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Autore: LB_Poetry    09/03/2014    0 recensioni
Oggettivamente gli alberi spogli d'autunno mi hanno sempre dato fastidio, sono secchi lunghi e segno di molte sventure. Mi ricordano le foreste incantate che mia madre mi dipingeva a voce nelle fiabe scritte sul quel libro che oramai sapevo a memoria, guarda caso, oggi mentre vado a scuola e guardo fuori dall'autobus e quello vedo, alberi spogli.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggettivamente gli alberi spogli d'autunno mi hanno sempre dato fastidio, sono secchi lunghi e segno di molte sventure. Mi ricordano le foreste incantate che mia madre mi dipingeva a voce nelle fiabe scritte sul quel libro che oramai sapevo a memoria, guarda caso, oggi mentre vado a scuola e guardo fuori dall'autobus e quello vedo, alberi spogli. Come se la scuola non fosse inquietante di suo, piena di diciasettenni malati per la moda che dimostrano cinque anni quando interrogati sulle funzioni lineari. Non porta bene quella visione mattutina soprattutto per me che sono un empatico ambientale,  modifica il mio carattere: da spacchioso, curioso, bastardo mi trasforma in uno degli agnellini che mio nonno alleva e porta su e giù per le collinette del mio paese.

Arrivo sempre puntuale a scuola, questi trabiccoli infernali che la gente chiama "Bus" sembrano arrivare puntuali, anche se tutto sommato non sarebbe male saltare la prima ora di matematica. Mentre questo pensiero mi pervade e mi fa sognare ad occhi aperti la mia testa ondeggia in avanti per la frenata leggermente brusca e la visione di quelle due bandiere poste davanti all'edificio dannato, ritorno a terra in maniera pericolosa, come un parapendista inesperto.

Scendo mettendo i piedi uno davanti all'altro contandoli come faccio ogni santissimo giorno, e come ogni giorno noto che oscillano sempre tra i 22 e i 28 a seconda di quanto caffè ha bevuto l'autista. Ho un occhio lungo per queste cose, ogni giorno mi metto in coda agli altri per entrare nella porta stretta della scuola anticipata in maniera grottesca dall'atrio larghissimo. Un imbuto che mi fa passare da felice a preoccupato. Davanti a me le scale che portano al patibolo, non esagero, ogni giorno per me è come una gara persa per malattia. Come ogni giorno osservo i miei compagni di classe salire con me all'ultimo piano dell'inferno. Sono sempre tutti tramortiti dal sonno come mia nonna Margaret dopo aver passato tutto il giorno nell'aia tra polli svolazzanti e conigli agitati.

C'è Luis, conosciuto come lo sciupafemmine, che si sposta il ciuffo ad ogni rampa di scale, specchiandosi ai vetri della scala interna. C'è Simon il ragazzo tutto fare di città, ogni mattina cerca notizie sul suo cellulare, notizie fresche, vorrei commentarle con lui ma sono troppo impacciato per farlo. C'è Eleonor, detta la ficcanaso, dove c'è una festa lei conosce già tutti gli invitati e che dischi metteranno, non mi stupirei se un giorno riuscisse a capire che musica ascolto dal ritmo delle mie dita che tamburellano sedile del bus. Ogni tanto quando gli va c'è pure Micheal che mi fa sempre ridere con le sue battute indosponenti ai professori anche se a cadenza settimanale manca almeno due giorni ech non mi so spiegare il perché. Noto anche un certo silenzio nei tornanti di scale, dove si respira aria di compito in classe di letteratura, non sono forte nel saggio breve e mai lo sarò, ho paura di esprimermi per essere giudicato quindi non scrivo molto e anche se ci provo spesso mi capita di non saper mettere in fila due parole. Di rimanere in silenzio davanti la lavagna. Di non fare i compiti a casa, la mia vita da studente di Ragioneria non era tra le più comuni.

 

Gli arbusti e gli alberi spogli non mi facevano presagire nulla di buono, forse anche oggi avrei ceduto a quella tentazione che ogni volta mi fa vedere il mondo in una maniera diversa, mi rende un dio loquace e mi rende speciale. Il segreto che mi porto dietro da anni con il quale la mia vita è un'altalena ondulante tra il mediocrità e il fantasia. Un segreto che nessuno sa....

  
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