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Autore: Nicky Rising    08/03/2014    4 recensioni
"Erin. Dove sei.."
Il vento rispose. I lunghi capelli rossi gli finirono sugli occhi. Li scostò con una mano che tintinnò per via degli anelli e dei braccialetti metallici che sbatterono tra loro.
Non voleva più vivere. In un secondo si sentì inutile. Senza di lei.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il suo sguardo continuava a perdersi tra quelle colline che davano all'orizzonte quella forma sinuosa, delicata e continua. Uno scatto, uno sguardo per controllare che giornalisti, manager, lecca piedi o fans non lo avessero seguito. Era riuscito a scappare, nessuno lo circondava a parte il silenzio. Un silenzio incredibilmente insolito nella vita di un uomo che dedicava tutte le sue giornate alla musica. 
Si buttò a terra, sul prato, sfinito.
Passò un’auto. Con spontaneità si mise una mano vicino al volto. No.. Non voleva essere riconosciuto anche quella volta.
Era così stanco. 
E pensare che non troppi anni prima il suo unico grande sogno era stato quello di diventare una Rockstar, di essere amato come musicista, di essere apprezzato come uomo di spettacolo. Aveva ottenuto tutto questo. Ce l'aveva fatta.
E allora perchè si sentiva sempre così solo?
Il cielo era nuvoloso, ed era freddo. Persino l’estate era finita. Gli stava crollando tutto addosso.
Era il 1993. Il gruppo non stava andando più bene come un tempo, gli anni di Appetite for Destruction erano lontani, e ora, i Guns, non avevano ottenuto alcun successo con l’ultimo album. Il tour era finito. I componenti della band erano quasi distrutti dall'uso di alcol e droga. 
Slash sempre più insopportabile. Duff sempre più ubriaco. Izzy sempre più lontano. Così come Stephanie. 
Ma cosa gliene importava a lui di quella: era sempre e solo stata una presenza per cercare di colmare quel vuoto.
Quell'insopportabile vuoto. Quello che un tempo era stato il posto per i suoi occhi azzurri. Per i suoi capelli scuri, ricci, lunghi. Per il suo viso minuto. Per il suo sorriso timido.
"Erin. Dove cazzo sei.."
Il vento rispose. I lunghi capelli rossi gli finirono sugli occhi. Li scostò con una mano che tintinnò per via degli anelli e dei braccialetti metallici che sbatterono tra loro. 
Non voleva più vivere. In un secondo si sentì inutile. Senza di lei. Lei. L'unica donna che in realtà era mai riuscito ad amare. L'unica con la quale aveva potuto essere sè stesso, essere il William spaventato dal mondo, sognatore, bisognoso di quell’amore di cui era stato privato sin dall'infanzia.
Lei. Lei, così perfetta, che gli donava serenità con ogni movimento che compiva. Come aveva potuto perderla?
Aveva sbagliato, aveva iniziato a circondarsi di persone che fingevano di apprezzarlo per quello che era diventato, non per quello che era realmente. La sua vita aveva iniziato a girare vorticosamente attorno a sogni che, un tempo, considerava irrelizzabili e che ora gli si erano materializzati davanti, e non aveva più trovato la forza per mantenere stabili le cose semplici. Come l’amore. Come lei.
Non aveva scelto quel prato casualmente: quello era il posto in cui lei gli aveva detto per la prima volta che lo amava.
Molte donne avevano detto ad Axl Rose di amarlo, alcune mentre si trovavano nella sua camera da letto, altre mentre lo guardavano esibirsi sul palco, ma mai nessuna glielo aveva detto così. Mai nessuna era stata ricambiata dal cantante, ma quella volta, lui aveva risposto: “Anch’io”.
Se l’era lasciata scappare, così com’era iniziata, era finita. Le date dei tour si erano fatte sempre più fitte, e i periodi in cui lui poteva tornare a casa per vederla erano diventati troppo pochi. L’autostima che Axl guadagnava in quei concerti, davanti a migliaia di fans, gli impedivano di tornare ad essere quel ragazzo innocente che aveva bisogno di semplice e sincero amore.
Iniziarono ad affondare, insieme. In fondo, erano sempre stati troppo uguali per sopravvivere, nessuno dei due era capace di cambiare e di migliorare l’altro. Crollarono.
“Non possiamo vivere insieme, non possiamo vivere separati.. Amore mio, mi manchi.”
Sì, perché quella donna ad Axl mancava terribilmente, quella donna era la sua, e non poteva resistere ancora a lungo senza sentire il suo respiro.
Affondò la testa nelle ginocchia che aveva raccolto al petto.  Restò così per troppo tempo, fino a quando il cielo grigio iniziò a rabbuiarsi. E con il giorno se ne andarono le speranze. Di rivederla. Di ritoccarla.
Quando si alzò in piedi, deciso a fare ritorno a casa, fu spaventato da un’ombra scura, troppo lontana per essere riconosciuta.
“Posso aiutarti, amico?”
La sagoma alzò lo sguardo, mentre lui avanzava.
Era una donna.
Era…
Ormai i passi che li separavano l’uno dall’altra erano diventati pochi, ora lui poteva riconoscerle gli occhi azzurro cielo invasi di lacrime, occhi in cui odiava vedere dolore. Occhi di una donna che sentiva come lui la sofferenza di quella separazione. Che continuava da tempo a ricercare i ricordi della loro storia nei posti che l’avevano caratterizzata.
La sua voce tremava, e il suo corpo esile faceva lo stesso. Aveva freddo.
“Ciao, Will”
“Piccola..”
Si strinsero l’uno all’altra. Riassaporarono gli odori e i rumori dei loro respiri. Si sentirono bene. Insieme erano vivi.
Con le mani intrecciate, si sedettero sul prato e osservarono il paesaggio. Ma a nessuno dei due importava realmente del resto, né del futuro, né del passato. Ora erano insieme. Ora erano loro.
Le loro labbra si unirono, dopo troppo tempo.
E fecero lo stesso per ore, per tutta la notte.
Quella fu l’ultima notte che passarono insieme.

Anche se questa, era trascorsa più di tre anni prima.

Quando Axl si svegliò dal coma etilico nella stanza bianca dell’ospedale, si ritrovò circondato da medici.
Aprì gli occhi sossurrando una sola parola.
“Erin."
 

  
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