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Autore: pallina1    07/03/2014    2 recensioni
al termine della lettura della saga the hunger games mi sono chiesta come effettivamente katniss e peeta ''ricominciassero a crescere insieme'', come scriveva l'autrice, cosi ho immaginato che lei gli chiedesse, in un modo diverso, di fare una cosa che hanno già fatto molte volte, ovvero proteggersi a vicenda dagli incubi. questa è la prima ff che scrivo e spero vi piacerà, spero di leggere le vostre recensioni. buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nella mia vita è tutto una routine: mi alzo da quel letto sempre bagnato del sudore  o dalle lacrime dei miei incubi, ignoro Sae che cerca in tutti i modi di nutrirmi affinchè io non muoia di fame, ignoro Haymitch che cerca di riportarmi sulla retta via, mi rifugio nei boschi, passo li le giornate, mangio delle radici solo quando strettamente necessario, torno a casa, ignoro nuovamente Sae, improvviso una doccia e torno in quel letto, palcoscenico dei miei incubi.
Nella mia vita è tutta una routine … mi correggo, nella mia vita era tutto una routine.  Nel grigio pallore delle mie apatiche giornate trascorse piangendo mia sorella e gli ultimi due anni della mia vita, finalmente è arrivato uno spiraglio di luce, o almeno di speranza, e quello spiraglio di chima Peeta Mellark. Quando l’ ho visto li, nel giardino della grande casa al villaggio dei vincitori, intento a piantarvi delle primule in ricordo della mia dolce sorellina Prim, è stato come morire, e rinascere un secondo dopo.  Scappare è stata la reazione più immediata.
Da  quel giorno di circa un mese fa (anche se in effetti  sembra passato molto più tempo), ogni volta che la notte mi sveglio dopo un incubo, invece di restare a letto piangendo, mi alzo e vado alla finestra, mi siedo sul davanzale e osservo la casa di fronte, la finestra che è la stanza dove so che quel dolce ragazzo ho chiuso i suoi meravigliosi occhi blu e proprio come me sta cercando di non farsi inghiottire da terribili incubi. A volte vedo la luce accesa e mi sento in colpa per la mia incapacità di bussare a quella porta e cercare di rimettere le cose in ordine, per quanto possano tornare in ordine.
Questa storia va avanti così per un po’, ma Haymitch decide che non riesce più a vederci soffrire e viene a trovarmi.
“ Questa storia è ridicola Katniss, lo sai più tu come lo so io”
“di che diavolo parli? “ . In realtà so benissimo di che cosa parla, ma non so cos’altro rispondere, e per di più l’apatia nella mia voce mi fa rabbrividire.
“Smettila Katniss! Quel ragazzo ha bisogno di te molto più di quanto tu hai bisogno di lui! In ogni caso devi smetterla di evitare la situazione, devi affrontarla! Va’ da lui!”
“No Haymitch.”
“perché?” il suo tono si fa esasperato e alla sua domanda mi irrigidisco.
Perché dovrei andare da Peeta? In fondo sono io la causa dei suoi mali. È solo colpa mia se Capitol City l’ha preso, fatto prigioniero e depistato. È solo colpa mia se ora il ragazzo che credevo di amare viene a galla solo per pochi istanti, per poi ricadere in un oblio di ricordi mascherati e terrificanti. Non può aver bisogno di me. Haymitch rompe il flusso dei miei pensieri.
“ benissimo, allora. Fai ciò che vuoi, resta cieca! Continui a non meritare quel ragazzo, che nonostante tutto morirebbe ancora per te!” e detto questo va via, sbattendosi la porta dietro e lasciandomi li con le guance rigate di lacrime e la mente annebbiata.
Non so dire quante ore passino da quando Haymitch è andato via, ma è come se mi svegliassi da una trance. Il mio corpo si muove da solo io non lo controllo.
Attraverso la cucina, l’ingresso e apro la porta. È inverno, fa freddissimo, ma non mi fermo. Percorro come un’ automa quegli stupidi ventidue metri  che mi separano da  Peeta e ad ogni passo sento il mio respiro farsi più veloce così come il battito del mio cuore. È come se questo momento lo aspettasi da sempre, come se sapessi che sarebbe successo.
La porta della sua casa è li, davanti a me, ma io esito un attimo, indecisa se quella sia però la cosa giusta da fare. Mi basta un istante a capire che lo è. Assolutamente lo è. Busso.
Apre dopo qualche secondo, e sembra stupito di vedermi. Esita un attimo, ma quando si accorge del tramare violento del mio corpo si fa silenziosamente da parte così che io possa entrare e possa seguirlo sul divano di fronte al camino accesso, per scaldarmi.
Ci muoviamo in silenzio, ma il silenzio non mi piace.
“ mi dispiace” dico quasi in un sussurro. Aspetto che lui dica qualcosa ma non succede. Mi guarda ma non parla, quindi continuo.
“tutto ciò che ti è successo tutto ciò che hai subito è colpa mia. Ti chiedo scusa. Non so cosa ti abbiano fatto credere a Capitol City, ma non sono cattiva, non voglio ucciderti. C’è una cosa che ho capito Peeta, ed è che abbiamo bisogno l’uno dell’altro per ricostruirci. Dimmi qualcosa, per favore” nella mia voce una punta di preghiera.
“ ho bisogno di te, è vero. “
Non so cosa dire quindi restiamo in silenzio. Nel cielo non si vedono stelle, dalla finestra entra solo l’oscurità, interrotta da ritmici lampi di luce. Fulmini. Sta per arrivare un brutto temporale. Questo mi fa avere ancora più voglia di stringerlo forte.
“Katniss, sono un po’ stanco, vorrei riposare” dice alzandosi in piedi. Mi alzo anche io.
“hai ancora gli incubi?” chiedo,la voce quasi disperata.
“tutte le notti”
Prendo un lunghissimo respiro prima di riuscire a dire, guardandolo dritto negli occhi “allora, Peeta, posso restare con te?”
“Kat..”  si guarda un attimo intorno come se volesse fuggire ma io prendo la sua mano e me la porto dritta alla guancia e lo vedo sgranare gli occhi.
“Peeta, posso restare con te?”
Esita, e quel momento sembra sgretolarmi. Alla fine mi accarezza la guancia e sussurra:
“sempre”.
Mi prende per mano e mi porta di sopra, nella sua camera da letto. Ci copriamo con il pesante piumone rosso e poggio la testa sul suo petto come ho già fatto tante tante volte. Sento il suo profumo e non posso fare a meno di riconoscere a me stessa quanto questo dolcissimo, formidabile, fragile e meraviglioso ragazzo mi sia mancato.

Alla fine non diciamo nulla, ci diamo un bacio casto e dolcissimo e ci lasciamo trasportare dal sonno, speranzosi che almeno stanotte, stretti l’una nella braccia dell’altro, riusciremo a nasconderci in una bolla tutta nostra, solo noi e il nostro amore da crescere.

  
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