Questa è una raccolta ispirata ai temi della LJ Community
’10 pokes’. I personaggi di Harry
Potter appartengono a J.K. Rowling.
Tanti auguri a
Ginny36
Pancakes
Un timido raggio di sole si intrufolò tra le persiane
della stanza al secondo piano del piccolo cottage sul
limitare dell’oceano. Tracciò un polveroso percorso luminoso, colpendo i grossi
tomi aperti sulla scrivania, i calamai pieni di inchiostri di vari colori, le
piume d’oca ben temperate, le cornici delle foto (i cui occupanti
sonnecchiavano cullati dal rumore delle onde), i dieci
morbidi peluche che riposavano accanto ad altrettanti libri nel grande
letto, dove solo una testa rossa si intravedeva tra il groviglio di coperte. Il
raggio arrestò la sua corsa proprio sul cuscino, illuminando di dorata gloria
il rosso di quella chioma scompigliata.
Quando si aprirono, anche due grandi occhi turchesi vennero investiti da cotanto fulgore. Ma la proprietaria dei
suddetti non ne apprezzò la fulgente bellezza.
“Ma porc…!” imprecò tra i denti Victoire, portando una mano a coprire gli occhi. Si era
dimenticata di chiudere bene le imposte la sera precedente! Con un grugnito
assai poco femminile si mise a sedere, facendo cadere due dei volumi che stava
studiando prima di addormentarsi. “Oh, perfetto!” mugugnò, lanciando le gambe
al di là del bordo del letto e rimanendo seduta in quella posizione per un
minuto abbondante, lottando contro le palpebre che minacciavano di richiudersi.
Nascondendo un enorme sbadiglio dietro una mano curata, Victoire si alzò stancamente e raccolse i volumi caduti,
facendosi andare il sangue alla testa. Per un attimo vide nero e dovette
appoggiarsi alla scrivania per non cadere. Passato il giramento di testa, si
diresse a passi sonnolenti verso la porta della sua stanza, con il chiaro
intento di raggiungere il bagno.
Ma non appena la sua mano si appoggiò sulla maniglia e si
aprì uno spiraglio sul corridoio ricoperto da una morbida moquette bordeaux, la
sua mente elaborò un’informazione che fece passare in secondo piano la
precedente destinazione.
Nell’aria c’era odore di pancakes.
Ora, se qualcuno di voi signori non sapesse che cosa sono
i pancakes, l’arcano è presto svelato: si tratta di
un dolce mattutino, simile alle francesi crêpes, ma
dal diametro più piccolo e formato dal sovrapporsi di tanti deliziosi dischi
spruzzati di zucchero a velo, da accompagnarsi con una qual si voglia
confettura, del miele od un americanissimo sciroppo d’acero.
Victoire li adorava, ma quando aveva
proposto a maman di prepararli a colazione, lei aveva
storto il naso, decantando le qualità di croissant
e yogurt bianco.
Quindi, quel delizioso profumo di pancakes
la incuriosì non poco.
Che maman
avesse deciso di farle una sorpresa per il suo diciassettesimo compleanno? Per
una data così importante si poteva certo fare uno strappo alla regola, si
disse. Scese le scale di corsa, con un sorriso che andava da un orecchio
all’altro, già pregustando il delizioso spuntino.
Però…
Giunta in prossimità della cucina, ancora non sentiva
nessuna di quelle romantiche canzoncine francesi che maman amava tanto canticchiare mentre si affaccendava
ai fornelli.
Corrucciò le belle sopracciglia. Che fosse venuta Nonna Molly? Ma no, quando cucinava lei amava il sottofondo della
radio, mentre dalla cucina provenivano soltanto rumori di stoviglie.
Avanzò di un altro passo, più cauta. Poteva essere zia Ginny? Scartò anche quell’ipotesi:
sapeva che lei e zia Hermione erano alla Tana,
occupate a prepararle quella festa a sorpresa, di cui aveva sentito bisbigliare
qualche tempo prima.
Ma allora chi poteva essere?
Suo padre sicuramente no: maman non gli permetteva di
avvicinarsi ai fornelli, a causa di qualcosa che aveva a che fare con la loro
luna di miele ed un soufflé esplosivo…
Dominique o Louis?
Sarebbe stato alquanto strano: l’unica che si dilettava di tanto in tanto in
cucina era lei.
Fu a quel punto che se ne rese conto: a parte
l’acciottolio delle padelle, la casa era silenziosa. Troppo. Solitamente,
quando tutta la famiglia era riunita per la colazione, il piccolo cottage era
tutto fuorché silenzioso. Dov’erano le canzoncine di maman e la voce calda di papà? Ed
i litigi tra Dominique e Louis
per i cereali?
Il suo corpo si irrigidì per la tensione, mentre a fior di
labbra pronunciava: “Accio bacchetta…”
Un altro passo ancora e cominciò a sentire dei passi in
cucina. Passi estranei, che non appartenevano alla sua quotidianità.
Deglutì. Ancora un passo.
Ora era davanti alla porta a vetri della cucina ed
intravedeva la sagoma sfocata di qualcuno, un uomo, un intruso, che andava
avanti ed indietro dalla tavola ai fornelli.
Si accorse di stare tremando per la tensione. Strinse più
forte la bacchetta tra le dita improvvisamente sudate ed appoggiò l’altra mano
sulla maniglia della porta.
Vedeva già i titoli sul Profeta: ‘Giovane strega scomparsa nel difendere
la propria casa il giorno in cui raggiunge la maggiore età’,
‘Così giovane e così coraggiosa, dicono i familiari’…
Prese un gran respiro, intimandosi di restare calma. Poi,
contò fino a tre ed aprì all’improvviso la porta, con un tale impeto che questa
si schiantò contro il muro, quasi coprendo l’incantesimo urlato da Victoire.
“Petrificus Totalus!”
L’estraneo, voltatosi a guardarla, si irrigidì
immediatamente e cadde di lato, mentre il piatto che teneva in mano si ruppe in
mille pezzi che giunsero anche vicino ai piedi nudi di Victoire.
Con il cuore che ancora batteva all’impazzata per
l’adrenalina, Victoire distolse l’attenzione dalla
porcellana frantumata e si concentrò sull’identità dell’intruso. Le bastò
intravedere il colore dei capelli per rimanere a bocca aperta per lo stupore.
“Teddy?!”
esclamò. “Oh, Santo Cielo! Relascio!” Lo aiutò a rimettersi in piedi. “Tutto bene? Mi
dispiace tanto!”
Teddy si toccò una spalla con una
smorfia dolorante. “Beh, almeno sappiamo che in caso di pericolo hai i riflessi
pronti.” disse, guardandola
con un sorrisetto.
Per qualche motivo, la sua espressione serena la irritò.
“È colpa tua: entrare così senza dire niente! Mi hai spaventata a morte!” si
giustificò, imbronciandosi. “Credevo fossi un ladro o un feticista di padelle
o… Perché stai ridendo?” chiese, scontrosa.
“Niente, mi è piaciuta l’idea del feticista.” ridacchiò Teddy,
con le spalle che sussultavano.
Victoire si sforzò di piegare verso il
basso gli angoli delle labbra, ma quelli disubbidirono alla sua volontà e si
ritrovò a ricambiare il sorrisetto del ragazzo. Pensò
all’ironia della sorte: era da più di un anno che si sforzava di evitarlo come
la peste ed ora, eccolo lì, in piedi di fronte a lei, sgattaiolato chissà come
nella sua cucina per preparare… Lo sguardo di Victoire
si posò su cosa aveva contenuto il piatto prima di
infrangersi a terra. “… pancakes?” mormorò sorpresa,
fissando Teddy con uno sguardo perso. Lui non rideva
più e sembrava imbarazzato. “Che cosa ci fai qui, Teddy?”
sussurrò.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, senza guardarla negli
occhi. “Preparo la colazione.”
“Perché?”
“Perché volevo farti una sorpresa…”
Lo vide combattere contro il rossore che gli colorava le
guance e fissare ostinatamente le piastrelle del pavimento. Seppur in teoria
avrebbe dovuto avercela ancora con lui, le fece una tenerezza infinita e si
ritrovò a sorridere. “Beh, di certo la sorpresa ti è riuscita…” commentò, con
un tono divertito.
Teddy sollevò lo sguardo e fece un piccolo
sorriso obliquo. “Dammi un quarto d’ora ed anche la tua colazione sarà
riuscita.”
Victoire si ricordò solo in quell’istante di essere scesa in pigiama, senza essersi
pettinata né lavata i denti. Arrossì imbarazzata. “Sì,
io vado a darmi una sistemata: chissà che mostro che sono…!” esclamò, uscendo
dalla cucina con una risatina nervosa.
Salì le scale di corsa e si chiuse in bagno, correndo
immediatamente a specchiarsi. Sospirò disperata: era un disastro! I capelli
erano tutti scarmigliati, il pigiama era quello di taglio maschile, molto
comodo per dormire, ma assolutamente poco seducente, per non parlare delle
occhiaie che le erano venute per aver studiato fino a tardi!
Si lavò con cura e tentò di dare ai suoi capelli una piega
decente, ma quella mattina sembrava che ogni ciocca
fosse dotata di vita propria… Si infilò svelta in camera da letto, dove rimase
per cinque minuti davanti all’armadio, fissando i suoi vestiti, elucubrando i
migliori accostamenti.
Sapeva che era inutile mettersi in tiro per catturare
l’attenzione di Teddy (non l’avrebbe guardata in quel
modo nemmeno se si fosse messa a danzare nuda di fronte a lui),
ma gli insegnamenti di maman erano radicati troppo a fondo per poter essere elusi.
Cinque minuti dopo varcava la soglia della sua camera, con
indosso un jeans ed una camicetta ed i capelli
raccolti in una coda, per tagliare la testa al toro. Nell’aria c’era di nuovo
quel delizioso odore di pancakes e lei chiuse gli
occhi, lasciandosi guidare dall’olfatto.
Entrò in cucina e stavolta non si spaventò nel vedere Teddy affaccendato ai fornelli. Anzi. Una piacevole
sensazione di calore le inondò il petto. “Buongiorno.” lo
salutò, come se soltanto pochi minuti prima non lo avesse scambiato per un
intruso e pietrificato. Come se non fossero passati trecentosettantanove giorni
(ebbene, sì: li aveva contati) dall’ultima volta che si erano parlati.
Lui le lanciò un’occhiata da sopra la spalla e, con un
sorrisino, le resse il gioco. “Buongiorno. Dormito bene?”
“Abbastanza.” Si sedette al tavolo, minuziosamente
apparecchiato ed ingentilito da un bel mazzo di fiori multicolori. “Wow. Hai
pensato proprio a tutto!” commentò, colpita.
Teddy si strinse nelle spalle e solo
allora Victoire notò che stava indossando il
grembiule rosa di sua madre. Si morse le labbra per non ridere.
Ma quando Teddy si voltò per
porgerle i pancakes, le sfuggì ugualmente una
risatina.
Lui si corrucciò. “Beh? Che c’è?”
domandò, confuso.
Scosse la testa, ridacchiando ancora. “No, niente. È che
hai messo il grembiule di mia madre…”
Teddy fissò il grembiule rosa confetto,
ornato da graziosi volant sulle spalline. Ed il rossore che gli infiammò le
guance contagiò anche le radici dei capelli. Tirò su col naso, tentando di
aggrapparsi all’ultimo briciolo di dignità rimasta. “È l’unico che ho trovato.”
Victoire si morse il labbro inferiore.
“Stai bene.” disse, ma gli occhi tradivano la risata
contenuta a stento. “Sul serio!”
“Ah, smettila!” la rimproverò Teddy,
ma anche lui aveva un tono divertito. Le porse il piatto dove troneggiava una
torre di pancakes, sormontati da una candelina
accesa. “Tieni. Tanti auguri.”
Di nuovo il calore la pervase e le fu impossibile
impedirsi di sorridere gioiosa. “Grazie, Teddy. Non
dovevi.” Prese il piatto e rimirò i dolci. “Sono meravigliosi.”
“Non esagerare!” si schernì lui, sedendosi sulla sedia
vicina dopo essersi tolto il grembiule. “So che ti piacciono e allora…” lasciò
cadere la frase, fissando Victoire con uno sguardo
intenso che lei non seppe decifrare. Poi si appoggiò allo schienale ed incrociò
le braccia al petto. “Che aspetti? Spegni quella candelina, no?”
Victoire spostò lo sguardo sulla piccola
fiamma che bruciava. Chiuse gli occhi, ma non espresse nessun desiderio: ciò
che desiderava di più non aveva possibilità di avverarsi, quindi era inutile
continuare a crogiolarsi in una vana speranza. Soffiò e guardò Teddy. Le stava sorridendo. Anche lei sorrise.
In fondo, si disse, poteva anche andare bene così: stargli
vicino, senza oltrepassare la linea, beandosi soltanto della sua compagnia.
Perché, e ora che gli era di nuovo di fronte se ne rendeva dolorosamente conto,
quell’anno senza di lui era stato un inferno.
“Hai espresso un desiderio?”
“No.” rispose sinceramente, con
solo un accenno di tristezza nella voce. “Ma in ogni caso non te l’avrei detto:
lo sai che se li dici ad alta voce non si avverano!” esclamò, addentando un
pezzetto di pancake. Gli occhi le brillarono. “Mmm…
Sono deliziosi, Teddy!” si complimentò, prendendone
subito un altro boccone.
“Davvero? Fammi assaggiare!” disse Teddy,
allungando una forchetta verso il piatto dei dolci.
Ma Victoire fu lesta ad
allontanarlo dalla sua portata. “Ah, no! Questi sono miei: fattene degli
altri!”
“Ma… Ma…” boccheggiò Teddy. “Sei
un’ingorda! Dammeli subito!” ordinò, tentando di arpionare i dolci con la
forchetta.
“Assolutamente no!” replicò Victoire,
schivando ogni affondo.
“Dai, un pezzetto!”
“No!”
“Ma, insomma, li ho fatti io!”
“Sono un regalo: non si chiedono indietro!”
“Golosastra dei miei stivali!” esclamò scherzosamente Teddy, alzandosi in piedi e prendendo Victoire
per un polso.
Lei lo fissò ad occhi spalancati. Com’era cresciuto
dall’ultima volta! Torreggiava su di lei, ancora seduta, e le sue spalle si
erano irrobustite da quella volta che avevano danzato abbracciati. Il ricordo
la fece arrossire.
Anche Teddy si rese conto della
vicinanza ed arrossì. “Scusa, io…!” Le lasciò in fretta il polso e fece un
balzo all’indietro, andando maldestramente a sbattere con il fianco contro
l’angolo del tavolo. Il suo grido di dolore spezzò la tensione che si era
creata.
Victoire scoppiò a ridere. “Sei proprio un
imbranato!”
“Non è vero!” protestò Teddy,
massaggiandosi la parte dolorante con il viso imbronciato.
Lei si limitò a sorridere di più, contagiando anche lui.
Victoire posò di nuovo il piatto sul
tavolo, più vicino a Teddy.
“Dai, prendi. Ma solo perché ti sei fatto male.”
“Oh, la ringrazio infinitamente della cortesia, signorina!”
commentò sarcastico, addentando finalmente la sua creazione. “Mm… Sono buoni
davvero!” esclamò, sorridendole ampiamente.
“Già!” concordò Victoire,
mangiandone un altro pezzetto. “Dovresti fare un corso da pasticciere, invece
che seguire quello per Auror!” scherzò. “Piuttosto,
come va? Il corso, intendo.”
Teddy tormentò con la forchetta
l’ultimo strato di pacakes. “Bene. Ethan ed io abbiamo già fatto qualche operazione sul campo
e nel dipartimento tutti hanno qualche aneddoto su mamma o papà da riferirmi…”
parlò con una voce strana, un po’ triste. Tirò su col naso ed incrociò
nuovamente lo sguardo di Victoire. “E tu? Come sta
andando il sesto anno?”
“Bene, anche se nell’ultimo periodo sono un po’ calata in
Trasfigurazione e
“Ah! Non sapevo che avessi scelto di entrare al San
Mungo!” disse Teddy, sorpreso.
Lei si strinse nelle spalle, imbarazzata. “Beh, sai che
sono un topo da biblioteca, no? Mi ci vedi nei panni di un Auror?”
Rise. “Probabilmente finirei per farmi Schiantare prima di poter alzare la
bacchetta!”
“A giudicare da come mi hai pietrificato prima, non direi
proprio.” sorrise lui.
Victoire si mordicchiò un labbro, imbarazzata.
“Scusami ancora.” Giocherellò a punzecchiare con la forchetta l’ultimo pancake
rimasto. “Ma come mai sei venuto? Insomma, so che i miei non sono in casa
perché mi stanno preparando una festa a sorpresa a casa dei nonni… Potevamo
vederci lì, no?”
Teddy scostò lo sguardo. “Non pensavo
di essere invitato.” rivelò, dopo qualche attimo di
silenzio.
“Perché no?” chiese Victoire,
innocentemente.
Lui le rivolse uno sguardo serio, che la fece tremare
interiormente. “Perché mi hai evitato per tutto questo tempo?”
“N-Non ti ho evitato!” mentì, colta di sorpresa.
Teddy le lanciò un’occhiata eloquente.
Poi sospirò. “Senti, mi dispiace per averti trattato male quella sera al Ballo.
Mi hai colto di sorpresa ed ho reagito in modo eccessivo.”
La vide rimanere a bocca aperta per lo stupore. “Avrei voluto chiederti scusa prima, ma ogni volta che ti scorgevo, sparivi subito. E poi
è finito l’ultimo anno e ho cominciato il corso e non ho più avuto modo di
vederti.” Abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente.
“Mi sei mancata…” confessò.
Victoire sentì il cuore accelerare i
battiti e le guance ardere di felicità. “Anche tu…” mormorò, fissandosi
timidamente le mani.
Teddy la guardò sorpreso e le sorrise
quando la vide lanciargli un’occhiatina di sottecchi. “Sono perdonato, allora?
Amici come prima?”
Amici? Erano mai stati amici?, si
domandò Victoire. “Certo. Amici.” rispose
con un sorriso, perché, in fondo, stargli vicino era l’unica cosa che
importava.
“Okay. Allora, da amico, posso farti una domanda?” chiese Teddy, guardandola nuovamente con una strana espressione.
Si schiarì la voce, forse in imbarazzo. “Sei… Sei uscita
con Haggard?”
Victoire sbatté le palpebre, incredula.
“Con Haggard? Ma sei impazzito?”
Teddy sospirò di sollievo. “Meno male!
Ah, lo sapevo che quel cretino lo diceva solo per dare aria alla bocca! Non sai
quanto mi ha fatto arrabbiare, poi, quando ha detto che mi aveva fregato la ragaz-” si bloccò, arrossendo. Farfugliò qualcosa che lei
non comprese, troppo occupata a tenere a bada il proprio rossore. “Beh,
insomma, sono contento che non sei uscita con quel
deficiente. E, uhm, conoscerò il tuo vero
ragazzo alla festa di oggi pomeriggio?” chiese, fingendo di trovare
interessante il soffitto.
Lei rimase a bocca aperta. Teddy
Lupin le stava veramente chiedendo se si vedeva con qualcuno? Senza essere vista si pizzicò un
braccio. No, non stava sognando. “Non ho un ragazzo, Teddy.”
rispose ancora stupita.
“Davvero?” esclamò lui, lasciandosi scappare un sorriso
che prontamente nascose. “Cioè, volevo dire: mi dispiace.” disse
con un tono di voce che era tutto tranne che dispiaciuto. Si alzò in piedi con
grande energia. “Beh, ti avevo portato un regalo, ma,
visto che sono invitato alla tua festa, te lo darò più tardi.” Sorrise un
sorriso che non gli aveva mai visto sul volto, se non quando si trovava nelle
vicinanze di Grace Sommers.
“Allora, ci vediamo dopo, okay?” esclamò, avviandosi verso il contenitore della
Metropolvere e prendendone una bella manciata.
“Sì, d’accordo.” rispose Victoire, perplessa dal suo comportamento.
“Ah, e se hai bisogno per Trasfigurazione, ti posso dare
una mano io!” Teddy sorrise ancora più luminosamente
e venne risucchiato dalle fiamme verdi, dopo aver
pronunciato l’indirizzo della casa dello zio Harry.
La cucina tornò silenziosa.
Victoire fissò confusa i resti del suo
pancake. Che cosa diamine era appena successo?, si
chiese. Sperò che Tiana avesse la risposta, perché
lei non ci aveva capito granché…
Commenti:
Piccola spiegazione: Victoire è nata il 2 maggio, anniversario
della sconfitta di Voldemort (per questo motivo si
chiama Victoire, “vittoria”). Ho presunto che per il
mondo magico sia diventata una data così importante da
farla diventare una festa (tipo il 25 aprile a casa nostra) e che gli studenti
possano tornare a casa per festeggiare con i parenti. Per questo il capitolo è
ambientato a Villa Conchiglia.
E ora, lasciatemi dire una cosa:
WOW! Vi siete proprio scatenate nelle recensioni contro Teddy!^^
W la solidarietà femminile! Però, povero il mio cucciolotto:
me l’avete distrutto e minacciato di morte! Lui è un po’ lento, ma alla fine ci
arriva…^^ Sapete che si è nascosto sotto al letto e non voleva più uscirne per
paura di essere linciato per strada?!?
A parte gli scherzi, permettetemi
di spezzare una lancia nei confronti di Ted: è figlio
unico e il suo unico parente rimasto in vita è la nonna materna (in teoria ci
sarebbero anche i Malfoy, ma non credo che i rapporti
tra Andromeda e Narcissa
siano rosei): quindi ha sempre bramato la compagnia di altri bimbi. Il suo padrino lo ha portato
spesso alla Tana (e più avanti lo inviterà a cena quattro volte alla settimana!^^), per farlo stare con bambini dai poteri
magici come lui. Risultato? Teddy si è affezionato
moltissimo a Victoire e a tutti i piccoli Weasley e Potter, arrivando a
considerarli come cuginetti, pur non avendo legami di
sangue con nessuno di loro. Per questo gli è mai neanche passato per la testa
che lui potesse piacere a Victoire,
convinto com’era che lei lo considerasse una specie di fratello maggiore. In
più, ad Hogwarts si sono
visti raramente, essendo lui due anni avanti a lei ed in un’altra Casa. E non
dimenticatevi che a Ted piaceva Grace,
quindi non ha mai guardato Victoire con la dovuta
attenzione. Per questo non l’ha riconosciuta al Ballo ed è rimasto sconvolto
nello scoprire che la bella ragazza che aveva avuto tra le braccia (e su cui,
forse, aveva cominciato a fare qualche pensierino^^) era Victoire,
la stessa bimbetta che lo obbligava a giocare ai giochi ‘da femmine’,
quella che aveva sempre le mani ed il naso macchiati di inchiostro, quella che
gli aveva tenuto il muso per tutte le vacanze di Pasqua del suo primo anno ad Hogwarts (per un motivo a lui
ignoto!^^), insomma: quella Victoire che aveva un
posto speciale nel suo cuore, ma a cui aveva sempre pensato come ad una
sorellina!
Il nostro piccolo Mezzo Mannaro aveva solo bisogno di un
pochino di tempo per riordinare idee e sentimenti!
E su, in questo capitolo si è un po’ riscattato, no? ^_^
(Più che altro, finalmente ha aperto gli occhi! U.U)
Okay, ho finito la filippica a difesa del mio lupacchiotto e passo ai ringraziamenti personali:
ZOE1230: Grazie per aver letto la mia
storia ed averla definita ‘dolce’. Spero che anche questo capitolo ti piaccia! Fammi
sapere! ^^
SKA: Grazie per i complimenti! ^//^
Molto gentile! Sono contenta che il mio Teddy ti
piaccia (piace tanto anche a me!^_^) e spero che ti sia piaciuto anche in
questo capitolo! Beh, nella realtà noi femminucce siamo un
pochino più sveglie nel comprendere cosa ci dice il nostro cuoricino,
quindi mi è sembrato giusto che fosse Victoire la
prima ad accorgersi di essere innamorata di Teddy. Sono
contenta che questa soluzione ti sia piaciuta!
LISERC: Non preoccuparti! L’importante è
che hai trovato un po’ di tempo da dedicarmi: grazie!^^ Sono contenta che hai
colto il riferimento al primo capitolo!^_^ Eh, la piccola Victoire
si ricorda ogni singolo istante passato col suo Teddy…
Anche tu lo vuoi uccidere?! Povero Teddy!^^
In questo capitolo, però, si è riscattato, dai! Victoire
è un mix esplosivo dei caratteri del padre e della madre: ha l’orgoglio delle Veele e la spigliatezza dei Weasley
ed è perdutamente ed ineluttabilmente innamorata di Teddy…
Quindi, Haggard doveva fare più attenzione! Comunque,
quello schiaffo se lo meritava; anche se, alla fine è un personaggio utile al
suo scopo, come hai visto anche alla fine di questo capitolo! Si potrebbe dire
che, in fin dei conti, la rivalità con Teddy ha più
il sapore di un’amicizia un po’ particolare che di una vera e propria antipatia…
Quando hai tempo, fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Bacioni ed in bocca al lupo per le tue storie!^_^
FRANCY_MALFOY: Oh, povera! Ti è capitata una situazione
simile a quella di Vic? Lei ti è molto vicina… I
maschi sono un po’ tonti… Comunque, in questo capitolo Teddy
è stato bravo, no?^^ Hai visto che le cose si sono un po’ aggiustate? Fammi sapere
cosa ne pensi!
FANNY91: Grazie per i complimenti!^//^
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
NIKKITH: Mi chiedi quando? Beh, da come si
è concluso questo capitolo, posso dirti che sarà molto, molto presto… ^_^ Fammi
sapere cosa ne pensi anche di questo!
RAMONA55: Sei tu ad aver lasciato me così: *__* Che meravigliosa (e lunghissima!) recensione
mi hai lasciato!^^ Sono andata in brodo di giuggiole quando hai centrato in
pieno le motivazioni del comportamento di Teddy! Che
bello: finalmente qualcuno lo capisce!^^ E hai anche colto tutte le sfumature
di Victoire e l’intensità del suo amore per il nostro
giovane Lupin (anche a me piace un mondo chiamarlo
così!^_^). Meraviglioso! Sono entusiasta! Anche perché hai detto che ti
piacciono anche i miei personaggi secondari, soprattutto Tiana!
(detto tra noi, lei piace un sacco anche a me!^_-) Per
quanto riguarda i termini in francese, ho pensato che Fleur
fosse proprio il tipo di madre che pretende che i figli conoscano anche la sua lingua. E poi, insomma, i miei otto
anni di francese dovevano pur servire a qualcosa, prima o poi! ;-P Beh, non mi resta altro da fare che ringraziarti
infinitamente per tutti i complimenti che mi hai fatto e pregarti di farmi
sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Alla prossima!
GINNY36: TANTI AUGURI!!!
Spero che il capitolo ti sia piaciuto, altrimenti mi toccherà fare ammenda con
il prossimo!^^ A proposito, quanti anni compi? Come al
solito, ti devo ringraziare per i tuoi complimenti: sei troppo gentile! Beh, il
lampo mistico di comprensione sembra che abbia finalmente folgorato Teddy, sei contenta? Vedrai che Grace
non sarà più un problema! ^^ Per quanto riguarda Tiana
ed Ethan, vedrai, oh se vedrai, cosa combineranno…! Fammi
sapere cosa ne pensi! Ancora tanti auguroni di cuore!
NINNY: Hai perdonato Teddy?
Spero di sì. Lo ha perdonato anche Victoire. E ti
spiego anche perché: lo ama da sempre e l’amore è più forte dell’orgoglio. Più
forte anche di quello di una discendente delle Veele!^^
Spero che comprenderai questa mia scelta. Sono contenta che ti piaccia Tiana! E, hai visto? Ho tenuto Haggard
lontano!^^ Fammi sapere come hai trovato il capitolo! Alla prossima!
CALLIEAM: Grazie per avermi recensita e per
avermi messa tra i preferiti!^_^ Beh, sì, il giovane Lupin
non è il ragazzo più sveglio di Hogwarts, ma mi
sembra che qui si sia fatto perdonare, che dici?^_^ Fammi sapere!
GERMANA: Teddy può considerarsi perdonato? O almeno
degno del beneficio del dubbio?^_^ Spero che si sia
riscattato ai tuoi occhi e che questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie
per aver commentato! Fammi sapere cosa ne pensi!
MISS NINA: Eh, già, concordo con te: Harry come padrino è l’idea peggiore che Remus abbia mai avuto in vita sua!:D
Comunque, sembra che Teddy abbia fatto un bell’esame di coscienza e si sia svegliato. Contenta? La strigliata
è servita!^^ Fammi sapere!
GINNY28: Figurati! L’importante è che hai trovato
il tempo di commentare adesso! Riguardo al perché Teddy
non si è accorto di Vic, ti rimando alla spiegazione
all’inizio dei ‘Commenti’. Sono contenta che ti siano piaciuti anche ‘Blue’ e ‘Vandalism’. Spero ti sia piaciuto anche questo!
ALEMALFOY: Hai
detto bene: Teddy era un po’ confuso, ma sembra che
ora ci veda bene, no? La tenerezza di Victoire infine ha
colpito! Cosa ne pensi di questo nuovo capitolo? Fammi sapere!^^
TSUYUKO: Teddy è rientrato nelle tue grazie?^^ L’altra volta ha avuto
una reazione un po’ eccessiva, però, lascia che ti dica un segreto: non gli era
sembrato affatto di aver ballato con uno schiopodo, tutt’altro! Si è spaventato per aver provato certe sensazioni nell’abbracciare Victoire!
^_^ Ti ringrazio tanto per i complimenti: sei molto gentile. Spero che anche
questo capitolo ti piaccia.
ROBERTINA: Grazie
per la segnalazione: come hai visto, ho provveduto subito!^^ La prossima volta,
se hai tempo, fammi sapere cosa ne pensi del mio lavoro! Grazie!
SIJAY: Teddy si è fatto perdonare? Dimmelo tu!^^
Grazie per i complimenti!
FREDDYMERCURY: Il costume da Principessa è stato
suggerito da maman
(ovviamente, con la piena approvazione di papà!). Ti dirò di più: in realtà il
costume non è un vero e proprio costume, ma nientemeno che l’abito da sposa di Fleur (proprio quello dove Victoire
aveva lasciato le impronte delle sue scarpine, presa dal sacro fuoco della
scrittura). Quando Vic ha spedito la sua foto in
costume ai suoi, maman
non ha per niente gradito la scelta del colore dei capelli (come si è premurata
di farle sapere via lettera), ma il suo papà (senza
farsi vedere) si è asciugato una lacrimuccia di
commozione, borbottando tra sé e sé che la sua piccolina stava crescendo troppo
in fretta. Per quanto riguarda la delusione di Vic,
si è ripresa, è uscita e si è divertita, ma non è uscita seriamente con nessun
ragazzo: per più di dieci anni non ha fatto altro che guardare Teddy e nessun altro le è mai parso all’altezza. Zia Ginny le ha consigliato di non avere fretta e di fare come
il cuore le diceva. E così Vic ha fatto. Ti ringrazio
sempre per l’appoggio che mi dai e il senso della sfida che stimoli: quando
vedrò la mia storia tra i tuoi preferiti, vorrà dire che ho raggiunto l’obiettivo!
^_^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
BIC: Eh,
sì: purtroppo Teddy è proprio figlio di Remus e figlioccio di Harry! Però ora ha aperto i suoi occhioni e non si farà sfuggire Vic
tanto facilmente! Grazie per aver commentato! Fammi sapere cosa ne pensi anche
di questa!
MARTINOTTOLA_90: Grazie per la mail che mi hai
mandato! Dirmi che scrivo come
Fiù… Eravate proprio tante questa
volta! Ancora grazie mille a tutte voi e a tutti i 65 che hanno messo questa
storia tra i preferiti! E fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo: il
vostro giudizio è importante!
PROSSIMO AGGIORNAMENTO: mercoledì 2 luglio
Un abbraccio
Ale