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Autore: _lotus    09/03/2014    1 recensioni
-Scommettiamo?- dice con il suo solito ghigno riservato alle occasioni speciali. Sono un'occasione speciale, quale onore.
-Non lo sai che chi gioca con il fuoco prima o poi si brucia- gli rispondo a tono.
-Penso che tu lo sappia meglio di me, o sbaglio Piromane?- mi irrigidisco. Come può alludere così ai miei trascorsi? Ennesimo colpo basso, gli rivolgo un occhiata di fuoco degna di una piromane.
-Spara-
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-Questo non è vivere, questo è sopravvivere- mi guarda con uno sguardo vacueo, li sto facendo del male.
-Ti farò vivere io- dice con una luce nei suoi occhi turchesi. Speranza, ah quanto tempo è che non sento quell'emozione? Non sarò io a spegnerla, perciò non dico niente.
-Fai una lista, sul serio, scrivici i tuoi desideri, renderò i tuoi ultimi giorni più belli di quanto possa essere una vita intera-
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Non voglio anticiparvi troppe cose perciò vi dico solo che questa storia sarà ricca di emozioni e avventura, quindi se volete passare a dare una sbirciatna fate pure. Accetto ogni genere di consiglio o critica. Gazie per l'attenzione :)
ciaociao :)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Fisso il foglio davanti a me, la penna stretta in pugno trema leggermente. Il foglio rimane bianco mentre cerco di trovare le parole giuste per iniziare a scrivere. Sospiro. Mi alzo di scatto facendo rovesciare la sedia, cavolo. -Sarah? Tutto ok?- la voce di mia madre mi arriva alle orecchie leggermente attutita dalla porta chiusa della mia camera. Mi passo una mano trai i capelli frustrata e scendo di corsa in cucina prima che mia madre possa preoccuparsi e salire in camera. -E' stata la sedia, l'ho fatta cadere per sbaglio-
-Stavi provando a scrivere di nuovo vero?- incredibile quanto la sua voce possa irritarmi, quando usa quel tono da saputella come per dire 'io so cose di te che tu nemmeno immagini' -no- rispondo anche se so che sto mentendo. Mia madre mi somiglia, abbiamo entrambe la stessa carnagione leggermente abbronzata, i capelli scuri e i fisici snelli e slanciati, ma le somiglianze si fermano qui, io ho gli occhi più chiari dei suoi, sono marroni con delle pagliuzze verdi mentre i suoi sono quasi neri, i miei capelli sono lunghi e ricadono in delle belle onde morbide, mentre lei li ha lisci come spaghetti e li porta corti, è una bella donna mia mamma. -Va bene come vuoi tu piccola- dice alzando le mani in alto in segno di resa. - Non chiamarmi piccola, ho 17 anni, comunque ora devo andare- sono in anticipo di 10 minuti ma non ho voglia di stare con mia madre in questo momento. -Ciao piccola- mi saluta. Sbuffo sbattendomi la porta di casa dietro di me. Appena esco sento i raggi del sole che mi accarezzano il viso, sorrido, mi è sempre piaciuto il sole, decido che sceglierò la strada più lunga per andare a scuola perchè così non dovrò stare a guardare quei trogloditi dei miei compagni comportarsi come dei bufali in calore che non riescono nemmeno a mantenere il controllo sui loro ormoni. Sono già a metà strada che mi imbatto in un bar dall'aspetto carino. Entro e mi prendo un croissant dal self-service. -Prende solo questo?- mi chiede il cassiere, è giovane e veramente figo, lo guardo imbambolata - uhm si grazie- rispondo tentennante ma che bella figura che hai fatto Sarah. Ma per fortuna li sorride e mi porge il resto. -Come i chiami?- mi chiede e io quasi quasi mi sciolgo mantieni la calma -Sarah- rispondo con finta disinvoltura. -Ci becchiamo in giro Sarah- dice con un sorriso che toglie il respiro, sorrido in risposta e me ne vado. Appena esco cerco di rilassarmi dando qualche morso alla brioches, ma una cosa curiosa è sicuramente che non riesco a camminare e mangiare nello stesso momento, perciò mi siedo su una panchina. Appena finita la brioches gurdo l'ora e nonostante sia partita da casa in anticipo sono già in ritardo. Sbuffo iniziando a correre, il dolce mi ballonzola nello stomaco.Non dovrei fare nessuno sforzo fiscio. Pensa positivo pensa positivo mi ripeto, come se fosse un mantra. Arrivo in classe che mi pulsa la testa, il prof non è ancora arrivato per fortuna quindi mi siedo.
Il mal di testa non si è placato durate le ore di lezione e adesso che sto prendendo il pranzo mi ritrovo super irritabile, colpa del mio bel caratterino, perciò decido di sedermi da sola e mentre mangio tiro fuori i fogli giusto per vedere se mi viene un po' di ispirazione per incompinciare la mia storia, scrivo solo poche righe ma è già qualcosa rispetto a sta mattina no?Proprio quando mi sento ben rilassata e pronta a continuare scrivere un vassoio si appoggia nel posto di fianco al mio. Mi giro lentamente,trovandomi il troglodita numero uno della storia dell'umanità, Alexander O'Connor, altro, muscoloso, capelli neri, occhi tuchesi, non ho mai visto degli occhi così ed è molto attraente, le nostre madri erano amiche tempo fa perciò noi ci conosciamo ma ormai avevano perso i rapporti sia loro che noi. - Che stai facendo, Roberts?- perchè mi deve rompere in questa maniera? non leggere prego, ovviamente lui da una sbirciata ai miei fogli. -I compiti si fanno a casa Roberts- dice con un'espressione maliziosa. Ma quanto ti posso odiare? -Non sono compiti- mi limito a rispondere -Scrivi cose anche se nessuno te lo chiede? Qual'è il tuo problema?- sii superiore, ignoralo e vedrai che se ne andrà ma non risco ad essere impassibile. -Non lo sai che scrivere stimola il cervello?- gli domando sarcastica. -Io non ho mai scritto niente in vita mia- ti sei messo nella trappola da solo complimenti. -Infatti si vede- rispondo sorridendo beccandomi una sua occhiataccia. -CI vediamo Piro-  dice andandosene. Quasi sputo l'acqua che stavo bevendo sentendomi chiamare con il mio vecchio soprannome, brutti ricordi si affollano nella mia testa mentre io cerco di sopprimerli, il mal di testa torna più tremendo di prima e le lacrime mi salgono agli occhi, devo avere una brutta cera perchè Alex mi  sta guardando leggermente preoccupato dal suo tavolo. Prendo la borsa e corro a casa. 

La corsa e il mal di testa mi hanno spossato, mi accascio sul divano, non sono in grado di reggermi in piedi.
Svengo e l'ultima cosa che sento è l'urlo di mia madre e riesco solo a pensare è tornato.




Spazio autrice:
ciao bella gente :) primo capitolo della storia, ammetto di essere molto agitata, se ricevo qualche recensione vado avanti se no non ha senso, vi avverto che i prossimi capitoli non saranno così noiosi, questo è solo un capitolo di introduzione quindi in futuro scopriremo cos'è questa cosa che è tornata e scopriremo più cose sul passato di Sarah quindi grazie se passate e recensite
ciao ciao :)
 
  
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