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Autore: Locked    07/03/2014    3 recensioni
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Dal testo:
Quando, due settimane dopo, lo rivedi a quella stupida premiazione per quelle stupide statuette, senti che un’altra parte di te si sta sbriciolando e che meglio che ti prema una mano sulle labbra e una sugli occhi, perché lo sai. Lo sai che stai per crollare.
Non lo vuoi guardare. No, non vuoi vederlo alzare gli occhi al cielo e ridacchiare alle battute di un altro che togligli la mano dal fianco che sennò comincio a tremare; semplicemente perché sai che prima eri tu a fargli quell’effetto.
*
Il tempo guarisce tutte le ferite. Te lo ripeti come un mantra, finché non cominci a crederci un po’ anche tu.
Il tempo risana le cicatrici del passato, quelle lontane ma ancora perfettamente tangibili, quelle che lasciatemi serrare le palpebre e stringere i pugni, perché non voglio sentire più niente.
Il tempo allevia i dolori più pungenti, quelli che ti feriscono tra le costole e nello stomaco, che salvami tu, perché da solo affondo.
Stronzate.
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Angst; angst a vagonate. Lettore avvisato ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali:
Ma sì, spostiamoci nell'universo CrissColfer; ammesso che di CrissColfer si possa parlare. Mentre tutti gioivano per Darren che nel famoso video si avvicina pericolosamente al didietro di Colfer; la mia mente malata ha partorito questa pillola di tristezza. Avviso tutti che: non ce l'ho con Mia, né tantomeno con Will - a me sta simpatico quel ragazzo - e ciò che ho scritto è frutto della mia immaginazione; tranne Chris e Darren, non ci sono personaggi realmente esistenti in questa one shot.
Enjoy! *w*



 
With every breath it's harder to survive.



“Pausa, ragazzi.”

Chris sussurra qualcosa di incomprensibile, e tu incespichi nei tuoi passi, cercando di cacciare via quella maledetta sensazione che ti si è aggrovigliata da qualche parte tra lo stomaco e i polmoni.

Quando si gira e ti sorride, sollevando appena gli angoli delle labbra, non ci puoi credere che ci stai cascando di nuovo. Perché basta Darren, la tua occasione l’hai avuta. Adesso volti pagina e ricominci daccapo con la tua vita.

Ma non puoi fare a meno di sorridere anche tu; perché lui è lì, e ti sta fissando, e i suoi occhi sono dello stesso colore del cielo dopo una tempesta, e ti ci stai perdendo dentro un’altra volta.

Maledizione. Maledizione, non puoi farti questo di nuovo. Non puoi.

Quando  i suoi occhi si abbassano verso il pavimento, ti senti come se ti avessero strappato l’aria dai polmoni, e vuoi davvero farlo.

Vuoi davvero sollevare la mano e stringergli il volto tra le dita. Perché quegli occhi sono sprecati se non possono essere osservati da nessuno.  Ma non lo fai.

Guardare e non toccare, Darren. Non la puoi rovinare, l’unica persona buona che ti è capitato di incontrare in tutta una vita.

Affondi le unghie nei palmi delle mani, finché non fa male.


*


Non hai idea di quale scusa hai inventato, ma ti ritrovi coi piedi che si muovono da soli e il cervello che gareggia contro il cuore in una lotta che lo sai già come andrà a finire, è inutile che ti illudi.

Combatti per qualche secondo col papillon e la camicia; forse perché quei dannati vestiti sono troppo stretti, forse perché le dita ti tremano.

Getti il resto dei tuoi abiti a terra e ti infili dentro la doccia del tuo super lussuoso bagno del tuo super lussuoso appartamento.

La verità è che quell’attico non l’hai mai voluto; non da solo almeno. La verità è che l’unica persona con cui avresti voluto trascorrerci la vita è irraggiungibile. Così dannatamente irraggiungibile che smettila di pensarci, o quel ammasso di tessuti e sangue che hai nel petto ti si spezzerà in tanti piccoli frammenti. E stavolta non ci sarà nessuno a ricomporti.

Lasci che assieme al sudore e al gel scivolino via anche la tensione e i pensieri, aggrovigliati all’acqua bollente che ti accarezza la schiena e ti brucia gli occhi.

Quando, mezz’ora più tardi, ti ritrovi accasciato sul divano con solo dei vecchi pantaloni di una tuta addosso, capisci che non esiste doccia in grado di riaggiustarti.

Il rumore insistente di un campanello che suona ti costringe ad arrancare giù dal divano e a mugugnare qualcosa di insensato. Non hai idea di chi possa essere, ma quando apri la porta, quell’insignificante muscolo che chiami cuore ti si arrampica su per la gola e il respiro ti si spezza a metà.

Quasi non te ne accorgi dello sguardo indecifrabile di Chris che ti accarezza i riccioli bagnati e scompigliati, le spalle larghe e proporzionate, il ventre tonico; sei troppo impegnato a perderti nelle sue iridi che devono spiegartelo di che colore siano, perché è impossibile che quella tonalità sia così inafferrabile.

Quasi non te ne accorgi, perché le sue labbra pallide stanno tremando, e ti stai imponendo qualche sorta di violenza fisica per non avventarti sopra di loro e capire che sapore abbiano. Anche se poi, lo sai già. Lo sai che sanno di vaniglia e di caffè, perché Chris lo ama il caffè, bollente, che ti scalda lo stomaco e un po’ anche l’anima.

E stai per farlo; stai per gettare tutte quelle preoccupazioni, tutte quelle paranoie fuori da quell’appartamento troppo grande e troppo vuoto. Ma ti fermi.

Non toccare; non puoi farlo, non più. Non ne hai il diritto.

Quando riacquisti la percezione della realtà, ti accorgi dello schianto della porta che hai chiuso di scatto.

Ti accorgi delle mani che ti tremano e della vista che ti si appanna, che non puoi versare stupide lacrime per lui, Darren; non ancora.

Ti accorgi perfettamente del singhiozzo che viene dall’altra parte della porta e rimbomba all’interno delle tue orecchie, in un’eco vuota e sorda.


*


Quando, due settimane dopo, lo rivedi a quella stupida premiazione per quelle stupide statuette, senti che un’altra parte di te si sta sbriciolando e che meglio che ti prema una mano sulle labbra e una sugli occhi, perché lo sai. Lo sai che stai per crollare.

Non lo vuoi guardare. No, non vuoi vederlo alzare gli occhi al cielo e ridacchiare alle battute di un altro che togligli la mano dal fianco che sennò comincio a tremare; semplicemente perché sai che prima eri tu a fargli quell’effetto.


*


Il tempo guarisce tutte le ferite. Te lo ripeti come un mantra, finché non cominci a crederci un po’ anche tu.

Il tempo risana le cicatrici del passato, quelle lontane ma ancora perfettamente tangibili, quelle che lasciatemi serrare le palpebre e stringere i pugni, perché non voglio sentire più niente.

Il tempo allevia i dolori più pungenti, quelli che ti feriscono tra le costole e nello stomaco, che salvami tu, perché da solo affondo.

Stronzate.

Lo capisci nel momento esatto in cui i tuoi occhi incontrano i suoi, in mezzo a quella massa informe di corpi sudati e accaldati che si agita al ritmo di una canzone sconosciuta.

Lo capisci quando quell’oceano in tempesta che nasconde nello sguardo ti travolge e ti blocca il respiro da qualche parte nei polmoni.

E allora lascia che quel liquido infuocato ti bruci la gola, ti ingarbugli i sensi e ti trascini più giù che sono già al fondo, quanto ancora dovrò soffrire?

Quando una voce impastata dall’alcool ti respira nell’orecchio, riesci a malapena a connettere le sinapsi del cervello necessarie a mettere un piede davanti all’altro. Non sai chi sia quella ragazza che ti sorride e ti trascina fuori dal locale, tirandoti per una mano. Per una minuscola frazione di secondo le sei grato, perché fuori significa aria, e aria significa ossigeno. E tu hai un disperato bisogno di ossigeno al momento.

Ma quando l’ultima cosa che riesci a scorgere è un lampo azzurro e preoccupato che ti scruta dalla pista, quando senti il respiro di quella donna sul collo e tra le labbra, decidi che non te ne importa più nulla.

Che sono troppo fragile per farcela da solo.

Che mi avete già preso tutto, cos’altro volete da me?

Che non mi sto buttando via, semplicemente perché ormai non c’è più niente rimasto da buttare.


*


“Chris? Darren? Pronti? Azione.”

E ti avvicini, piano. Perché in quel momento sei Blaine, e Blaine è dolce, è giovane, è innamorato. Non è un idiota che fatemi stare fermo, perché ovunque mi muovo creo disastri.

Gli stringi le ciocche di capelli tra le dita, e ti sembra un sogno quando finalmente gli accarezzi le labbra con le tue. Il suo tocco è leggero, impalpabile; è Kurt che ti sta baciando, non Chris. E tu sei Blaine, non Darren. Che poi, quand’è stata l’ultima volta in cui sei stato il vero Darren? Non riesci a ricordartelo. E ti chiedi per quale motivo tutte queste domande si stiano affacciando nel tuo cervello mentre hai le labbra intrecciate a quelle dell’essere più perfetto che tu abbia mai incontrato.

Improvvisamente questa maschera ti sta stretta. Non capisci dove diavolo sia finita la tua professionalità, quando decidi che ti sei stancato di fingere che va tutto bene.

Perché non va tutto bene, e non lo capisce nessuno. E perché non lo capisce nessuno?

Non lo sai neanche tu il perché.  A dirla tutta non ti importa; o forse te ne importa un po’ troppo. Ma in quel momento è l’ultima cosa su cui vorresti concentrarti.

Non sai nemmeno precisamente come quel bacio - che doveva essere casto, Darren – sia diventato tutto tranne che uno sfioramento di labbra. Però te ne accorgi; eccome se te ne accorgi.

Sei perfettamente cosciente di star attaccando la bocca di Chris – perché è Chris che stai baciando, non Kurt; e questo lo sai con una certezza matematica.

Lambisci le sue labbra con la lingua, in un gioco che diventa sempre più bisognoso. Stringi le dita attorno ai capelli, alla stoffa dei vestiti, a tutto quello che riesci a raggiungere, e ancora ti sembra di essergli troppo lontano.

Allora ti avvicini; e in un attimo di insana lucidità capisci che hai infranto la tua unica regola. Che dovevi guardare e non toccare, Darren. Era semplice, no? Guardare  e non toccare. E non sei stato capace di rispettare nemmeno quella. Perché sei un idiota; uno spirito troppo complesso per essere racchiuso nel corpo di un ventisettenne.

Quando i vostri toraci si incollano, quando anche Chris risponde al tuo bacio – che più che un bacio è un assalto, sai? – è inevitabile sentirsi svuotato del nulla che ti riempiva e colmo di qualcos’altro che assomiglia fin troppo alla felicità.

In quel momento, in quel preciso istante, mandi a quel paese tutte le preoccupazioni, le paranoie e i freni inibitori. E lasci andare anche l’ultimo brandello di te che custodivi per qualcuno di speciale; perché sei tu quello speciale, Chris. Tu.

E cerchi di imprimerglielo nelle labbra e nel cuore; che non so più come dirtelo che ti amo. 





Note della masochista che scrive os angst di Locked.

*saluta con la manina*
Salve (?)
Io lo so che ora vorreste uccidermi, ma fatemi spiegare perché ho scritto tutto questo. Innanzitutto; ne avevo bisogno. Scrivere è principalmente una valvola di sfogo per me. Poi, una volta visto quel video - e andiamo, avete capito di quale video parlo -, mi sono ritrovata a pensare che Darren e Chris sono un po' una storia impossibile. Cioè, non fraintendetemi, sarebbero perfetti insieme; ma è inutile negare l'evidenza e dire che sono una coppia - soprattutto perché hanno due splendidi partner di cui sono innamorati.
Quello che mi sta più a cuore è la loro felicità, e se sono felici così, ben venga. Quello che ho scritto è nato perché - appunto - adoro gli amori impossibili. L'unica cosa che vi chiedo è di lasciarmi un commento, perché questo è proprio il mio stile di scrivere; e insomma, vorrei sapere che ne pensate. (:
Posso ringraziare settemila volte la mia dolce compagna di scleri/beta (?)/lettrice e consigliera numero 1, Ambros? Certo che posso! *spedisce cinque pacchi di caramelle*
Un bacio! **

Ps. Per chi mi segue anche nell'universo Klaine, domani pubblico l'ultimo capitolo della mia raccolta di flash: Ten times Kurt and Blaine find each other and one they find somebody else.

 
   
 
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