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Autore: MistressHell    06/03/2014    3 recensioni
Regina aveva osservato il mare, le aveva sempre messo malinconia il mare d’inverno, quella sua impenetrabilità, quel suo gelido abbraccio a cui solo i più intrepidi vi si concedevano, ma solo per pochi istanti.
Lei si identificava nella gelida acqua del mare d’inverno.
I pensieri di Regina durante un mattino di metà ottobre.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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<< continuerai ad amarmi quando non avrò altro che la mia anima dolente? >>

 

Aveva bisbigliato quella domanda dolcemente, sottovoce, per non turbare il sonno della figura che le dormiva al fianco.

Era stata una giornata sfiancante la loro, avevano portato Henry alla spiaggia – malgrado fosse metà ottobre il clima aveva concesso loro un picnic.

 

Regina aveva osservato il mare, le aveva sempre messo malinconia il mare d’inverno, quella sua impenetrabilità, quel suo gelido abbraccio a cui solo i più intrepidi vi si concedevano, ma solo per pochi istanti.

Lei si identificava nella gelida acqua del mare d’inverno e quel pensiero la rattristò, ma in quel momento ecco sbucare il sole, e cosi la calda stretta della mano di Emma.

Lei le aveva solo stretto la mano – non erano tipe da nomignoli a smancerie, per di più in pubblico- era bastato quel gesto per farle sentire che il suo, di inverno, stava giungendo al termine.

 

Il sindaco si mosse fra le morbide lenzuola e sentì il calore del corpo di Emma, sdraiata e sopita al suo fianco, rassicurarla.

Amava quel dolce tepore.

Quella mattina, dopo la gita al mare e la notte passata a far l’amore, Regina si era svegliata presto ed era restata ad osservare i biondi capelli della donna, una marea di pensieri che sembravano giungere a riva, per poi ritirarsi poco dopo.

Emma era cosi giovane, rispetto a lei aveva visto così poco e Regina avrebbe voluto mostrarle tutto ma sentiva sulle spalle l’affacciarsi dei suoi anni.

Mentre le prime rughe facevano capolino sul suo viso e qualche sporadico capello bianco illuminava la sua chioma bruna, Regina si sentì sfuggire il tempo dalle mani.

Ne voleva di più, come poteva bastarle quel poco tempo per vivere felice?

Aveva vissuto per cosi tanto tempo nell’oscurità, perché proprio ora che si sentiva scaldare dalla luce, doveva rendersi conto che la sua vita era già a metà percorso?

Regina pensò a una sé più vecchia, meno affascinante e influente, una se stessa stanca.

Una donna non più in grado di passare la notte a fare l’amore con passione, una donna segnata dal tempo e dai ricordi, una donna più saggia forse; e si chiese se la bionda figura – che ora sbuffava nel sonno- avrebbe potuto amare una donna così.

<< Mi amerai anche quando non apparirò più giovane e bella? >> le parole le erano fuoriuscite dalla bocca senza che lei potesse controllarle, come un’onda impetuosa fra quelle più calme e pacifiche.

Emma si mosse appena nel sonno ma non parve udirla.

Regina, il cuore reso più veloce da quel sentimento che sembrava volerla possedere con tutte le sue forze, bisbigliò ancora

<< continuerai ad amarmi quando non avrò altro che la mia anima dolente? >>

Emma continuò a respirare pesantemente e Regina invocò una divinità, una qualsiasi, perché ascoltasse la sua muta preghiera e le lasciasse quella donna cosi irritante, per il resto della vita.

Regina passò le braccia sotto quelle della donna, portandola contro il suo petto e sentendo la sua schiena premere sul suo seno. Aveva bisogno di quel contatto, di sentirla lì, viva, presente, vera.

Le accarezzò dolcemente i capelli << Si, so che lo farai >> dopodiché poggio il suo viso nell’incavo del collo della donna ed inspirò il suo inebriante profumo, fino a sopirsi.

 

Emma sorrise appena, le sue doti recitative a quanto pare non erano cosi scarse.

Sentiva il suo cuore battere cosi forte da far male, il calore di Regina, non voleva perderlo, per nessuna ragione.

Intrecciò le dita con quelle di Regina, sentendo le loro fedi scontrarsi appena e lo giurò:

Si, lo farò.

 

  
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