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Autore: Rob_Peter    09/03/2014    0 recensioni
[Grand Theft Auto: San Andreas]
1993 - Grove Street - sei mesi dopo gli avvenimenti già conosciuti.
CJ, Carl Johnson, si trova in conflitto con se stesso e i suoi amici e ci farà conoscere un nuovo CJ di cui nessuno avrebbe mai pensato. Questa storia racconta dell'epilogo sconosciuto di una delle storie più famose nel mondo videoludico. Vi riporterà indietro nel tempo a Los Santos, San Fierro, Las Venturas e persino Liberty City.
Scoprirete cosa è successo a Grove Street dopo gli avvenimenti della missione "End Of The Line" del gioco.
(Leggere la trama del videogioco "Grand Theft Auto: San Andreas prima di leggere questa storia. Si tratta di un sequel)
ATTENZIONE: Questa storia potrebbe causare la caduta di un mito dell'infanzia.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
I Want To Believe
 
 
Verdan Meadows, areoporto abbandonato. In quel paesaggio desolato troviamo un furgone che dire “fuori luogo” è dire poco. Era la cosidetta “Nave Madre” di The Truth, un furgoncino economico dipinto con tutti i colori possibili in puro stile hippie. Accanto ad esso troviamo un personaggio che, a dire il vero, non era fuori luogo solo a Verdan Meadows, Truth.
In pochi minuti Carl Johnson, colui che era conosciuto come l’eroe di Los Santos ma ora forse come l’uomo più pericoloso del mondo, arrivò in una moto molto probabilmente rubata nelle vicinanze.
I due si abbracciarono e Truth attaccò «Carl, amico mio. Sono davvero dispiaciuto per non essermi fidato di te prima, in cuor mio sapevo che il buon vecchio CJ non avrebbe mai potuto fare certe cose! Allora, cos’è che volevi dirmi? Vuoi raccontarmi come sono davvero andate le cose?»
«Sicuro, Truth. Vedi, ho ucciso il fornitore di armi di Los Santos, nonchè mio vecchio amico, Emmett. Tutto ciò ha portato al tradimento di tutti i miei amici e me costretto ad ucciderli tutti. Incluso te Truth, preparati ad incontrare il Creatore, sempre se per te esiste»
Due secondi prima dello sparo della pistola di Carl, Truth si alzò in volo, aveva il Jetpack (o Black Project) alle spalle.
«Oh Carl, posso sembrare stupido, ma ti assicuro che non lo sono. Non ti dirò che mettendoti contro di me avrai problemi con tutto il mondo, vedi. Mettendoti contro di me... avrai problemi con l’INTERA GALASSIA!»
Carl sparò in aria come un cacciatore che cerca di sparare ad un uccello ma invano, poiche Truth si spostava troppo velocemente. Decise quindi di lanciare oggetti, prese prima una spranga di metallo ma era troppo pesante, quindi trovò la poltiglia verde che lui stesso aveva in precedenza rubato al sistema per Truth, e gliela lanciò contro.
Truth la prese al volo e gridò «Grazie per l’assist CJ, era proprio ciò di cui avevo bisogno».
Carl non poteva credere ai suoi occhi, Truth ne fece un’arma da fuoco e cominciò a sparare una specie di laser verde. Riuscì a spostarsi e il laser colpì la Nave Madre che venne disintegrata e non ne rimase neanche il ricordo.
«Porca puttana.» esclamò terrorizzato Carl che scappò il più lontano possibile da Truth.
Mentre questo sparava ovunque, Carl fece partire un aereo vicino all’hangar verso Truth. Per schivare l’aereo Truth fece cadere la poltiglia e immediatamente Carl la prese, ma notò che non era semplicemente caldissima, bruciava proprio, e la buttò.
Notò un’ombra molto ingombrante sul terreno, guardò in alto dalla parte opposta a Truth ma notò che il sole c’era ancora. Quindi guardò verso Truth e notò sconcertato che sopra Truth c’era la Nave Madre; No, non il furgoncino, la NAVE MADRE.
C’era un maledetto UFO gigantesco dalla forma strana. Al centro c’era una specie di capsula gigante dalla forma ovale. Da essa partivano sei tubi che si collegavano ad una circonferenza maestosa che circondava l’intera struttura; Sotto questa circonferenza c’erano 6 piedi, molto probabilmente per l’atterraggio. Carl non potè non notare che all’interno dei tubi e della circonferenza c’erano dei movimenti; Numerosi dischi volanti più piccoli si muovevano avanti e dietro velocissimi in quella struttura.
E non era finita qui. Alcuni di quegli UFO più piccoli erano usciti dalla Nave Madre e la circondavano dall’esterno. Cominciarono ad uscire dei figuri. Lo stile di discesa con corda e arma in mano ricordava molto quello degli agenti della polizia, ma il problema era che... Non erano affatto agenti della polizia. Questi esseri non avevano alcuna divisa, erano grigiastri, magrissimi e con braccia molto lunghe che arrivavano fino alle ginocchia. La testa non era tonda, aveva una forma quasi esagonale, non avevano un capello, la mandibola ricordava quella di una scimmia ma gli occhi quelli di un serpente. E le loro armi... Carl non aveva mai visto quelle armi prima d’ora.
Senza pensarci un secondo Carl sparò a quegli esseri, ma invano. I proiettili sembravano rimbalzare sui corpi grigiastri, magrissimi e all’apparenza viscidi degli alieni.
Notò che ne stavano scendendo altri, era spacciato. Senza pensarci neanche prese il mingun e sparò verso uno degli UFO e riuscì a farlo precipitare. Questo andò in fiamme coinvolgendo anche alcuni alieni. Questi, con il fuoco alle spalle, scappavano avanti e dietro come assatanati e in pochi secondi si accasciarono a terra inermi.
Carl capì subito che era quello l’unico modo per ucciderli, il fuoco. Ricordava che Truth aveva un lanciafiamme dietro la torre abbandonata, quindi evitando i proiettili nemici e sparando inutilmente si avviò verso il retro della torre.
Trovò il lanciafiamme, sapeva come usarlo, ci aveva bruciato un intero campo di erba in precedenza, e lanciò il fuoco verso gli esseri extraterrestri. Questi ebbero la stessa reazione dei precedenti e in pochi minuti Carl li fece fuori tutti.
A quel punto dunque prese di nuovo il minigun e sparò dritto contro gli UFO, distruggendoli uno dopo l’altro sotto gli occhi increduli di The Truth. Quest’ultimo con il jetpack alle spalle volò più in alto ed entrò nella Nave Madre.
Carl sparò con il minigun la nave madre ma senza alcun effetto.
Molto probabilmente l’unico modo per distruggere la Nave Madre era lo stesso degli alieni, il fuoco. Ma senza jetpack non aveva modo di arrivare là sopra con il lanciafiamme. Allora doveva far esplodere qualcosa, salì su un aereo nell’hangar e partì dritto verso la Nave Madre.
Proprio quattro secondi prima di schiantarsi contro l’oggetto non identificato si buttò con il paracadute in Verdan Meadows.
Mentre lui atterrava sano e salvo l’aereo da lui appena lasciato si schiantava contro la Nave Madre, distruggendola.
Sarebbe precipitata proprio sulla pista dove si trovava Carl, quindi in preda al panico andò verso la moto con cui era venuto e sfrecciò via di lì.
Vide da lontano la Nave Madre schiantarsi al suolo completamente distrutta. Nessuno avrebbe mai pù parlato di quegli UFO e di Truth.
Ma Carl non ebbe neanche il tempo di pensare queste ultime osservazioni che Truth sfrecciò verso di lui volando con il Jetpack mezzo distrutto e armato di poltiglia verde.
Carl si spostò e Truth andò avanti dritto dietro di lui, verso l’Area 69, fino a schiantarsi al suolo in una piccola esplosione.
Il Jetpack era andato distrutto ma Truth era ancora vivo. Era lì, sembrava in fin di vita, che cercava di rialzarsi e di recuperare quella dannata arma. Ma Carl lo fermò, prese la politiglia verde coprendosi le mani con dei guanti e la puntò verso Truth
«E io che pensavo che eri solo un idiota buffone» attaccò «tsk... Devo ammettere di averti sottovalutato, Truth. Non pensavo che avessi davvero queste amicizie... come dire.. di terzo tipo ecco. Ma come vedi niente al mondo.. anzi, niente nell’universo può fermarmi e questa è la prova che io sono l’unico nel giusto qui e che tu, insieme a tutti i miei so-called AMICI, siete solo dei brutti traditori figli di puttana che non vedono l’ora di morire per l’ormai universalmente conosciuto Carl.. Johnson.»
«Una vita passata ad essere un personaggio alternativo, a combattere contro il sistema e alla fine non mi sono accorto di stare combattendo PER il sistema. Ho sbagliato tutto, io non sono la verità che dico di essere, sei tu la verità Carl. Ora vedo le cose chiaramente»
«Truth, puoi farti ripagare, vieni con me e uccidiamo insieme Toreno, il sistema sarà battuto una volta per tutte!»
«Ti ringrazio Carl, ti ringrazio davvero. Passami la poltiglia.»
«Sicuro.»
Carl sparò un colpo del laser dell’arma costituita dalla poltiglia verde e colpì in pieno Truth, che stranamente non si smaterializzò. «Brutto figlio di puttana, pensi che sono un idiota, eh? Pensavi davvero che ti avrei servito la vittoria su un piatto d’argento? Avevo ragione in ogni caso, sei solo un idiota buffone, ti ho dato una seconda possibilità.. e tu hai provato a sputarmi in faccia!»
Detto questo sparò altri colpi del laser «e ora perchè non muori, bastardo!», sparò fino a scaricare l’arma, la poltiglia si dissolse e Truth cadde al suolo inerme.
Carl si avvicinò puntando la sua normale pistola per vedere se era morto. Non respirava più, ma notò che stava diventando verde. No, non era lui che stava diventando verde, bensì si stava formando una specie di guscio melmoso attorno al cadavere di Truth.
Intanto un aereo della polizia stava atterrando proprio lì ma i missili SAM dell’Area 69 gli spararono e precipitò proprio vicino a quella tomba artificiale di Truth. Il pilota all’interno dell’ormai relitto si disintegrò all’improvviso insieme a tutto ciò che era all’intero ed esterno. Ne restò soltanto la sagoma che diventò completamente nera e i vetri verdi come il guscio che copriva il corpo di Truth.
Carl comiciò a sentirsi male, quella roba era radioattiva, prese la moto e scappò via di lì lasciandosi alle spalle l’inferno e dirigendosi dritto verso Las Venturas.
Aveva un’ultima missione da compiere e non poteva fallire.
  
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