Sin dall’infanzia, Gold aveva sempre sognato il momento in cui avrebbe potuto vantarsi di avere una ragazza. Non era un ragionamento granché virile, ma immaginava come sarebbe stato passare l’inverno in compagnia di qualcuno da cui essere scaldato, qualcuno insieme al quale non avrebbe dovuto temere il freddo. E qualcuno c’era, ma non era esattamente come l’aveva immaginato. In effetti, non era neanche una ragazza. Non avrebbe mai saputo dire, Gold, quando era successo.
Non avrebbe mai saputo descrivere il momento preciso in cui aveva compreso di essere irrimediabilmente innamorato di quel burbero ragazzo dai capelli rossi, alla cui discreta presenza si era tanto abituato. Pian piano, aveva imparato a conoscerlo: dove trovarlo, cosa dirgli per evitare che s’infuriasse ed iniziasse a borbottare, come abbracciarlo senza essere scacciato.
Avevano vissuto la loro prima volta insieme e Gold non aveva avuto paura, perché sapeva che Silver non gli avrebbe mai fatto del male.

 
Qualuno c’era stato, ma ora non c’era più. Gold sentiva ancora le ultime parole che si era sentito rivolgere da lui riecheggiare nella testa, quando si era voltato ed aveva iniziato a camminare, via, via, sempre più lontano; lontano da Gold, ed da tutto ciò che avevano trascorso insieme.
«Quando tornerò sarò abbastanza forte da batterti. Aspettami».
Questo aveva detto e Gold avrebbe voluto prenderlo a pugni, gridargli che non gliene importava niente, che voleva solo lui. Invece era rimasto in silenzio, ingoiando le lacrime, celando ogni singola crepa nel suo cuore con un sorriso di sfida. Avrebbe aspettato, aveva detto, ma in quel momento aveva consapevolmente accettato di essere torturato dal susseguirsi inesorabile delle stagioni, finché il suo cuore non sarebbe affogato, in silenzio, senza un gemito.
 
Per tutta l’estate, Gold aveva atteso, con lo sguardo fisso sull’orizzonte: nella pece nera dei suoi occhi baluginava ancora speranza.
Poi i frutti erano caduti, le foglie si erano ingiallite e dai campi dorati era stato mietuto il grano; la bella stagione era volata a sud, con i suoi veli colorati ed il profumo di erba falciata, mentre l’autunno entrante aveva iniziato ad ingrigire il cielo, così plateale, così irrispettoso. Nessuna notizia, nulla. Ancora aspettava quando dagli alberi fu caduta l’ultima foglia morta ed i rami si furono spogliati del tutto della loro bella chioma. L’inverno arrivò all’improvviso, una mattina, caricandolo come un toro, con tutto il suo peso; aveva fantasticato per tutta la vita su come sarebbe stato l’inverno quando avrebbe trovato la persona giusta, ma mai la realtà gli era parsa così impietosa, e soprattutto così diversa dalla sua fantasia.
Con il cuore gelato da migliaia di aghi ghiacciati, conficcati in profondità piuttosto che lasciati liberi di turbinare in cielo, con le labbra bluastre ed una scia di lacrime a rigargli le guance, Gold avrebbe aspettato. Non importava quanto, che avesse dovuto attendere un giorno o mille anni.
Ne era certo: prima o poi, Silver sarebbe tornato.