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Autore: Zomi    09/03/2014    9 recensioni
-Dimmi che cos’è questo Inamatzuri- s’impuntò la piccola ramata, fissando con occhi assottigliati la madre.
-È la festa delle bambole- spiegò la ex marine, camminando lungo il mercato di Coconat Village.
-Uhm-
Nami corrugò al sua piccola fronte, rimuginando.
-È una specie di compleanno dei giocattoli?- domandò facendo scoppiare a ridere nuovamente la madre...
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellemer, Nami | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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INAMATZURI
 

-Ina-inama… inamatzu-che?-
-Ah ah ah… piccola mia!!!- si sbellicò Bellmere, fissando la sua piccola Nami leggere a stento sul stendardo che si tendeva sulla città, la scritta per la festività del giorno.
-Bellmere!!!- gonfiò le guance rosse come ciliege Nami –Non prendermi in giro!!!-
La donna la squadrò dall’alto in basso, rigirandosi la sigaretta sulle labbra.
-Scusami piccola mia…- le passò una mano tra i capelli, accarezzandola.
 
Una carezza materna, una carezza dolce e al mandarino tra i capelli, che setosi si alzano abbassano al passaggio del mia mano.
 
-Dimmi che cos’è questo Inamatzuri- s’impuntò la piccola ramata, fissando con occhi assottigliati la madre.
-È la festa delle bambole- spiegò la ex marine, camminando lungo il mercato di Coconat Village.
-Uhm-
Nami corrugò al sua piccola fronte, rimuginando.
-È una specie di compleanno dei giocattoli?- domandò facendo scoppiare a ridere nuovamente la madre.
 
Un compleanno importante, il tuo, il più bello che ci sia: perché ricorda il giorno in cui sei nata, ma anche il giorno in cui sono nata io come mamma.
 
-Bellmere, basta ridere!!!- la strattonò per la camicia a quadrettoni, pestando i piedi a terra.
-Ah ah ah- le scompigliò i capelli, incurvando la schiena –Solo la tua testolina rossa può fare simili domande-
-Se non me lo vuoi dire, lo chiederò a Genzo- si alzò sulle punte dei piedi, opponendo la fronte a quella di Bellmere.
-Oh ma Genzo ha da fare con Nojiko- mosse una mano nell’aria, quasi a far volare via la minaccia della bambina.
-E allora tu dimmi che cos’è questo Inamatzuri se no io… io…- si guardò attorno, fissando le bancarelle del mercato -… se no io…-
-Frena frena frena, gattina- l’alzò per la collottola come una gatta, fissandola dritta negli occhi color cioccolato, liberando una nuvola di fumo –Non pensarci nemmeno-
 
Pensaci, piccola mia, pensaci davvero.
Chissà quante litigate avremmo, quanti pianti e risate condivideremo, eppure il legame che ci lega non si potrà mai spezzare.
Mai.
Neppure se morissi.
 
-Non prendermi per la collottola Bellmere!!!- si dimenò Nami, soffiando arrabbiata –Non sono un gatto-
-Eppure lo sembri- sghignazzò la rossa, portandosela al petto e prendendola in braccio.
Sentì Nami tranquillizzarsi, aggrappandosi al suo collo, accoccolandosi sul petto morbido.
Non aprì bocca, e si lasciò portare in braccio e accarezzare sulla schiena, facendo quasi le fusa, proprio come un tenero gattino.
Bellmere ridacchiò al pensiero della sua Nami come una gatta.
-Bellmere- la chiamò piano, strofinando il naso sulla sua gola –Me lo dici cos’è questo Inamatzuri?-
La marine si tolse dalle labbra la sigaretta, liberando una piccola nuvola di fumo.
-È la festa delle bombole…- ripeté -… e oggi, ogni bambina riceve un bambola in regalo-
Abbassò gli occhi ai suoi passi, lasciando che il suo sguardo si perdesse.
 
Una bambola per la mia bambina, una bambola per la mia bambina… ma con che soldi?
Chi venderebbe mai a me, a me, una bambola?!?
 
-Perché piangi ora?- le passò due dita su una guancia, asciugandola da alcune lacrime.
-Non è vero- mentì, passandosi il palmo della mano sugli occhi, spostando delicatamente quella della sua bambina –Non sto piangendo-
-Bellmere…-
Portò lo sguardo a fissare i grandi occhioni della bambina, che la fissavano preoccupati.
 
Occhi grandi, grandi come l’oceano.
I più grandi occhi che abbia mai visto, così profondi e belli, di un marrone caldo e dorato, quasi sia cacao appena tostato, con quella vena di caramello dolce e inebriante che fa sciogliere ogni cuore.
 
-Non ho soldi per comprare a te e a Nojiko una bambola… nemmeno una- sussurrò piano, vergognandosi.
Che madre era se non riusciva a comprare anche solo una stupida bambola per le sue bambine?
Una sola, anche senza tanti fronzoli o accessori.
Solo una bambola.
-Mamma…- gli accarezzò gli occhi bagnati Nami.
Bellmere alzò lo sguardo su di lei, lasciandosi abbracciare per il collo.
Le manine della piccola rossa erano morbide e troppo piccole per stringerla per bene, ma quanto basta almeno per abbracciarla dolcemente.
-Tu hai mai avuto una bambola?- le domandò.
-No-
 
I giocattoli non sono per noi donne bambine, cresciute troppo in fretta per godere della compagnia di bambole.
Donne che hanno imparato presto il spore amaro della vita, e il suo caro prezzo.
Donne che di bambole non hanno mia avuto bisogno.
 
-E allora per oggi io e Nojiko saremo le tue bambole-
Si divincolò alla presa della madre, scivolando a terra e prendendole, nelle sue piccole e paffute manine, quella grande e tremate della rossa.
-Se oggi ogni bambina avrà in regalo una bambola, tu ne avrai due- sorrise allargando le labbra in un infantile quanto straordinario sorriso.
Una nuova lacrima scese dagli occhi di Bellmere.
-Oh mia piccola Nami…-
 
Altre carezze, più lente, più dolci.
Sei così piccola bambina mia, ma hai il cuore più grande del mondo, già lo so.
Con i tuoi sorrisi riesci a illuminare la tempesta più buia, i tuoi occhi a scorgere ogni sofferenza, cancellandola con poche semplici parole.
Ti bacio piano, sulla fronte calda e chiara, spostandoti la frangetta verde, mentre ti cullo ancora.
-Ehi-
La porta si apre leggermente, permettendo alla zazzera verdognola di quel buzzurro di tuo padre di fare capolino –Dorme?
Sorrido, fissandolo metà dentro e metà fuori dalla tua stanzetta.
-Certo che dorme…- torno a fissarti negli occhieti chiusi -.. d’altra parte è tua figlia-
Sbuffa, entrando e arrivando a circondami la vita con le sue braccia.
-Strega-
-Ominide- lo baciò piano sul mento.
Il suo bell’occhio nero ci squadra entrambe, per poi ghignare allegro.
-L’ho trovata sai…- sghignazza -… non voleva vendermela perchè sono un pirata, ma ho saputo convincerlo-
Lo fissò massaggiarsi le nocche, e non riesco a trattenere un sospiro.
-Sei sempre il solito…- mi avvicino alla culla di nostra figlia, posandola dolcemente -… ma l’importante è che tu ce l’abbia fatta-
Accarezzo piano la testolina della mia bambina, mentre le mani forti e calde di Zoro mi accarezzando la schiena.
-Sogni d’oro, piccolina…- le posa accanto al visino una piccola bambolina di pezza con i capelli rossi raccolti in una coda alta, le tempie e i lati del capo rasati e una camicia a quadrettoni in dosso.
-Buona notte…- le baciò la fronte -… e buon Inamatzuri mia dolce Bellmere-

 
   
 
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