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Autore: alivinghope    06/03/2014    1 recensioni
È la fine di un’era, continua a dirti la voce di Mycroft e, dentro di te, sai perfettamente quanta verità ci sia in quelle parole.
[note: menzione uso di droghe]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Quindi, eccoci qui. Il grande giorno. Suppongo ti vedrò più spesso da ora in poi.”
“Che intendi?”
“Proprio come ai vecchi tempi.”
“No, non capisco.”
“È la fine di un’era, no? John e Mary, felicità domestica.”
“No, no. Preferisco vederlo come l’inizio di un nuovo capitolo.”



Luce artificiale che penetra attraverso le serrande: gialla, fastidiosa. Silenzio assordante tra quelle quattro mura, pensieri che s’infiltrano nelle crepe del Palazzo Mentale come acqua che scorre. Parole che si rivelano pallide sulle pareti immacolate, come proiettate da qualcuno alle tue spalle. Non ti volti nemmeno, sai già che non c’è più nessuno. Ci siete solo tu e quell’astuccio dello stesso colore del sangue. Chissà a cosa pensavi, quando hai deciso di comprarlo di quel colore. Forse proprio al sangue, alla sua viscosità, alla sua brillantezza. Una scena del crimine non è neanche degna di essere chiamata tale, senza quel colore vermiglio a decorarla, vero? Ti ha sempre affascinato la sua eleganza, la sua sinuosità. Pensavi che non ci fosse nulla di più adatto al mondo per contenerla. Sì, parlo proprio della tua dipendenza che t’ha trascinato sull’orlo tante di quelle volte, ma inspiegabilmente hai sempre vinto tu. Ti piace pensare che te la sei sempre cavata affinché potessi finalmente incontrare quell’uomo dall’anima danneggiata quanto la tua, non è così? Sciocco, sciocco Holmes. Come hai potuto anche solo pensare che curarsi di quel cuore ti potesse salvare? Vi potesse salvare? Guardati, consulente investigativo. Indirizza quegli occhi di ghiaccio allo specchio e cerca di comprendere cosa vedi. Ecco, ora sei riuscito finalmente a guardare in faccia il dolore, letteralmente. Quegli occhi liquidi sembrano distare anni luce da quello che sei veramente, un cielo che preannuncia una tempesta coi fiocchi. È la fine di un’era, continua a dirti la voce di Mycroft e, dentro di te, sai perfettamente quanta verità ci sia in quelle parole. Non puoi fare a meno di pensare che, anni addietro, quella felicità domestica eravate proprio voi, Sherlock e John, ché era impensabile non pronunciare i vostri nomi legati da quella congiunzione così misera eppure così necessaria che non gli avevi mai dato peso. Ora non esiste più alcuno Sherlock e John, ora esiste uno Sherlock e un John e Mary. Quella piccola congiunzione ti è stata soffiata, ti è stata portata via e non la riavrai più indietro. Cosa sei tu, Sherlock Holmes, senza il tuo John Watson?
 

“È questo che fanno le persone, Sherlock. Si sposano. Ti avevo avvisato di non farti coinvolgere.”
“Coinvolgere? Non sono coinvolto.”
“No…”



Non senti più l’odore di John in quella stanza, ma c’è solo l’odore della polvere che ora ricopre i mobili inutilizzati. L’odore di una stanza ormai vuota da più di due anni. Non sei coinvolto, vero Sherlock? No, certo che no. Allora perché riesco a sentire le fondamenta del Palazzo che tremano e il tuo cuore accelerare? I condotti si riempiono e stai per ridurre in mille pezzi quella diga che blocca lo scorrere incessante di acqua salata. Fallo, piangi. Nessuno ti vedrà debole a parte me. Nessuno ti vedrà lacerato a parte me. Piangi per la perdita subita, piangi perché non solo è la fine di un’era, ma è la tua fine. Consuma i tuoi occhi, utilizzali nuovamente come proiettore e rivivi quegli attimi che ti hanno cambiato nel profondo. Bene, guarda quel volto sereno. Ricordi? Lo avevi conosciuto da poche ore e già ti sorrideva tranquillo, come fosse normale. Ma non era normale, vero? A te non sorride mai nessuno, tutt’al più vieni deriso. Nessuno aveva mai riso con te e non di te. Ti sei sentito ammirato e protetto da quell’uomo dai modi così affabili, fin dal primo giorno. Pensavi fosse uno scherzo, ed invece eccovi qui a condividere un appartamento per diciotto mesi e a vivere le avventure insieme, fianco a fianco, come nei migliori racconti. Ti sei sentito amato e hai amato a tua volta quel medico militare, senza mai dar voce a quel che avevi dentro. Hai sempre amato in silenzio, preoccupandoti per lui e mostrandogli lati di te che non avevi mai lasciato sbirciare a nessuno. Hai sempre sperato che fosse abbastanza, anche quand’eri lontano da lui, da casa. Ma non lo è mai stato. Lui è andato avanti, lui ha imparato a respirare nuovamente accettando la tua morte, persino dopo la tua ricomparsa. Sembrava fosse tutto tornato come un tempo, ma entrambi avete capito fin da subito che mai sareste tornati come prima. Perché tu sei un uomo diverso, ora, e lui ha una moglie, ora. Ha una moglie e ha abbandonato il 221B di Baker Street in favore di una vita ordinaria. Lui ha scelto lei, non te. Non eri più neanche un’opzione.  Tornerà da te quando sentirà la mancanza dell’adrenalina che solo tu sai donargli e te lo farai bastare perché pensi di aver infierito già troppo nella sua vita. Ti libererai della sua poltrona ma non gli spiegherai mai il motivo per cui l’hai fatto. Non ti costringerà a dirgli che ti manca, e tu non lo farai. Se è ancora in minima parte il tuo John, lo capirà da sé e non proferirà parola. Trasformerai quella stanza in uno studio o magari in una sorta di laboratorio in cui effettuare esperimenti: alla signora Hudson non dispiacerà. Curarsene non è un vantaggio, Sherlock. Ora possiedi la prova definitiva. Hai sentito gli effetti sulla tua stessa pelle, proprio come uno scienziato. Ti piacciono gli esperimenti, giusto? Ne hai appena condotto uno con successo, congratulazioni. Vorresti strapparti quell’organo che galoppa ferocemente nel petto facendoti male, vorresti poter infilare quelle mani da violinista all’interno della gabbia toracica ed estrarlo perché non sopporti più quel battito sordo. Forza, prendi quell’astuccio e affoga la tua mente proprio come ai vecchi tempi. Eccola lì, lucente e fiera, la tua compagna di tante avventure prima che arrivasse il tuo John. Ti ha aspettato così a lungo. È mancata anche a te, non è vero? La tua soluzione al 7%, pronta all’uso. Arrotola la manica della camicia fin sopra i gomiti, lega il laccio emostatico e porta l’ago a sfiorare la tua pelle d’alabastro. Ti sono sempre piaciuti quei pochi secondi d’aspettativa, quei pochi secondi prima che l’ago penetrasse nella carne morbida lasciandoti quel minuscolo cerchietto rosso. Ti lecchi le labbra e chiudi gli occhi e assapori quella sensazione e ti rendi finalmente conto di quanto ti sia mancato tutto ciò. Sollevi nuovamente le palpebre e fissi l’ago che punge quel lembo di pelle per poi riversarvi dentro la tua soluzione che finisce dritta al cervello. Ti senti subito a tratti sollevato, a tratti nauseato. Ma va bene così, senti qualcos’altro oltre a quel dolore al petto almeno. Poi più nulla. Il tanto agognato oblio ti avvolge e tutto intorno a te è ovattato, come se ci fosse uno strato di piume tra te ed il mondo circostante. Anche se per pochi istanti, va bene. Va tutto bene.

Andrà tutto bene, Sherlock.
 










Note:
Bene. Allora, non so esattamente cosa dire se non: la storia non è betata, quindi eventuali orrori sono imputabili a me e a me sola.
Detto questo, ringrazio chiunque sia arrivato fin qui e spero con tutto il cuore di non aver fatto troppo male scrivendo questa piccola shot. 
Un abbraccio!
  
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