Era una fredda mattina di inizio Novembre a Godric’s Hollow.
L’unico suono che si udiva lungo la stretta strada di terra era il fruscio del vento tra le fronde dei rami, quasi del tutto spogli per l’avanzare dell’autunno.
Un lieve rumore ruppe d’un tratto la quiete del villaggio.
Una serratura che scattava.
Un giovane mago sui vent’anni entrò in una casa in rovina.
I resti carbonizzati ma ancora fumanti palesavano l’orrore della notte appena trascorsa.
Il giovane mago -i capelli scuri che ricadevano con eleganza sugli occhi nero pece ed una profonda bellezza segnata dal dolore- attraversò con sicurezza la casa ormai vuota,  abbandonata da poco ed in tutta fretta, a testimonianza del fatto che li, alcune ore prima, era accaduto qualcosa di terribile, fino a giungere nella camera di un bambino. 
Gli occhi grigio chiaro di Sirius Black percorsero la stanza devastata. Provava un’infinita tristezza nel trovarsi li, ma ancora peggiore era il senso di colpa che attanagliava il suo cuore. 
I Potter erano morti quella notte, lasciando orfano il loro unico figlio, Harry. 
James e Lily, i suoi più cari amici che sempre lo avevano aiutato e sostenuto.
James, che lo aveva accolto in casa sua quando aveva preso la decisione più grande della sua vita e Lily, alla quale era stato molto legato in questi anni, non c’erano più.
Erano morti per colpa sua! Per colpa sua che era ben conscio del pericolo che correvano, che era consapevole che Voldemort li cercava da tempo, che era stato scelto per essere il loro custode segreto e non aveva accettato, lasciando questo compito a Peter Minus!
Peter, il loro vecchio amico. Peter il traditore. Colui che, per paura, quella notte aveva venduto i suoi migliori amici a Voldemort!
Lacrime amare e sincere sgorgarono dai suoi occhi neri e rigarono il suo volto.
 Pensò al piccolo Harry...  il piccolo Harry che tante volte aveva visto giocare e sorridergli.
Ora quel bambino era solo, senza nessuno che gli volesse veramente bene.
Nuove lacrime rigarono il suo volto tormentato… Tirò fuori dal lungo mantello da viaggio un rotolo di pergamena e una piuma, e con tutto il dolore ed il rimorso che aveva in cuore, con una calligrafia elegante ed elaborata scrisse queste parole: