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Autore: Kushina Namikaze    06/03/2014    2 recensioni
Salve! Forse sarò pazza a pubblicare una seconda storia a capitoli quando la prima non è ancora finita, ma ci provo. Questa volta ho deciso di raccontare la storia di Minato e Kushina dalla notte di quel famoso salvataggio fino alla loro morte. Volevo pubblicarla in un unico capitolo ma è venuta più lunga di quanto pensassi! Racconterò di come si sono conosciuti meglio, come si sono innamorati e i guai che hanno passato.
Dal Testo: “Credi davvero che mi importi? Anche se sei una forza portante non cambia ciò che sei veramente. Io ti amo e poco importa se dentro hai un demone o meno. Vorrà dire che il Kyuubi farà da terzo in comodo ogni volta che staremo da soli.”
Spero di avervi incuriosito ;)
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fugaku Uchiha, Kushina Uzumaki, Mikoto Uchiha, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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Arrivammo in ritardo al campo, infatti i tre ragazzini erano già arrivati, incluso Obito il ritardatario.
“Sensei, è in ritardo!” osservò Kakashi con aria seriosa.
“Lo so, scusatemi ma c’è stata una convocazione improvvisa e non ho avuto modo di avvisarvi!”
“Sensei, la convocazione riguarda per caso una kunoichi dai lunghi capelli rossi?” sussurrò Obito a Minato.
Vidi Minato diventare più rosso dei miei capelli, purtroppo ero rimasta distante all’ombra di un albero e non capì bene cosa Obito gli avesse detto, me lo disse Minato solo in seguito quando restammo da soli.
“Ragazzi, prima di iniziare gli allenamenti voglio parlarvi degli imminenti esami.” Minato iniziò a parlare ai ragazzini che, curiosi, lo ascoltavano senza fare troppe storie “Sono stato informato che con il passare del tempo, gli scontri fra i vari villaggi aumentano. L’Hokage, esaminando i risultati delle varie missioni che abbiamo portato a termine, ha molta fiducia nelle vostre capacità. Se riuscirete a superare l’esame, non sarete più sotto la mia responsabilità e potreste essere mandati in missione con altri compagni. Diventati chunin, potreste anche essere al comando di una squadra, quello che mi aspetto da voi è che sarete capaci di gestire ogni situazione che vi capiterà. Oggi faremo un allenamento un po’ particolare, singolarmente siete capaci di adempiere ad ogni compito, ma cosa accadrebbe se in una missione il capitano fosse uno di voi tre? Il vostro compito oggi sarà quello di catturarmi per tre volte. Ognuno di voi dovrà guidare la squadra per almeno una volta, così capirò se siete capaci o meno di eseguire il ruolo di capitano!”
“Che cosa?? Chiede troppo sensei, non ci riusciremo mai a catturarla!”
“Obito voi siete in tre mentre io sono da solo. Collaborando come una vera squadra riuscirete a catturarmi, in ogni caso l’importante non è la mia cattura, ma migliorare come capitano di un gruppo.”
Obito era molto nervoso all’idea di dover essere il capitano di una squadra, e se fosse accaduto qualcosa di storto? La colpa sarebbe ricaduta  su di lui e sarebbe stato lo zimbello della squadra. Allo stesso tempo odiava l’idea di essere un sottoposto di Kakashi, si sarebbe trovato costretto ad obbedire ai suoi ordini e questo non gli andava.
Rin, dal suo canto, non vedeva l’ora di mettersi alla prova come capitano. Era la più debole della squadra e temeva di non riuscire nemmeno ad avvicinarsi al suo maestro per catturarlo.
Kakashi, invece, voleva solo dimostrare le sue capacità, indipendentemente dal fatto che fosse capitano o no. Sicuramente non si sarebbe mai “abbassato” a prendere ordini da Obito, avrebbe fatto tutto di tesa sua.
“Bene ora iniziamo, il primo capitano sarà Kakashi, in seguito sarà la volta di Rin e infine Obito. Io mi allontano per un po’, voi dovrete trovarmi e catturarmi.”
Minato si allontanò dalla sua squadra e si nascose in cima ad un albero, da li poteva osservare il loro modo di organizzarsi. Kakashi era un tipo che contava solo sulle sue forze senza fare affidamento ai suoi compagni, inoltre aveva il brutto vizio di seguire le regole alla lettera, entrambi dei gravi difetti per un ninja. Le regole sono senza alcun dubbio importanti per mantenere un certo ordine e garantire la riuscita della missione ma non sono tutto, io sono una di quei ninja che se ne frega delle regole e fa sempre di testa sua, ammetto che ho sbagliato molte volte, soprattutto durante le prime missioni più complicate ma con il tempo e l’esperienza ho imparato a gestire la missione a prescindere dalle regole, lo stesso vale per Minato ed è ciò che ha cercato di insegnare ai suoi allievi. Sia Rin che Obito hanno acquisito questi insegnamenti, infatti si affidano uno all’altra, invece Kakashi pensa a se stesso e alle regole da applicare.

La prova di Kakashi iniziò, lui e Obito litigavano di continuo perché quest’ultimo non voleva essere comandato: era una lotta continua tra i due. Il piano di Kakashi era usare Rin e Obito come esca e poi lui avrebbe pensato a tutto. Il piano in parte ha funzionato perché Minato si ritrovò ad affrontare Obito e Rin che combattendo insieme riuscirono a dare molti problemi al loro sensei. Quando Minato li sconfisse Kakashi intervenne e venne subito sconfitto. Inutile dire che Kakashi subì una lunga ramanzina sul lavoro di squadra.

Adesso era il turno di Rin, l’unica kunoichi del gruppo. Lei conosceva bene i suoi compagni e la loro rivalità, così elaborò un piano perfetto per la loro squadra. Obito e Kakashi attaccarono Minato in momenti diversi, a lunga distanza. Si alternavano sempre e balzavano da un luogo ad un altro confondendo Minato e facendolo dirigere involontariamente verso un punto ben stabilito dove la piccola Rin aveva piazzato una trappola. Quella ragazzina poteva essere molto più debole rispetto al resto della squadra, ma era molto brava a creare delle trappole, così fruttò i punti forti di ogni membro della squadra per catturare Minato. Alla fine, anche se a fatica Kakashi e Obito riuscirono a dirigere Minato nel punto stabilito e riuscirono a farlo cadere in trappola.

L’ultimo a fare da capitano fu Obito, la sua fu la prova più deludente. Pensava per lo più a dimostrare a Kakashi le sue capacità fallendo miseramente ad ogni tentativo, contava troppo sulle trappole di Rin pensando che funzionassero da sole, ogni volta che Kakashi tentava di fare qualcosa per recuperare la situazione Obito gli impediva di mettere in atto o anche solo di esporre un piano dicendo che era lui a comandare. Inutile dire che Minato sospese la prova anche prima rispetto a quella degli altri due compagni.

I ragazzini si sedettero a terra, mentre Minato iniziò a fare le sue osservazioni sull’allenamento appena terminato…
“Inizio con il dire che mi avete molto deluso non tanto come capitani ma come squadra! L’unica che cercava di collaborare con entrambi è stata Rin ed è anche l’unica che, come capitano, è riuscita a catturarmi, questo perché ha capito che voi due insieme non avreste mai collaborato, quindi ha adattato un strategia in modo che non c’era bisogno di collaborare a stretto contatto. Kakashi…” si rivolse al ragazzino calcolatore dai capelli argentei “…devi fidarti di più dei tuoi compagni, il piano di creare un diversivo era buono ma dovevi approfittare della mia distrazione su di te per attaccarmi alle spalle e catturarmi, invece hai preferito aspettare che loro venissero sconfitti sicuro che per te sarebbero stati un intralcio, invece hai sbagliato i tuoi calcoli! Nel momento in cui combattevo con Rin e Obito avevo la mente concentrata su di solo dimenticandomi temporaneamente di te, se mi avessi attaccato in quel momento probabilmente saresti riuscito nell’impresa, invece hai fallito perché non ti sei fidato dei tuoi compagni. Cosa farai quando sarai capitano in una situazione simile, sacrificherai i tuoi compagni aspettando che il nemico abbassi la guardia perché ha già sconfitto dei nemici?”
Kakashi in un primo momento rimase in silenzio, come per riflettere sulla risposta “Si, secondo il codice ninja la missione ha la priorità anche sui propri compagni” rispose con un tono quasi glaciale.
“E’ vero, le regole dicono che la missione ha la priorità, ma questo non significa che devi far uccidere degli amici pur di completarla!” questa volta Kakashi rimase in silenzio con la testa china, poi Minato continuò rivolgendosi all’altro ragazzo, Obito.
“Obito la tua prova è stata la più deludente, appena mi hai visto sei partito all’attacco senza pensare ad una strategia mettendo così a rischio la vita dei tuoi compagni, oggi il vostro avversario ero io e ho fatto in cercato di non procurarvi ferite, ma cosa sarebbe accaduto se davanti a te vi era un nukenin pronto a uccidere pur di non essere catturato? Sareste morti tutti e tre nel giro di pochi minuti!” Obito rimase in silenzio a guardare l’erba davanti a se, subendo ogni rimprovero da parte di Minato
“E’ tutta colpa di Kakashi, li voleva comandare quando ero io il capitano!” gridò Obito rivolto al piccolo argenteo.
“Cercavo solo di migliorare la situazione idiota!”
“Smettetela voi due! Obito, un vero capitano deve anche saper ascoltare, essere capitano non significa solo dire ai membri della squadra cosa devono fare, ma anche prendersi le responsabilità delle loro azioni e saper ascoltare le loro opinioni per poi creare delle strategie. I successi di una squadra si misurano anche in base all’abilità del capitano di mantenere unita la squadra, esattamente ciò che ha fatto Rin. Forse, fra voi tre, non è la più dotata quando si parla di ninjustu o taijutsu, ma sicuramente è colei che si merita di più il grado di chunin!”
Tutti e tre rimasero in silenzio, Rin era combattuta, non sapeva se essere felice per ciò che aveva detto Minato riferito a lei o triste per il mancato lavoro di squadra.
Non avevo mai visto Minato così severo con loro, era anche vero che si stavano preparando ad un esame importante e c’era una guerra alle porte quindi, tutto sommato, faceva bene a fargli una bella ramanzina. Quei ragazzini dovevano affrontare la realtà e migliorarsi prima che fosse troppo tardi per rimediare.

Quando l’allenamento finì erano già le sette di sera così andammo a casa per rilassarci, la notizia dell’imminente guerra ci aveva sconvolti anche se, in riunione, non lo avevamo dimostrato mantenendo una certa serietà. Minato sperava con tutto il cuore che nessuno dei suoi allievi venisse promosso, così sarebbero stati il più lontano possibile da quelle battaglie visto che i genin non venivano mandati al fronte.

Cenammo in silenzio, o meglio, io cenai in silenzio mentre Minato sfogava tutte le sue preoccupazioni, questa volta era lui che aveva bisogno di me, anche se più di ascoltarlo non potevo fare molto, la situazione non si poteva cambiare, prima l’accettavamo e prima potevamo reagire al meglio. Andammo a letto, Minato era più stanco del solito e si addormentò quasi subito, resistette appena il tempo di abbracciarmi da dietro come fa di solito, io rimasi sveglia per un altro po’ prima di cadere in un profondo sonno che sarebbe durato fino al giorno seguente.

 
                              
Si sono ancora viva! Prima di tutto scusatemi per l'immenso ritardo ma ho avuto problemi con il pc e non ho potuto aggiornare la storia :/ comunque adesso ecco qui il nuovo capitolo. spero vi sia piaciuto nonostante non sia proprio centrato nella storia d'amore fra Minato e Kushina, però quei ragazzini hanno significato molto per Minato quindi mi è sembrato giusto dedicargli un capitolo.
Nella speranza di aggiornare presto aspetto le vostre recensioni ;)
A PRESTOO!!!!
  
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