corpo mortale. Io vi ho solo seguito e finalmente sono tornata.”
“Sono onorato…” Mi misi in piedi e mossi qualche passo nella sua direzione. Lei rimase immobile. “Posso chiedervi il vostro nome?”
“Il mio nome?” Mi parve di scorgere un triste sorriso nel suo volto. “Ora non mi serve più, sono solo un’anima. Nel mio corpo mortale ero chiamata Anastasija.” Si sedette nella poltrona presso la quale era apparsa.
“Sarei lieta di raccontarvi qualcosa di me, se avete la cortesia di ascoltarmi.”
“Ma certo.”
Mi sedetti sul letto a poca distanza da lei e mi preparai ad ascoltare la sua storia.”
“Abitavo in un meraviglioso palazzo tutt’ora esistente. Nonostante appartenessi ad una famiglia aristocratica, sono stata educata nel rispetto di tutti quelli che mi stavano vicino, a provvedere a me stessa senza godere di grossi privilegi. Dormivo nella stessa camera assieme ad una delle mie sorelle. Ci confidavamo tutti i nostri segreti…. Era molto bello la sera, prima di andare a letto, parlare con lei di progetti per il futuro, condividere i nostri sogni e….qualche simpatia.”
“Quante sorelle avevate?”
“Tre, io ero la quarta e dopo di me c’era il tanto sospirato erede maschio della famiglia. Quando ero in vita le figlie femmine non contavano molto. I nostri genitori comunque ci amavano tutti allo stesso modo. Ditemi, voi avete fratelli e sorelle?”
“Ho un fratello, vive ancora in casa con i miei genitori.”
“E voi state qui da solo?”
“Si, ho preso questo appartamento in affitto per studiare medicina all’università.”
“Vi compatisco!”
“Prego?”
“Odio studiare, non c’è niente di più noioso al mondo per me, credetemi!”
Quella sua decisa affermazione mi strappò un sorriso. E anche lei riprese a ridere. Com’era celestiale quella sua voce allegra che invadeva ogni atomo presente nella mia camera! Avrei voluto fare in modo che restasse per sempre accanto a me per ascoltarla in eterno e… Ma che stupidaggine sto dicendo?! Apparteniamo a due sfere che si sfiorano e non si incrociano mai! E, andiamo, stavo parlando di uno spirito! Stavo impazzendo!
“Che avete, signore?”
“Eh? No… niente…. Vi prego, continuate.”
“Avevamo dunque una vita luminosa davanti, per le mie sorelle maggiori si prospettavano matrimoni di interesse, anche se loro manifestavano apertamente di voler restare in patria.” Fece una breve pausa, poi riprese a parlare con un tono triste. “Purtroppo non ci fu bisogno di trattare alcun piano di nozze perché un vento minaccioso prese a soffiare sulla nostra famiglia. Non capivo perché lo facevano, in fondo i miei genitori erano buoni. La gente mormorava contro di noi, forse per quel mago di cui ci eravamo fidati o non so per cosa…. Scoppiò una violenta rivoluzione e molto sangue fu versato durante quei gelidi mesi a cavallo fra l’autunno e l’inverno. Assieme a tutta la mia famiglia abbandonai la mia casa e dopo mesi fummo tutti trasferiti in un luogo segreto. Restammo lì per settimane. Ricordo la mia sorella maggiore rinchiusa in un triste silenzio, passava le giornate con lo sguardo perso nel vuoto senza mai pronunciare una sola parola.” Altro silenzio denso di nostalgia e dolore. “Pensavo spesso a quella che ero stata, mi consideravano una monella, detestavo lo studio, amavo solo lo svago e la recitazione. Chissà, forse sarei potuta diventare una brava attrice.”
Si interruppe per alcuni minuti. Emanava un fascino inspiegabile, aveva la capacità di catturare l’attenzione solo con la sua presenza e non perché si trattava di uno spirito: c’era qualcosa in lei, qualcosa di incredibile… una sorta di simpatia mista a carisma che non ho mai incontrato in nessun altro prima di allora.
Proseguì. “E giunse quella notte di luglio. L’aria era tiepida, lo ricordo molto bene. Quegli uomini ci svegliarono e ci condussero in una stanza con il pretesto di farci fuggire da un non meglio precisato pericolo. Lì ci fecero accomodare come se dovessero scattarci una fotografia. Lessero quelle righe in cui stava scritta la nostra fine. Mio padre ebbe solo il tempo di pronunciare due sillabe.” Strinse le pieghe della sua gonna fra le mani.  “Pochi istanti dopo si scatenò l’inferno.
Spararono colpi di arma da fuoco a raffica su di noi e… e…”
“Vi prego, non continuate!” Quel racconto mi stava gelando il sangue nelle vene, lei stava piangendo. Non sapevo che gli spiriti potessero farlo, non immaginavo che potessero esternare certe emozioni tipiche dei viventi.
Si asciugò una lacrima. “A lungo si sono sparse voci sulla mia sopravvivenza o su quella di qualcuno dei miei familiari, ma così non fu. Quella notte tutte le nostre vite terrene si conclusero nel sangue, nelle urla, nel terrore e nella violenza più atroce.”
Allungai la mano come si fa quando con un semplice contatto si vuol tranquillizzare una persona cara che ci sta vicino. Ebbi l’impulso di sfiorarle la mano destra e stringerla nella mia. Impossibile: attraversai totalmente il suo palmo e mi ritrovai a sfiorare con dolcezza il velluto della poltrona.
“E’ meraviglioso da parte vostra, signore. Siete così premuroso nei miei confronti…Io sono solo uno spirito e  certi contatti con voi mi sono del tutto proibiti. Non ho mai conosciuto il calore del sentimento puro, quello che nobilita l’animo e che ti fa sognare ad occhi aperti. Non so se è ciò che sta accadendo adesso…”
“Vi state forse riferendo all’amore?”
Fissò il volto su di me e mi parve di vedere i suoi occhi brillare.
“Avevo solo diciassette anni quando sono diventata quella che sono adesso. Non ho mai conosciuto l’amore come viene inteso nella vostra dimensione, ma credo….sia ciò che mi ha guidata fin qui presso di voi, che dite?”
Ero stato colto totalmente di sorpresa. Anche gli spiriti dunque provano gli stessi sentimenti che ci invadono in vita pur non essendoci conosciuti?
“Io.. ehm… Credo abbiate ragione. Forse è stato proprio questo che vi ha tenuta legata a me dopo il nostro primo incontro?”
Sorrise. “So che ero al centro dei vostri pensieri in ogni istante.”
Le sorrisi anche io. ”E’ vero. Siete stata la mia ossessione per lunghe settimane.”
Abbassò lo sguardo. Poi lo rivolse verso la finestra. E un velo di tristezza si posò sul suo volto.
“La notte sta per terminare e l’ora di tornare nella mia dimensione è giunta.”
“Dovete andarvene?”
“Si, ma so che resterò sempre nel vostro cuore come voi resterete in me per l’eternità. Quelli come me appartengono alla notte e la notte appartiene a noi.”
“Un momento… Potremo incontrarci di nuovo?”
“Forse.”
Ci alzammo. Se lei fosse stata una persona in carne ed ossa l’avrei stretta a me per non lasciarla andare via, ma se l’avessi fatto mi sarei ritrovato con le mie braccia intrecciate.
Quale dolore nel doversi separare da lei, nel realizzare che non esisteva alcun futuro per noi! Mi ero forse innamorato di un fantasma?! Un fantasma che mi contraccambiava e di cui conoscevo appena il nome?
Perché? Perché era accaduto tutto questo?!
“Non temete, tornerò da voi, fosse anche solo in sogno.”
Sfiorò il mio volto con la mano, avvicino le sue labbra alle mie come se volesse darmi un bacio e quel particolare gesto di affetto mi fece percepire una lievissima brezza ma così intensa da provocare una scarica di brividi lungo tutta la mia schiena.
“Ogni volta che avvertite una sensazione come questa, sappiate che sono con voi, Julius.”
“Conoscete il mio nome?”
“Si. Addio Julius... l’alba sta per spuntare.”
“Aspettate Anastasija.” Un’illuminazione nella mia mente mi fece capire chi poteva essere. “Non è che per caso ….voi siete la Gran Duchessa?”
Si voltò un’ultima volta: “Si. Io ero Anastasija Nikolaevna Romanova, figlia dell’ultimo zar di tutte le Russie.”
Queste furono le sue ultime parole. Poi tornò in quel mondo fatto dai sentieri della notte.
Restai lì, muto ed immobile, davanti a quella poltrona vuota con i raggi del nuovo giorno che filtravano dalla finestra stranamente aperta.
Quella notte molti dei miei interrogativi ebbero una risposta.
E una parte del mio cuore ora apparteneva all’al di là.
 


 

 
Ciao a tutti. Questa è la prima volta che scrivo qualcosa sull’argomento fantasmi. Non so se quello che è venuto fuori vi sia piaciuto, non esitate a commentare, ne sarei immensamente felice!
Un abbraccio
La Luna Nera
 
 
 
  
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