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Autore: TheShippinator    06/03/2014    5 recensioni
Blaine non riesce a togliersi dalla testa la foto di Kurt ed Elliott, tanto da mettere da parte i compiti e gli altri suoi impegni per tutto il pomeriggio. Sull'orlo di una crisi, chiama Sam, al quale toccherà cercare di tirarlo su di morale ed aprirgli gli occhi come solo Sam sa fare, aiutato anche -sorprendentemente- da Mr Anderson.
• FF a tutta BLAM, con quel sottofondo Klaine che piace a tutti! (Blam!friendship; engaged!Klaine) •
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sam Evans | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Blaine camminava avanti ed indietro nella sua camera, torturandosi il labbro inferiore con i denti e lanciando, ogni tanto, occhiate pensierose allo schermo del laptop.
Da quando era tornato dalle lezioni, non aveva fatto altro che restare a fissare quella foto, la foto di Kurt -il suo fidanzato- ed Elliott. Aveva buttato giù un boccone, a cena, giusto perché sua madre aveva approfittato della giornata libera per preparare il suo piatto preferito, ma per il resto era stato incredibilmente distratto.
Non aveva nemmeno finito i compiti, ed il giorno dopo avrebbe dovuto affrontare l’ultimo test di matematica…
Ogni tanto, si sedeva davanti allo schermo del pc e restava a guardare il contatto di Kurt, su Skype. Era posizionato su Occupato, ma sapeva che Kurt lo teneva sempre in quella modalità perché lo irritava la suoneria delle notifiche dei messaggi. Sapeva anche che, se non l’aveva ancora chiamato, era perché era occupato con la band, a ripassare qualche assolo di esercizio per la NYADA o ad accomodare i propri vestiti.
Nonostante sapesse tutte queste cose, Blaine continuava a fissare il suo nickname nella speranza di veder presto spuntare una chiamata al centro dello schermo.
Con un gemito di frustrazione, Blaine si gettò sul letto di schiena, voltando il capo e fissando lo schermo del laptop. Era scuro, quindi allungò una mano per sfiorare il trackpad e riattivare la luce. Nessun cambiamento, se non per il fatto che adesso, Kurt non era più nemmeno online.
«Oh, ma dai!» esclamò il ragazzo, sollevando le mani e portandole al volto. Si stropicciò gli occhi con le dita, quindi le forzò ad oltrepassare la barriera di gel che ricopriva la sua capigliatura. Sotto a quella calotta di cemento, i capelli erano privi di ogni costrizione. Passò le dita tra le ciocche, separandole e mantenendole unite per le punte ingellate, fino ad ottenere di essere quasi del tutto spettinato. Non gli importava, sinceramente, anche Kurt avesse chiamato ora: di certo l’aveva visto anche in condizioni peggiori. L’aveva visto al mattino appena sveglio, appena uscito dalla doccia e con i capelli ricci e gonfi, l’aveva visto in pigiama e senza… non l’avrebbe destabilizzato vederlo spettinato.
Senza spostare la mancina dal volto, Blaine infilò la destra nella tasca dei pantaloni. Ne estrasse il cellulare, che portò all’orecchio subito dopo aver selezionato il destinatario della chiamata.
Tuuu… tuuu… tuuu…
“Avanti, rispondi…!” si ritrovò a pensare Blaine, e la voce, nella sua testa, sembrava stesse per mettersi a piangere.
«Ehi, Blaine!»
“Finalmente!” esclamò con il pensiero, permettendosi di rilasciare il respiro che aveva trattenuto fino ad allora.
«Ho mentito.» disse subito, con convinzione, Blaine.
«Ha! Lo sapevo che ti tiravi le sopracciglia per dargli quella forma! Era semplicemente troppo strano che fossero così di loro!»
«Cosa…? No! Diavolo, Sam, non mi tiro le sopracciglia!»
Blaine si mise seduto sul letto, aggrottando la fronte e guardando verso l’alto, come a cercare di determinare quanto effettivamente fosse disastrosa la forma dell’argomento della loro discussione.
«Oh… e allora perché mi hai chiamato?» domandò la voce di Sam nel suo orecchio, distogliendolo dai suoi pensieri e facendolo un attimo tentennare.
«Non è vero che sono tranquillo su tutta quella storia di Kurt ed Elliott e del “tieni i tuoi amici vicini, ma ancor di più tieniti vicini i nemici”. È stato un pessimo consiglio, adesso quella è la foto di Kurt con più “Mi piace”, su Facebook, e ci sono un sacco di commenti! La metà gli fanno i complimenti per il, e cito testualmente, “sostituto di Blaine” che si è trovato, l’altra metà si lamenta perché secondo loro c’è troppa poca lingua. Sam! È un bacio sulla guancia, okay? Non c’è nemmeno, la lingua, in un bacio sulla guancia!» Blaine ricominciò a camminare avanti ed indietro, in camera, gesticolando e lasciandosi andare. Man mano che parlava, il peso sullo stomaco si faceva più leggero, mentre il battito del suo cuore aumentava.
«Prima di tutto, i commenti sono solo due, e sono entrambi di Becky… Secondo: amico, davvero, devi calmarti…»
«Come?!» domandò Blaine, fermandosi in mezzo alla stanza e facendo ricadere il braccio libero lungo il corpo, per poi ricominciare a camminare. «Mentre io sono qui a risolvere equazioni di secondo grado e logaritmi, preparare il discorso dei diplomandi, guidare un Glee Club alla vittoria e fare un sacco di altre cose negli altri club in cui sono iscritto, lui è a casa a dividere una pizza ed una fetta di torta con “Starchild”, aka il Ragazzo-che-gli-farà-vedere-le-stelle-ed-anche-un-paio-di-nuove-costellazioni-al-posto-mio!»
«Blaine… stiamo parlando di sesso, adesso…?» domandò incerto Sam.
«Sì, Sam, sì!» rispose Blaine, esasperato. «Stiamo parlando anche di sesso.»
«Oh, e a proposito, devi davvero darmi una mano con l’esercizio nella seconda colonna di pagina 65. L’ho rifatto, credo, otto volte. Il risultato dovrebbe essere 0, ma a me viene una frazione elevata alla quinta sotto radice quadrata.» continuò Sam, quasi senza ascoltare la sua risposta e sovrapponendosi alle sue parole.
«Devi semplificare la radice prima di moltiplicare, Sam, è lo stesso errore, lo fai ogni volta…» sospirò Blaine, chiudendo gli occhi e massaggiandoli con la mano libera.
«… Ah, sì.» disse soltanto Sam, dopo qualche secondo di silenzio. Blaine poté sentire chiaramente il rumore di qualcosa che veniva rovesciato, probabilmente l’intero contenuto dell’astuccio di Sam sulla sua scrivania.
«Possiamo tornare a parlare del motivo per il quale ti ho chiamato?» domandò a quel punto Blaine.
«Senti, amico, lo sai, io ti voglio bene, però… davvero, non credo di essere pronto a darti consigli su come farlo con Kurt.» disse la voce di Sam, quasi distratta.
«Non è quello il punto! Cioè, sì… ma no, noi andiamo alla grande, non abbiamo quel tipo di problemi. O meglio, non li avremmo, se io non fossi qui a Westerville e lui a New York, ma stiamo uscendo fuori tema! Il punto è che… sono geloso, Sam… mi manca il mio fidanzato e quell’Elliott, invece, può abbracciarlo e baciarlo e… uscire con lui. E se Kurt decidesse che preferisce qualcuno che può vedere tutti i giorni a qualcuno che, invece, può vedere solo una volta al mese?» domandò Blaine, con voce tremante, bassa, lasciandosi cadere di nuovo sul letto, seduto e sconsolato.
«Oh, cavolo… Blaine, ascolta. Prima di tutto, ti rivelo un segreto, vuoi?» chiese Sam.
Blaine annuì, poi si ricordò che l’altro non poteva vederlo, quindi, semplicemente, disse: «Sì».
«Kurt ti ama e tu sei un idiota!» esclamò Sam.
«Tecnicamente, queste sarebbero due sentenze diverse, tu avevi detto un se-…» iniziò Blaine, mettendo su il broncio.
«Noia! Kurt ti ama e tu sei un idiota, sono due dati di fatto! E sai perché sei un idiota? Perché lui non dovrà vederti una volta al mese: prima di tutto, tra una settimana lui, Rachel, Santana e gli altri torneranno a salutare Mr Shue e voi vi vedrete; secondo, tra due settimane la scuola sarà finita, le Nazionali anche e ci trasferiremo a New York. Lo sai, ne abbiamo già parlato, no?» cominciò a dire a macchinetta Sam, senza quasi prendere fiato.
«Sì, ma…»
«Vuoi che ti svelo un altro segreto?» domandò Sam a bruciapelo.
«… sì?»
«Esatto! Ha detto sì! Ha un anello al dito, il tuo anello al dito! Blaine! Siete già praticamente una coppia sposata da prima che Kurt conoscesse quell’idiota dei messaggi con Cleopatra che cadeva sugli angeli…» borbottò Sam. Blaine poteva vederlo fare spallucce.
«Cleopatra che…? No, okay, ho capito quello che stai dicendo, il punto è che sono…»
«Un idiota?»
«Geloso! Sono geloso!» esclamò Blaine di nuovo, a voce forse un po’ troppo alta.
«Blaine! Abbassa la voce! Hai finito i compiti per quel test di matematica di domani?»
Blaine sobbalzò ed allontanò di colpo il cellulare dalla bocca, voltandosi in fretta verso la porta: suo padre se ne stava lì, appeso allo stipite ed alla maniglia, per metà infilato nella stanza.
«Papà…! Scusa… abbasso la voce. Comunque sì, sì, ho finito… stavo aiutando Sam con le equazioni di…» borbottò Blaine, deglutendo e mentendo.
«Sì, certo….» gli rispose suo padre, sollevando un sopracciglio, scettico. «Salutami Sam.»
Blaine restò a fissare suo padre, mentre avvicinava di nuovo il microfono del cellulare alle labbra.
«Mio padre ti saluta, Sam.» disse piano Blaine.
«Buona sera, Signor Anderson!» esclamò forte la voce di Sam, come se l’uomo potesse sentirlo.
«Ti saluta…» rispose Blaine, chiudendo gli occhi e sobbalzando al tono di Sam, allontanando anche il cellulare dall’orecchio.
Il Signor Anderson annuì e fece per andarsene, ma si bloccò per un secondo. Come ripensandoci, si sporse di nuovo.
«Comunque… non so che cosa stia succedendo, Blaine, ma gli Anderson non lasciano che qualcuno tocchi le loro cose.» disse l’uomo, con voce bassa e tranquilla, fissando il figlio.
«… come?» chiese Blaine, aggrottando le sopracciglia, confuso.
Il padre lo fissò qualche altro secondo e Blaine ebbe come l’impressione si stesse chiedendo da quale dei due genitori avesse ereditato l’ottusità.
«Se pensi che qualcuno stia infilando il naso in cose tue, allora dovresti tagliarglielo via.» continuò l’uomo, mentre Blaine sollevava le sopracciglia ancora di più.
«Il pene?» chiese Sam, nel suo orecchio, facendolo sobbalzare: si era dimenticato di essere al telefono con lui! Probabilmente il ragazzo aveva sentito il discorso di suo padre.
«Il pene?» ripeté Blaine, rivolto all’amico e guardando un punto indefinito alla sua sinistra, quasi stesse cercando di fissare il viso di Sam attraverso il microfono del cellulare.
«Il naso!!» esclamò suo padre, spalancando gli occhi. «Okay, sai che non sono ancora del tutto… a mio agio con questa cosa dell’essere gay, ma a prescindere da tutto e dal fatto che non sarò mai nonno…»
«Io e Kurt vogliamo dei bambini, papà…»
«Pensavo che i gay non potessero rimanere incinti…!» esclamò Sam di nuovo, nell’orecchio di Blaine.
«Perché è così!» esclamò Blaine, mentre suo padre ignorava le sue parole e continuava con il suo commento.
«… nessuno si prende quello che è degli Anderson. Credi che io abbia fatto carriera lasciando che gli altri mi soffiassero i casi che volevo? Volevo prendere un certo caso? Combattevo con i denti per tenermelo stretto. Se non vuoi che qualcuno si prenda il tuo caso, combatti con i denti per tenertelo. Okay? Buona notte.» concluse suo padre, sollevando le sopracciglia e lanciandogli un’occhiata eloquente, prima di chiudere la porta dietro di sé.
«O… kay… buona notte. Grazie, papà.» disse Blaine, aspettando di sentire i passi del genitore allontanarsi, prima di avvicinare la bocca la microfono del telefono. «Oh. Mio. Dio. Mio padre non mi aveva mai dato un consiglio d’amore! Non si era mai invischiato nei miei affari! Quando gli ho detto del matrimonio, ha sospirato e si è versato uno scotch!»
«Complimenti, Anderson, hai convertito tuo padre. Domani gli andiamo a comprare una di quelle Spille dell’Unione Gay Arcobaleno o come si chiama.» esclamò Sam, con un mezzo respiro soffocato, segno che probabilmente si era gettato sul letto. Blaine lo imitò e si voltò a fissare lo schermo del laptop. Kurt era di nuovo online.
«Come faccio a stare tranquillo, Sam? Kurt è la mia anima gemella… io lo so. Se Elliott me lo portasse via… » cominciò di nuovo Blaine, con un sospiro.
«Oh, Blaine! Perfino io avrei detto di sì, dopo un discorso come quello che gli hai fatto! Elliott non se lo prenderà mai! È troppo Gaga!» esclamò Sam.
«Troppo Gaga?» chiese Blaine, sollevando un sopracciglio.
«Kurt ed Elliott sono troppo Gaga per stare insieme! Kurt ha bisogno di una Katy Perry come te!» continuò Sam, con nuovo vigore nella voce.
«Io sono una Katy Perry e ne vado fiero!» esclamò all’improvviso Blaine, aggrottando le sopracciglia, convinto. Sollevò il pugno verso l’alto, annuendo e sedendosi, con la voglia di andare al suo stereo ed inserirvi uno degli ultimi cd della sua cantante preferita per sottolineare il concetto.
«Esatto!» esclamò di nuovo Sam.
«Elliott non mi porterà via Kurt. Lui è la mia Gaga ed ogni Katy ha bisogno della sua Gaga. Se vuole può trovarsi la sua, ma non può avere la mia! E se ci proverà, io gli taglierò il naso!» esclamò di nuovo Blaine, con tono duro.
«Così ti volevo! Cattivo, Blaine, combatti per la tua metà!»
«Gli farò un discorso! Farò un discorso così serio a quell’Elliott, lo guarderò dritto negli occhi e gli farò capire chi è che comanda, che Kurt è mio e che il suo dito mi appartiene perché c’è su il mio anello. Ed anche la sua mano mi appartiene, e tutto il braccio e tutto Kurt mi appartiene e non deve infilarci il naso o altre parti del suo corpo! E farò un discorso a Kurt!» continuò Blaine, alzandosi in piedi e stringendo il pugno con forza.
«Blaine, credo che ora tu stia un po’…»
«Gli dirò che gli altri non devono toccare le mie cose e che non mi interessa se deve tenere i suoi nemici vicini, che non deve dividere le torte con lui e che io sono molto più bello! E poi gli…»
Blaine si interruppe, quando la nota suoneria delle chiamate di skype inondò la sua camera.
«Oh! Kurt sta chiamando! Kurt sta chiamando! Lo sapevo che non mi aveva dimenticato! Meno male, se non gli do la buona notte non riesco a dormire!» disse in fretta Blaine, addolcendo di molto la sua voce. Il cuore iniziò a battergli forte, come succedeva ogni volta che stava per rispondere ad una delle chiamate di Kurt.
«… Blaine, dov’è finito tutto il “gli farò un discorso” e “deve capire chi comanda”?» borbottò Sam, scettico.
«Devo andare, Sam, c’è Kurt che sta aspettando! Ci sentiamo domani!» esclamò Blaine, ignorando la domanda dell’altro.
Sam lo salutò con un paio di borbottii e, probabilmente, un’alzata di spalle, quindi appese. Blaine posò il telefono e si affrettò ad accettare la chiamata di Kurt.
«Ciao, amore!» esclamò Blaine, non appena si fu messo in collegamento.
«Ciao! Scusa il ritardo, ma stavo prendendo le misure ad Elliott. Credo che i Pamela Lansbury siano alla frutta, con Rachel e Santana che non riescono a stare nella stessa stanza senza rinfacciare all’altra di avergli rubato l’ultima forchettata di verdure, a mensa, quando eravamo al penultimo anno o cose così… quindi, sto preparando tre completi da sera per la mia nuova band!» annunciò Kurt, elettrizzato, prolungando la “a” di “band” in una vibrante ed acuta nota. «Niente Rachel e niente Santana finché non la smetteranno con i loro capricci. Saremo solo Dani, Elliott ed io!»
«…»
«Blaine? Mi senti? Funziona il microfono…?»
«…»
«… Blaine… quello che hai appena messo alla foto mia e di Elliott è un “Mi Piace” minatorio da fidanzato geloso?»
«… sì.»

***

Ciao a tutti!
Stavo riguardando l’episodio della settimana scorsa e mi è venuto in mente: che cosa sarebbe successo se Blaine non avesse lasciato correre la foto fatta tra Kurt ed Elliot e si fosse, invece, intestardito sul fatto che i due potessero in qualche modo sviluppare un legame più forte della semplice amicizia?
Amo i Blam, mi fanno un sacco ridere, ed ho avuto subito questa scena di Blaine che chiama Sam davanti agli occhi. Particolari come sono, non credo che una telefonata tra loro potrebbe essere così diversa da quella che ho immaginato, in effetti xD
Lasciatemi il vostro parere, se volete, e se invece preferite insultarmi per le mie ff precedenti o fare due chiacchiere, vi lascio il link della mia Pagina d'Autore su fb (Cliccate pure qui)!
Se volete contattarmi potete farlo anche su Twitter (The Shippinator), su Tumblr (TheShippinator (Ship All The Characters!)) e su Ask (Andy TheShippinator)

Un bacio, Andy <3
  
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