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Autore: Tenebris_Bestia    06/03/2014    0 recensioni
La povera Tenebris si ritroverà a dover affrontare un mondo a lei sconosciuto e cambiato nei secoli.
Durante questa sua avventura, però, avrà la fortuna di trovare qualcuno che, forse, sarà in grado di capirla.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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La storia che vi vado a raccontare è quella di una giovane creatura, chiamata Tenebris e di un noto Creepypasta.: Slenderman.

Per chi non dovesse conoscere la storia dello Slenderman ve la racconto in breve:
Egli era un padre, di un giovane ragazzo... però, essendo molto alto ed estremamente magro con arti lunghi ed esili...veniva spesso considerato come una sorta di demone. Così, una sera..gli abitanti del luogo in cui viveva..gli bruciarono casa con lui ed il figlio dentro! L'uomo provò a salvare il figlio dalle fiamme, senza successo. Le gravi ustioni gl'impallidirono la pelle e perse il volto. Non vi era più nessun tratto somatico. Da quel giorno egli vagò come un creatura demoniaca , uno spirito se vogliamo...ma egli ora và, prendendo le anime dei bambini o dei ragazzi perduti nei boschi e li sottrae alla vita..in cerca di un nuovo figlio che lo possa amare.

Ora passiamo alla storia di Tenebris.Tragico e triste fu il suo passato.
Tenebris fu abbandonata da piccola e lasciata il proprio destino. Ma lei aveva una "fortuna" ovvero, l'essere una dragonessa.
Tenebris è una dragonessa nera, unica nel suo genere: possiede tutti i poteri della natura, le ombre, le illusioni...e la paura..
Visse come un animale per qualche anno, a quei tempi eravamo all'età di Roma...magari qualche decennio prima della sua fondazione...parlo della Roma antica! Tenebris è immortale e mooolto vecchia ma, essendo creatura  assai particolare,cresce con un ritmo diverso dalle persone normali.
Fu trovata da un gruppo di sacerdoti, che, vedendo una bambina con delle ali nere, coda nera e gli occhi completamente bui e le pupille color verde acceso..non si lasciarono sfuggire la possibilità di studiarla. 
Dai sacerdoti ai moderni scienziati ella fu torturata e seviziata in un barbarico segreto tramandato di generazione in generazione. La usarono come cavia per le macchine di tortura  e per testare l'efficacia di alcune armi.
Tenebris implorava pietà, implorava con forza e disperazione di lasciarla libera..ed in 10 anni ( "10" per come li ha percepiti lei, dragonessa)  lei crebbe molto, nel dolore e nelle torture.
Da questi anni di prigionia, Tenebris sviluppò e creò una creatura dentro di lei..o meglio, divise la propria anima, generando quella che si andò a chiamare Bestia. Altro aggettivo per definirla non  poteva esistere: Bestia uccideva senza discriminazione, non le importava la tua età o se tu fossi buono o cattivo..voleva sangue  e sfogare il suo immenso dolore.
Usando proprio Bestia ella riuscì a scappare, uccise tutti dal primo all'ultimo di quelle persone, ma uccise anche degl'innocenti che non meritavano la morte. Si pentì subito di tale creazione: Bestia l'avrebbe dovuta proteggere ed invece, era il contrario..assunse propria volontà, cercando di ottenere il controllo sul corpo.


Ed è da qui che comincia l'avventura di questi due personaggi dalla storia tragica, nel giorno in cui Tenebris riuscì a scappare.
La povera dragonessa era ricoperta di ferite, sangue e lacrime del colore della notte, le sue lacrime uniche come lei. nonostante fosse più grande, circa 11 anni, aveva l'aspetto di una bambina più piccola, ovvero, di 7.
Corse per molto tempo cercando di fuggire alle urla di dolore dei malcapitati, uccisi dalla sua oscura Bestia, senza mai voltarsi indietro e, con gli occhi offuscati dalle lacrime che scendevano copiose,si andò a perdere in un bosco.
Era inverno e gli alberi eran ricoperti da un dolce manto di neve che  decorava tutto il panorama circostante, la giovane s'addentrò con curiosità fra gli alberi di quel bosco, si oscuro e tetro..ma nuovo ai suoi occhi. Esaminava ogni cosa sibilando come fanno le serpi, assumendo un espressione dolce e spensierata, sembrava aver finalmente dimenticato la tragedia di qualche momento prima, era libera finalmente, non aveva più nulla che la tenesse incatenata  e nessuno l'avrebbe più seviziata od insultata per la sua natura.
Si sentirono dei passi che, lievemente ovattati dalla neve morbida e soffice, avanzavano verso di lei.
La giovane non se ne curò, pensando fosse il vento o qualche animaletto ancora da scoprire ai suoi grandi occhi.
Il rumore di passi si fermò alle sue spalle, proprio dietro di lei, ed ella s'accorse ben presto che quel rumore non era di un animale...ma di una persona: un uomo vestito in elegante smoking nero, cravatta rossa e ben allacciata, dei lunghi tentacoli neri che gli uscivano dalla schiena , esile, magro, molto alto..e senza volto.
Lo Slenderman era dietro di lei "fissandola", per così dire, intensamente con il volto bianco puntato su di lei che, tremante, arretrò guardandolo con attenzione.
 
< Tu chi sei? >Domandò Tenebris, rannicchiandosi nelle ali. << come mi hai trovata? >>

Non vi fu un'effettiva risposta da parte dell'uomo, ma si limitò ad indicare solamente le gocce di sangue che lei si era portata dietro dalle ferite, ancora aperte ed in fase di guarigione.

La piccola Tenebris lo guardò nuovamente, abbozzando un piccolo sorriso.

< Come sei arrivato qui? > chiese ingenuamente non pensando che l'uomo non avesse bocca o altri tratti somatici per esprimersi.

< Ma ci arriva questa ragazzina che non ho la bocca? > pensò lui seccato e Tenebris lo guardò molto male, come un bambina offesa può guardare qualcuno che la prede in giro.

< Guarda che ti ho sentito...credi che sia carino dire a qualcuno cose simili? Io ho un nome. > Borbottò incrociando le braccia, in una di quelle tenere espressioni che fanno i bambini. Lo Slender era scioccato da tale affermazione: quella bambina gli aveva veramente letto il pensiero?

Si accovacciò vicino a lei, poggiando una mano sulle piccole spalle sanguinanti della giovane: chiese se veramente avesse questo grande potere, quello di poter comunicare con lui e di poter, finalmente, permettere a lui di parlare con qualcuno.
 
< Si che posso > disse lei sbuffando < So leggere nei pensieri..ed ho sentito cosa hai detto di me, anche bene! > lo ammonì con un gelido sguardo.

Slender, agitò le mani più volte come a chiedere scusa, pensando: < ok, ok, andiamo non lo sapevo >
Ed afferrò le braccia della bambina, per farla girare verso di lui e " parlarle" meglio.
In quel breve istante Tenebris fu percossa dalle sanguinose e dolorose memorie di prigionia: la prendevano spesso con la  forza e lei non poteva fare nulla, se non subire le torture che fino a qualche momento fa l'affliggevano.
Ruggì stridula, scrollandosi di dosso le mani dell'uomo.
Era in preda al panico, alla paura più totale. Cominciò a sudare freddo ed a correre veloce, Slender tentò di usare i suoi tentacoli per fermarla e farla calmare, era sconvolto da una simile reazione...anche se era vero il fatto che lui fosse, come dire, famoso per  aver fatto sparire molti bambini, ella non sembrava conoscerlo e  non si era spaventata così tanto fino a qualche istante prima.
La piccola spiegò le ali e sputò fuoco per far allontanare i tentacoli, volando a grandi balzi verso una meta non precisa.
Fece svariati salti con le ali ferite che, però, l'aiutavano a percorrere  più spazio. Ad un tratto, girandosi per vedere che fine avesse fatto quell'uomo, andò a colpire un grosso ramo che la ferì ulteriormente, facendola precipitare: cadde proprio ai confini del bosco, finendo in mezzo alla strada.

Un rombo in avvicinamento, una macchina di grossa cilindrata, color rosso fuoco e con gli abbaglianti accesi.
Tenebris si alzò a fatica sanguinando copiosamente, spaventata, confusa e di colpo "svegliata" dal suono assordante del clacson .

Fece un piccolo urlo, piangendo impaurita da quel mostro metallico....quando la machina si fermò di colpo a pochi centimetri da lei, era riuscito ad inchiodare in tempo, ma la reazione, quando la vide, fu tutt'altro che amichevole.
L'uomo: medio-alto, capelli scuri e lunghi,occhi grigi con sfumature giallognole. Era vestito in modo a dir poco trasandato: scarpe rovinare, pantaloni con un buco su di una gamba ed una camicia rossiccia sbiadita e scucita da una parte.

L'autista la guardò, rendendosi conto ben presto che, quella piccina, non era umana 
< Cosa diavolo sei?! Un fenomeno da baraccone??? O peggio! Sei un mostro esattamente come il tipo della radio! >
Prese un bastone pesante da terra.
Tenebris era spaventata e pietrificata dalla paura e dalla stanchezza, cominciò a piangere lacrime color zaffiro sentendosi ormai persa.

< Ora vi faccio capire io qual'è il vostro posto, mostri! > 

Scagliò un primo colpo verso la giovane, guardandola con insano odio, dato dalla sua semplice diversità che, però era abbastanza , secondo lui, per prendersela con una bambina così piccola.

Tenebris fece un ultimo urlo tenendo gli occhi chiusi più che poteva, desiderava che quello fosse solo un incubo come tutta la sua vita, voleva risvegliarsi e trovarsi accanto alla sua famiglia, vicino alla sua mamma ed il suo papà...voleva una vita normale.
Tutto cadde nel silenzio subito dopo il colpo, che non andò a segno...qualcosa bloccò il braccio dell'uomo: un qualcosa di viscoso, robusto e prensile..un tentacolo nero.

Slender, riuscito ad arrivare appena in tempo per proteggere quella giovane creaturina, aveva fermato il primo colpo.
Stava alle spalle di Tenebris che, stupita,lo guardava dal basso. Era in posizione eretta e con la testa piegata verso quel tizio, i pugni chiusi a far capire sentimento di rabbia ed il tentacolo che stringeva sempre più il braccio del guidatore.

< Lasciami!Lasciami brutto bastardo! > Gridava terrorizzato alla vista dello Slender, da tutti ritenuto una leggenda metropolitana od una favoletta per far star buoni i bambini capricciosi, cercava di dimenarsi e di liberarsi dalla presa che si fece ancor più forte, fino a quando non finì con la rottura del braccio di lui.

Il bastone cadde a terra fra le urla di dolore dell'uomo, Tenebris si coprì le orecchie a quelle urla, ancora traumatizzata dal suo omicidio di massa, allora Slender , dolcemente, le tappò le orecchie con la mani libere.
Egli, ben preso, uccise con freddezza l'uomo che aveva minacciato la giovane bambina.
Tenebris ne rimase sorpresa, quasi felice: era la prima volta, in vita sua, che qualcuno le dava aiuto.
Lo Slender si voltò, riprendendo a camminare ,con quella sua andatura inquietante, verso la parte più fitta del bosco.
Nell'animo della giovane si accese qualcosa: un sentimento che mai aveva provato prima, un qualcosa che le dava serenità e gioia, la portò ad un sorriso spontaneo e speranzoso.
Tenebris, per la prima volta, voleva bene a qualcuno, sentiva di voler andare con lui...sentiva d'esser capita.
Provò ad allungare una mano verso di lui che, lentamente, si voltò: non pensò a nulla, così che la piccola non potesse leggergli il pensiero. Allora lei ritrasse la mano tristemente, credendolo offeso o deluso dal suo comportamento: non lo biasimava..era scappata via, attaccandolo anche.
L'uomo riprese a camminare, come sospirando.

< .....Grazie....ti devo la vita... >

Lo Slender si fermò di colpo, sorpreso e con una sorta di lieve rossore sulle gote pallide come la morte. Si voltò, quindi, in direzione della giovane che gli sorrise nuovamente con espressione sincera e piena di gratitudine .

< non c'è di che...>  Le tese una mano gentilmente. Facendo poggiare la piccola mano sulle due dita, per poi, prenderle la mano ed incominciare a camminare con lei.
Tenebris gli strinse la mano, per non lasciarlo andare avanti senza di lei, per tenersi stretta quell'unica persona che le si sia avvicinata, così gentilmente.
Percorsero qualche passo ancora, poi lei, domandò con timidezza :

< Non mi hai detto come ti chiami, posso saperlo? >  La domanda, detta con voce dolce e vitale, scaturì quella che sembrò una lieve risata nei pensieri di Slender che , annuendo, si accovacciò davanti a lei per prenderla sulle spalle.

< Il mio nome è Slender, piccina...ed il tuo? >
Ella gli abbracciò la nuca delicatamente, sussurrando il suo nome per tenerlo a memoria, per poi, presentarsi:

< Io mio chiamo Tenebris...tu non hai paura di me..vero? > A quella speranzosa domanda l'uomo si fermò per qualche istante; facendo un sospiro, un respiro, che andava ad esprimere un sorriso sornione.

< Perché dovrei avere paura di te?...Tu sei mia amica, Tenebris. > 

< E resteremo sempre insieme? >
 Lo Slender fece un altro "sorriso", accarezzandole la nuca con la mano destra, mentre con la sinistra la teneva in equilibrio sulle proprie spalle.

< Si...te lo prometto >.
  
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