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Autore: smile_tears    06/03/2014    5 recensioni
-...Non faccio un sorriso vero da secoli, tutti quelli fatti finora erano falsi. Anzi, c’è stata una volta in cui ho sorriso davvero. Ti ricordi quando un paio di mesi fa litigasti con Zayn? Mi chiedesti di raggiungerti al bar perché volevi distrarti, avevi voglia di cioccolata calda e poi dicesti di volermi presentare qualcuno. Io accettai anche se non avevo voglia. Ti raggiunsi al bar e ti vidi con un ragazzo. Era alto, aveva i capelli ricci e al posto degli occhi aveva degli smeraldi verdi.
E fu quel giorno che la mia vita cambiò, che quella monotona tristezza si allontanò, anche se per poco, dal mio cuore. Fu quel giorno che tu mi facesti conoscere Harry. Quel giorno sorrisi sul serio e lo faccio tuttora...-
Sapevo che con la presenza di Harry sarebbe cambiato tutto e che finalmente, per quanto ci fossi abituata, avrei smesso di chiudermi in casa a bere cioccolata calda.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cioccolata calda
 
Avete presente quelle giornate invernali in cui ci si annoia a morte e non si ha voglia di fare niente? Ebbene per me era una di quelle giornate.
La mattina mi svegliai tardissimo, non avevo lezioni all’università per cui passai tutta la mattina a dormire.
Poi pensai di andare in biblioteca a leggere ma non appena aprii le tende cambiai immediatamente idea.
Pioveva a dirotto, le strade erano quasi allagate e semideserte, si vedevano solo alcune persone che giravano con i loro ombrelli colorati per andare a lavoro o, al massimo, per fare la spesa.
Ed è per questo motivo che mi ritrovai chiusa in casa sola mentre, avvolta in uno dei maglioni extra large di mio padre e seduta sul divano di fronte alla finestra, pensavo a me, al rapporto con mia madre, con le mie amiche e iniziai a rattristarmi.
Il flusso dei miei pensieri fu interrotto dall’incessante suoneria del mio telefono che mi stava perforando i timpani.
Mi allungai fino a raggiungere il tavolino accanto al divano e presi il telefono.
-Ciao mamma- risposi alzandomi dal divano per andare in cucina
-Ciao tesoro. Come va?- chiese e dal tono che aveva usato capii che era triste
-Tutto bene, come sempre. Da voi invece come va?- chiesi mettendo una pentola sul fuoco per preparare la cioccolata calda
-Tutto bene, sta tranquilla. Sei sicura di stare bene? Ti sento... strana-
A quelle parole capii che ero messa davvero male.
Mia madre non si era mai accorta della mia tristezza nemmeno quando mi vedeva di persona  e sembravo un zombie, per cui per essersene accorta via telefono dovevo aver proprio toccato il fondo.
-Si mamma sono solo stanca- mentii
-Se lo dici tu... Io adesso devo andare, a stasera- disse riattaccando
-Ciao..- sussurrai riattaccando anch’io
Sbuffai e poggiai il telefono sul tavolo per poi spegnere la pentola e versare la cioccolata in una tazza.
Presi la tazza e andai a sedermi di nuovo sul divano, continuando a fissare il nulla fuori dalla finestra.
Stavolta il flusso dei miei pensieri non fu interrotto dallo squillare del telefono, bensì dalla porta del mio appartamento che fu spalancata all’improvviso.
-Katherine Smith!- tuonò Ollly, la mia coinquilina nonché migliore amica dalle elementari   –Io e te dobbiamo parlare- continuò poi
-Non ora Olly, non ne ho voglia- le risposi apatica senza spostare lo sguardo dalla finestra mentre continuavo a bere la mia cioccolata calda.
-No, signorina, io e te parliamo adesso!- sbottò parandosi di fronte a me e togliendomi la tazza dalle mani
-Ehi!- sbottai offesa incrociando le braccia al petto
-Kat dico sul serio. Siamo tutti preoccupati per te, vogliamo capire che ti prende- disse appoggiando la tazza sul tavolino accanto a noi
Sbuffai e mi sedetti meglio sul divano mettendomi a gambe incrociate, aspettando che Olly cominciasse uno dei suoi soliti interrogatori.
-Allora? Puoi dirmi che cos’hai?- chiese incrociando le braccia al petto
-Non ho niente, te l’ho detto mille volte- borbottai ruotando gli occhi al cielo
-Invece hai qualcosa! Cavolo, Kat! Ti conosco da anni, capisco quando stai male e tu adesso di certo non stai bene!- disse esasperata
A quella risposta risi istericamente. Era da quasi un anno che stavo male e lei se ne accorgeva solo adesso.
-Che mi ridi? Io mi preoccupo per te e tu ti metti a ridere?! Questo è il ringraziamento!- sbottò offesa
A quel punto non ci vidi più. La rabbia prese il sopravvento e, acidamente, sputai fuori tutto quello che mi tenevo dentro da ormai troppo tempo.
-Tu ti staresti preoccupando per me?! Spero tu stia scherzando! Sto male da quasi un anno e tu te ne vieni fuori adesso che mi vedi triste?! Complimenti, sei una grande osservatrice e mi conosci davvero bene!-
Lei mi fissò stralunata
-Ma tu un anno fa stavi...- iniziò
-Si, stavo con Louis, brava! E sai perché sto male? Perché da quando l’ho lasciato mi sento terribilmente sola. Sono triste perché vorrei solo qualcuno che mia abbracciasse, che mi amasse, vorrei qualcuno da baciare fino a perdere il fiato e tutto questo mi fa sentire egoista e sai perché? Perché io avevo tutto ciò che volevo e sono stata io stessa a porgli fine facendo soffrire anche qualcuno che non c’entrava niente. Nonostante tutto ho provato ad andare avanti, a fare finta di niente, a mettere da parte i miei problemi e pensare ad aiutare voi perché per me voi siete sempre venuti al primo posto, anche prima di me stessa. All’inizio andava tutto bene ma poi la situazione è andata peggiorando. Tu ti sfogavi con me quando litigavi con Zayn; Zayn si sfogava con me per lo stesso motivo; Niall si disperava e minacciava il suicidio perché Anne non gli rivolgeva più parola. Alla fine mi sono accollata tutti i vostri problemi e sommandoli ai miei mi hanno portato alla follia. La notte piango fino a tardi ma tu non te ne sei mai accorta.
Non faccio un sorriso vero da secoli, tutti quelli fatti finora erano falsi. Anzi, c’è stata una volta in cui ho sorriso davvero. Ti ricordi quando un paio di mesi fa litigasti con Zayn? Mi chiedesti di raggiungerti al bar perché volevi distrarti, avevi voglia di cioccolata calda e poi dicesti di volermi presentare qualcuno. Io accettai anche se non avevo voglia. Ti raggiunsi al bar e ti vidi con un ragazzo. Era alto, aveva i capelli ricci e al posto degli occhi aveva degli smeraldi verdi.
E fu quel giorno che la mia vita cambiò, che quella monotona tristezza si allontanò, anche se per poco, dal mio cuore. Fu quel giorno che tu mi facesti conoscere Harry. Quel giorno sorrisi sul serio e lo faccio tuttora. Ogni volta che lo vedo, che ci parlo sorrido istintivamente ed è un sorriso vero. Quel giorno la mia vita è cambiata anche perché il mio cuore ha ripreso a battere, il mio stomaco a contorcersi e la mia mente ad impazzire. Tutto questo alla sola vista di Harry. Roba da matti, vero? Però è vero io mi sono innamorata di Harry. E se da una parte mi fa bene, dall’altra mi fa davvero male. Mi fa sentire egoista, bugiarda, mi fa sentire un mostro.
Questo perché non è giusto che Louis soffra, che si disperi ancora per me, che speri in un mio ritorno, non è giusto che lui si senta sbagliato quando non lo è mentre io sono tranquilla, spensierata e nel cuore ho già un altro ragazzo che ha preso il suo posto. Non è giusto e questa consapevolezza mi sta distruggendo piano piano.
Ma nessuno se ne è mai accorto fino ad ora. Sono stata male un anno, nascondendomi dietro falsi sorrisi e nessuno si è mai accorto di niente.
Mentre ora che ho toccato il fondo, che non sorrido per niente, che non esco di casa, che non studio e che l’unica cosa che faccio è restare chiusa in casa a fissare il vuoto dalla finestra bevendo cioccolata ve ne siete accorti tutti.
Ora cosa volete fare, me lo spieghi? Volete tornare indietro nel tempo evitando di raccontarmi ogni vostra disgrazia? O per evitare che lasciassi Louis? O ancora per evitare che conoscessi Harry? Beh, mi dispiace ma non potete farlo, non esiste la macchina del tempo. Ciò che è fatto è fatto. E ora che sai la verità smettila di chiedere come sto, è snervante-
Alla fine del mio monologo mi misi una mano sul petto. Avevo parlato ininterrottamente per troppo tempo e avevo il fiatone.
Portai il mio sguardo su Olly e la vidi alternare il suo sguardo tra me e la porta boccheggiando.
Confusa mi alzai dal divano e portai lo sguardo sulla porta del mio appartamento.
-Merda- sibilai quando davanti al portone spalancato vidi Zayn ed Harry fissarmi sbigottiti.
Zayn aveva un’espressione sconvolta, sia per il mio discorso sia per il fatto che non credeva che fossi così scema da urlare ai quattro venti il mio amore per Harry pur sapendo che avrebbe potuto sentirmi tranquillamente.
L’espressione di Harry, invece, era indecifrabile. Aveva gli occhi spalancati dalla sorpresa, la bocca schiusa da cui uscivano piccoli sbuffi d’aria e le braccia lasciate ricadere lungo i fianchi. Mi fissò senza staccarmi gli occhi di dosso, sembrava volesse farmi una radiografia con il solo sguardo.
Ero in crisi, non riuscivo a credere che Harry e Zayn avessero davvero sentito tutto, che fossero stati spettatori del mio delirio.
Nervosamente mi passai una mano tra i capelli tirandone le punte.
-Io, davvero scusatemi, non... non so che dire, scusate- balbettai gesticolando animatamente per poi correre fuori dal mio appartamento dando una spallata sia a Zayn che a Harry.
Iniziai a correre per l’intero dormitorio dell’università come una pazza, rischiando più volte di cadere e rompermi l’osso del collo, anche se quello era il mio ultimo pensiero in quel momento, avrei preferito morire piuttosto che farmi vedere di nuovo dai miei amici.
Arrivai presto fuori dall’università e la pioggia incominciò a scorrermi addosso abbondantemente rendendo i miei vestiti e i miei capelli completamente fradici.
Però non era una sensazione orribile, anzi era piacevole sentire l’acqua scorrermi addosso, sembrava stesse spazzando via tutta la mia ansia facendomi calmare.
Ad un certo punto vidi le gocce diventare più spesse e compatte e notai che iniziarono a scendere più lentamente.
Alzai lo sguardo verso il cielo e vidi che la pioggia si era trasformata in neve.
Mi asciugai le lacrime che non mi ero accorta di aver versato e poi sorrisi, era proprio vero che a marzo il tempo poteva cambiare all’improvviso, forse era per questo che era stato da sempre il mio mese preferito.
Mi distrassi quando sentii due braccia cingermi la vita facendo scontrare la mia schiena fradicia con un corpo caldo.
Mi voltai spaventata, pronta ad urlare contro a chiunque avesse osato farmi prendere uno spavento simile, ma quando mi trovai di fronte ad Harry le parole mi morirono in gola.
Incominciammo a fissarci intensamente negli occhi, i suoi occhi verdi mi scrutavano attentamente, come a voler cogliere ogni mio pensiero, ogni mia emozione con il solo sguardo. Invece i miei occhi, così simili ai suoi ma allo stesso tempo così diversi, lo fissavano con paura, con dispiacere mentre cercavano di captare qualcosa, un pensiero, un emozione, qualunque cosa che potesse permettermi di capire cosa pensava di me dopo quel maledetto sfogo con Olly.
-Har..- provai a dire dopo un po’ ma Harry mi interruppe mettendomi due dita sulle labbra facendomi diventare rossa dall’imbarazzo.
-Shh- disse –Fa parlare me- continuò
A quel punto io annuii con la testa e lui tolse le dita dalle mie labbra.
-Volevo chiederti scusa, Kat. Mi dispiace di essere stato così cieco di non essermi accorto di quanto tu stessi male, di quanto soffrissi. Sono stato un egoista, non ho mai pensato a te, non immaginavo che tu potessi essere così triste. In questo momento vorrei seppellirmi vivo, non so nemmeno con quale coraggio mi sono presentato qui dopo tutto quello che ti ho fatto passare e non capisco ancora come tu abbia fatto a non prendermi a schiaffi non appena mi hai visto, a non odiarmi. Devi essere una sorta di angelo, si. Il mio angelo guerriero che non si arrende mai di fronte a niente e nessuno. E dopo questo discorso insensato voglio chiederti: potrai mai perdonarmi?- disse tutto di un fiato, alternando sorrisi a espressioni malinconiche.
Alla fine del suo discorso lo guardai con gli occhi sbarrati, se voleva stupirmi ci era riuscito benissimo. Si era preso la colpa di tutto, della mia tristezza, del mio malumore quando in realtà era l’unico a rendermi felice, l’unico che riusciva a farmi evadere dalla realtà.
Lo fissai attentamente finché non rimasi incantata. In quel momento era ancora più bello del solito: i ricci disordinati e pieni di neve, gli occhi verdi gli brillavano per l’emozione, le guance e il naso si erano arrossati a causa del freddo pungente mentre le labbra erano rosse e gonfie perché se le stava mordendo a sangue.
Sorrisi di fronte a quello spettacolo di ragazzo poi, prendendogli una mano dissi
-Io non ho niente da perdonarti, Harry. Tu non hai fatto niente, anzi sei stato tu l’unico a darmi la forza di rialzarmi, di andare avanti, di lottare. È solo te che devo ringraziare, te e il tuo cuore grande-
Harry mi fissò incredulo, poi mi sorrise facendo comparire le fossette agli angoli della bocca.
-Ti sembrerebbe banale se adesso ti dicessi che anch’io sono innamorato di te?- chiese stringendomi un po’ di più le mani
Stavolta fui io a fissarlo incredula, non poteva averlo detto sul serio.
-Non stai scherzando, vero?- chiesi
-No, non sono mai stato più serio di così- mi disse scuotendo la testa
A quelle parole il mio cuore prese a battere ancora più velocemente, sbattendo prepotentemente contro la cassa toracica.
Sorrisi e presa dalla felicità portai le mie mani gelide sulle sue guance, poi alzandomi sulle punte per raggiungere la sua altezza lo baciai.
Lui mi prese per i fianchi stringendomi maggiormente a se e continuammo a baciarci mentre la neve continuava a scendere posandosi intorno a noi.
In quel momento non mi importava se ero fuori senza cappotto, con addosso solo un maglione di mio padre e i leggins. Non mi importava che stesse nevicando e io mi stessi bagnando tutta rischiando di ammalarmi. Non mi importava se nel mio appartamento c’erano ancora Olly e Zayn che mi aspettavano per potermi parlare, non mi importava di niente.
L’unica cosa di cui mi importava era di essere con Harry, con il mio angelo custode; con colui che mi aveva fatto tornare a vivere, che mi stava facendo sentire meno in colpa, che piano piano stava curando le mie ferite per farmi tornare più forte di prima.
E io me lo sentivo. Sentivo che con Harry sarei stata meglio, che sarei stata più forte ed avrei smesso di essere triste. Sapevo che con la presenza di Harry sarebbe cambiato tutto e che finalmente, per quanto ci fossi abituata, avrei smesso di chiudermi in casa a bere cioccolata calda.


Hola!
Ciao a tutti!
Ok, so che è tardi per pubblicare ma ci ho messo tre giorni per scrivere questa storia e morivo dalla voglia di pubblicarla.
Non è niente di che, più che altro è una specie di sfogo personale e un modo per sognare senza dare fastidio a nessuno.
Volevo solo chiarire qualcosa riguardo al titolo. 
Forse non tutti ne hanno capito il significato per cui vorrei cercare di spiegarlo. 
Kat conosce Harry al bar, mentre bevono la cioccolata calda. Diciamo che volevo sottolineare il fatto che lei diventa "dipendente" dalla cioccolata perchè le ricorda Harry e vuole sentirlo più vicino a se in questo modo. Ed è per questo che quando lei alla fine si avvicina ad Harry dice di non averne più bisogno, perchè la causa che la portava a bere la cioccolata non esisteva più.
Dopo questa breve spiegazione è meglio che vada a sotterrarmi, non so da dove mi vengano certe idee idiote.
Ora mi dileguo, voglio solo ringraziarvi in anticipo se siete arrivati fin qui e per favore, se vi va, ditemi cosa pensate di questa storia.
Miky
  
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