Spencer camminava verso la sede dell’ FBI, come ogni mattina.
L’aria fresca lo aiutava a rilassarsi prima di affrontare un nuovo e difficile caso.
Quella mattina, tra i suoi mille pensieri, c’era anche quello della collega nuova.
Di lei sapeva solo che veniva da Londra, dato che Hotch non si era sbilanciato per niente.
Se la immaginava come una vecchia zitella bisbetica, anche se non riusciva a spiegarsene il perché.
 
Eleanor correva fuori dal suo nuovo e ancora disordinato appartamento.
Era in ritardo, e lei odiava essere in ritardo.
Soprattutto quando si trattava del primo giorno di lavoro.
Quel lavoro che tanto aveva sognato di ottenere e che alla fine, lottando a denti stretti, aveva ottenuto.
Aveva dovuto lasciare la sua amata Londra, la sua famiglia, i suoi amici.
Ma non si era persa d’animo.
Sapeva che sarebbe riuscita a farsi nuovi amici.
E, mentre scendeva le scale della sua nuova casa, mise per sbaglio il piede su una lastra di ghiaccio, scivolando.
Era sempre stata un po’ maldestra.
 
Spencer stava passando davanti un condominio, quando la sua attenzione fu richiamata da una ragazza che correva.
Quando vide che stava per scivolare, allungò prontamente il braccio, afferrando quello della ragazza, salvandola da una caduta disastrosa.
 
Eleanor fu grata che qualcuno avesse evitato  una catastrofe.
Se fosse caduta, avrebbe perso il suo primo giorno di lavoro.
Che sarebbe diventato l’ultimo.
Sollevò lo sguardo verso il suo salvatore.
 
E fu allora che successe.
 
Il verde di lei incontrò il caldo e accogliente cioccolato di lui.
Il marrone di lui incontrò la verde speranza e freschezza di lei.
 
Si persero l’uno nello sguardo dell’altra.
 
La mano di lui ancora intorno al braccio di lei.
I minuti passavano, ma, per loro, il tempo si era come fermato.
Si risvegliarono da quello stato di trance quando il telefono di lui squillò.
Entrambi, rendendosi conto della situazione, spostarono lo sguardo altrove.
 
Lui continuò a camminare, rispondendo al telefono e maledicendo il suo interlocutore.
 
Lei chiamò un taxi e si fece portare alla sua tanto desiderata meta.
 
Lui non sapeva che quella ragazza mora, occhi verdi, che avrà pochi anni in meno di lui e che gli aveva causato un vortice di emozioni in un solo sguardo, sarebbe stata la sua nuova collega, e non quella vecchia zitella che aveva immaginato.
 
Lei non sapeva che quell’uomo che non poteva avere più di trent’anni, dai capelli poco più chiari dei suoi, dagli occhi marroni, un po’ nerd, che l’aveva riportata a credere nell’amore a prima vista, sarebbe stato uno dei suoi colleghi.
 
Spencer si sedette alla sua scrivania, senza riuscire a non pensare a quella ragazza.
I suoi colleghi lo guardavano stupefatti, a causa del suo strano sorriso da ebete.
Fu richiamato all’ordine da Hotch, che diceva che la nuova ragazza stava arrivando.
 
Eleanor era in ascensore ed era divorata dall’ansia.
Continuava a pensare al suo salvatore, sperando di rivederlo presto.
Le porte dell’ascensore si aprirono, segno che era arrivata.
Prese un respiro profondo ed entrò nell’ufficio.
 
Spencer alzò lo sguardo e scattò in piedi appena la vide.
 
Eleanor sentì il cuore accelerare quando lo vide.
 
E successe di nuovo.
 
Il verde di lei incontrò il caldo e accogliente cioccolato di lui.
Il marrone di lui incontrò la verde speranza e freschezza di lei.
 
E il tempo di era fermato.
Di nuovo.
 
A distanza di quattro anni, Spencer era ancora incredulo di aver trovato Eleanor.
 
A distanza di quattro anni, Eleanor non si spiegava come Spencer avesse potuto scegliere lei.
 
Eppure era successo.
 
Spencer la aspettava all’altare.
 
Eleanor stava salendo attentamente le scale della Chiesa.
 
A Spencer mancò il fiato quando la vide entrare.
 
A Eleanor si fermò il cuore vedendolo a pochi metri da lei.
 
A entrambi sembrò durare in eterno il tragitto di lei dall’entrata all’altare.
 
Quando lei arrivò, lui la prese per mano.
 
E, nonostante fossero passati quattro anni, appena i loro sguardi si incontrarono, il tempo di fermò.