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Autore: Rexam    08/03/2014    1 recensioni
Quando Matthew si svegliò aveva la vista distorta ed era confuso. Era steso a terra, faccia in giù, senza forze, quasi privo di coscienza. Il suo corpo era rigido come un gigantesco tronco di legno. Le ossa gli dolevano e non riusciva a sentirsi le gambe. Riposava su una superficie calda e soffice. Non avrebbe saputo dire a cosa somigliasse quella sensazione. Era così familiare, ma anche così distante. Forse perché la sua testa ancora rimbombava di strani rumori immaginari. Percepiva i raggi del sole sulla sua pelle. Il suo respiro era regolare. Nonostante tutto, era felice di scoprirsi vivo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 : Sulle sponde dell’esistenza

“Risvegliarsi è rimettersi alla ricerca del mondo,
riportare alla luce un’identità perduta in un granello di sabbia.”

Quando Matthew si svegliò era stordito e confuso. Steso a terra, faccia in giù, senza forze, quasi privo di coscienza. Il suo corpo era rigido come un gigantesco tronco di legno. Le ossa gli dolevano e non riusciva a sentirsi le gambe. Riposava su una superficie calda e soffice. Non avrebbe saputo dire a cosa somigliasse quella sensazione. Era così familiare, ma anche così distante. Forse perché la sua testa ancora rimbombava di strani rumori immaginari. Percepiva i raggi del sole sulla sua pelle. Il suo respiro era regolare. Nonostante tutto, era felice di scoprirsi vivo.
Matthew, dopo alcuni interminabili minuti, decise finalmente di aprire gli occhi. Fu investito da una luminosità diffusa. Intorno a lui regnava un’atmosfera celestiale e serena. A quanto pare era disteso su una morbidissima spiaggia. Riusciva a sentire le onde dell’oceano infrangersi contro la costa. Intravide, per un attimo, della spuma azzurrina. Avrebbe proprio voluto bagnarsi il viso e bere. ‘Cipicchia, che sete che aveva! Matthew cercò di muovere un braccio ma era incredibilmente pesante. Sembrava che un enorme macigno si fosse depositato sul suo corpo. E lui era lì, cosciente e immobile, condannato. Cercò allora di rimettere ordine nella sua testa, ma era tutto così fumoso. Non riusciva a ricordare nulla di specifico, qualche immagine sparsa. E poi il vuoto. Una nebbia fitta e penetrante era scesa all’origine dei suoi ultimi ricordi e li aveva cristallizzati. Non riusciva più a distinguere il sogno dalle sue reminiscenze recenti. Matthew decise di provare nuovamente ad alzarsi. Poteva  muovere le dita delle mani, ma sentiva ancora un forte dolore. Riuscì per miracolo a contrarre il braccio e a poggiare il palmo della mano per terra, facendo leva. La sabbia era davvero calda. Aveva ripreso sensibilità alle gambe, ma era ancora troppo debole per tirarsi su. Riuscì a girare su se stesso, mettendosi seduto, con la schiena ritta. In questo modo poteva guardarsi intorno. Apparentemente, si trovava su una costa sperduta. Oltre l’enorme spiaggia si estendeva una fitta vegetazione lussureggiante. Sembrava proprio una jungla. Innumerevoli alberi dagli splendidi toni di verde intrecciavano i loro rami in una primitiva danza selvaggia, ergendosi a padroni di quei luoghi incontaminati.
All’improvviso, mentre contemplava quel luogo così puro, Matthew si accorse di un particolare che, per un momento, gli fece gelare il sangue. Era inspiegabile, eppure, a parte il continuo infrangersi delle onde, non sentiva assolutamente nessun altro rumore provenire dalla terraferma. Non c’era verso di insetto, scimmia o qualsiasi altro animale che raggiungesse le sue orecchie. Era tutto estremamente calmo. Troppo calmo. Mancava perfino il soffio del vento.
Incerto sulla sua situazione, con qualche frammento di ricordo aggrappato a sé, Matthew restò lì sulla spiaggia, in contemplazione, a guardare il mare finché il sole non iniziò ad eclissarsi oltre l’orizzonte.


L'Angolo dell'Autore
Ciao a tutti! Eccomi tornato a scrivere qualcosa qui su Efp (ancora in questa sezione!!). Diciamo due parole su qeusta nuova storia che ho inserito. Ho deciso di metterla nella categoria dei Gialli, perché di fatto è una storia gialla, piena di mistero e di suspence, ma non è il classico racconto alla Agatha Christie. Ouroboros è un giallo atipico, che mescola elementi introspettivi con immagini oniriche, il tutto unito ad un tocco di follia. Di fatto non ha un vero genere preciso di riferimento, perché ne mescola molti insieme. Inoltre, per la gioia di tutti quelli che vorranno leggere questa storia, vi farà piacere sapere che ho scritto già cinque/sei capitoli in modo tale da "portarmi in vantaggio" e riuscire a pubblicare abbastanza regolarmente ogni cinque o sei giorni! Altro appunto, la frase in corsivo che leggerete all'inizio di ogni capitolo è una citazione (personale o di un personaggio famoso) inerente agli eventi del capitolo stesso, in questo modo spero, ogni volta, di "preparare l'atmosfera giusta per la lettura". Detto questo, spero che questo racconto vi piaccia. Io ci metto tutto me stesso come al solito. Ovviamente è sempre gradito un commento, anche solo per farmi sapere se questa storia vi sta appassionando oppure no! Credo di aver detto tutto, quindi alla prossima!!
  
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