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Autore: Blue Poison    06/03/2014    5 recensioni
Dal settimo capitolo:
Così cominciò a cantare: chiuse gli occhi e si appoggiò con la mente al ricordo musicale della base prodotta dal violino, quasi imitandone i movimenti con le mani; le parole erano dolci e il ritmo rilassante e lento.
Si lasciò trasportare dalla musica, ancora una volta, e Will, accanto a lui, fece lo stesso, seppur mantenendo gli occhi ben aperti.
(Raccolta di one-shots collocate prima degli eventi de L'Angelo)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Demons

 
The calm before the storm
 
L’istituto era pervaso da un soave odore di incenso ed era illuminato da piccole candele e lanterne colorate.
Dalla sua postazione, seduto a gambe incrociate su uno dei bovindi del salone, Jem delineava con gli occhi i tratti delicati dei caratteri che la mano esperta di sua madre aveva tracciato sugli arazzi appesi alle pareti; il pennello si era mosso rapido ma accurato, dipingendo linee sottili e ben definite, senza sbavature.
Adorava il fatto che un segno racchiudesse in sé un concetto e che combinato ad altri desse vita a nuovi significati: i caratteri erano i tasselli del puzzle che erano i pensieri e lui trovava quel paragone più che appropriato.
Una leggera brezza entrò dalla finestra aperta e gli scompigliò i capelli, avvolgendolo in un gelido abbraccio che lo fece rabbrividire: come per l’effetto di un richiamo naturale, Jem voltò il capo e rivolse il suo sguardo all’esterno.
Sotto di lui, Shanghai era placida e silenziosa.
Le sue luci ricordavano ninfee luminose che galleggiavano nel buio e le estremità ricurve delle falde di alcuni templi assumevano l’aspetto di dita aguzze, sollevate in una muta minaccia verso il cielo.
La città, priva della dinamicità giornaliera, non aveva nulla che dimostrasse che il tempo stava effettivamente scorrendo e pareva finta, statica come in un quadro.
Jem alzò la testa e sforzò gli occhi nel tentativo di scorgere il barlume delle stelle.
Ma quella era una notte cupa, destinata a diventarlo sempre di più.        
La luna era seminascosta da nuvoloni neri, quasi fosse spaventata all’idea di sbirciare oltre di essi per assistere a ciò che il destino aveva in serbo per loro e che da lì a poco si sarebbe dovuto compiere.
Le tenebre avanzavano.
-Jian- la voce di sua madre era venata di quella che Jem si stupì nel riconoscere come ansia –Chiudi la finestra, qin ai de-
Una strana sensazione di allarme si fece strada nella sua mente, a quelle parole.
Perplesso, Jem appoggiò una mano sull’anta e, lentamente, l’accompagnò sull’altra per farle combaciare.
Un secondo dopo, una musica affascinante e limpida riempì l’aria: era così familiare, pura e particolare, che avrebbe potuto riconoscerla ovunque.
Jem volse il suo sguardo al salone, completamente assorto dalla melodia.
Suo padre stava suonando il violino: era in piedi, con gli occhi chiusi impigliati in mille pensieri e il volto rifugio di arenati ricordi.
L’archetto saliva e scendeva con morbida maestria, seguendo i movimenti ampi e precisi del braccio; le dita si alternavano a contatto con le corde, rapide.
Le note prodotte erano belle e impeccabili, traccia di una storia che Jem lesse senza difficoltà.
Raccontava di una serata cinerea, ricca di odori e profumi, e dell’inquietudine di una donna meravigliosa, dall’animo forte e battagliero, ma anche materno e vulnerabile, la stessa che ora guardava con amore l’uomo al suo fianco e il cui viso nascondeva ad arte anche le emozioni più intime e profonde; narrava anche del desiderio del marito di voler trasmetterle un conforto che le parole non avrebbero mai potuto esprimere a pieno.
A Jem batté forte il cuore.
Quando il silenzio riprese il sopravvento, Ke Wen Yu posò lo sguardo sul figlio e i suoi occhi parlarono per lei: Jem interpretò la loro vacuità come l’ennesima stonatura nella solita tranquillità generale.
C’era qualcosa di semplicemente sbagliato, lo percepiva.
Eppure non sapeva spiegarsi che cosa fosse.
-Posso suonarvi qualcosa?- domandò d’impulso, impaziente di distrarre la sua mente.
Jonah Carstairs abbassò il violino che ancora teneva in mano e abbozzò un sorriso.
-Certamente, James-
Il suo tono era caldo e rassicurante, lo stesso di sempre.
Ricambiando il sorriso, Jem si alzò e fece qualche passo nell’immenso salone, con impaziente velocità.
Una volta messe le mani sul suo prezioso strumento, tutto le sue preoccupazioni sarebbero passate in secondo piano: si sarebbe inglobato nella sua musica con i suoi genitori e il resto non sarebbe contato.
Tuttavia, prima che potesse avvicinarsi al portone di ingresso, questo si spalancò violentemente; le candele sul tavolo si spensero repentinamente e i vetri delle finestre vibrarono come durante una tempesta.
Jem non ebbe il tempo di fare o dire alcunché, perché ciò che apparve sulla soglia paralizzò ogni fibra del suo corpo e zittì ogni suo singolo pensiero.
Lì, a pochi metri da lui, c’era l’incarnazione dei suoi incubi più terrificanti: il demone di nome Yanluo.
 
 
 
Angolo Autrice:
Salve! Ma anche a voi la scuola sta distruggendo? Perché penso che combattere contro un Demone Superiore sia nulla, in confronto c.c Comunque, parlando di cose serie: no, non riesco proprio a togliermi The Infernal Devices dalla testa. Questa sarà una raccolta di one-shot collegate fra loro che, partendo dall’irruzione di Yanluo nell’Istituto di Shanghai, arriveranno, più o meno, dopo che Jem arriverà a Londra e conoscerà Will e compagnia bella. I tempi di aggiornamento dipendono dalla scuola, ma vi prometto che non saranno troppo lunghi!
Vi sarei grata se lasciaste una recensione. Positiva o negativa che sia non importa: accetto molto volentieri le critiche, purché costruttive, perché ho davvero bisogno di sapere che cosa pensa la gente di quello che scrivo.
Detto questo, alla prossima! :33
 
Blue Poison
  
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