Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: Yuki Kushinada    07/03/2014    4 recensioni
Una giornata di neve e tre punti di vista.
Un'infanzia perduta, il calore ritrovato e un Cielo che, dall'alto, sorveglia e protegge.
Chrome, Mukuro e Tsuna e tanto, tanto fluff.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chrome Dokuro, Mukuro Rokudo, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note dell'Autrice: No, seriamente, gente abbiamo un problema. Non è possibile che se io non scrivo di loro voi me li trascurate. Non si fa così.
Che dire, questa storia la scrissi un anno e quattro mesi fa, in concomitanza del compleanno di Chrome, solo che non era quello che volevo per l'occasione, poi volevo finire prima Favola Perversa, poi semplicemente faceva troppo caldo, poi etc etc...
Insomma, non è che me ne sia dimenticata, è che non mi sembrava mai il momento giusta per metterla, anche perché è una sciocchezzuola puccia e fluffosa e niente più. Niente dramma che in genere mi accompagna le Chrome/Mukuro. Davvero, solo tanto tanto fluff. La pubblico adesso perché da una parte con Vongola Decimo avrete ancora un bel po' da attendere (sarebbe andata meglio se avessi fatto una storia alla volta e non stessi invece scrivendo tutti i capitoli restanti *contemporaneamente* per non scordarmi le idee, ma senza finirne uno), dall'altra perché mi sale l'angoscia quando cerco di leggere qualcosa di etero qui, specie su questi due e sentivo il bisogno di consolare chi patisce la mia stessa sofferenza.

Dettagli della storia: 1000 parole spaccate! Era la mia sfida personale.
Ambientata orientativamente 5 anni dopo la fine della saga. Tsuna ha già ricevuto il titolo di Boss e vivono tutti allegramente (più o meno) in Italia.
Tre chiavi di lettura sullo stesso tema, Chrome, Mukuro e Tsuna in ordine. Raiting libero a tutti, anche se Mukuro mi è uscito leggermente sboccato. Palesemente 6996, celatamente LamPin perché continuo ad amarli anche se ultimamente non scrivo di loro.








 

 

 

 

 

 

 

Neve.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non le era mai piaciuta la neve. La neve portava con sé il gelo e un’infinita distesa di bianco. Una calma fittizia, un silenzio forzato. Il silenzio che l’avvolgeva quando, dal vetro di una finestra, guardava altri bambini giocare.

Non era mai stata tra loro. Non l’avevano mai voluta e non lei non aveva mai neanche tentato di farsi accettare. Non era il suo posto, lo sapeva.

Osservando il giardino della magione completamente innevato, Chrome non poté fare a meno di chiedersi cosa ci trovassero allora di divertente quei bambini nella neve. Cosa ci trovassero Lambo e I-Pin in quel momento, mentre cercavano di costruire il pupazzo di neve più grande al mondo.

Per una volta, solo per quella volta, era curiosa anche lei. Si chinò a raccogliere una manciata di neve tra le mani nude. La sensazione gelida, pungente, nei palmi. Bruciava quasi.

Cercò di farne una piccola sfera compatta, come aveva visto fare così tante volte, poi la scagliò al ragazzo di fronte a lei, colpendolo alla spalla.

Mukuro si voltò all’improvviso, uno sguardo stupito ad increspargli le sopracciglia. “Chrome?” chiese, alla ricerca di una spiegazione.

La ragazza si piegò a raccogliere ancora altra neve, ne fermò di nuovo una palla e centrò di nuovo il bersaglio.

Questa volta, la palla si schiantò contro il volto del giovane illusionista, lasciandogli la punta del naso e le guance bianche.

A quella vista, Chrome non riuscì a trattenere una piccola risata, era buffo. Era divertente

Mukuro rimase ancora un istante immobile, lo sguardo corrucciato, attento. Poi le sue labbra si curvarono in un sorriso minaccioso. “Questo, mia piccola Nagi, non avresti dovuto farlo.”

Chrome rise ancora e si diede alla fuga, e già una palla di neve minacciava di colpirla al collo.

Non rimpiangeva i giorni di infanzia perduta, non aveva senso, non poteva tornare indietro. Ma aveva trovato la sua casa, la sua famiglia, e poteva recuperare ogni singolo momento che non aveva vissuto.

 

 

 

Quando Mukuro mise piede all’esterno della magione, riuscì a non lanciare qualche imprecazione solo perché Chrome era al suo fianco e ormai parlava bene l’italiano. Ma come cazzo poteva nevicare così tanto in Sicilia?

Era vissuto nel Nord Italia, era abituato alla neve, ma lì era chiaramente ridicolo. Strade bloccate e voli rimandati, che culo. Era bloccato con i Vongola.

Oltre a dover sopportare un branco di mafiosi, gli toccava anche sentire le urla entusiasta dei due marmocchi che progettavano qualcosa su un pupazzo di neve enorme. Certe cose semplicemente non le capiva.

Li guardava ridere e far rotolare in giro un cumulo di neve, mentre pregava che il cielo gli mandasse una pioggia di sale, quanto meno. D’altronde glielo doveva anche, il bastardo.

Per Mukuro la neve era sempre stata un fastidio. Lo era quando gli altri bambini in quel fottuto reparto si esaltavano a vederla cadere, come se questo avrebbe impedito loro di trovarsi su un tavolo da laboratorio da lì a qualche istante. Lo era mentre fuggiva dagli Estraneo e cercava rifugio in qualche altra Famiglia, non erano divertenti i chilometri e chilometri sotto il freddo più totale. E lo era quando gli entrava dalla finestra della cella, dove lo avevano sbattuto la prima volta per aver dato il benservito a un mafioso o due.

Non c’era neanche da dire quanto lo stesse disturbando in quel momento. Stava cercando di far tornare a manate quanto meno la linea al cellulare, quando all’improvviso qualcosa lo colpì alla spalla.

Si girò di scatto, nervoso già di suo e pronto a reagire a qualunque stolto avesse tentato di attaccarlo. E diciamo la verità: quel colpo era ridicolo, il suo assalitore aveva fatto male a non ucciderlo quando poteva.

Si bloccò appena vide di chi si trattava. “Chrome?” chiese stupito, senza capire che diamine stesse succedendo.

In risposta, un’altra palla di neve lo centrò in pieno volto. Sbatté le palpebre confuso, poi sentì il suono cristallino della risata della sua compagna. Chrome rideva raramente e per lo più in compagnia delle altre ragazze.

Quel suono lo investì come una ventata di scirocco che gli riscaldò le ossa, l’anima. La neve era un fastidio e lo sarebbe rimasto, ma la sua Chrome voleva giocare, e non era da lui tirarsi indietro. “Questo, mia piccola Nagi, non avresti dovuto farlo.”

E la rincorse, pronto a fargliela pagare a modo suo.

 

 

 

Tsunayoshi Sawada, Decimo Boss della famiglia Vongola, o NeoVongola Primo, o come Reborn decideva di chiamarlo in base all’umore, non riusciva ad allontanarsi dalla vetrata del suo studio.

Continuava a guardare i suoi due Guardiani della Nebbia fare a palle di neve, rincorrersi e ridere – ridere. Non sghignazzare. Persino Mukuro! – e non poteva far a meno di pensare come Lambo e I-Pin, che facevano il pupazzo di neve a poca distanza da dove la loro battaglia era cominciata, sembrassero più maturi.

Si mosse verso l’altra vetrata quando quelli si spostarono per azzuffarsi meglio. Ormai nessuno poteva più giurare che un tempo il cappotto di Chrome fosse scuro, e i capelli di Mukuro… Oddio, se qualcuno lo avesse visto in quel modo, sarebbe morto. Avrebbe dovuto fargli una foto per ricattarlo a vita.

Gli si ampliò il sorriso sul volto quando Mukuro riuscì ad acciuffare Chrome, per poi scivolare e finire tutti e due stesi nella neve.

“Decimo mi state ascoltando?” domandò tanto per fare Gokudera, come se non sapesse perfettamente la risposta.

E siccome Gokudera la risposta la sapeva, Tsuna non si sprecò a dirla. “Hayato, fai rientrare Lambo e I-Pin, non vorrei prendano freddo” disse quando notò i suoi due Guardiani abbracciarsi con troppo trasporto per essere immersi nella neve. “E poi con questo tempo una cioccolata calda tutti quanti insieme ci sta proprio bene” concluse muovendosi verso la porta del suo studio, trascinandosi dietro il suo braccio destro prima che gli venisse in mente di controllare cosa lo stesse incuriosendo fuori in giardino.

Per Tsuna la neve in una parola era perfetta. E visto l’effetto che aveva sulla sua famiglia, sperava solo durasse ancora a lungo.








Note post lettura: Ok, lo confesso. Protagonista principale è Tsuna. Non so quand'è che ho iniziato ad adorarlo eccessivamente, ma ritengo meravigliosa l'immagine della sua famiglia che si diverte inconsapevole e lui che dall'alto li osserva, li protegge e li ama senza bisogno di ricevere nulla in prima persona. Tsuna è un Boss meraviglioso.
Alla prossima!

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Yuki Kushinada