Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: darkangel98    06/03/2014    1 recensioni
Cosa accadeva ai piccoli Targaryen prima della ribellione? Rhaenys e Viserys erano sicuramente promessi sposi, ma qual’era il loro rapporto?
|crack| child!fic!| lieve incest | 1337 parole di pseudofluff
“– Stai sempre a giocare con quella bestiola inutile, Rhaenys! La ragazzina nemmeno sa la differenza tra un micetto e un drago.- la derise, afferrandole il viso e voltandosi come a cercare le risate di un pubblico - Rhaenys si preoccupò seriamente, erano completamente soli in quella stanza. –Ma d’altronde che può saperne dei draghi una bestiolina dal pelo nero come te?- “
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Viserys Targaryen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Black hair kitten
 



Ben poche cose rendevano felice Rhaenys Targaryen come quando la septa dimenticava nella sua stanza grandi e morbide matasse dai colori vivi, che solo al guardarli facevano arrossare dolcemente di piacere le sue guance diafane. Allora li rubava di soppiatto dal cestino e correva a prendere Balerion, che la seguiva docile come un cagnolino appena scorgeva le matassine tra le sue braccia. Alle volte si limitava a lanciarli per tutta la stanza, ridendo quando l’animaletto si affannava per seguirli con le gambette troppo corte, ma sempre più spesso preferiva mulinarli in aria appena fuori dalla sua portata, costringendolo a spiccare buffi balzi mai abbastanza alti – era come se volasse, pensava. Rhaenys era piccola, non stupida e sapeva bene che un gattino non era un drago e mai lo sarebbe stato, tuttavia amava lo stesso abbandonarsi a quella fantasia; aveva ancora sette anni, non ne aveva forse il diritto?
Si stava appunto svagando in quel passatempo il giorno in cui la voce di un ragazzino la chiamò imperiosamente, facendola trasalire al punto che inciampò su un gomitolo ammucchiato a terra e cadde con le mani avanti. – Rhaenys! – chiamò di nuovo Viserys: non c’era dubbio che fosse lui, nessun paggio avrebbe osato chiamarla così sgarbatamente e il rumore di metallo sul pavimento di pietra che si accompagnava ai passi, prodotto dallo strusciare della spada troppo lunga che il ragazzino si ostinava a portare alla cintura, era inconfondibile.
–Viserys.- replicò garbatamente mentre si alzava scuotendo la polvere dalla gonna – gli piaceva quando lei lo chiamava zio, ma la fanciulla non poteva farci niente, le veniva troppo innaturale, aveva appena un anno più di lei!
– Stai sempre a giocare con quella bestiola inutile, Rhaenys! La ragazzina nemmeno sa la differenza tra un micetto e un drago.- la derise, afferrandole il viso e voltandosi come a cercare le risate di un pubblico - Rhaenys si preoccupò seriamente, erano completamente soli in quella stanza.
–Ma d’altronde che può saperne dei draghi una bestiolina dal pelo nero come te?- continuò, tirandole violentemente una treccina. La bambina morse orgogliosamente le labbra, pregando che gli occhi violetti non si fossero fatti lucidi. – Sei venuto a chiedermi qualcosa, Viserys?- gli domandò in un tono appena troppo ingenuo per non apparire sarcastico. Il ragazzo annuì freneticamente.
–Sì, bestiolina nera, voglio fare pratica con la spada e tu mi guarderai. Vuoi vedere il Drago che si allena, vero bestiolina?- la apostrofò, mentre lei annuiva educatamente e raccoglieva la gonna nelle manine morbide per raggiungere il cortile – non le importava granchè dell’allenamento del Drago, sempre che Viserys avesse ragione a definirsi tale, ma era così serena e in pace, in quel bel giorno d’estate, non voleva rovinarlo contraddicendo lo zio e forse dopo che avrebbe finito sarebbe potuta tornare a giocare da sola. Così rimase composta, serena e terribilmente annoiata, a guardare con le mani incrociate in grembo il ragazzo che, con i capelli nivei che penzolavano sudati attaccati al suo viso, mentre roteando la spada con entrambe le mani cercava di sfregiare il fantoccio di paglia al centro del cortile.
Rhaenys sapeva bene che un giorno Viserys sarebbe diventato un grande guerriero, ma essere sincera non gli sembrava fosse particolarmente bravo: forse era per quel senso di protagonismo un po’ troppo sviluppato, ma comunque le sembrava un po’ troppo sudato e sofferente per una battaglia finta. E quando dimenando la lama inciampò sui suoi piedi e si ritrovò a combattere con il suo avversario inanimato in qualcosa molto simile alle zuffe dei cani, visto che si stava praticamente rotolando per terra, la principessina non potè fare a meno di alzare perplessa un sopracciglio. In ogni caso lei era una lady e non spettava a lei sapere come si combattesse, dunque si morse le labbra per non fare commenti sgradevoli. In fondo aveva otto anni e poteva ancora migliorare molto, o almeno sperava che fosse così dato che un giorno sarebbe diventata la lady sua moglie e avrebbe vissuto sull’ombra del suo onore.
– Ti è piaciuto, Rhaenys?- il bambino si attaccò con cura la spada alla cintura e la raggiunse, con un sorriso tronfio e gli occhi scintillanti di aspettative. La grazia di una lady si misura anche da quanto sa dire una piccola bugia per rispetto, bambina; le parole di sua madre le vennero in mente mentre gli sorrideva.
– Moltissimo, sei una grande guerriero.- Il sorriso del ragazzino si estese ancor di più e le guance già arrossate dall’esercizio accesero in uno scarlatto intenso, poi si sedette accanto a lei stendendo le gambe come Rhaenys aveva visto fare a suo padre dopo una lunga battuta di caccia.
– E lo dubitavi? Questo è il sangue del drago, micetta.- Lei alzò appena l’angolo della bocca e abbassò il capo in un inchino abbozzato: avrebbe voluto avere qualcosa da rispondere ma aveva sentito quella frase così tante volte, con solo qualche variazione sull’insulto che le rivolgeva, che non sapeva sinceramente più cosa dire. Per un attimo ebbe la sensazione che persino gli uccelli avessero smesso di cantare per accentuare quel silenzio che cadde sgradevole su di loro; dondolò il piede, pensando vagamente preoccupata che non avevano mai nulla di cui parlare se non quando lui la insultava o le parlava con il volto infiammato di combattimenti e sangue di drago e altre cose che una femminuccia col pelo nero non poteva capire.
Questo, insieme ai lividi che quasi ogni loro contatto le lasciava sotto le maniche, era ciò che la faceva temere il giorno in cui avrebbe avuto il primo sangue e sarebbero stati sposati all’istante: non era raro che vedesse sua madre e suo padre baciarsi lievemente le labbra e chiacchierare piano accanto al fuoco, e non riusciva nemmeno a concepire Viserys nella dolcezza di quel ruolo. A dire il vero il Viserys uomo e marito della sua immaginazione non era particolarmente diverso dal Viserys bambino: rideva dei lei, sproloquiava e dimenava con arroganza la spada esattamente come ora. Spesso sospettava addirittura che lui non sapesse che un giorno avrebbero dovuto sposarsi e fare bambini, le pareva che non si potesse essere così ingenui ma d’altronde ricordava bene un’altra delle lezioni di vita di sua madre: gli uomini e i ragazzi erano davvero tanto occupati a usare le spade e dominare i regni e per questo spesso non erano molto bravi nel ragionare su altre cose: infatti nessun lord poteva essere un buon signore senza la guida della sua lady. Così, tanto per sfidare la sorte e rompere il silenzio, rivolse la parola al suo promesso.
– Viserys, tu sei contento che da grandi ci dovremmo sposare?- chiese parlando velocemente per non fermarsi e distogliendo lo sguardo appena terminata l’ultima parola. Non arrossire, si ordinò con determinazione, ma sapeva per esperienza che le sue guance non erano particolarmente obbedienti. Pur senza toccarlo avvertì l’agitarsi delle membra irrequiete dell’altro mentre si dibatteva in cerca di una risposta – o almeno così sperava, le piaceva l’idea di essere per una volta lei a metterlo in imbarazzo. Un sorriso di superiorità – non troppo sfacciato o evidente, ma indubbiamente di superiorità – le tese leggermente il viso, mentre aspettava. La presa ferrea di Viserys sulla sua treccia fu come un secchio di acqua fredda addosso e restò completamente di sasso quando la usò per girarle il viso e morderle il labbro, facendole male. Non sapeva esattamente come rispondere e così lasciò che facesse mentre arricciava le labbra su di lei, cercando di imitare gli adulti che aveva visto. Poi la lasciò andare e si accigliò per un attimo, con gli occhi fiammeggianti di pensieri come se stesse valutando il sapore delle sue labbra. La risposta arrivò allora, repentina e troppo focosa come tutto di lui.
– Ma sì, sì, sei abbastanza accettabile per una gattina nera!- Si alzò di scatto e girò i tacchi senza dirle altro, lo sguardo assorto e il passo troppo veloce come sempre. Rhaenys Targaryen sospirò, con gli occhi illuminati di malizia soffusa, e si rifece la treccia guardando il suo promesso che correva via via da lei con il pugno comicamente alzato in aria.






















































Sclerotime; 

Sì, okay, in questo fandom nessuno sentiva il bisogno di ciò e non so perché cacchio li shippo, soprattutto perché lui lo odio abbastanza ma mi fa pena e mi interessa come personaggio. Sappiate comunque che secondo me avrebbe senso che fossero stati promessi, perché non era ancora nata Dany, loro erano non fratelli ma comunque parenti, avevano la stessa età e… insomma, la famiglia Targaryen se avesse avuto un po’ di senno li avrebbe sposati. Il fatto del gattino mi pare ci sia e mi faceva molta tenerezza quindi mi ci sono ispirata. Diciamo che immagino un rapporto un po’ contorto tra questi due pulcinelli (?) e mi fanno molta tenerezza *o* Ciao! Insulti sono ben accetti,

darky <3
  
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