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Autore: Mordekai    09/03/2014    0 recensioni
New York. 2003 A.D.
Un serial Killer spietato e senza scrupoli, uccide con il favore del buio reietti della società, come tossicodipendenti, prostitute o pedofili.
L'agente Aidan Tesla dovrà risolvere il caso, ma a quale prezzo?
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Civic Street. Los Angeles. 01:20 del mattino.
Gregorio Florencio, principale sospettato per la morte di Maverick Lithersen è diventato la vittima del Killer dell’Ombra, stessa dinamica del precedente omicidio ma i c'erano alcuni particolari; occhi gonfi e viola, setto nasale spaccato, escoriazioni sul volto e sulle braccia, ferite da lama lunga 7 centimetri sulle braccia, petto, addome e gambe, taglio dalla fronte alla guancia destra e lacerazione della carotide. I paramedici lo misero sull’ambulanza e partirono verso l’obitorio a New York:
 
‘’Aidan, che diavolo è successo qui?’’
 
‘’Gregorio Florencio, il nostro fornitore di eroina da sospettato di omicidio a vittima stessa. I paramedici lo stanno trasportando all’obitorio e il procuratore ci farà avere i documenti necessari alla-‘’
 
La sua frase fu interrotta da una fragorosa esplosione ad una 30ina di metri; detriti, pezzi di gomma, vetro, fumo e fiamme invasero la strada, l’ambulanza su cui viaggiava la vittima era esplosa in mille pezzi, inondando l’aria di fumo, cenere e fiamme:
 
‘’Presto, gli estintori. Stiamo perdendo delle prove importanti.’’- urlò Conrad agli agenti presenti sulla scena che cercavano nelle loro auto degli estintori, finché un certo Matthew Fisher, un ‘’novellino’’ per quelli in centrale, prese il suo estintore dalla volante 8-L e corse contro le fiamme, cercando di spegnerle, ma inutilmente; mezz’ora dopo giunsero i Vigili del fuoco, spegnendo l’incendio, rivelando una carcassa di ferro ripiegata su se stessa, annerita e avvolta sui tre cadaveri.
 
‘’E adesso Aidan?’’
 
‘’Lo portiamo all’obitorio, anche da carbonizzato ci servono prove da dare al Procuratore.’’
 
New York. Obitorio. 03:45 del mattino.
 
La centrale di polizia era quasi deserta, solo una decina di ufficiali nei loro uffici, il medico legale che stava sterilizzando i suoi strumenti, Aidan e Conrad, abbastanza nervosi per la morte di un sospettato fondamentale nella loro indagine:
 
‘’Mi spieghi che ci facevi a Civic Street, soprattutto nel cuore della notte?’’- domandò Conrad appoggiandosi con un braccio alla colonna portante nell’androne.
 
‘’Volevo fargli alcune domande Conrad, tutto qui.’’
 
‘’Tutto qui? Oh, ma tu guarda. ‘’Volevo fargli alcune domande, bla bla bla.’’ Con quel folle che è a piede libero cerchi di fare l’eroe? Sei un pazzo, da quando è morta tua moglie-‘’
 
La frase fu interrotta dallo scatto furioso di Aidan, che afferrò il colletto della camicia di Conrad e disse:
 
‘’Non nominare mia moglie, lei non c’entra. Hai capito?’’- disse Aidan, afferrando per il colletto della camicia il suo collega e digrignando i denti; dalla scomparsa della moglie, il 27 Novembre del ’93, Aidan si chiude in se stesso e se qualcuno ne parla, o reagisce in modo aggressivo o se ne va senza salutare.
 
Dopo quel piccolo momento di tensione, il detective si diresse dal medico legale per aggiornamenti, dinamiche dell’omicidio, tracce di DNA, qualsiasi cosa gli potesse servire per stanare quel criminale e inchiodarlo sulla sedia elettrica:
 
‘’Aidan, sei arrivato. Non ho trovato molto a causa dei resti carbonizzati di Gregorio, ma guarda qui.’’- disse il medico legale, spostando leggermente i resti carbonizzati e rivelando una parte completamente illesa, come se fosse stata protetta da un corpo estraneo.
 
‘’E’... un marchio a fuoco, ma che significa?’’
 
‘’Aidan, questa è solo l’ipotesi di un uomo che non dorme da 12 ore o più, non lo so nemmeno io. Il Killer dell’ombra ci sta mettendo alla prova, Maverick non era la vera vittima, ma solo un test, quel folle vuole vedere fin dove arriviamo.’’- rispose Georgos, togliendosi la mascherina, i guanti e il camice per poi lavarsi le mani e il viso, un volto solcato da rughe e occhiaie evidenti sotto due occhi color smeraldo.
 
‘’La situazione sta diventando critica e dobbiamo trovare questo maledetto al più presto. Tu va a casa Georgos, mi occupo io del resto.’’- rispose Aidan, prendendo il referto del medico legale e dirigendosi al suo ufficio.
 
Il medico legale rimase stupito, era la prima volta che Aidan non sbagliava il suo nome o gli dava un nomignolo irritante, ma la stanchezza prese il sopravvento sullo stupore e Georgos decise di tornare a casa e fare una bella dormita.
 
Prima di uscire dal suo ufficio, Aidan ricevette una chiamata dal Procuratore che lo invitò ad incontrarlo al Madison Square Garden alle 11:30 del mattino.
 
New York. Madison Square Garden. 11:30 del mattino. Settembre 2003.
 
Aidan era all’entrata del parco, vestito con una giacca nera, guanti in pelle, nonostante fosse Settembre, l’aria era molto umida e una leggera brezza soffiava tra le chiome degli alberi, le foglie, alcune rosse, altre gialle e altre marroni, preannunciavano l’arrivo dell’autunno , la sua stagione preferita.
 
‘’Eccoti qui Aidan. Allora, le cose stanno così, se vengo a sapere nuovamente che vuoi fare l’eroe e affrontare quello psicopatico da solo, ti solleverò dal tuo incarico e affiderò il caso a qualcuno che sappia gestire meglio la situazione.’’
 
Il procuratore, pur avendo i suoi 71 anni, il suo carattere burbero e freddo era ormai famoso a tutti nella centrale, ma Aidan non lo sopportava, sia per come lo trattava per come parlava con lui, sembrava un Minosse risalito dagli Inferi e pronto a giudicare il primo essere umano che gli capitava, caso vuole Aidan.
 
‘’Procuratore, con tutto il dovuto rispetto, ma lei mi chiama alle 4:00 del mattino perché voleva farmi la ramanzina in privato?’’
 
‘’Diciamo di si, ma non sono qui per questo. Mi servono i Dossier delle due vittime, devo diramare un avviso e informare tutti che è un tipo pericoloso.’’
 
‘’Ecco qui, per fortuna che l’ho portato, altrimenti mi avrebbe rimproverato nuovamente.’’- rispose Aidan con tono sarcastico, ma almeno il Procuratore non lo capiva.
La giornata proseguì regolarmente, il caso era ancora fermo sulla vera vittima del Killer dell’ombra, il caos cittadino scomparve e Aidan poté riposare.
 
New York. Ore: 18:59-19:00 di sera.
 
Uno squillo assordante fece svegliare Aidan da un lungo sonno, fatto di incubi e ricordi del suo passato che lo tormentavano ogni giorno; afferrò il cellulare posto sul tavolino di vetro del salotto e, con voce impastata, rispose:
 
‘’Tesla, chi parla?’’
 
‘’Oh, Tesla, non volevo svegliarti.’’
 
‘’Non preoccuparti Conrad, ormai mi stavo per svegliare. Dimmi, novità rilevanti?’’
 
‘’Non è proprio per questo che ti ho chiamato. Volevo chiederti, ti va di bere qualcosa insieme, magari una birra o mangiare un panino a Little Italy. Ti va?’’
 
Aidan osservò l’orario e decise che una birra non gli guastava lo stomaco e, il tempo di farsi una doccia e sistemarsi e sarebbe arrivato per le 20:00 a Little Italy, con il suo nuovo abito da sera, uno smoking nero firmato Giorgio Armani, scarpe della stessa marca e cravatta Regimental.
 
Giunse a Little Italy con 10 minuti di anticipo e notò Conrad sull’uscio di Vito’s Restaurant, vestito casual e i capelli leggermente scompigliati; tra una portata di spaghetti con frutti di mare, ravioli con carne, bistecche cotte su una griglia datata 1906 e fritto misto, dolce e caffè, la fame si placò e l’orologio segnò le 23:58, il tempo volò in fretta, come se fosse sabbia al vento.
 
‘’Senti Aidan…io volevo scusarmi per il comportamento di questa mattina, ma questo caso mi sta stressando e mi rende nervoso e non volevo tirare in ballo tua moglie…’’
 
‘’Non dire altro, sappiamo entrambi che questo caso ci sta rendendo irritabili, non poterlo buttare in una cella buia e fredda, senza che lui protesti, sarà difficile e…’’
 
Una chiamata sul cellulare di Conrad interruppe le sue parole, rimanendo in silenzio, con le mani incrociate sul tavolo in mogano pregiato, con intarsi floreali sui piedi e una tovaglia a scacchi rossa e bianca;
Conrad divenne d’un tratto pallido, aggrottò le sopracciglia e balbettava, qualcosa di grave è successo, qualcosa che riguardava il Killer o altro?
 
‘’Aidan, muoviamoci.’’
 
New York. B. Franklin Street. Ore: 00:15. Settembre 2003.
 
Anime penzolanti ad un palo della luce, a testa in giù, con le mani e le caviglie legate, gli abiti e i volti intrisi di sangue, che scivolava dalla loro bocca e finiva sul freddo marciapiede, le loro gole recise da orecchio a orecchio; l’espressione di paura contorta sui loro volti era una immagine penetrante, fin troppo per Conrad, che non riuscì a trattenere il vomito, sporcandosi le scarpe.
 
‘’Georgos, sei arrivato prima di noi.’’- disse Conrad deglutendo a fatica e cercando di trattenere altro vomito che saliva e scendeva dal suo esofago.
 
‘Fiuto i cadaveri da molto lontano.’’
 
Un silenzio tombale e abbastanza inquietante piombò sulle loro teste, lasciandoli senza parole:
 
‘’Le vittime sono Ernest Ferdelgald, il pedofilo di 51 anni e Germain Tor, sospettato di traffico di eroina. Tutti e due nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lacerazione della carotide da orecchio a orecchio, escoriazioni e lividi, vuol dire che sono stati picchiati. Segni di legatura post-mortem e marchio a fuoco sulla spalla di Germain e sul braccio di Ernest. Aspetterò Marthens che mi porti una cesoia per toglierli da questo palo.
 
D’un tratto il cellulare di Aidan vibrò, mostrando sul display un messaggio da un numero sconosciuto:
 
‘’Hai superato la prima parte del test, Aidan Tesla. Che il gioco abbia inizio.’’
   
 
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