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Autore: Birra fredda    09/03/2014    1 recensioni
Lo amo.
E sono vivo.
Sanguino.
Risento addosso la sua pelle sudata, il suo alito sul collo, le sue mani sui fianchi e sul petto e tra i capelli.
Lo amo.
Lo odio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io davvero non le capisco le persone. Sono serio, credo che le persone non debbano esistere sulla Terra. La rovinano, la distruggono, calpestano e bruciano ogni brandello della sua bellezza.
Se tutte le persone somigliassero almeno un po’ a Austin il Mondo sarebbe un posto migliore, ne sono certo. E non lo dico solo perché lui è uno dei miei migliori amici nonché colui per cui ho perso la testa, ma perché è una di quelle persone con cui non ci si stancherebbe mai di passare le giornate.
Sempre disponibile, sorridente, affabile, con una mano tesa per aiutarti a rimetterti in piedi dopo una brutta caduta. Sempre come se fosse accanto a te per aiutarti e mai per scopi egoistici.
Tutti gli altri non sono così. Ti stanno accanto fingendo che gliene importi delle tue menate mentre, in realtà, aspettano solo che tu finisca di lagnarti per raccontarti le loro. Ti abbracciano per poi pugnalarti alle spalle, ti mettono davanti un mucchio di ti capisco e ci sono passato anch’io senza cercare realmente un modo per risolvere il tuo problema.
Sarò anche un misantropo senza sconti, me ne rendo perfettamente conto, ma nessuno ha mai fatto qualcosa per smentirmi.
Nessuno, eccetto Austin.
E potrete anche dirmi che sono di parte, che lo amo talmente tanto da non vedere anche i suoi aspetti negativi, ma tutte le volte ch’ero così ubriaco da non ricordare neanche come mi chiamassi c’era sempre e solo lui al mio fianco a reggermi la fronte se dovevo vomitare, e ogni volta che qualcosa non va è sempre il primo ad accorgersene.
Mi sento molto una di quelle persone che non sa far altro che sedersi su una poltrona di velluto e criticare la vita col suo bicchiere di prosecco tra le dita, in questo momento.
Mi sento quasi un vecchio che tira le somme l’ultimo giorno della sua miserabile vita.
Mi sento un piccolo idiota innamorato.
Un misantropo, un nichilista.
La sua ginger princess.
D’accordo, ho cambiato argomento.
Ma non posso farci nulla, Austin Carlile mi ha fottuto la ragione e non solo. Austin mi ha aperto davanti agli occhi un nuovo mondo, mi ha sorriso dal primo istante, mi rende felice di svegliarmi ogni mattino, mi fa sentire come se a qualcuno interessasse di me.
Capite?
A qualcuno interessa di Alan Ashby.
A qualcuno interessa persino di un chitarrista depresso che ha perso ogni speranza nel genere umano e passa le sue giornate a vegetare sul divano fumando una sigaretta dopo l’altra col gatto steso accanto.
E l’unica persona a cui interesso mi ha baciato.
Voglio dire, non mi ha solo baciato.
Ormai da tempo mi lanciava degli strani segnali. Sul palco più volte l’avevo sorpreso a fissarmi con uno strano sorriso stampato in faccia, era diventato ancora più affettuoso del solito nei miei confronti, più volte mi aveva nominato durante le interviste quando gli avevano posto domande come con chi vorresti andare a letto?
Eh beh, Tino può anche sostenere che io mi faccia troppi castelli in aria, ma io penso che anche Austin provi qualcosa per me.
Tino è l’unico che conosce i miei sentimenti per il cantante e mi ha sempre ripetuto che se lui mi bacia sul palco e finge di essere sessualmente attratto da me durante le interviste, lo fa solo per scatenare la reazione dei fan.
In tutte le band c’è una presunta coppia gay, sostiene il batterista.
E non posso dargli torto. Se dovessi star qui a elencare tutte le coppie finirei appena in tempo per il Giudizio Universale. Dico solo My Chemical Romance e All Time Low per lasciarvi capire, ecco.
Ma comunque. Io penso che Tino si sbagli, o almeno lo spero. E mi rifiuto di pensare che la mia speranza sia talmente tanto forte da offuscare la mia ragione. Perché se un ragazzo ti viene vicino durante uno show, ti afferra la testa e ti bacia non può semplicemente significare che vuole fare scena, no? Perché se questo ragazzo, quella stessa notte, te lo ritrovi sopra di te nel letto cigolante della camera d’albergo che ti spoglia e ti bacia ovunque e poi ti prende, ciò non significa che egli non provi niente per te, giusto?
Mi ha baciato, dannazione.
Mi ha baciato dopo settimane di infiniti sguardi, dopo tutti quegli abbracci alla fine degli show, dopo i sorrisi gratis, dopo tutte quelle fottute attenzioni rivolte a me.
Tino si sbaglia. Deve sbagliarsi.
E Tino non sa che abbiamo fatto l’amore, è stata l’unica cosa che non sono riuscito a dirgli.
Soprattutto perché Austin il giorno dopo e quelli dopo ancora si è comportato come se niente fosse. Ha riso quando gli hanno chiesto del bacio e sembra aver completamente dimenticato la nostra scappatella notturna.
E per me è stato meglio che far l’amore con qualsiasi altra donna al mondo, meglio persino della mia ultima fidanzata che a letto era una bomba. Mentre lui sembra non aver neanche fatto caso al fatto che quello sotto di lui, quella notte, fossi io.
Forse Tino ha ragione, forse no.
Forse sono semplicemente troppo innamorato per ragionare e cercare di capire con razionalità questa situazione.
Forse dovrei semplicemente prendere il coraggio a due mani e parlare con Austin.
Domani abbiamo un’intervista e ci parlerò.
Deciso.
 

Poso la bottiglia di vodka liscia dietro il water e afferro il rasoio. Non avrei voluto fumarmi quello spinello a stomaco vuoto, davvero. E non avrei neanche voluto bere quasi un quarto della bottiglia che mi siede accanto in un solo lungo sorso.
Eppure l’ho fatto e ora non sto meglio.
Mi rigiro il rasoio tra le dita tremando d’indecisione.
Non sono riuscito a parlare con Austin.
Sono anni che non mi taglio. Anni che ho superato questo problema che per un sacco di tempo mi era sembrato insormontabile.
E dopo anni eccomi di nuovo qui, rannicchiato a terra tra la doccia e il water come facevo tanti anni fa nella casa dei miei genitori, col rasoio in mano e tanta paura addosso.
Durante l’intervista hanno chiesto ad Austin a che punto si trovasse la nostra relazione e lui ha risposto che non c’è nessuna relazione tra noi, c’è stato solo un bacio senza un perché preciso e nulla di più.
Oh, grazie mille per avermi chiarito le idee Mr. Carlile.
Grazie per la schiettezza, grazie per avermi fornito tutte le risposte di cui avevo bisogno, grazie per aver dimostrato a Tino di avere ragione, grazie per avermi fatto sentire uno schifo.
Ma siamo andati a letto, cazzo.
Siamo andati a letto.
Il rasoio cala con decisione sul mio polso nudo e la lama scalfisce la carne una prima volta.
Avevo completamente dimenticato la sensazione della lametta contro la pelle. Avevo dimenticato la sensazione del sentire il sangue uscire fuori dal corpo e macchiare le braccia.
Velocemente continuo a far calare il rasoio sul polso. Tagli veloci, netti, sempre più profondi, precisi. Voglio vedermi coperto di liquido rosso, voglio che bruci più che mai, voglio che mi faccia male. Tanto male, abbastanza male da distogliere per un po’ la mia attenzione da Austin.
Lo amo.
E sono vivo.
Sanguino.
Risento addosso la sua pelle sudata, il suo alito sul collo, le sue mani sui fianchi e sul petto e tra i capelli.
Lo amo.
Lo odio.
“Alan!”
Di scatto volto la testa verso la porta del bagno e noto che non c’è la chiave, devo averla persa come ho perso anche quella della cucina, quella della mia camera da letto e quella dello sgabuzzino. Mi maledico per aver dato a Austin le mie chiavi di casa (per paura di perdere anche quelle e restare chiuso fuori) e mi lascio andare con il capo all’indietro contro il muro sorridendo come un idiota.
Devo sembrare un pazzo da manicomio, in questo momento. C’è sangue ovunque, ho i polsi tutti incisi violentemente come carne da macello e sto sorridendo.
“Alan dove sei finito?” urla nuovamente il cantante, questa volta molto più vicino.
Vorrei urlargli di rimando che sono finito all’Inferno, ma non lo faccio. Voglio che mi trovi così, sofferente e insanguinato. Voglio che sappia quanto male mi sta facendo. Voglio che si renda conto che è colpa sua se l’Inferno mi sembra sempre più vicino e se sono tornato a tagliarmi.
“Ah eccoti final... Alan ma che cazzo hai fatto!?”
Registro la sua espressione nella testa. Non saprei neanche come catalogarla esattamente, a dire il vero. Un misto di paura, sconcerto, rabbia, incredulità e stupore a quale espressione facciale corrisponde?
Cazzo Austin è colpa tua se sto così, okay?
Ti amo, vaffanculo.
Ti odio.
Corre verso di me e non si volta neanche quando urta con un fianco il lavandino, si abbassa sulle ginocchia e mi prende le mani tra le sue per controllarmi i polsi.
“Alan...” biascica quasi impercettibilmente.
Lo guardo, smetto di sorridere e osservo i suoi movimenti.
Si alza e va a prendere il disinfettante nella mensola in alto accanto allo specchio sul lavandino. Prende il disinfettante che non brucia, perché sa benissimo che altrimenti potrei mettermi a urlare e a dimenarmi come una donna con le doglie.
Ormai casa mia non ha segreti per lui, conosce la posizione di ogni granello di polvere. Ormai io non ho segreti per lui, conosce il significato di ogni mio sguardo e di ogni mio atteggiamento.
Si china di nuovo su di me, mi toglie il rasoio dalle mani e mi disinfetta i polsi. Si muove lentamente, disinfettando ogni taglio meticolosamente e pulendo il mio braccio dal sangue fresco che continua a colare ovunque.
Non sembra turbato, ma percepisco un po’ di tremore nelle sue mani e capisco, da come tiene la mascella serrata, che è teso.
Anche lui ha pochi segreti per me, in fondo.
“Dovresti metterti qualcosa di pulito” dice in un sussurro quando finisce di ripulirmi. “Forza” continua, alzandosi in piedi con un salto e tendendomi le mani affinché le afferri e mi metta in piedi.
Lo osservo dal basso e resto immobile, mi sento per un lungo momento come se osservassi la scena dall’esterno e non ne fossi il protagonista.
Non provo rabbia nei suoi confronti, non provo risentimento, non mi sento ferito né triste. Non provo nulla, mi sento come se fossi un fantoccio che non ha neanche la forza fisica di compiere i suoi movimenti da solo. Quasi mi aspetto che spuntino delle cordicelle dall’alto che si attacchino al mio corpo per comandarlo.
Che i tagli abbiano fatto sgorgare fuori da me, insieme ai globuli rossi, anche il misto di emozioni contraddittorie che sento nei confronti di Austin?
Lentamente afferro le mani del cantante e mi alzo in piedi, barcollo per un istante ma lui, prontamente, mi afferra per i fianchi e mi sostiene.
“Puzzi di alcol” mi dice piano, aiutandomi a camminare tenendomi abbracciato a sé come se potessi scivolargli via dalle braccia al minimo movimento errato.
“Mi dispiace” borbotto in risposta.
Mi dispiace di essere drogato, di aver bevuto e di essermi tagliato. Mi dispiace di essermi innamorato di te.
Austin sospira, arriviamo in camera mia e mi fa sedere sul letto. Mi sfila la maglietta macchiata di sangue con un gesto veloce, si abbassa su di me e mi bacia sulla fronte.
“Lasciami” articolo a fatica scostandomi bruscamente indietro.
“Alan...”
“Hai intenzione di farmi ancora del male?”
Austin mi osserva per un momento e non risponde. Mi volta le spalle e va a prendermi il pigiama dal cassetto. Lentamente mi toglie scarpe e jeans e me lo infila, poi mi aiuta a stendermi sul letto e si allunga al mio fianco.
Io non ribatto, torno a essere un fantoccio senza fili che si lascia prendere e usare come se non fosse il primo protagonista di se stesso.
“Non ho mai avuto intenzione di farti del male” soffia Austin nel mio orecchio.
I suoi occhi, così maledettamente vicini, non mentono.
Ed io vorrei tanto allontanarlo da me, spingerlo via nonostante adesso mi senta privato di ogni minima forza fisica. Ma, allo stesso tempo, vorrei anche baciarlo.
E ci pensa lui a risolvere i miei dubbi.
“Io... Alan io...” sussurra fissandomi negli occhi come se non mi avesse mai visto. Mai nessuno mi aveva guardato così, come se non esistesse nulla al Mondo migliore di me. “Alan io credo di essermi innamorato di te.”
Prima che io possa effettivamente realizzare ciò che Austin mi sta dicendo, prima di poter aprire bocca e rispondergli, prima di poter anche solo pensare razionalmente che Austin Carlile mi ama, lui si mette a sedere, mi prende una mano, la solleva in aria e mi bacia i tagli sul polso.
 

“È stato il gesto più bello che qualcuno abbia mai fatto per me” concludo afferrando la mia chitarra.
“E perché durante l’intervista ha detto che non c’è nessuna relazione tra voi, che quel bacio sul palco non aveva avuto nessun significato?” mi chiede Tino aggrottando la fronte.
Mi stringo nelle spalle. “Perché aveva paura. Paura di cosa avrebbero potuto pensare i fan e paura dei suoi sentimenti.”
Il batterista mi sorride e si apre una birra. Stiamo aspettando che arrivino anche gli altri per festeggiare. Gli altri non lo sanno ancora, infatti, che io e Austin siamo andati a letto due volte e che siamo innamorati.
E forse non lo so bene neanche io, e probabilmente lo stesso vale per lui; ma un uomo che ti bacia i tagli e ti promette che ti proteggerà da te stesso non vale la pena di essere amato?





































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Pomeriggi noiosi e poche Cashby da leggere, ecco come è venuta fuori questa OS. Okay, sarà che mi mancano gli All Time Low dopo Bologna, sarà che ho 274374950 cose da studiare e in questo momento avrei solo voglia di mettermi nel letto con gli auricolari e restarci a tempo interminato, sarà che sono stressata da tutto e tutti... ma avevo bisogno di scrivere qualcosa di un po' triste e deprimente (ma quando mai io scrivo queste robe...) che però avesse un finale felice.

Ebbene, se mi lasciate un recensione vi regalo i cioccolatini che a casa ne ho in abbondanza e non li posso mangiare LOL
Echelon_Sun

 
  
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