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Autore: Blue Drake    08/03/2014    0 recensioni
• Una passeggiata sotto il cielo di Parigi, un cielo coperto di stelle, con la buona compagnia di un'amica preziosa.
Un incontro non atteso con un mondo nuovo, sconosciuto e stimolante.
Una seconda possibilità, non si concede forse a tutti? •
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Strani incontri notturni”




Sur le Pont-au-Change

Ce soir j'ai rencontré un ange

Qui m'a souri

Et qui loin de ma vue a disparu”




Se si fosse trovato al caldo nel proprio letto, o meglio, se si fosse trovato in un qualsiasi letto morbido e tiepido, quello, sicuramente, sarebbe stato uno dei suoi bislacchi sogni. D'altronde non stava sonnecchiando in quel momento, stava invece procedendo tranquillamente lungo la Rive Gauche della Seine, in muta – o quasi - contemplazione di un cielo che sembrava volergli parlare, a tal punto appariva espressivo. E tuttavia qualcos'altro era riuscito nell'ardua impresa di distogliere la sua attenzione dalle beltà della notte parigina o, per essere più precisi, qualcun altro: una figura umana, a prima vista, all'apparenza intenta a scrutare l'invisibile orizzonte dall'alto della spalla posta all'estremità opposta del ponte in legno che s'apprestava proprio in quel momento ad attraversare.

Un'interminabile notte di quasi undici mesi prima, la notte dell'Epifania, fra l'inestricabile intrico delle rues ormai deserte, aveva seriamente creduto d'aver incontrato un angelo, sotto l'inattesa forma di una giovane donna gitana. In quel momento, la sensazione era la medesima, ciò nonostante non si trattava affatto di una ragazza, appariva piuttosto come un vero e proprio angelo.

Con un confuso alternarsi e rimescolarsi di curiosità e timore, il nostro prode filosofo e poeta si fece dunque coraggio, avanzando di qualche cauto passo, così da potersi avvicinare il più possibile alla creatura, che pareva non si fosse minimamente ravveduta della sua presenza. Infine si fermò, a portata di voce ma ben oltre la portata di mano, si prese del tempo per riflettere un momento sulle parole da usare e tentò: «Una buona serata a Voi, creatura della luna». Si aspettava, forse, una replica, una qualunque, gentile od ostile che fosse. Ottenne tutt'altro; la figura si volse adagio, concedendo a Pierre Gringoire tutta la sua attenzione. Ed il suddetto non poté assolutamente fare a meno di rimanere letteralmente a bocca aperta per la sorpresa e lo stupore.

Non aveva affatto l'aspetto di una donna, né tanto meno di un uomo. Aveva, bensì, le sembianze d'un Álfar, un Elfo del Nord, e di altro ancora, ma forse troppo complesso e lontano da poter essere assimilato.

«Chi siete?». Piuttosto scortese, da parte sua, una domanda tanto diretta e sfacciata. E tuttavia non aveva assolutamente trovato il tempo di costruire un approccio più delicato. A dispetto di ciò, un tale inadeguato comportamento non parve comunque servire allo scopo poiché l'interlocutore – se in tal modo lo si vuol definire, tenendo a mente che non aveva fin'ora lasciato uscire alcun suono dalla sua bocca – lo pietrificò sul posto con un sorriso del tutto inatteso, gravando maggiormente sul suo già infermo equilibrio mentale. Non aveva idea se ad impedirgli di distogliere lo sguardo fosse stato proprio quel sorriso – curiosamente delicato, su quelle labbra tanto sottili da risultare pressoché inesistenti -, i suoi occhi enormi e senza pupilla, ma la cui iride rifletteva infinite sfumature di viola e di perla, o ancora i lunghi e sottili capelli che rilucevano d'argento esattamente come le stelle in cielo.

Ha la pelle più livida della mia, si ritrovò improvvisamente a riflettere. In verità, il colore dell'epidermide di quella creatura non era blu ma, piuttosto, azzurro virante al lillà. Indaco, probabilmente, sarebbe stato la definizione più appropriata, se solo si fosse applicato maggiormente nell'arte della pittura. Non era magro come Pierre. Era, piuttosto, longilineo, affusolato, notevolmente aerodinamico, nonostante gli inusuali abiti svolazzanti che indossava senza il minimo pudore in quel momento, abiti per nulla consoni al rigido tardo autunno di quell'anno, tanto da parere semplici veli impalpabili. Eppure non sembrava risentirne affatto; il suo corpo non dava cenno di rabbrividire ed il colore inconsueto della sua pelle non doveva per nulla dipendere dal freddo dell'aria notturna.

Buona sera a Voi, Signore. Finalmente una risposta, seppur con ampio ritardo. Risposta che, tuttavia, ebbe l'effetto di far spalancare ancor di più la bocca del giovane filosofo. Le labbra della creatura, mentre lo salutava con estrema cortesia ed invidiabile calma, non si erano mosse di un solo millimetro, neppure un lieve spostamento d'aria, non una soffice nuvola di condensa ne era uscita. La sua voce, volendola definir tale, non aveva per nulla turbato il profondo silenzio della notte parigina. Era, invece, giunta a Pierre direttamente nella sua testa.






   
 
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