Era ancora seduta li. Sotto quell'albero  che era stato testimone di molte avventure e che rappresentava per lei l'unico collegamento con il suo mondo.
 
Era ancora li, marchiata da una ferita invisibile agli degli uomini con un dolore troppo grande per lei.
I suoi occhi fissi sui fiori che la circondavano osservavano qualcosa che non riusciva a vedere.
 
Una speranza.

Avrebbe voluto solo una piccola speranza per ritornare com'era ma ovunque vagasse con il pensiero non riusciva a trovare nulla se non un vicolo cieco di cui aveva il terrore.
Non riusciva più a dormire o a fare sogni tranquilli, perchè l'unica cosa che la tormentava erano gli incubi che vedeva riflessi nei suoi stessi occhi.
L'immagine felice della sua vita in quell'epoca era diventata sbiadita, non era più sicura di rimanere in un luogo a cui sentiva di non appartenere. Una volta lei stessa disse che
 
" il dolore come la rabbia, la sofferenza o la gelosia non erano altro che normali sentimenti condivisi da ogni essere umano e non emozioni che spingono le persone a voler fare del male ad altri"

in quel momento ci aveva creduto davvero ma in cuor suo voleva solo non essere come quelle persone.
Era un ipocrita.
Lei che sembrava sempre avere la testa sulle spalle, che sembrava innocente e sempre sorridente si ritrovava a sentirsi sollevata della morte della sua rivale.
In quel momento capì di non essere cosi "pura" come tutti, ma soprattutto lei, credeva di essere.
 
Ma era stanca. Terribilmente afflitta.
Da cosa? Dall'unica persona che avesse mai amato.
Era in un stato di paranoia dove non riusciva a comprendere ciò che doveva fare o se poteva fare qualcosa.
 
Non ci riusciva...

…o semplicemente…

… non voleva.

Tutto quel moralismo che da quando varcò il passaggio delle due epoche, era con lei come fosse una seconda pelle, l'ha portata a fare una cosa che non avrebbe mai dovuto fare.

A chiudersi, a non parlare.

Se avesse parlato prima, se gli avesse sputato in faccia tutta la sua frustrazione, l'angoscia, la gelosia che da tempo portava dentro di se, ora non sarebbe seduta come un vegetale sotto un albero sfiorito a farsi complessi per aver anche pensato che solo adesso aveva via libera.
Ma poi, via libera di cosa? Non poteva fare nulla, tutti intorno a lei avevano una maschera di dolore sul viso che avrebbe portato a stare male anche l'insensibilità.
 
Si sentiva cosi vuota, senza un barlume di vita.

Cosa avrebbe fatto d'ora in poi? Avrebbe continuato a mantenere quello stupido sorriso sulla faccia quando tutti i suoi amici e soprattutto lui erano nella sofferenza più profonda?

Doveva essere davvero cosi ignobile?

No , non ci avrebbe pensato proprio anche perchè non ne aveva le forze.
Per quanto non sopportasse la sua rivale in amore, era comunque una persona leale, dolce quando voleva ed erano legate non solo per essere cosi simili di aspetto.

Ma dall'amore che provavano per lui
.
Lui, che ora sembrava una statua di marmo scolpita dal miglior scultore del mondo e che voleva farsi vedere come un uomo eroe, privo di sentimenti.

Che non voleva piangere perchè voleva significare capacitarsi di averla persa senza che avesse potuto fare nulla.

Che guardava il cielo e la cercava.

Che dormiva solo per risvegliarsi e sperare che fosse tutto frutto di un incubo dato dalle sue ansie e preoccupazioni.

Che la guardava pensando che forse poteva essere Lei.
 
Lui, che ora era cosi..
 

...distante.