Controlla il gas ancora una volta prima di mettersi a letto.
Chiude la finestra.
“Ti sto aspettando”
È tutto buio, e non sa nemmeno con cosa sta parlando.
 
Sta cercando di dormire.
È tutta la vita che chiude gli occhi e non può addormentarsi.
Si preme il cuscino sulla testa.
Potrebbe dormire sempre.
Incubi non ne ha più avuti.
 
Puzza come carta bruciata.
Quella sera ha controllato il fornello tre volte, e per tre volte non ha sentito il gas.
Se lo porta addosso, sulle mani e sui vestiti.
 
Dorme, e l’aria sa di pioggia, fiori bagnati, cioccolata, e va tutto bene così.
Va bene così.
È sempre stato così.
Sempre sarà così.
 
Potrebbe dormire per sempre.
Gli hanno prescritto delle pillole per il sonno.
Più ne prendi, più dormi.
Facile.
Non ha nemmeno aperto il barattolo.
Non le guarderà più.
Sente il loro ticchettio nel barattolo che rotola sul pavimento e lo rincorre.
 
 
Ha riempito la sua casa di statue di cenere.
Per sentirsi meno solo.
Adesso vive al contrario.
Sogna per vivere, e vive un incubo.
 
 
 
 
 
La Mutaforma aggiunge: 
Hitori è un personaggio difficile, forse uno dei più complicati che mi sono capitati sotto mano. Ho deciso di scrivere su di lui per mettermi alla prova, c'era tanto di cui parlare, dopotutto. Però non riesco ancora a provare compassione per lui.
Quindi, caro Uzune, non pensare che io ti abbia perdonato, che ti abbia accettato nelle mie grazie. La strada per la redenzione è lunga. 
Il titolo è la temperatura a cui la carta prende fuoco spontaneamente.